Un friulano in val Brembana - Luigi Gasparotto

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pendughet
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Re: Un friulano in val Brembana - Luigi Gasparotto

Messaggio da pendughet »

Grazie Subiot della segnalazione.
Chi meglio di Luigi Gasparotto poteva rappresentare questa categoria.
Oggi avrebbe contro tutti i naturalisti, ecologisti etc. ma forse oggi il nostro personaggio non avrebbe nemmeno il roccolo.
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pendughet
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Re: Un friulano in val Brembana - Luigi Gasparotto

Messaggio da pendughet »

Riprendo volentieri questo argomento dopo lunga assenza proponendo un brano tratto sempre dal diario di Gasparotto " Diario di un deputato" concernente la presa di Sacile da parte dell'esercito italiano il 31 ottobre 1918 , 4 giorni prima della fine delle ostilità con l'Austria.

La battaglia di Vittorio Veneto è finita con manovra rapida e risolutiva.
Il primo posto spetta all'Armata di Caviglia.
Mi sia consentito di ricordare che a me povero soldato di fanteria finalmente promosso tenente, fu riservato il più alto premio cui possa aspirare creatura umana:
di entrare combattendo assieme alle truppe inglesi, al mio paese nativo sulle rive della Livenza.
Mio padre e mia madre dormivano il sonno eterno proprio nella terra che il figlio veniva a liberare.
A notte alta ho battuto alla porta della dimora, antica e austera, che fu della dolce compagna della mia vita, scomparsa alla vigilia delle giornate trionfali.
Nessuno venne ad aprire.
Sembrava che la morte vegliasse su quelle mura: ed io vi ho girato attorno, lasciando al cuore di correre dietro ai ricordi dei giorni inobliabili in cui era fiorito il nostro amore, finchè le ultime fucilate delle retroguardie austriache che prendevano la via di Pordenone, vennero a svegliarmi dal breve sogno.
Mentre me ne andavo in giro per Sacile, in cerca di un giaciglio, la gente che usciva dalle porte già sbarrate, mi chiamamva per nome e mi mandava saluti.
Io rispondeva, chiamando tutti col nome che avevo imparato sui banchi della scuola e che il cuore non aveva dimenticato
.

continua...
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pendughet
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Re: Un friulano in val Brembana - Luigi Gasparotto

Messaggio da pendughet »

La marcia su Roma e l'assassinio di Matteotti - dal diario di Luigi Gasparotto.

24-27 ottobre 1922
La bufera incombe; gli avvenimenti incalzano; precipitano.
I fascisti sono a Napoli a congresso; Mussolini parla già come belligerante in guerra contro lo Stato . ( la parola Stato è scritto in maiuscolo dall'autore).
poi lascia Napoli e riparte per Milano.
Il 27 ottobre la direzione del Partito, a mezzo dei quadrumviri, ordina la mobilitazione delle forze, e il re, da san Rossore, si precipita, finalmente ! a Roma.Facta rassegna le dimissioni, ma nella notte stessa, dietro autorizzazione verbale del sovrano, senza di che il piemontese fedele non avrebbe osato tanto, proclama lo stato d'assedio in tutto il Paese, e manda le disposizioni, da eseguirsi per le ore dodici del giorno dopo.
Federzoni e De Vecchi corrono dal re, Il re ritira l'autorizzazione allo stato di assedio già data; e Facta, da buon piemontese, tace e revoca le disposizioni ai prefetti.... Il re chiama Mussolini per telegrafo a Roma.
Mussolini, vestita la camicia nera, carica in treno, a Milano, una schiera di amici e di aspiranti al potere, e riceve a Roma l'incarico del supremo ufficio. Il 30 ottobre 1922, il ministero Mussolini giura.
L'Italia è sua.!
Arnaldo Mussolini che vedo qualche giorno dopo in Galleria , mi dice:
" Perchè non vi siete trovato sul treno per Roma?
Tutti quelli che vi sono saliti sono diventati ministri."
Non è un gran elogio per gli eletti, ma come battuta può andare.

L' assassinio di Giacomo Matteotti - dal diario di Luigi Gasparotto.
30 maggio 1924
Seduta agitatissima. A tarda ora l'on. Farinacci, quale presidente della Giunta delle elzioni, ha presentato improvvisamente dal banco della Presidenza la proposta di approvazione in massa delle elezioni dei deputati non contestati dal blocco Nazionale.
L'on. Matteotti - segretario del gruppo Socialista - che non ha con sè i documenti nè gli appunti , propone il rinvio, che non è consentito dalla maggioranza.
Le interruzioni di alcuni deputati, Michele Bianchi, Farinacci, Maraviglia,Teruzzi, gli urli di Starace e compagni a un certo punto sono così insistenti e clamorosi che Matteotti siede, dichiarando di cedere alla violenza....
Rocco invita Matteotti a riprendere il discorso.
L'oratore lo porta a termine ma appare sfinito dalla lunga fatica e dall'implacabile bestiale contraddittorio.

La sparizione di Matteotti.

12 giugno 1924
Mentre dura ancora l'eco del discorso "normalizzatore" del Duce scoppia una folgore.
Da ieri corre voce che Matteotti non sia più tornato nella sua abitazione di via Pisanelli. Oggi, mentre il Presidente De Nicola sale al banco della presidenza, si nota che Matteotti , il più assiduo tra i depurtati, non è presente.
E' sequestrato? Taluno avanza il sospetto che sia stato soppresso.
In fine seduta , Mussolini, rispondendo ad una interrogazione presentata dal Gruppo Socialista circa la scomparsa dell'on. Matteotti, dice che: " L'ipotesi di un delitto, qualora fosse stato compiuto, solleverebbe l'indignazione del Governo e del Parlamento.
La polizia intanto è sulla traccia di elementi sospetti"
Chiesa dice a mezza voce, indicando con la penna in mano il banco del Presidente del Consiglio: " Il Governo tace... Allora è complice.."


11 giugno.
Si ha la certezza che Matteotti sia stato ucciso.
Mussolini prende la parola sul triste argomento e rinforza la promessa:
"entro oggi o domani al più tardi, tutti coloro che hanno partecipato al misfatto saranno assicurati alla giustizia."
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pendughet
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Re: Un friulano in val Brembana - Luigi Gasparotto

Messaggio da pendughet »

Continuando la lettura del diario di Gasparotto si evince in maniera trasparente la sua posizione contraria al fascismo.
Dopo un primo momento di sorpresa e di curiosità di fronte a questo movimento che per certi versi ricalcava il suo modo di vedere quel momento storico che si stava attraversando, Gasparotto individua subito nel nascente governo Mussolini i germi liberticidi che oggi possiamo affermare portarono la Storia d'Italia su una nefasta strada .
Più di un tentativo fece Mussolini per inserire nel suo neonato governo il nostro personagio.
Molto significativo è il contenuto dell'ultimo colloquio con il Duce del fascismo che Gasparotto ha il 15 gennaio 1925.

"!5 gennaio.
Colloquio con Mussolini nel Gabinetto della Presidenza del Consiglio, a Montecitorio.
L'ha voluto Mussolini, non appena seppe del mio sdegno per le offese ai combattenti, e alla mia atitudine alla Camera."

( Nota del sottoscritto: Gasparotto aveva fatto un'interrogazione alla camera a seguito delle aggressioni fasciste patite dagli ex combattenti. Durante un corteo patriottico i fascisti presero a manganellate gli ex combattenti perchè i fascisti pretendevano di sfilare per primi)

"Mentre mi avvio, incontro nel corridoio Dino Alfieri:
- Ho saputo da Federzoni che hai un colloquio con Mussolini. Parlagli forte, perchè lui ascolta solo quello che grida di Più.

Mussolini è accigliato. Liquidato l'episodio dei combattenti, del quale dichiara di esere poco informato, affronta in pieno la questione politica.
- Perchè sei passato all'opposizione?.
- Perchè la tua politica è opposta a quella che avevi promessa al Paese; perchè ti sei circondato di gente malfamata; perchè lasci dilagare la corruzione nelle amministrazioni pubbliche; perchè preferisci i cortigiani che ti incensano; perchè metti alla porta quelli che ti dicono la verità; perchè ti circondi di donne non degne di arrivare ai piedi di un ministro..
e di ciò che ti dico sono pronto a darti prova, coi nomi, cognomi e circostanze specifiche..
E qui mi accingo a passare in rassegna i fatti che mi ero già fissato in mente e sui quali non avevo timore di essere smentito. "


continua...

(Nota del sottoscritto.)
Così si espresse Luigi Gasparotto di fronte al Duce del Fascismo il 15 gennaio del 25 rifiutando la nomina a ministro.
Questa era la tempra di un soldato del Carso e del Piave, di un ministro del Regno che aveva fatto trasportare il corpo di un soldato sconosciuto all'Altare della Patria, di fronte a un Mussolini accigliato e forse intimorito da tanto coraggio e onestà d'animo.
Forse fu l'unico, ma senz'altro l'ultimo, a proferire parole di simile schiettezza al dittatore del Fascismo.
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pendughet
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Re: Un friulano in val Brembana - Luigi Gasparotto

Messaggio da pendughet »

Leopoldo Gasparotto.
Ho ricevuto l'invito di Valbrembanaweb per l'incontro a Zogno il 25 maggio alle 20.45 presso l'oratorio di quel paese. Non mancherò di partecipare. Potrebbe essere un'ottima occasione per incontrare tutti coloro che su questo sito amano la Storia contemporanea ricordando una figura esemplare quale fu Leopoldo figlio di Luigi Gasparotto. Nel "diario di un deputato" Luigi ha parole struggenti quando, da Lugano , esule con Bortolo Belotti e altri, viene a sapere della fucilazione del figlio Poldo a Fossoli il 21 giugno 1944 per mano dei nazifascisti e su ordine del comandante del campo Carl Titho.
Non mancate.

Saluti
Pendughet
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Rugetor
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Re: Un friulano in val Brembana - Luigi Gasparotto

Messaggio da Rugetor »

ecco la locandina della serata

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pendughet
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Re: Un friulano in val Brembana - Luigi Gasparotto

Messaggio da pendughet »

Grazie Rugetor della locandina.
Incontriamoci quella sera!
Vengo apposta da Carnate.
Non avete idea che piacere mi faccia conoscerVi tutti.!
saluti
Pendughet
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pendughet
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Re: Un friulano in val Brembana - Luigi Gasparotto

Messaggio da pendughet »

Ho parteciapto alla serata a Zogno dedicata a Poldo Gasparotto alpinista e medaglia d'oro alla Resistenza.
Devo dire che ci sono stati momenti di forte emozione quando i figli Pier Luigi e Giuliano hanno tratteggiato la figura del padre Poldo.
Soprattutto il primo che l'ha conosciuto anche solo nella prima infanzia mentre Giuliano nacque a pochi giorni dalla sua morte.
La dott.ssa Elena Magnini ci ha presentato la figura dello zio Antonio MAnzi, caduto anche lui a Fossoli nell'agosto del 44, il partigiano con l'armonica a bocca come lo chiamo io.
Poldo invece venne fucilato a tradimento il 21 giugno poco fuori dal campo.
Questi sono i FARI che danno luce alle nostre scelte.
Così come gli eroi moderni quali Borsellino, Falcone, Impastato e tanti altri, in un Italia che sembra abitata solo da prostitute e ladri , ( anche la Chiesa sembra avviluppata da serpenti velenosi) dobbiamo far risaltare queste figure e studiarne il pensiero e l'azione.
Troveremo in loro alcune risposte che tanto oggi ci assillano.
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