Battista Marchesi e il suo lungo viaggio di 19100 km

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A Lenna ha incontrato altri due amici che lo accompagnano sulla strada del ritorno verso casa.

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Compare anche suo cugino Claudio, giunto sul percorso in bicicletta per portare uno spuntino.

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Re: Battista Marchesi e il suo lungo viaggio di 19100 km

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Battista è persona conosciuta e stimata, molta gente lo riconosce e lo saluta ... è sempre un piacere scambiare quattro chiacchiere con lui

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Diavolo Rosso da quando è iniziata questa nuova avventura di Battista, scrive periodicamente un resoconto del suo viaggio.
Ecco uno degli ultimi articolo pubblicati sui siti di RUNNER BERGAMO e ULTRAMARATONE E D'INTORNI

Battista Marchesi 19.100 km in nove mesi (18^ puntata). La cronaca di Vitaliano Grassi: "Paci' Paciana ol Padrù dèla Val Brembana"
Malgrado il gran caldo continua l'impresa di Battista Marchesi che si appresta a superare il muro delle 10.000 leghe percorse (e che, una volta compiuto il fatidico giro di boa si troverà a correre verso una progressiva e metaforica risalita alla superficie, dopo l'immersione profonda nei 10.000 km percorsi, "...per tornar a riveder le stelle". La corsa di Battista segue il ritmo della stagione: prima lo si vedeva in mezzo ad ampi prati verdi ed irrigui (e idilliche di scene di animali al pascolo), con lo sfondo di chiare e fresche acque lacustri, torrentelli chioccolanti, fontanili. Nei giorni di gran caldo si è infrattato nei boschi, ritrovandosi ad essere un novello Thoreau che vaga nel cuore del bosco di Walden; ora che ci si approssima al pieno fulgore dell'estate e al Solleone, Battista lo si può avvistare in mezzo a campi di granturco le cui pannocchie si fanno sempre più alte e vigorose nascondendolo alla vista. Eppure, in un modo o nell'altro, sostenuto dal calore di tanti amici Battista va sempre avanti, incrociando man mano che il suo cammino si dipana luoghi intrisi di storia come quelli un tempo infestati dal briganto Vincenzo Pacchiana, detto "Pacì Paciana", o altri di più tristi memorie, come quello legato all'aggressione proditoria che Tista ebbe a subire nel 2011 e che portà all'interruzione drammatica della sua impresa.

In bocca al lupo Tista! Vai avanti per la tua strada con il coraggio e la determinazione che hai mostrato di possedere sino ad ora.(Vitaliano "Diavolo Rosso" Grassi) Pochi giorni e Tista “toccherà il fondo” a diecimila leghe sotto quel mare che non è riuscito a soffocare i suoi desideri. Ricomincerà quindi la lenta risalita compensando corpo e mente per ritrovare quell'aria che per nove mesi gli è mancata. E' arrivato lì Tista, sul ponte di Sedrina, vicino casa, al termine della sua giornata. Si ferma, osserva il ponte sottostante che non è quello dei sospiri ma quello della paura. Paura provata da Paci' Paciana-Vincenzo Pacchiana detto- “ol Padrù dèla Val Brembana” che nel lontano 700, ha provato a lanciarsi nel vuoto. Vecchio brigante per alcuni, eroe giustiziere per altri. Racconta la leggenda: Paci' iniziò la carriera di malandrino dopo essere stato imbrogliato e derubato da due manigoldi. La sua risposta fu una carica di legnate che gli valsero un'assurda denuncia. Datosi alla latitanza, rubava per dare ai poveri, lottava contro soprusi e ingiustizie, la sua famigerata figura era diventata un mito fra gli orobici valligiani.

Amato e odiato, ma anche ricercato dai gendarmi per le sue gesta: proprio su questo ponte fu tesa una trappola. Al capitano dei francesi che stava per arrestarlo urlò: “Le vecchie volpi si catturano, ma non hanno certo il mio pelo”, gettandosi poi nel fiume Brembo. La leggenda lo risparmia dalle gelide acque ma lo farà morire in un bosco, morso da un serpente. Tista non medita certo di buttarsi, lui non sa nemmeno nuotare ma... pensa e ripensa a questa strana storia che in parte gli appartiene. Ritorna il suo passato, Ponte Barcotto, il ponte di Costa Volpino, unico testimone della sua tremenda aggressione: due lestofanti gli piantano un coltello nella gamba, lo pestano a sangue. Anche lui reagisce, non viene denunciato, ma poco ci manca, finisce all'ospedale. Non muore come Paci', non si è buttato da Ponte Barcotto e nemmeno è stato morso da quella vipera che è strisciata su di lui, poco tempo fa, su quel muretto.
Oggi ha scelto Dalmine per un bagno di sudore e di amicizia Sedrina Dalmine doveva essere una passeggiata. Non è stato proprio così. Ha seguito l'insegnamento di Don Mario, un prete che lui conosce bene. Tista, gli ha detto: “Se vuoi andare in paradiso evita i facili sentieri, se così non farai finirai all'inferno”. Tista non se lo è fatto ripetere. Dai sentieri boschivi per arrivare alla Chiesa di San Tomè di Almenno San Bartolomeo, agli scoscesi pendii dei prati in zona Roncola. Nemmeno le foglie taglienti dei campi di grano hanno impedito a Tista di proseguire sulla strada sparita all'improvviso. Poteva mancare il durissimo tratto sterrato che da Sforzatica porta alla Roncola? Uno sterrato in mezzo ai campi simile al deserto, al deserto italiano. Il caldo è asfissiante, si boccheggia come pesci, non si riesce a parlare, le labbra sono incollate. Con la lingua si cerca la saliva, ottima per dissetarsi. Le palpebre socchiuse si nascondono ai raggi infuocati del sole che Scipione e Caronte si sono scrollati di dosso. Stiamo arrostendo in questo forno naturale, dove solo madre natura regola la temperatura. Nemmeno la Fornero con il suo esercito di “essudati” avrebbe resistito in questo inferno. Lei, mai rinuncerebbe all'aria fresca del suo Parlamento dove solo a pochi “esodati”è permesso entrare.

L'andatura si riduce, non teme di essere multato, al mattino pure l'autovelox si era attivato al suo passaggio. Tista ha ingurgitato acqua calda dalla sua borraccia, un saporaccio, un disgusto, ma meglio di niente. Bisogna pazientare, la dea fortuna sta per arrivare. Una grotta, tante gocce di acqua fresca, il toccasana per continuare. Finalmente Dalmine: un ristoro meritato al Caffè del Viale. Una sosta obbligata, amici e amiche vogliono abbracciare e stringere la mano al loro “Bati” sì, perché qui lo chiamano così. In questo caffè, il suo Caffè, Tista nasconde la sua nostalgia. Guarda la cassiera, Emanuela, lei ha preso il suo posto, la abbraccia e vorrebbe dirle: “Aspettami... tornerò”. Ma è troppo emozionato. Lui sa di essere in” mobilità” sino a novembre, una condizione se per lui congeniale per altri invece una maledizione. Non verrebbe mai via, incontrare tanta gente che si conosce, dopo tanta solitudine, fa bene al morale. Per tutti ha un sorriso e una risposta ai tanti perché. Prima di andarsene una scappata nella vicina officina dei fratelli Barcella che, subito non appena lo vedono, smettono di lavorare. Vogliono sapere come va. E' finita. Di saluti e auguri ne ha fatto il pieno, Tista è felice, ma lo sa che adesso dovrà chiedere al suo corpo e alla sua mente ancora uno sforzo. "Portatemi a casa, voglio andare su quel ponte, a Sedrina”.
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Zogno - località Piazza Martina
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Mentre aspetto che il trio raggiunga la frazione Stabello, mi diletto nel fare qualche foto ...

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il busto del poeta Pietro Ruggeri

Mangié e contetèv, che infì di fì
l'è öna vera minestra d'Arlechì
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Passaggio sotto il vecchio androne collegato con la casa natia del poeta brembano

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Oggi “Tista” ha raggiunto i 11679 km. percorsi a_2 a_2 a_2
Non conta l'età, non conta la fama, l'importante è inseguire un sogno ... per essere vivi e non avere rimpianti ... e per raggiungere questo duro obiettivo Battista ne ha consumate di scarpe!

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Grazie per le emozioni che ci regali ... ti seguiremo a_45
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