Architetture di pietra di Val Taleggio e Valle Imagna

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Una troupe della RAI e' impegnata nelle riprese del Tempio di S.Tomè
ne approfittiamo anche noi per scattare qualche fotografia all'interno del tempio pagano dedicato a Silvano o a Giunone..

La chiesa sorge nelle vicinanze dell’antica Via Rezia che collegava Bergamo con la Val San Martino, la Valsassina e la Svizzera. Gli scavi archeologici condotti a più riprese non hanno svelato il mistero delle sue origini che si collocano presumibilmente tra la seconda metà del secolo XI e la prima metà del sec. XII. Opera tra le più suggestive del romanico lombardo, il tempio ha pianta circolare con abside sporgente ed è formato da tre cilindri sovrapposti a scalare. L'esterno della base è scandito da semicolonne sulla cui sommità corrono archetti pensili, dal portale e da minute monofore; ad est si inserisce il presbiterio con abside semicircolare. Il cilindro intermedio è solcato da lesene mentre nella lanterna si aprono quattro bifore. All'interno il vano circolare è delimitato da otto colonne disposte in cerchio dalle quali si dipartono, verso il muro perimetrale, le volte a crociera su cui poggia la galleria dell'ambulacro e del matroneo...

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La particolare geometria della rotonda di San Tomè in Almenno San Bartolomeo unita alla sua particolare orientazione astronomica permettono il verificarsi di alcuni spettacolari giochi di luce di grande effetto, provocati dai raggi del Sole e dalla Luna all’interno della chiesa romanica. Durante il Medioevo questi spettacolari effetti luminosi erano considerati di grande effetto ierofanico e furono deliberatamente ed accuratamente calcolati. Nella rotonda di San Tomè il fenomeno più spettacolare si verifica, però, ogni anno in prossimità dei giorni degli equinozi.

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Molto belli e splendidamente scolpiti i capitelli delle colonne di entrambi i corpi, come quelli che concludono le mezze colonne e le lesene piatte disposte sulle pareti. I motivi ornamentali prevalenti dei capitelli che definiscono il deambulatorio del corpo inferiore sono di tipo geometrico, una rivisitazione locale di archetipi decorativi longobardi da cui si discostano alcuni capitelli di tipo corinzio e figurato appoggiati alla parete. Il linguaggio decorativo di questi capitelli e la loro essenzialità geometrizzante si ritrovano anche nel romanico milanese proprio delle chiese di Sant'Ambrogio o Sant'Eustorgio oltre che in altri monumenti bergamaschi come la Basilica di Santa Giulia.

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Il matroneo, il corpo superiore, presenta anch'esso otto colonne, sovrastanti quelle inferiori, che creano un corridoio circolare, il deambulatorio, che si affaccia sul vuoto centrale del corpo inferiore.

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L’altare ottocentesco della rotonda romanica di San Tomè

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I capitelli e le basi delle colonne, di epoca e forma diversa, provengono da edifici preesistenti. Degli affreschi (sec. XIV e XV), che originariamente coprivano la chiesa, non rimane che la Madonna con il Bambino.

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L'insieme, presbiterio e abside, innervato nella parte orientale della rotonda, secondo la più diffusa tradizione romanica restituiscono un effetto plastico di grande armonia architettonica. Le pareti, incorniciate nel sottogronda da una ornatura ad archetti nei primi due volumi della rotonda, ad archetti intrecciati nell'abside e nel presbiterio, presentano delle finestrelle e delle feritoie che oltre a snellire la struttura ne costituiscono efficaci sorgenti di luce. L'interno del primo corpo è caratterizzato da otto colonne che seguono un percorso circolare creando due spazi concentrici con degli effetti chiaroscurali di particolare fascino; la parete circostante è scandita da nicchie che ne muovono lo sviluppo in un magico gioco d'ombre esaltato da semicolonne su cui poggiano eleganti capitelli.

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Bel reportage Gino

Molto interessanti gli interventi che si sono protratti ben oltre le 19.30, a quell'ora me ne sono andato perchè avevo un altro impegno... A mio parere il concetto principale che è emerso e che è stato un po' il filo conduttore dei diversi interventi sta nel fatto che risulta fondamentale cercare di individuare una funzione per i fabbricati da recuperare. E' possibile recuperare il patrimonio architettonico e rurale di cui sono costellate le nostre valli solo nel momento in cui vengono individuate nuove funzioni che siano comunque sostenibili dal punto di vista economico e ambientale. Si possono sistemare anche tutte le oltre 1500 costruzioni censite (magari!), ma se il recupero è fine a se stesso fra trent'anni il problema si presenterebbe di nuovo. Purtroppo dal punto di vista economico un intervento eseguito a regola d'arte è molto oneroso e per questo motivo sono decine gli edifici abbandonati o crollati negli ultimi anni. Lodevoli sono le iniziative di alcuni enti pubblici ( ricordiamo per esempio il recupero della chiesetta di San Lorenzo al Fraggio o la Baita and Breakfast in Val Taleggio, oppure la contrada di Arnosto in Val Imagna), ma purtroppo sono interventi isolati, che dovrebbero essere accompagnati da iniziative di privati innamorati della montagna.

Voglio complimentarmi con i promotori di questa iniziativa e per chi volesse consiglio di visitare il sito http://www.aers.it/ che raccoglie il lavoro di censimento dell'edilizia rurale e storica svolto in questi anni in Val Imagna e Val Taleggio. Probabilmente questo è solo un primo passo di un'attività che nel futuro potrebbe espandersi anche a realtà limitrofe come lo è per esempio la Val Brembana.

Nel corso del pomeriggio abbiamo avuto la fortuna di assistere a un'esibizione dell'artista Pinuccio Sciola che ha "suonato" le sue pietre al buio all'interno del tempio di San Tomè, purtroppo non avevo con me la fotocamera, ma è stato molto suggestivo.