Grønn

Vie di arrampicata.. falesie.. gruppi.. corsi e competizioni in Valle Brembana

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M.Serafini
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Re: Grønn

Messaggio da M.Serafini »

Non preoccuparti Fabio, non vedo nessuna polemica in quello che scrivi. E' giusto che ci sia un dibattito e che ognuno possa avere la sua opinione.

Su Facebook invece si fa polemica, ma bisogna prenderla sul ridere! Per esempio, questo commento mi spacca a_39

"Scusatemi se mi permetto ho visto il vostro report, gran forti ma non sapete neppure legarvi? Ci sono dei corsi che vi potrebbero aiutare, sentite una guida tipo Patrick Carminati o Yuri Parimbelli che sono molto disponibili"

Oppure questo, che in privato mi scrive:
"Quello che ti volevo dire è che su quella parete ci sono già vie alpinistiche su roccia.
Molte, non ha senso mettere spit per passare dry.
Su cose dove sono già passati e senza un minimo di logica
Te l avevo già detto per drycula
"

Le stesse persone hanno fatto polemica per Drycula e lo fanno per ogni via e ogni alpinista che ha il colore sbagliato, l'attrezzo imperfetto o sorride troppo nelle foto.
Una sorta di razzismo innocuo.
Chi non ha fatto polemica è andato a ripetere le nostre vie e si è divertito...
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lucaserafini
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Re: Grønn

Messaggio da lucaserafini »

La volpe e l'uva di Fedro è sempre in agguato... !!! a_19 a_111 a_39
Orobie Brembane, mon amour: calcare, dolomia, verrucano, gneiss, scisti, vulcanite, graniti, pseudotachiliti… where else?
M.Serafini
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Re: Grønn

Messaggio da M.Serafini »

Sugli spit la mia filosofia è utilizzarli quando non è sicuro salire senza, su una via che valga la pena attrezzare perennemente.

Non credo nell'alpinismo del pericolo, dove eroi rischiano la vita per gioco. Sono dell'idea, mia personale opinione, che l'arrampicata sia un'attività ricreativa e che debba essere sicura. Non priva di rischio, ma sicura.
Quando leggo report di alpinisti molto più bravi di me che si vantano dei rischi corsi, lo trovo infantile e immaturo; come il ragazzino che si vanta di aver rischiato il collo correndo con lo scooter.

Stiamo arrampicando su gradi non particolarmente difficili, ma dove l'alpinista della domenica fa fatica e cade. Certo, se passa Ezio Malier o Yuri Parimbelli, mettono un friend ogni 5 spit nostri, ma se dovessimo confrontarci con chi lo fa di professione, dovremmo stare tutti a casa a guardare.
Le nostre vie sono sicure per tutti, soprattutto per noi che dobbiamo passarci ore ad attrezzare a_6 Dove i friend non bastano, mettiamo gli spit; dove bastano i friend, andiamo più veloci, più leggeri e ci divertiamo di più!

Ci sono un sacco di vie per l'alpinista che deve rischiare la vita ogni domenica, ma non è il mio sport, come non lo è il tennis o il parapendio a_11
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lucaserafini
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Re: Grønn

Messaggio da lucaserafini »

Dai Marco, carica il video... facce sognà! a_21 a_19 a_37
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Re: Grønn

Messaggio da M.Serafini »

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Re: Grønn

Messaggio da elio.biava »

Che belle riprese, un video spettacolare! a_2 a_2 a_2
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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
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Re: Grønn

Messaggio da CadeSpi »

M.Serafini ha scritto:Sugli spit la mia filosofia è utilizzarli quando non è sicuro salire senza, su una via che valga la pena attrezzare perennemente.

Non credo nell'alpinismo del pericolo, dove eroi rischiano la vita per gioco. Sono dell'idea, mia personale opinione, che l'arrampicata sia un'attività ricreativa e che debba essere sicura. Non priva di rischio, ma sicura.
Quando leggo report di alpinisti molto più bravi di me che si vantano dei rischi corsi, lo trovo infantile e immaturo; come il ragazzino che si vanta di aver rischiato il collo correndo con lo scooter.

Stiamo arrampicando su gradi non particolarmente difficili, ma dove l'alpinista della domenica fa fatica e cade. Certo, se passa Ezio Malier o Yuri Parimbelli, mettono un friend ogni 5 spit nostri, ma se dovessimo confrontarci con chi lo fa di professione, dovremmo stare tutti a casa a guardare.
Le nostre vie sono sicure per tutti, soprattutto per noi che dobbiamo passarci ore ad attrezzare a_6 Dove i friend non bastano, mettiamo gli spit; dove bastano i friend, andiamo più veloci, più leggeri e ci divertiamo di più!

Ci sono un sacco di vie per l'alpinista che deve rischiare la vita ogni domenica, ma non è il mio sport, come non lo è il tennis o il parapendio a_11
E' un discorso molto lungo e complesso. Io la vedo in modo diverso.
Ma ci sono argomentazioni da una parte e dall'altra.
E poi ci sono anche le sensibilità personali.
Ad esempio c'è una via molto molto bella (secondo me) che io e il mio socio con riusciamo a chiudere e il cantiere è aperto.
Ma nè io nè lui intendiamo bucare la roccia. Allo stesso tempo non ci va di chiedere aiuto a qualcuno più forte per finire la via e così resta lì, con il vago intento di completarla magari con un po' di artificiale o attrezzandola, a chiodi, dall'alto o di avere il tempo un anno di costruire il grado in falesia.
Ma di mettere degli spit proprio non ci viene in mente e molto probabilmente rimarrà lì, non finita, finchè qualcuno col grado non la scoprirà per i fatti suoi e completerà.
Certo se arrivasse qualcuno e la spittasse mi incazzerei e lo riterrei uno sfregio alla montagna.
Direi che è evidente che la possibilità di passare trad c'è, e che bucare è una scorciatoia che svilisce la salita.
Ma ovviamente so che alla fine alla montagna di come uno passa non importa nulla, e che quello che fai non definisce nulla se non te stesso, e che ognuno definisce se stesso in modo personale e diverso.

Ecco perchè sono discorsi che girano da sempre. Preuss schifava Dulfer per l'uso di corda e chiodi.
Per il mondo alpinistico degli anni '40 Cassin passava a forza di chiodi di progressione.
Quando è venuto fuori lo spit in montagna è venuto fuori un putiferio.
Alla fine è sempre una rincorsa a qualcosa di astratto e indefinibile come l'etica alpinistica.
E già io contesto che possa esistere un "etica" condivisa in senso generale... a_39

Bellissimo il video.
M.Serafini
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Re: Grønn

Messaggio da M.Serafini »

E' un discorso molto interessante ed è un peccato che cada sempre in polemica, quando se ne potrebbe parlare civilmente.

Per certi versi è simile alle discussioni che avevo quando praticavo enduro sui sentieri di montagna, poi trial e infine MTB. Tutte pratiche che impattano l'ambiente, seppur in modo variabile, più del camminatore. Anche in questo caso, chi non praticava una certa attività era molto pronto a condannarla ad un divieto completo e generalizzato, mentre la soluzione più realistica sarebbe una regolamentazione condivisa.

Tornando allo spit, si tratta solo di un punto su una scala di colori molto più ampia che va dal non arrampicare (l'attività più sostenibile) alle ferrate. Nel mezzo ci sono tante forme di arrampicata più o meno etiche. In Scozia sono vietati i chiodi; in Repubblica Ceca sono vietati i friend ed è permesso proteggersi solo con nodi di corda incastrati; in Francia aprono vie di Dry tooling forando gli agganci, oltre agli spit.
Alcune di queste forme creano dei controsensi: in Scozia esistono faraglioni con soste di calata attrezzate perennemente con decine di cordini sovrapposti e dadi abbandonati che sporcano molto più di due spit con catena...

Ognuno ha scelto la sua nicchia su questa banda di colori ed è molto facile criticare chi utilizza un metodo più invasivo, dimenticandosi di chi sta sotto e arrampica solo incastrando nodi nelle fessure. Sarebbe invece più civile uno scambio di vedute, in quanto nessun punto della gamma di colori è da eliminare. E' giusto che ci siano ferrate, vie di dry, vie sportive e pazzi che arrampicano con nodi incastrati; oppure nessuna di queste, perchè tutte rovinano alla lunga le montagne.

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elio.biava
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Re: Grønn

Messaggio da elio.biava »

Interessante dissertazione alpinistica! Non pensavo che fossero ancora attive queste finezze tecniche, ma come giusto che sia. Ero fermo a quando si polemizzava sul compressore di Cesare Maestri al Cerro Torre, o quando in nome di Reinhold Messner si andavano a schiodare le vie classiche, per farle ritornare alla purezza della prima apertura.
Purtroppo recentemente si sono viste delle cose molto brutte anche riguardo alle ferrate, dopo tanto lavoro e tanta tecnica applicata ai nuovi materiali, la guida che l'aveva rinnovata è stato costretto a distruggerla perchè un "contadino" ha voluto far valere i suoi diritti per l'accesso al picco roccioso...
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Bella l'immagine postata da Marco, se posso, mi ha fatto venire in mente l'espressione in vernacolo "ghé nè per i porsei!" a_39 a_45
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