Alla ricerca dei Draghi

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maganilo
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Iscritto il: lunedì 23 ottobre 2006, 12:41
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Alla ricerca dei Draghi

Messaggio da maganilo »

Avendo avuto la possibilita` di discutere in questa sede sul senso dell'uso della fantasia per esaltare i luoghi preferiti (cultura-storia-valle-brembana-f84/lecit ... t4914.html ) ed avendone tratto ottimi spunti di riflessione ( uno fra tutti, il concetto di Letteratura Emozionale proposto da Andrea, mi sento in dovere di proporvi un estratto del lavoro che ho fatto con Alla ricerca dei Draghi.

Piana dell’Acquanigra

Ancora una volta è scesa la notte. E con essa l’alito gelido del drago che dimora su, al passo.

C’è chi giura di averlo visto, ali di nebbia, sguardo di ghiaccio, silenzioso nel suo sorvolare i pendii rocciosi a portare gelo e solitudine, ma i più sono certi che sia solo una leggenda. Altri sono i pericoli che attendiamo dall’alto: un cozzare di lance e di spade, un roteare di mazze e di picche. Siamo pronti, quei barbari non passeranno. Vogliono invadere la nostra terra, devastarne i raccolti, rubare le nostre bestie, violentare le nostre donne. I nostri cugini delle valli del Nord sono stati travolti da questi uomini nudi e urlanti una lingua mai udita prima.\nAbituati più alla lama dell'aratro che a quella della spada, hanno posto loro una debole resistenza, e presto sono stati sopraffatti. Ma noi, popolo di guerrieri, siamo vigili, e al passo abbiamo tenuto testa a centinaia di uomini, respingendo i loro attacchi per giorni e notti.

Ora attendiamo, qui alla Piana dell’Acquanigra. Abbiamo ripiegato per far credere loro di aver rinunciato alla difesa delle nostre belle montagne ed essere tornati alle nostre case. Ci siamo fatti tutt’uno con la torba che riempie la piana. Neri siamo, e invisibili. Altri di noi attendono tra gli arbusti di mirtilli e i giovani larici. Non temiamo il ghiaccio, non ci spaventa la neve. Ci siamo fatti roccia, ci siamo fatti terra, pronti a sguainare le armi al segnale. I barbari attraverseranno la piana, allora ci muoveremo come fantasmi, come diavoli neri li circonderemo, non daremo loro tregua sino a che l’ultimo loro respiro non sarà cessato. Ancora una volta è calata la notte. Fredda, più fredda delle altre. L’attesa si fa tesa, il vento penetra e raggela anche sotto le pelli che ci proteggono. Le stelle rinunciano a farsi strada tra i barbigli di nuvole che si posano sui versanti rabbrividiti delle montagne. Verranno, ne siamo certi. Solo non sappiamo l’ora. La notte si allunga, il gelo morde con denti sempre più affilati. Molti nostri compagni hanno ceduto alla tentazione di chiudere gli occhi. Hanno sognato il caldo conforto del focolare, la zuppa fumante e il giaciglio protetto dalle grosse travi scricchiolanti. Ma hanno raggiunto un oblio più profondo, facendosi terra nella terra.

Altri hanno prolungato l'agonia, stringendo le armi sino ad impallidire le nocche, ma anche per loro il gelo ha preso il sopravvento. È stato il freddo mantello della notte a sconfiggerci, non le orde di barbari invasori. Dodici dozzine di guerrieri sono stati divorati dal grande drago di ghiaccio. I nostri corpi giacciono nella piana, neri come la terra, in attesa. Ci coprono manti di eriofori, che agitano al vento i loro candidi barbigli, che alla luce della luna paiono fantasmi vaganti per la piana, quali noi siamo. Ci copre la coltre compatta e soffice della prima neve, che uniforma terra e roccia, rende uguali tutte le cose, crea evanescenti sculture quando si allea col vento e col gelo. Le stagioni si inseguono, ma neppure il sole estivo scioglie il gelo che ci attanaglia. Molte vite di uomo si sono succedute, e tanti sono i piedi, non più ostili, non più, che ci calpestano.\nI nemici, tuttavia, un giorno arriveranno. Noi siamo pronti. Sotto la torba e quest'acqua nera vi sono le nostre anime.

Che attendono.

https://docs.google.com/document/d/1Ejo ... y=CPikh8cJ

Piana dell'Acquanigra. Loris
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