La Corna di Pizzino, ex Castello roccaforte dei Guelfi

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vista dalle antiche mura del Castello su Sottochiesa

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I tetti in piöda
essendo, però, il peso delle singole lastre assai grande, ecco la necessità di scaricare parte di questo peso sui muri laterali: il risultato è un tetto con una pendenza media di 60°. A causa della forte pendenza, per farle risultare stabili, le piöde sono state collocate parallelamente al terreno, in modo d'essere tra loro orizzontali e con un angolo di 30° rispetto alla normale al piano del tetto. Da qui l'aspetto a gradinata dei tetti stessi. Nelle porte sono rarissimi gli archi, normali invece gli architravi, data la facilità di poter disporre delle robuste pietre calcari locali in lunghi strati.

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La Frazione di Pizzino (970 mt) è situata, come dice il nome (pizzo), in posizione sopraelevata, sulla falda nord-occidentale della Valle Taleggio ed è la più antica località abitata della stessa. Un pò di storia: la tradizione vuole che la vallata fosse già abitata fin dall'anno 1010, com'è provato da una pietra segnata da una croce con la data MX scoperta sopra un arco della vecchia parrocchiale di Piazzino ed oggi ancora visibile nel porticato presso il campanile dell'attuale chiesa (si veda più sotto nel testo). Secondo l'ingegner Giuseppe Arrigoni di Introbio, la prima contrada costruita in valle fu quella di Retaggio (itinerari del Grasso) e i primi popoli che incominciarono ad abitare la Valsassina furono gli Orobi i quali in seguito s'inoltrarono nelle valli d'Averara e Taleggio; s'ignora però da dove venissero e in quale epoca si stabilirono in quei luoghi. Per altri, fra cui l'"agrimensore" Giuseppe Locatelli autore del manoscritto del 1823 dal titolo "Cenni, ed osservazioni sulla Vallata del Taleggio", i primi abitanti si stabilirono in quella parte di Pizzino ancor oggi detta Caravèr, confinante con la chiesa parrocchiale. Non è difficile accettare Caravèr come prima località abitata, ricordando che qui è sorta anche la prima chiesa cristiana. La chiesa di S. Ambrogio Vescovo e Dottore di Pizzino è stata la prima chiesa costruita in valle sul finire del secolo X. Da essa vennero separate nel tempo tutte le altre parrocchiali, Vedeseta compresa, che in origine dipendevano dall'unica e primaria chiesa parrocchiale in valle, appunto quella di S. Ambrogio. Vedeseta fu staccata da Pizzino ed eretta in parrocchia circa l'anno 1442 sotto il parroco Filippo Bevilacqua de Molteno; Peghera fu separata da Pizzino il 2 gennaio 1474; Olda e Sottochiesa sono erette in parrocchie, separandosi da Pizzino, il 22 aprile 1494. Nell'inventario stilato nel 1368 concernente le chiese dipendenti da Primaluna in Valsassina, sono elencate soltanto la Cappellanìa di Santa Brigida, quella di Valtorta e di S. Ambrogio in Pizzino.

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Da un antico documento è stato scoperto inoltre che i morti della Valle Averara venivano seppelliti nel cimitero della chiesa, per questo motivo il monte che attraversavano era detto anticamente 'Passamorti' (nome corrotto in quello di Basamorti ) ed il luogo dove i trasportatori riposavano era chiamato Piazza della Morte (oggi Piazza Morandi). Nel documento risulta che qui i sepolti fossero circa sei-sette mila. Nell’ottobre 1747, durante una grave moria di bestiame, le ossa furono riesumate e raccolte con cura dal Parroco Biava. Monsignor Valentino Ongaro, che è stato parroco di Pizzino per 60 anni, acuto osservatore di fatti e di persone, ci ha confermato che ancora nell'800, nella seconda Festa di Pasqua, veniva effettuata una processione al Passo Baciamorti per solennizzare la storica tradizione.