Ospedale San Giovanni Bianco

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mik72
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Re: Ospedale San Giovanni Bianco

Messaggio da mik72 »

Ieri sono stato alla manifestazione a favore dell'Ospedale, mai come ieri ho visto tanti miei concittadini della valle partecipare ad un evento cos'importante! E' stato davvero emozionante vedere che finalmente la gente ha capito dopo anni di riunioni deserte .Grazie a tutti a_2 a_2
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pluto
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Re: Ospedale San Giovanni Bianco

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Lele93 ha scritto:Ma perché Pluto sei così scettico nei confronti della qualità dell'ospedale di San Giovanni? Io non essendo del posto non conosco la realtà. Le uniche volte che miei familiari ne hanno usufruito è sempre stato per faccende gravi, avvenute mentre erano a Foppolo, e nei casi specifici è sempre andato tutto bene!
libera scelta almeno in quello...e non mi pare di esser l'unico viste le percentuali dei brembani che vanno a bergamo o in altre strutture...ci sarà un motivo... e vediamo quanti dei signorotti della valle che ci rappresentano se si son mai fatti ricoverare a sangiovanni o invece hanno scelto altre strutture...chiedi a loro i motivi a_39
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pluto
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Re: Ospedale San Giovanni Bianco

Messaggio da pluto »

Lele93 ha scritto:Mi domandavo solo se ci fossero dei motivi particolari per la diffidenza verso la struttura di San Giovanni.
sai certe volte capita...non ti senti bene, non è niente, ma non mi sento bene, non è niente...cardiogramma tutto a posto...un'ora dopo kaput per infarto.. a_34 a_111 a_39 a_35
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IW2LBR
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Re: Ospedale San Giovanni Bianco

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da L'Eco di Bergamo

San Giovanni Bianco «Basta voci infondate Pronto soccorso aperto

È finito sotto i riflettori da tempo, il presidio ospedaliero di San Giovanni Bianco, oggi afferente all’ex Azienda ospedaliera Papa Giovanni XXIII di Bergamo, ovvero l’attuale Asst Bergamo Papa Giovanni: agli allarmi da più parti lanciati su una presunta «morte» dell’ospedale, si aggiunge ora un «passaparola» inquietante e infondato sul pronto soccorso che sta preoccupando gli operatori del presidio. «Si sta arrivando al punto che al pronto soccorso continuano a ricevere telefonate di utenti che chiedono se il pronto soccorso è aperto, qualcuno degli utenti si è detto addirittura informato da più parti che il pronto soccorso era aperto solo secondo alcune fasce orarie – sottolinea Orazio Amboni, Dipartimento Welfare Cgil –. Invece non solo il pronto soccorso funziona normalmente, e ovviamente è operativo 24 ore su 24, sette giorni su sette, con anestesista presente 24 ore su 24, ma l’ipotesi di ridimensionare il pronto soccorso, è bene ribadirlo alla popolazione, non è mai stata fatta da nessuno. Anzi, proprio il pronto soccorso è l’Unità operativa indispensabile in qualunque ipotesi di riorganizzazione». False indicazioni Certo, probabilmente per questo singolare «passaparola» (pare, secondo voci attendibili, che anche diversi medici di continuità assistenziale abbiano fornito informazioni non conformi alla realtà), l’afflusso al pronto soccorso di San Giovanni Bianco risulta sottodimensionato. E con effetti ancora una volta singolari: ovvero la gente che ha bisogno di essere curata (ma non in condizioni gravi, tanto da poter raggiungere il pronto soccorso con i propri mezzi), e che gravita nell’area del presidio ospedaliero della valle, convinta dell’operatività a mezzo servizio (falsa) del pronto soccorso vicino a casa va all’ospedale di Bergamo. E qui, in codice verde e quindi con tempi d’attesa più lunghi, una volta informata sui tempi di San Giovanni, reagisce con stupore: «Allora è aperto quel pronto soccorso?», e decide di tornare in valle. Episodi ripetuti A quanto viene confermato da fonti dell’ospedale di Bergamo (medici del pronto soccorso dell’Asst Papa Giovanni XXIII fanno turni periodici anche al presidio di San Giovanni Bianco), episodi di questo genere si sono ripetuti diverse volte in una settimana. E si trattava sempre di persone residenti nelle aree a Nord di Bergamo e nell’area della valle, sostanzialmente bacino d’utenza del presidio di San Giovanni Bianco stanno evidentemente penalizzando gli accessi: domenica scorsa sono stati solo 17, lunedì l’attività è risalita, ma è comunque sempre altalenante – continua Amboni, Welfare Cigl Bergamo –. Peraltro è solo il caso di ribadire che il pronto soccorso di San Giovanni Bianco continua a rispondere anche alle emergenze pediatriche, con il personale che decide caso per caso se trattenere il piccolo paziente in sede o inviarlo a Bergamo. Che è poi il compito del pronto soccorso di un piccolo ospedale. C’è da sperare quindi che queste false informazioni svaniscano».
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Re: Ospedale San Giovanni Bianco

Messaggio da elio.biava »

pluto ha scritto:sai certe volte capita... un'ora dopo kaput per infarto..
Ed è capitato ancora! Un venerdì una persona sta male e viene sottoposto ad ECG..."tutto bene" ma lui continua a star male. Finalmente dopo 3gg, il lunedì viene inviato a Bergamo per esami specifici, dove poi viene operato per infarto coronarico. Per una volta sono arrivati in tempo! a_21 E poi parlano di diagnostica e prevenzione ?!? a_12 Provare per credere.
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Re: Ospedale San Giovanni Bianco

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Ospedale di San Giovanni Bianco
Milesi: «Dov’è il rilancio annunciato?»

Lettera del sindaco di San Pellegrino per la convocazione urgente di un incontro per parlare del presidio ospedaliero della Valle Brembana a un anno di distanza dall’istituzione del tavolo di lavoro che doveva elaborare un progetto di rilancio.
Un accorato appello per uscire dal silenzio calato sulla situazione del presidio ospedaliero di San Giovanni Bianco in Valle Brembana. È quello che scrive il sindaco di San pellegrino Vittorio Milesi, rivolto alla dirigenza dell’azienda sanitaria e a tutti gli amministratori locali, provinciali e regionali. Milesi chiede un incontro urgente per sapere a che punto sono i lavori del tavolo a suo tempo istituito per accompagnare e occuparsi della fase di passaggio tra l’azienda Ospedaliera di Treviglio a quella del Papa Giovanni di Bergamo.
fonte L'Eco.it
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da L'Eco di Bergamo

Ospedale di valle Pediatria: il reparto aprirà fino alle 18.00

Potenziamento dei servizi all’infanzia (in particolare il reparto di pediatria da riaprire 24 ore su 24), ma anche la chirurgia d’urgenza, la riabilitazione, alcuni ambulatori, il sistema informatico e la comunicazione al pubblico sui servizi aperti (molti cittadini, non sapendo cosa funziona, proseguirebbero verso Bergamo). Sono alcune delle richieste che ieri amministratori e comitato cittadini hanno presentato al tavolo di lavoro sull’ospedale di San Giovanni Bianco, presenti anche il direttore dell’Asst Papa Giovanni XXIII, Carlo Nicora, e il direttore dell’Ats di Bergamo, Mara Azzi. Dall’Asst, che ha elencato una serie di dati sull’andamento dell’ospedale (a un anno dal passaggio da Treviglio), sono arrivate alcune promesse: in particolare un prolungamento (da lunedì a sabato) dalle 16,30 alle 18 dell’apertura del reparto di pediatria. L’incontro si è svolto all’indomani di alcune proteste arrivate dalla valle proprio sulla carenza di servizi all’ospedale, dopo la mozione presentata dal consigliere regionale Lara Magoni (sarà discussa il 7 febbraio) per il ripristino del reparto di pediatria e la valutazione della riapertura del punto nascita (chiuso dal 1° gennaio 2015). Punto nascita: non riaprirà Proprio su quest’ultimo aspetto l’Asst ha ribadito che «i numeri non ci sono. Piario ha riportato sul tavolo la questione, ma la richiesta per San Giovanni Bianco non è realistica. Piuttosto – spiegano dall’Asst – si lavorerà per cercare di dare più risposte all’ambito dell’infanzia, tramite una collaborazione con i pediatri di base». Anche se su tale possibilità potrebbero esserci problemi di natura contrattuale, come precisato da Mara Azzi. La richiesta generale degli amministratori e del comitato è stata quella di avere un ospedale non solo per anziani, ma anche con servizi essenziali per famiglie e bambini. «La richiesta di potenziare il reparto di pediatria è logica – commenta Azzi –, purtroppo ci si deve scontrare con la difficoltà di trovare pediatri e con la scarsità di risorse economiche. L’incontro, comunque, è stato uno stimolo per cercare altre soluzioni».

«La percezione della popolazione è che l’ospedale sia carente nei servizi all’infanzia – ha detto Patrizio Musitelli, presidente dell’Assemblea dei sindaci – . Abbiamo chiesto un potenziamento anche di neuropsichiatria infantile. Per gli ambulatori si cercherà una collaborazione con la clinica Quarenghi». «Pediatria va ripristinata per le 24 ore – ha aggiunto il sindaco di San Giovanni Bianco, Marco Milesi – è fondamentale per la valle. Quanto a chirurgia ortopedica siamo sulla buona strada, abbiamo chiesto però anche una chirurgia elettiva per le urgenze, la ripresa degli interventi di ginecologia e di chirurgia pediatrica, l’ampliamento della riabilitazione specialistica e l’istituzione di una riabilitazione geriatrica. Per il pronto soccorso siamo sulla strada giusta, chiediamo che resti l’anestesista per 24 ore e che rimangano i due posti di terapia subintensiva-monitoraggio. Il sistema informatico dell’ospedale deve essere uniformato a quello del Papa Giovanni». «Purtroppo i software di San Giovanni Bianco sono ancora collegati con Treviglio – spiegano dall’Asst –. Un disagio organizzativo nostro ma non per l’utente, e non dovuto a noi. “Lombardia informatica” ci aveva assicurato il passaggio che però non è ancora avvenuto, ma ci stiamo lavorando». «Un incontro nel complesso positivo – è il commento del rappresentante del comitato di cittadini, Consuelo Ferrandi –, sempre se le promesse verranno mantenute. Gli ambulatori chiusi vanno ripristinati, ma anche pediatria. Purtroppo sul punto nascite non sembrano esserci molte speranze. Abbiamo comunque chiesto, in linea generale, di avere un ospedale anche per i bambini e le famiglie, non solo per gli anziani anche se la valle ha un alto tasso di anzianità. Se vogliamo che i giovani restino in valle, dobbiamo offrire loro servizi». Le richieste del ripristino di alcuni servizi e del potenziamento in generale dell’ospedale di San Giovanni Bianco saranno ora discusse nell’assemblea dei sindaci in programma domani sera a Piazza Brembana.
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Re: Ospedale San Giovanni Bianco

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da L'Eco di Bergamo

Medicina e Pronto soccorso Alternativa per S. Giovanni Bianco

I progetti, per il rilancio e la riqualificazione dell’ospedale di San Giovanni Bianco, sono diventati due : al primo, quello per il centro di eccellenza per i disturbi dei comportamenti alimentari (anoressia e bulimia) che l’altra sera, all’assemblea dei sindaci, per voce del presidente Patrizio Musitelli, sembrava essere stato «messo da parte» dall’Asst Papa Giovanni di Bergamo, si affianca ora un secondo e, dice il direttore generale dell’Asst Carlo Nicora «non è affatto alternativo, piuttosto ha la stessa dignità e importanza, li abbiamo proposti entrambi all’attenzione della Regione». Il «piano b» Di che si tratta? «Sempre ragionando sul principio di una necessità di dare all’ospedale vallare ulteriori valori aggiunti, nel solco delle normative che assegnano a questo ospedale competenze di struttura sanitaria per acuti – continua Nicora –, si è ipotizzato di potenziare l’ospedale di capacità specifiche, in particolare per rispondere alle esigenze del territorio. E se le esigenze del territorio sono quelle di avere risposte sulle cronicità, il progetto a cui si sta lavorando è quello di un raddoppio dei posti letto delle degenze delle Medicine, passando da 10 a 20, e insieme, di stabilizzare tutto il personale medico che attualmente opera al pronto soccorso, evitando quindi di fare ricorso a i cosiddetti “gettonisti” ma riconoscendo professionalità e ruoli a personale medico della nostra Azienda che è specializzato in emergenza e urgenza. Questo permetterebbe di fare del pronto soccorso di San Giovanni Bianco una “succursale” di Bergamo e di arrivare a garantire la presenza stabile di un pediatra anche nelle urgenze diurne».

Si viaggia intorno al milione di euro, esattamente quanto «vale» il primo progetto, quello del centro d’eccellenza per i disturbi dei comportamenti alimentari. «Va rimarcato che l’Azienda non ha mai pensato di accantonare questo progetto, fermo restando, comunque, che dall’Assemblea dei sindaci, non è arrivata in alcun momento una risposta in un senso o nell’altro. L’idea del centro nasceva dalla volontà di mettere, in un presidio quale quello di San Giovanni Bianco – sottolinea Nicora– una “ciliegina” di alta specialità, dando così un volano a un ospedale per acuti quale San Giovanni è riconosciuto, a livello di normative nazionali e regionali, tenendo conto che invece l’hub di Bergamo ha già al suo attivo diverse aree di alta specialità. È evidente che in gioco, nella scelta di un progetto al posto di un altro ci sono due variabili fondamentali. e queste si chiamano sostenibilità ed esigenze di programmazione». Il parere dei sindaci In parole povere, significa che nella scelta giocano un ruolo primario le risorse, i finanziamenti quindi, e l’incastro di un progetto piuttosto che di un altro nella logica della programmazione territoriale, ovvero nella priorità data ai bisogni che emergono dalle specificità di un territorio. Quindi dipenderà ora dalla Regione decidere quale (e se) progetto finanziare, anche inquadrando la singola iniziativa nell’ottimizzazione di risorse per tutta la Lombardia, e dalle scelte organizzative territoriali, compiti che spettano all’Ats di Bergamo. «È evidente che nelle scelte organizzative conta anche quanto esprime l’Assemblea dei sindaci, a cui anche è assegnato il ruolo di ascoltare le voci del territorio», conclude Nicora. E gli amministratori locali incontreranno proprio sabato l’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera.
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Re: Ospedale San Giovanni Bianco

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Nascite a picco in alta valle Brembana: su 20 paesi soltanto 27 bebè contro i 59 del 2007

Ventisette nuovi nati in 20 comuni. Nel 2016 pare proprio che la cicogna abbia abbandonato l’alta Valle Brembana che, nell’anno appena concluso, ha visto nascere meno di due bambini per Comune. Dati molto preoccupanti, purtroppo a conferma di un trend negativo che, salvo annate eccezionali, di anno in anno sembra inarrestabile. Dieci anni fa, nel 2007, i nuovi nati in alta valle erano ben 59, più del doppio rispetto allo scorso anno. Da allora numeri in calo: 56 nel 2008, 51 nel 2009, addirittura 35 nel 2010. Migliora la situazione nel 2011, con 54 bebè, ma dal 2012 la cifra è di nuovo in discesa: sono 37 i nati di quell’anno, 34 nel 2013. L’ultima crescita si verifica nel 2014, con 48 nati; sono 42 nel 2015 e solo 27 nel 2016. A ufficializzare i numeri è il preside dell’Istituto comprensivo «Francesca Gervasoni» di Valnegra, Vincenzo Basile, in occasione di un incontro con alcuni sindaci dell’alta valle indetto per aprire un tavolo di ragionamento sul futuro delle scuole, mai come ora assolutamente incerto.

In un anno un tonfo I dati, raccolti da Basile sulla base delle comunicazioni anagrafiche dei singoli Comuni, testimoniano la caduta pesantissima dell’anno da poco archiviato, con 15 bambini in meno rispetto al precedente 2015. Stando ai 27 nuovi nati del 2016, a registrare il maggior numero di bebè è il Comune di Lenna, con sei nati. Seguono Olmo al Brembo con 5, Santa Brigida e Branzi con 3, Valnegra, Moio de Calvi, Valtorta e Piazza Brembana con 2 e Mezzoldo e Foppolo con 1 solo bimbo. Nessuna new entry per i restanti 10 Comuni. Si dice soddisfatto e felice il sindaco di Lenna Jonathan Lobati che, prontamente, sul suo profilo Facebook ha condiviso con i suoi concittadini il risultato. Ma i festeggiamenti valgono solo un paio di righe. «Pensare che nel 2016 nei venti Comuni dell’alta valle sono nati solo ventisette bambini fa spavento», si legge nel suo sfogo sui social. «Serve una seria politica di servizi e di occupazione – aggiunge – che permetta alle nostre famiglie di avere orari di materna e elementari più flessibili». Ma la questione scolastica non è di certo la sola a far discutere. La mancanza di posti di lavoro sembra farla da padrone; se si aggiungono le difficoltà legate alle infrastrutture e i tagli al servizio ospedaliero, il risultato non può che confermare i dati che giungono dai Comuni, con sempre meno nuovi nati e sempre più abbandoni. Lobati chiama all’opera i colleghi sindaci. «Tutti al lavoro insieme per trovare soluzioni», conclude così sul social network.
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