La Torre Dimenticata - Via Re Mugo

[lucaserafini]

Un monolito alto 70 metri, uno slanciato e quasi perfetto parallelepipedo a base quadrata, se ne sta
dritto come un birillo occhieggiando Santa Brigida dal sommo della dirupata Val Mora, dove il puro verrucano
incontra i verdi e ampi pascoli del Montù e Dosso Gambetta, separato da essi solo dall’aspra olina e dai
bassi ginepri spinosi. Esplorato dall’homo sapiens forse 50-60 anni fa, poi dimenticato e consegnato all’oblio,
frequentato solo da camosci, gheppi, cornacchie, attendeva altri svegli osservatori bramosi di risalita
ardita ed aerea delle sue esposte pareti, fino alla vetta, fatta di un piatto, quadrato e lastricato terrazzo
sommitale, invitante e comodo come lo spazio aereo di un lussuoso attico condominiale.

[lucaserafini]

Sto sognando “2001 Space Odyssey”? O è tutto vero?

Mi chiedo come sia possibile che questa perla dell’arrampicata e dell’estetica orobica se ne sia
rimasta dimenticata per decenni… praticamente da non credere. Io stesso frequento quegli spazi
che abbracciano la Cà San Marco da quando ero bambino (mio papà mi portava su a piedi prima
della costruzione della strada per il Passo San Marco…). Credevo di conoscerne ogni angolo, ma
la montagna non smette mai di stupirti.

Anche qui, come in molte altre occasioni (Cuminello, Pietra Quadra, Pioder,…) servono almeno un
paio di sopralluoghi e un tentativo di salita prima di calcare il terrazzo sommitale, ma anche questo fa parte
del gioco.

Sono bastate 2 foto scattate alla torre dal pendio erboso del Montù per convincere Marco, Davide e Fabio
che la Torre era notevole per spettacolarità e interesse arrampicatorio. Il primo giorno ce la prendiamo comoda e parcheggiamo alla casera Ancogno verso le 8:00. Siamo consapevoli che si condurrà un tentativo di perlustrazione: già arrivare alla base della Torre è una salita alpinistica di un certo impegno: i pendii di “olina estrema” a 60 gradi rappresentano una bella sfida nella sfida, tant’è che nel secondo tentativo, quello vincente, ci portiamo ben 2 piccozze per aiutarci ed assicurarci…!

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Ma quando finalmente l’ultima cengia ci deposita al cospetto della Torre Dimenticata, wow! Si resta senza parole davanti a cotanta spettacolarità! Un enorme scasso provocato dal gelo ha non solo separato il monolito della Torre dal paretone di verrucano di cui faceva parte, ma ha pure spaccato un ciclopico scheggione che ora giace ai piedi della Torre stessa, ed un bel masso se ne sta a fare da naturale ponte tra lo scheggione ed il corpo della Torre.
Un enorme pino mugo occhieggia dall’alto della scheggia - a lui, secolare esemplare di ardita conifera, sarà dedicata la via.

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Infilandoci nel cunicolo lo spettacolo diventa, se possibile, ancora più stupefacente… ma cominciamo a preoccuparci, la possibile via di arrampicata ci sembra sempre meno accessibile… Marco si spinge fino all’uscita del cunicolo sul lato opposto della scheggia, e ci urla qualcosa… forse si sale approfittando nei primi metri del camino formato dalle due pareti, vediamo, Marco parte.

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Ma poi il camino si allarga e bisogna dedicedere quale parete scegliere: Marco prende la scheggia, e ci prova...

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Mentre Fabio osserva tra l'attento ed il perplesso... ce la faremo a guadagnare almeno la sommità della scheggia?

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Il Re Mugo ci guarda dall'alto...

[lucaserafini]

Marco ce la fa, e mi recupera.



Uff... pant... che fatica, un tiro molto atletico e tecnico allo stesso tempo, ma bellissimo!