E` lecito l'uso del fantasy nella cultura della valle?

Segnalazioni e ricerche storiche in Valle Brembana..
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maganilo
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E` lecito l'uso del fantasy nella cultura della valle?

Messaggio da maganilo »

Conosco la valle praticamente da sempre, e da una quindicina d’anni i boschi di Piazzatorre vedono i nostri ragazzi crescere e stupirsi davanti agli spettacoli che la natura offre. Siamo poi affascinati dalle tracce che il passato lascia nelle architetture dei centri abitati, nelle abitudini agricole che ancora sopravvivono ( e che fortunatamente vengono in questi ultimi anni valorizzate ), nei profumi e nei sapori di una cultura millenaria. Cultura minore, forse, rispetto ai grandi avvenimenti, ma che ha plasmato e influenzato migliaia di persone e che ha ragione di essere proprio in forza delle sue specifiche caratteristiche. Siccome a me piace scrivere, ho voluto quindi trasferire un po’ di questo feeling che sentivo con la valle, e con la montagna in generale, in alcuni racconti che negli anni si sono accumulati e hanno dato materiale per una pubblicazione.

Mi piaceva inoltre accostare alla celebrazione delle peculiarita` della valle, anche una coloritura in stile fantasy, che ben si accosta alle architetture e ai paesaggi orobici ( come hanno dimostrato le edizioni di qualche anno fa de I Borghi dell’Anello, festa tolkeniana all’ombra dei portici di Cornello del Tasso e non piu`, ahime`, ripetuta ). Ho effettuato in piccolo, molto in piccolo, anzi piccolissimo, quello che Tolkien ha definito come mitopoiesi, generazione del mito, attingendo alle tradizioni e alle geografie della valle. Ne e` scaturito Alla ricerca dei Draghi, racconti fantastici che hanno come comune denominatore il tema della ricerca. Dei draghi, in alcuni casi; del senso della vita, in altri; anche e soprattutto, della ricerca di se stessi. Ed e` una ricerca che anche il lettore puo` fare, muovendosi in quella terra tra la montagna e la pianura, dove i draghi non si sono mai estinti. Tutte le informazioni le trovate qui ( http://allaricercadeidraghi.blogspot.com ) ma la discussione che volevo aprire in questa sede parte da queste domande:
la Valle ha un corpus di leggende e storie spesso apparentemente scollegate tra loro.; e` corretto ( non filologicamente o storicamente, quello lasciamolo agli studiosi ) cercare un filo logico che percorra la storia e le tradizioni e proporlo come punto di riferimento per l’analisi storiografica o per scopi piu` bassamente, di marketing? ( in altre parole, esiste storicamente un popolo orobico o una idealizzazione di esso, esportabile e possibile oggetto di caratterizzazioni ).

La Storia, quella vera, puo` essere arrichita dal fantasy, cosi` come ho inopinatamente fatto io per i miei racconti? Possono essere queste “deformazioni” funzionali all’immagine della Valle?

( la mia risposta la do` subito, ed e` affermativa).
Grazie per la partecipazione ( e se vorrete leggere il mio libro, grazie anche per quello :-)

Loris
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andrea.brembilla
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Re: E` lecito l'uso del fantasy nella cultura della valle?

Messaggio da andrea.brembilla »

Benvenuto a maganilo sul forum della Valle Brembana. a_14

Secondo me il fantasy può essere un ottimo mezzo anche a livello turistico, soprattutto verso le nuove generazioni, che spesso vanno in montagna senza portarsi dietro quel bagaglio di emozioni che racchiude la montagna, anche quella vera, che spesso ha storie anche più entusiasmanti ed incredibili rispetto a quelle di fantasia.
Il fantasy, agganciato ai luoghi della nostra terra, può spingere i lettori a verificare sul campo le sensazioni maturate nel libro, e avvicinarsi così ad una concezione dei luoghi che si stacchi dallo stucchevole binomio materialista "sci-attività estive", per accedere ad un'esperienza più ampia.

Dirò di più: spesso le nostre montagne non sono così attraenti verso l'esterno proprio perché vi è carenza di questa "letteratura emozionale", che crei suggestioni; noi nell'area cultura cerchiamo di mettere in mostra come in realtà la nostra terra si veramente piena zeppa di leggende, misteri, ma anche storie veramente entusiasmanti, come è normale per una terra come la nostra, che fino a pochi secoli fa era di confine anche tra stati.
Spesso aree anche della nostra regione diventano più interessanti agli occhi della massa anche in virtù di scrittori (si veda ad esempio Bellano con Vitali), cantanti (l'alto lario con Van De Sfroos), pittori (Segantini con l'Engadina); quindi ben venga che anche sulle Orobie ci sia, negli ultimi tempi, questa ricchezza di studiosi, poeti, scrittori e, perché no, fotografi...che sappiano raccontare, soggettivamente, il loro modo di vedere la nostra montagna.

Le Orobie hanno bisogno di poesia e immaginario, sei il benvenuto. Questa è la mia opinione in sintesi. a_14
Andrea Carminati, brembano; moderatore forum
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maganilo
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Re: E` lecito l'uso del fantasy nella cultura della valle?

Messaggio da maganilo »

Credo si debba insistere su un paio di aspetti: il primo e` quello storico-culturale, ricco di episodi e di particolarita` spesso pero` limitati all'esposizione museale o alla ricorrenza , mentre potrebbero essere leit-motiv per una promozione piu` ampia; l'altro e` quello fantastico ( non necessariamente fantasy in senso stretto ) favorito dall'ambiente ancora incontaminato per certi versi e ideale per ambientazioni fiabesche o altro (parco a tema?).
Questo non solo per esigenze di marketing ma anche per rafforzare quella identita` necessaria alla sopravvivenza di qualsiasi comunita` ( ne sanno qualcosa i comuni della cintura milanese, come il mio, che rischiano l'annullamento delle specificita` provinciali a favore di una Milano fagocitante ) e che e` stata erosa dalla naturale tendenza italiana a non valorizzare il proprio patrimonio.
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pendughet
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Re: E` lecito l'uso del fantasy nella cultura della valle?

Messaggio da pendughet »

Convengo pienamente sull'utilizzo di strategie o metodi di natura " fantasy " per parlare di Storia o di microstoria. L'unico paletto deve essere la divisione netta fra Storia e fantasia tanto per capirci. Se un fatto storico è ritrascritto perchè nuovi elementi sono stati scoperti va benissimo così come se far apprezzare questa disciplina si ritrascrivono in chiave "fatasy" fatti e personaggi storici. Se mai occorre, a mio modesto avviso, ben definire dove arriva uno - fatto storico - e dove parte l'altro fatto -il romanzo.

Oggi si utilizza frequentemente questo metodo.
Uno dei più letti romanzieri moderni - Ken Follett - è maestro in questa linea.
Nel suo ultimo suo romanzo: la caduta dei giganti, si trovano fatti e personaggi veramenti accaduti ed esistiti accanto a personaggi ed eventi di pura fantasia. Lo dice lui stesso nella prefazione. Come in tutte le cose, tutto sta nel definire dove incomincia la fantasia perchè lì termina la realtà. Spettacolarizzare fatti o personaggi storici enfatizzandone le qualità i i vizi con lo scopo dichiarato di far conoscere la Storia ma invece con quello più nascosto di far vendere di più le riviste o i libri è legittimo ma solo se si conosce dall'inizio il "gioco".
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maganilo
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Re: E` lecito l'uso del fantasy nella cultura della valle?

Messaggio da maganilo »

Concordo, anche se il rischio si corre di piu` se a mischiare le carte in tavola e` la fiction ( vedasi i vari sceneggiati - come si diceva una volta - televisivi, che spesso si prendono liberta` quasi inaccettabili ). Per il genere fantasy, spesso il confine e` facilmente identificabile: se nella valle denominata del Drago affermo di aver visto veramente un drago gioco con due elementi il primo geograficamente vero, il secondo palesemente inventato. Se racconto di battaglie combattute anticamente al confine con la Valtellina magari racconto un falso storico (magari no) , ma se questo fatto e` propedeutico per parlare di fantasmi che si aggirano nella Piana dell'acquanera, e` chiaro che si tratta di fantasy e che tutti prendono per tale ( a meno di non credere veramente ai fantasmi, ma e` un altro discorso ).

Di sicuro queste storie , come le leggende, creano suggestione, creano quella cultura emozionale che diceva Andrea e che arricchisce poi l'esperienza di una visita alle baite del Losc, piuttosto che al borgo di Cornello o in val Terzera. Quantomeno, nonostante sia ben consapevole della differenza tra storia e leggenda, ad ogni uscita mi piace figurare i luoghi visitati pieni di quelle suggestioni fantastiche. E da li` a raccontarle ad altri , il passo e`, tutto sommato, breve
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andrea.brembilla
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Re: E` lecito l'uso del fantasy nella cultura della valle?

Messaggio da andrea.brembilla »

Beh, frequentando sia il Losc sia l'Acqua Nera, entrambi in Val Mora, devo dire che quella zona si presta tantissimo alle leggende e, da qui, a quelle che possono essere definite "leggende contemporanee", o meglio "fantasie", come il fantasy. Valle stretta, piena di guglie, piena di toponimi strani (Fontana del Papa, Losc, Baita Marenda), luoghi perduti e (s)perduti (la Fraccia), antichissime vie (la Mercatorum), antichi edifici (Caprile Basso, chiesina di San Rocco a Caprile Alto). Insomma... ci sta che qualcuno affianchi alla notevole storia di questi luoghi, anche una narrazione fantasiosa..che poi appunto...essendoci draghi, è palese l'aspetto fantastico..

Visto che sono luoghi a me cari, darò un'occhiata al tuo libro a_14
Andrea Carminati, brembano; moderatore forum
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pendughet
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Re: E` lecito l'uso del fantasy nella cultura della valle?

Messaggio da pendughet »

Se pensiamo che il nostro più famoso , letto e studiato romanzo storico fin dalle superiori è una finzione (fiction) innescata su fatti ed avvenimenti storici, allora si ha idea dell'importanza dell'argomento. Parlo dei Promessi Sposi romanzo ambientato in Lombardia nella prima metà del 600. I fatti descritti, gli avvenimenti, la peste , il Cardinale Federico Borromeo, Ferrer , Lecco e il ramo di Como etc etc.. tutto vero. Inventati invece i personaggi primari positivi come Renzo Tramaglino o fra Cristoforo o quelli negativi, don Abbondio, don Rodrigo il Conte Attilio. Questi protagonisti sono fittizi ma non il loro ambiente storico, la loro posizione sociale, i loro valori, la descrizione geografica di una terra come quella di Lecco d'inizio del XVII secolo etc. etc...

Secondo me dovrebbe proprio essere questo il fine ultimo di un romanzo storico - oggi si direbbe fantasy- dove la fantasia collabora con la Storia , quella vera, senza stravolgerla o modificandola. Leggendo questi generi di romanzi quasi senza volerlo si entra nel tempo e nello spazio vero dove si muovono personaggi , anche se inventati, del tutto verosimili a quelli reali.
Concordate?
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maganilo
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Re: E` lecito l'uso del fantasy nella cultura della valle?

Messaggio da maganilo »

Mi permetto di rettificare quanto detto da pendughet nel suo intervento che condivido anzi promuovo, aggiungendo tuttavia una postilla che segue:
Rettifica: il romanzo storico resta tale anche se i personaggi non sono reali, è storico proprio perchè è reale il contesto e la Storia, ovvero gli avvenimenti principali, come tu dici. il resto può essere inventato di sana pianta. Il fantasy, a questo contesto, aggiunge elementi palesemente in contrasto con le leggi fisiche e naturali che conosciamo ( lasciamo stare, come ho già detto altrove, chi crede che gli esseri o i fenomeni soprannaturali esistano realmente, atteniamoci ad un lettore medio ) , elementi fantastici che tutti sappiamo non essere possibili, ma che accettiamo nell'economia della narrazione perchè azioniamo quella sospensione dell'incredulità che ci permette di entrare nel mondo stesso della narrazione, foss'anche il fumetto di Topolino che rubiamo a nostro figlio. E' bene separare i due contesti, romanzo storico e fantasy , per non generare confusione.

Postilla: il fantasy non solo può attingere alla storia, ma anche a quel corpus di credenze e leggende, facendosi così volano di una rivalutazione di una cultura archiavata frettolosamente qualche decennio fa come obsoleta, e invece base necessaria per non perdere la bussola nell'ammasso mediatico dei nostri giorni.
Invito a leggere, se volete, qui http://allaricercadeidraghi.blogspot.com dove faccio brevi riflessioni su alcuni dei temi trattati in questo forum.
P.S. Concordo che sulla base di quanto abbiamo detto finora, la Valle ha delle potenzialità ancora inespresse.
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