Lavoro.. Valle Brembana quale futuro ?

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Elle
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Lavoro.. Valle Brembana quale futuro ?

Messaggio da Elle »

Chiedo ospitalità al bellissimo ed interessante forum di Valbrenbanaweb, perchè gradirei conoscere gli obiettivi futuri, che intendono adottare i Rappresentanti della Valle Brembana.

Le "strategie" future sono decise di "concerto" con gli istituti scolastici, gli imprenditori, con gli operatori turistici della Valle, e/o con i Comuni alle porte della Valle Brembana?

Quanti sono i diplomati e/o laureati per anno in Valle Brembana e qual'è la percentuale di queste persone che trova lavoro in Valle Brembana?

Qual'è il numero di immigrati ed emigrati? Quali sono le motivazioni che spingono le persone a emigrare e/o immigrare?

Ringrazio per l'attenzione e chi vorrà rispondere.

Saluti.
Elle
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IW2LBR
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Messaggio da IW2LBR »

L'intervento sul L'eco di Bergamo di oggi del Sindaco di Cusio Ezio Remuzzi (moderatore Forum: Fabbricati rurali in Valle Brembana)

Turismo, no ai campanilismi

Egregio direttore, chiedo ospitalità sul Vostro quotidiano per esporre alcune riflessioni grazie allo spunto dato dall'articolo comparso sul giornale il 3 febbraio 2007. Si annunciava un prossimo incontro tra l'assessore ai Giovani, allo Sport e alla Promozione turistica della Regione Lombardia, Pier Gianni Prosperini, e l'Amministrazione provinciale di Bergamo, per far luce sul nostro «sistema turistico provinciale» che non ha ottenuto sufficiente punteggio per poter accedere ai finanziamenti regionali. Quale sindaco di un piccolo paese dell'alta Valle Brembana, voglio riportare la mia esperienza vissuta in fase di definizione del «sistema turistico» nel mio ambito territoriale.

Già, sistema... questa semplice parola dovrebbe intendere un complesso organizzato di idee (progetti) che si lasciano dedurre da un unico o comunque da un ridotto numero di principi progettuali. In parole semplici vorrebbe dire che il «sistema turistico» non è altro che l'insieme di diversi progetti ben legati fra loro da una strategia di sviluppo turistico comune. Condivido il principio perché non ritengo opportuno finanziare tanti progetti svincolati fra loro, spesso molto simili ma di mediocre entità. Ad esempio la realizzazione di tante piste per lo sci da fondo di medio valore potrebbe essere evitata mediante la concentrazione dei contributi nella realizzazione di pochi impianti ben attrezzati e capaci di richiamare anche il fondista più esigente. Secondo questa logica ritengo che l'intera Valle Brembana vada considerata come un unico comprensorio turistico con diverse opportunità di svago ed attrattive a seconda delle peculiarità di ogni singolo ambiente.

Nel corso della definizione del sistema turistico in Valle Brembana, non rammento alcuna pianificazione delle strategie progettuali e degli obiettivi conseguibili. Piuttosto ogni sindaco dei circa 30 Comuni della Valle presentò più progetti assegnando a ciascuno un punteggio d'importanza. In una semplice tabella riassuntiva, sono stati poi elencati da parte della Comunità montana i progetti che ogni singolo amministratore aveva ritenuto «importante» per lo sviluppo del proprio territorio, ma totalmente scollegati tra loro, senza un filo conduttore comune. Purtroppo questo non è fare sistema. Sarebbe stato invece interessante sedersi ad un tavolo e pensare ad un progetto vallare in cui ogni territorio comunale avrebbe potuto esser valorizzato per le sue prevalenti caratteristiche. Di certo il procedimento sarebbe stato più complesso dovendo considerare svariate necessità, ma si sarebbe dato vita probabilmente ad un significativo «sistema turistico vallare».

Attenzione, ritengo che grazie agli sforzi di diversi amministratori (non solo locali) la gente stia assimilando il concetto di collaborazione e concertazione, e la necessità di tralasciare i campanilismi. Si sta per fortuna capendo che al turista che arriva in Valle Brembana poco importa se scia a Foppolo e poi va a fare shopping a Piazza Brembana, l'importante è che trovi le infrastrutture capaci di farlo muovere facilmente.

Anche qualche piccola esperienza ci ha dato coraggio in tal senso, ad esempio l'organizzazione di Fungolandia, una sagra del fungo in Valle Brembana organizzata da quattro Comuni dell'Alta Valle che da quest'anno avrà il grossissimo vantaggio di contare su ben dodici Comuni partecipanti, e chissà nel prossimo futuro... Al turista che verrà a trovarci dovremo lasciare sempre il ricordo di un ambiente bello, accogliente e ospitale... l'importante è che torni in Valle Brembana!

Ezio Remuzzi
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Messaggio da IW2LBR »

Sono molteplici i post... su questo forum... sul come rilanciare il Turismo in Valle Brembana.... si dice.. che i possessori di seconde case.. "scappano" dalla valle... abbiamo toccato il fondo.... la Valle Brembana e' al declino.... e serve un rilancio in grande stile cooperando tra comuni ed enti... avendo anche progetti comuni..

Il mega progetto di San Pellegrino avanza.......

Ma.... mi chiedo... e vi chiedo......
Come vi spiegate i numerosi cantieri di villini in valle brembana.. per seconde case ???? E mi risulta che la richiesta sia molto forte..... e nessuno di questi villini resta invenduto... !!!!

Mai visto cosi' tanti cantieri in media valle come in questi anni....!!!!
Ultima modifica di IW2LBR il giovedì 15 marzo 2007, 13:44, modificato 1 volta in totale.
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maverik71
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Messaggio da maverik71 »

Perchè checchè si dica, un conto è aspirare a mega ville in località famose e blasonate...... un altro è la consapevolezza che comunque, con pochi soldi (che in banca resterebbero fermi e creano beneficio SOLO alle banche stesse, in borsa lasciamo perdere... etc etc) si ha la possibilità di godere di una valle che è splendida seppure con tutti i suoi lati negativi, di una valle che comunque i servizi di base li ha, di una valle che ad impatto ambientale non ha nulla da invidiare ad altre.....

Tutti poi la si immagina come una grande molla.... secondo me è in lenta ma progressiva ricarica (bisogna solo fare sistema e sfruttare al meglio quello che c'è già!) a_14
Anche un orologio fermo segna l'ora giusta due volte al giorno. (H. Hesse)
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Messaggio da IW2LBR »

Benvenuto a orobikus sul Forum della Valle Brembana

condivido appieno la tua preoccupazione.... a_11
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Messaggio da IW2LBR »

tratto dal L'Eco di Bergamo del 28-03-2007

Valle in ripresa - Siamo poveri ma in crescita

Redditi bassi però qualcosa si muove Natura e sicurezza le carte vincenti


Nel leggere le statistiche relative ai redditi del 2004 dei Comuni bergamaschi la prima impressione è quella di un «già visto», di una ripetizione più o meno identica dei numeri e soprattutto delle peculiarità che questi numeri fanno emergere. Da una parte la «cintura d'oro» che abbraccia la città capoluogo dove vivono i benestanti, dall'altra le periferie montane, i piccoli paesi che via via si spopolano e rimangono «insediati» soltanto dai pensionati con redditi decisamente bassi. Ma questa impressione, se da un lato è certamente veritiera presa nel suo insieme, ha lasciato spazio invece a una sorpresa, a una novità che stupisce e che lascia intravedere probabilmente un cambiamento di rotta nella ricerca della qualità della vita.

Già, perché gli amministratori dei municipi più poveri, quelli che hanno bene il polso della situazione locale soprattutto nei micro-Comuni e in quelli di montagna, segnalano un'inversione di tendenza rispetto al pur recentissimo passato: una voglia di tornare a vivere laddove una serie di condizioni, quali la sicurezza, la tranquillità, la dimensione umana e la salute sono valori vivi e vegeti.

Non è ancora così dappertutto, non è la regola e siamo proprio ai primissimi segnali. Per esempio a Valtorta , che naviga al penultimo posto della classifica sui redditi 2004 con una media di 14.535 euro all'anno, il sindaco Silvano Annonazzi mette a fuoco tutti quei problemi che da anni i paesi di montagna lamentano: «I giovani se ne vanno, restano gli anziani che ogni anno vengono meno. Ma è difficile per tutti decidere di metter su casa da queste parti. Certo, il turismo potrebbe attrarre come risorsa economica, ma anche i nostri progetti di ampliare gli impianti vengono stoppati dagli eventi naturali. Quest'anno l'inverno non si è visto e chi garantisce gli operatori se la neve non c'è?». Il sindaco di Valtorta sottolinea che i servizi essenziali lì non mancano: c'è l'asilo e c'è la scuola elementare... «Ma per fare la spesa la gente scende e fa i 25 chilometri che la separano da San Giovanni Bianco. Perché qui qualche negozietto c'è, ma per ovvi motivi i prezzi sono più alti». Insomma, servizi, distanze, scarse certezze economiche: gli arcinoti punti dolenti dei paesi d'alta quota.

Eppure qualcosa si muove. Lo annuncia Luciano Manzoni, vicesindaco di Brumano , paese che ottiene la palma del reddito medio peggiore di tutta la Bergamasca: una media di soli 14.396 euro. «Ma lo sa - racconta - che nel nostro piccolo stiamo aumentando? Ma lo sa che qualche giovane si ferma e decide di metter su casa proprio qui?». Forse il vicesindaco è il primo a stupirsi, ma il trend in quel di Brumano che conta solo un centinaio di abitanti è in crescita: «Penso che l'aria respirabile, la tranquillità, la sicurezza siano la spinta che invita anche i giovani a decidere di vivere in un piccolo comune come il nostro. Sì, qualcuno scappa dalla frenesia della città e magari decide di "pagare" con un po' di pendolarismo per il lavoro, la qualità migliore di questa esistenza rilassante».

L'analisi di Luciano Manzoni è condivisa dal primo cittadino di quello che è un paese di collina più che di montagna, un paese della collina del Sebino: Parzanica che pure registra redditi decisamente bassi, 15.572 euro di media all'anno. La premessa di Battista Cristinelli, il primo cittadino, è tranchant , a dire il vero: «Il mio parere è che la gente di qui guadagni molto di più. Temo una forte evasione». Sincerità dei residenti a parte però, anche questo sindaco ha notato un risveglio nel suo mini paese: «Dobbiamo ringraziare la strada nuova che ci collega al lago: per noi è stata una manna. Al punto che adesso ci sono nuove famiglie che decidono di mettere su casa proprio qui. C'è gente di Tavernola che si sposa e viene ad abitare a Parzanica, tanto in cinque minuti a Tavernola ci arriva e qui si sta davvero bene». Cristinelli parla proprio di un ritorno, che sarà ancora più corposo ed evidente, per il paesino di 380 anime, nel prossimo futuro: «Abbiamo messo a punto dei piani di lottizzazione per creare aree residenziali. Saranno il volano per le nuove famiglie che ringiovaniranno Parzanica».

Già, la rinascita dell'edilizia è davvero un traino per un cambiamento di tipologia dei residenti. Lo sa bene anche un altro primo cittadino, Giuseppe Cecchi, che guida Pumenengo , un centro non montano, anzi della Bassa, l'unico centro della pianura i cui redditi si collocano tra la dozzina dei più poveri con una media di 15.712 euro. «Fino a ieri forse la gente di Pumenengo sceglieva di andarsene e cercar casa in altri lidi, anche perché il piano regolatore non consentiva di creare nuove residenze. Adesso abbiamo invertito la rotta e ci siamo già accorti che la popolazione sta crescendo: siamo a 1.600 abitanti ed entro sei-sette anni vogliamo toccare quota duemila». Giuseppe Cecchi sottolinea con orgoglio che l'anno scorso a Pumenengo sono nati 25 bambini: «Molti sono figli di immigrati che si stanno ben inserendo. I neonati mostrano chiaramente che la tendenza si è ribaltata e che il nostro paese non è più solo la patria dei pensionati».

Rosella del Castello
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Messaggio da IW2LBR »

mavaro ha scritto:a me sembra che la gente della Valle non abbia voglia di mettersi in gioco; aspettano tutti di trovarsi la "pappa pronta": posti di lavoro, attività, benessere, ecc. ma si aspetta sempre che siano gli altri a partire, spesso si aspetta che venga qualcuno da fuori (l'investitore di turno). Dico male?
Non dimenticare.. che c'e' una bella fetta di persone in Valle... residenti e NON che non vogliono lo "sviluppo"... tutto deve rimanere com'e' ora.... una scelta di vita.. basta case e strutture nuove... ristrutturando l'esistente... poco caos domenicale, pochi turisti e vita in tranquillità lontano da stress.. questo e' un pensiero che non sottovaluterei.. e non sono pochi...
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Re: Lavoro.. Valle Brembana quale futuro ?

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da L'Eco di Bergamo di Monica Gherardi

Orienta lavoro, due sportelli in valle Brembana

Anagraficamente invecchia, c’è un dinamismo giovane che cerca con creatività una strada sul fronte lavorativo. È da qui che possiamo partire». Sergio Anesa, dell’Ufficio per la Pastorale sociale e del lavoro, ha così introdotto lunedì sera a San Pellegrino Terme l’annuncio della apertura in Valle Brembana di uno Sportello informativo e di orientamento per i giovani e le imprese del territorio. L’apertura dello Sportello nasce sulla base di una riflessione che ha preso corpo in valle negli ultimi mesi su iniziativa dei vicariati locali, con il supporto della Diocesi e con la collaborazione di diverse realtà territoriali.

La funzione
Si tratta di un investimento di risorse teso ad attivare percorsi di orientamento per i giovani e a sostenere all’avviamento i giovani imprenditori. Sarà riferimento utile per promuovere e far conoscere i bandi per le imprese e per incentivare lo sviluppo di reti d’impresa. Attraverso lo Sportello saranno anche promossi incontri di orientamento per imprese già attive. «Non si tratta di far incontrare domanda e offerta di lavoro, ma di dare ai giovani e alle imprese, soprattutto a quelle non inserite in associazioni di categoria, alcune direzioni possibili – ha spiegato Anesa –. Uno dei dati emersi negli incontri con la popolazione e con le realtà lavorative è stato proprio quello dello smarrimento, della confusione che questo stato di crisi genera soprattutto nelle piccole imprese, nelle attività con un solo addetto e nei giovani».

Gli sportelli
A credere in questo progetto e a investire risorse sono anzitutto le parrocchie della Valle Brembana, sostenute dalla Diocesi. A queste si sono aggiunti i Comuni della valle e alcuni imprenditori. A fianco una squadra di partner organizzativi e scientifici: Bergamo Sviluppo, Abf, Confartigianato Bergamo, Cna, Confindustria Bergamo. Lo Sportello avrà due sedi, una nella media valle a Zogno e una in alta valle a Valnegra. Per la conduzione sarà emesso un bando per stage post-universitario con l’assunzione di un giovane laureato della valle. «Non si tratta di un’iniziativa in competizione con realtà già esistenti sul territorio, – ha concluso Anesa – ma di un’integrazione nell’ottica della collaborazione».

L’Osservatorio
Lo Sportello diventa il primo passo concreto dell’Osservatorio per il lavoro della Valle Brembana, un tavolo di persone che rappresentano realtà pastorali, economiche e politiche, unite dal comune desiderio di non perdere di vista la situazione del territorio. I dati relativi al tasso occupazionale della Valle Brembana sono al di sotto della media nazionale e se nel 2011 si parlava del 63% di tasso di occupazione – dato peraltro già basso – oggi i numeri ci dicono che si è scesi sotto il 40%. L’Osservatorio si pone come obiettivo principale quello di mantenere monitorata la situazione. «Cosa accade oggi qui in valle? – ha chiesto don Alessandro Beghini, vicario dell’alta valle –. L’Osservatorio è una presa di coscienza comune a favore delle persone a cui siamo vicini, secondo i diversi compiti che ciascuno ha».

«Dialogo e confronto»
Le parole di don Beghini sono state rivolte ai circa 20 membri dell’Osservatorio. Accanto a sacerdoti e amministratori, si sono seduti i rappresentanti della Cna, di Confesercenti, di Confindustria, delle famiglie e alcuni imprenditori. «Occorre superare gli sguardi di parte – ha aggiunto il vicario – e immaginare un futuro possibile e migliore». L’Osservatorio si porrà in dialogo e in confronto anche con le realtà istituzionali e si muoverà nella promozione di iniziative mirate sul tema del lavoro. Uno dei prossimi passi sarà l’incontro con il mondo della scuola per una riflessione sull’ambito
dell’orientamento.
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Re: Lavoro.. Valle Brembana quale futuro ?

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Dialogo e idee da condividere così troveremo la strada giusta»

Val Brembana - Sacerdoti, sindaci, imprenditori, lavoratori, rappresentanti di categoria. Voci e sguardi diversi, un unico tavolo, un unico obiettivo, quello di tenere gli occhi puntati sul mondo del lavoro in Valle Brembana. Voci diverse e dialogo possibile, grazie alla nascita ufficiale dell’Osservatorio per il lavoro della Valle Brembana. Si tratta di una cordata che ha visto le parrocchie e i vicari locali «trascinare » in modo appassionato e convinto i diversi volti del territorio, consapevoli che davanti a una realtà in crisi non solo economica, ma soprattutto umana, non è possibile restare inerti. All’Osservatorio si è giunti attraverso un cammino di incontro, di dialogo e di confronto che ha coinvolto la popolazione, attraverso incontri pubblici e raccolta di informazioni e di riflessioni.

In cerca di direzioni La «squadra di lavoro», che via via si è formata e che è ufficialmente nata in Valle Brembana, unisce le energie dei molti che credono nelle potenzialità della valle, delle sue imprese edella sua gente. La crisi ha colpito e continua a colpire in modo differente e ogni realtà territoriale ha una propria percezione degli effetti di questo terremoto economico e sociale. In un incontro a San Pellegrino Terme i diversi membri dell’Osservatorio si sono confrontati sul percorso da intraprendere sulla base di una presa di coscienza della situazione vallare attuale. «La nostra azienda non vive direttamente sulla sua pelle l’ombra della crisi, – ha commentato Stefano Scaglia, presidente di Scaglia Indeva spa – ma rileviamo che aumentano sempre più le persone che si rivolgono a noi in cerca di un posto di lavoro. In questo contesto l’Osservatorio può contribuire a creare una visione d’insieme che faccia comprendere le necessità di oggi, quelle dei giovani in cerca di una prima occupazione e quelle degli adulti che in questi anni hanno perso il lavoro. Occorre chiedersi in quale direzione dirigere quindi i nostri sforzi. Per ciascuna categoria si possono ipotizzare percorsi e soluzioni possibili. Lo Sportello, prima iniziativa c ncreta, deve poter dare delle direzioni». Esempi all’estero Scaglia ha portato alcuni esempi conosciuti all’estero. «In alcune nazioni, soprattutto negli Stati Uniti, esistono modelli di condivisione delle esperienze imprenditoriali in un clima confidenziale di dialogo e di scambio. Potrebbe essere unastrada; le idee ci sono, bisogna farle circolare».

«Occorre superare anche alcune barriere culturali del territorio – ha aggiunto Adriano Minelli della Minelli Spa –. La condivisione, anche solo di idee, sul fronte economico non è sempre facile. Da parte nostra possiamo evidenziare come oggi le aziende abbiano bisogno soprattutto di personale qualificato e specializzato. In questo quadro quindi occorre lavorare sicuramente anche nel campo dell’orientamento scolastico». Il ruolo della formazione «Il discorso della formazione vale soprattutto per i giovani – è intervenuto Stefano Cofini di Confindustria –. Per gli ultracinquantenni che hanno perso il lavoro servono idee nuove. Le persone vanno aiutate oggi a mettersi insieme, a non farsi concorrenza spietata, a mettere in conto anche di poter cambiare lavoro, rispetto a quello che si è sempre fatto»
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