«Biet argot?» - mostra fotografica a Brembilla

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Re: «Biet argot?» - mostra fotografica a Brembilla

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Re: «Biet argot?» - mostra fotografica a Brembilla

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Re: «Biet argot?» - mostra fotografica a Brembilla

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Re: «Biet argot?» - mostra fotografica a Brembilla

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Re: «Biet argot?» - mostra fotografica a Brembilla

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Re: «Biet argot?» - mostra fotografica a Brembilla

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Memorabile l'annata della bottiglia in primo piano, in tutti i sensi a_39 a_45
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miom79
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Re: «Biet argot?» - mostra fotografica a Brembilla

Messaggio da miom79 »

Mi permetto di aggiungere due righe al reportage come sempre ineccepibile di Rugetor essendo io uno dei vari curatori della particolare mostra "Biet argot?".
Il tutto è nato due anni fa con l'intento di provare a far rivivere nel 2012 in pieno dominio dei lounge bar e dei pub alla moda le atmosfere cupe,fumose e odorose di vino e di trinciato delle vecchie osterie operanti a Brembilla facendo un salto nel tempo di oltre 100 anni. Con il susseguirsi delle interviste e degli incontri per raccogliere il materiale occorrente ci siamo però accorti dell'eccezionale capacità di trasformarsi e di riciclarsi delle antiche taverne, diventate poi osterie,passate poi a trattoria e via andare fino ai giorni nostri.

La loro storia è andata a braccetto con la Storia (con la maiuscola) del nostro paese e della valle Brembana in generale. All'inizio del '900 e nel periodo tra le due guerre, quando la miseria e l'emigrazione la facevano da padrone le osterie erano principalmente dei locali ricavati all'interno di abitazioni private che durante tutto l'anno oppure in occasione di feste patronali aprivano le loro porte per accogliere i paesani che erano per lo più gente semplicissima e povera che però trovava nell'osteria uno dei pochissimi centri di aggregazione e svago disponibile in paese.

L'oste allora non era un imprenditore, era molto spesso un poveraccio come i suoi clienti, che però per raccimolare qualche soldino in più apriva la sua porta e vendeva felicità sottoforma di vino (spesso di qualità discutibile) , a volte Vermouth, altre volte di Marsala etc. L'oste era spesso anche uno psicologo che sapeva ascoltare e rincuorare le delusioni,le fatiche e i fallimenti quotidiani delle magre vite dei suoi clienti. L'osteria spesse volte non era un bel posto, non era roba per damerini : l'aria era pesante, satura di fumo di trinciato , per terra macchie di vino secco e come sottofondo il vociare stridulo di qualche cantore improvvisato, bestemmie,e urla di giocatori di carte o morra. Eppure aveva qualcosa di affascinante perchè quasi tutti i brembillesi (donne escluse) ci andavano senza distinzione di censo o posizione sociale. Lì dentro si era tutti uguali : il dottore o l'imprenditore potevano essere malamente insultati dal poveraccio per una giocata sbagliata.

Quella era una poderosa valvola sociale di sfogo per tutti quanti.
Nel medesimo tempo alcuni visionari , con l'arrivo del treno ai ponti di Sedrina e la rinomata Fonte Solforosa, avevano intravisto la possibilità di attirare a Brembilla in villeggiatura i ricchi signori di Milano. Sorsero quindi in paese, in piena crisi economica e di lavoro, alberghi di un certo prestigio dotati di ogni comfort. Dopo la seconda guerra mondiale invece si avvertiva in tutto il paese la voglia del riscatto sociale e quindi nelle osterie si incominciavano a mettere i primi giradischi e a vedere le prime donne sedute ai tavoli e addirittura si videro i primi balli a due in cui ci si muoveva stretti stretti. Durante il boom economico poi altra trasformazione ; in alcune osterie apparvero le prime sale da ballo e sorsero un buon numero di complessi e orchestrine locali che facevano da colonna sonora alla crescita economica che allora pareva inarrestabile e che portò il benessere a Brembilla. In quel periodo cominciò ad arrivare in un numero sempre maggiore di case l'acqua corrente e il gabinetto in casa.

Non posso però andare oltre altrimenti vi toglierei il gusto di vedere questa interessante mostra. Si capisce bene però che visitare questa mostra non vuol dire soltanto conoscere le oltre 50 antiche osterie brembillesi ma significa fare un viaggio nel tempo di oltre cent'anni e scoprire le usanze, le tradizioni ed il modo di vivere a Brembilla e più in generale in val brembana dei nostri nonni o bisnonni.
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andrea.brembilla
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Re: «Biet argot?» - mostra fotografica a Brembilla

Messaggio da andrea.brembilla »

Bravi paisà!!!! a_2

E complimenti all'amico miom79 per l'accurata ricostruzione... si vede al massimo la vostra passione per questa bella mostra! a_14 a_14
Andrea Carminati, brembano; moderatore forum
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