4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzadello

Segnalazioni e ricerche storiche in Valle Brembana..
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pendughet
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da pendughet »

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Dove ero rimasto?

Ah. Dunque.
Prima di riprendere il discorso voglio ringraziare i numerosissimi post di congratulazioni che mi sono arrivati .
Alcuni dagli USA e dai paesi anglofoni che ci stanno seguendo su questo sito.

Thank you american and anglophone friends, veterans of USAAF and RAF , researchers or just connoisseur of the IIWW b24 italian missions .
I'll send you personally an email but please continue to following us on this honest site . As soon as i'll have some minutes i'll translate all my posts in english. My transalation will be not professional but i'll do my best.


SOME GAVE ALL
Alcuni anni fa assieme ad un amico esperto meteorologo aeronautico salimmo alle Sinele, sopra Zambla alta alle pendici del Grem. Spiegai nei dettagli l'accaduto. Da quella posizione si vedeva benissimo il pianoro degli aviolanci e il punto di impatto sul Menna, località detto Pezzadello. Spiegai anche la dinamica dell'aereo , il maltempo che nel frattempo si era presentato e tutti i dettagli del B24 Liberator , peso massimo al decollo , rotta da Brindisi, abbassamento sul Colle di Zambla, orari etc e tutti i dati che avevo raccolto dai racconti dei testimoni oculari, in particolare raccontai quanto i testimoni oculari mi dissero sul maltempo in quell'area, gli scuotimenti dell'aereo etc. etc.. Mi rispose che di fronte a simili tragedie non esiste solo una causa ma ci sono molte concause. Ma da quanto gli dicevo poteva supporre che ci fosse stata una caduta di portanza delle ali con conseguente stallo. Se l'aereo riceve forte vento da poppa ha bisogno di aumentare la velocità per compensare la mancata resistenza dell'aria.. Cosa poteva fare il pilota'? Prendere velocità, ed è quello che ha fatto ma soprattutto scaricare lo stesso i contenitori deglia violanci che aveva a bordo. A suo dire sarebbe stato sufficiente un alleggerimento di soli 1.000 kili perchè il Lady Irene potesse riuscire a superare l'ostacolo del Menna. Oppure dopo l'alleggerimento compiere un lunga virata con i 4 motori al massimo sopra il grande catino di Oltre il Colle e riprendere la finestra di Zambla per proseguire verso la val Seriana. Tutte supposizioni certo. In condizioni normale sarebbe stato un gioco ma non di notte e non in situazioni di maltempo.

Intanto a Monasterolo ( località Tavernola ) luogo della seconda missione i partigiani e gli emissari della Resistenza attendono. devono ricevere tre emissari italiani per una missione segreta. Devono ricevere dal cielo pacchi e pacchi di soldi , pacchi di dinamite e tritolo, armi e munizioni.
Ne hanno urgente bisogno.
Salò è a pochi kilometri. Forse l'azione avrebbe dovuto svolgersi proprio in questa località. Mussolini in quei giorni del 44 passa le sue lunghe giornate nella villa di Gargnano, poco distante, silenzioso e depresso sotto scorta e controllo tedesco. Pattuglie di repubblichini assieme alla Wehrmacht rastrellano tutte le contrade, i boschi, le montagne, in cerca di partigiani da fucilare, ebrei da deportare, spie da assoldare. Tutti i nostri giovani o sono in montagna o caduti sui numerosi fronti europei di guerra .

Monasterolo si cerca di di captare i rombi di motori di aereo.
Esiste il silenzio radio e solo l'ora di arrivo è conosciuta.
Passano i primi 5 minuti, poi 10 minuti, poi mezzora.
Niente.
Dopo un'ora si rendono conto che forse l'aereo non arriverà più.
Forse una staffetta verrà mandata il giorno dopo ad Oltre il Colle per raccogliere notizie.
Una staffetta viene mandata ad Oltre il Colle .

L'aereo sul Menna sta bruciando già da qualche ora.
Brucerà tutta la notte e per tutta la notte manderà nel cielo faville e scoppi e boati come in un infernale girone .
Gli oggetti più pesanti rotolati a valle incandescenti, altri più leggeri ancora più su a monte.
Il pilota Robert Sloan , legato sul seggiolino in cockpit, dietro il navigatore hanno la fortuna di non essere dilaniati.
Verranno trovati quasi integri, il primo ancora con le mani tese allo spasmo sulla cloche, il secondo piegato di lato quasi come se dormisse.

La popolazione dopo un primo attimo di sgomento e paura si fa mille domande.
I minatori del turno di notte appena entrati in servizio escono all'aperto e si chiamano con quellii dell'altra sciolta che si stanno già incamminando verso casa.
Cosa è successo, chi, dove , come .
"Tu vai sul Menna ?"
"Dove ?"
" Io vado"
"Vieni anche tu?"
"Io vengo"
"Ne hai del carburo per l''acetilene?"
"Mia moglie penserà male che non arrivo a casa"
"E domani? "
"Domani vedremo"
E' tutto un succedersi di domande, di supposizioni , qualcuno azzarda una risposta.
I più decidono di salire subito sulla montagna, verso il Pezzadello e lasciano il proprio posto di lavoro, nessuno pensa alle conseguenze, altri cambiano sentiero e anche loro si incamminano con i primi.
Una fila di lampade ad acetilene si snoda lentamente verso la cima .
E' notte fonda e comincia a piovere.
Una pioggia fredda, bastarda, ostinata .
In silenzio, con passo svelto, man mano i primi sentono più acuto l'odore del Kerosene, trovano i primi pezzi, i motori ancora in fiamme, le ali piegate , il carrello ancora caldo e tutto attorno fuochi o focherelli come in un girone dantesco.
In paese li vedono e si domandano chi sono, ma i più pensano ai minatori dei Piani Bracca e della Forcella.
Tra loro anche i bergamini, i famei delle cascine circostanti.
Tutti hanno visto. Tutti hanno udito.

SAME GAVE ALL.
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pendughet
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da pendughet »


Continua


Nelle nostre comunità esistono due figure tipiche : il postino e il prete.
Entrambi messaggeri di notizie, entrambi benvenuti in tempo di pace.
Il primo con il borsone pieno, che arranca per i sentieri delle nostre contrade, il secondo più compìto che porta messaggi di sollievo verso i sofferenti della parrocchia.
Nel 1940 e per tutto il 41 il postino era atteso e benvenuto nelle contrade del paese.
“Giaonì, gh’el negot per me?”
“Se eh, ona cartolina de soldat.”
“Meno mal l’el me Luige, alpino en Russia”

Con la fine del 41 si percepivano le prime grosse difficoltà e la vittoria dell’Asse si stava allontanando. Già da gennaio si era persa l’Africa Orientale Italiana.
L'anno incominciava a portare i primi lutti.
Congelati in Albania e nell’Epiro, caduti in Libia e in Iugoslavia.
Nel 1942 le cose si mettevano ancora peggio. Con la fine dell’anno si perdeva la Libia, migliaia di fanti cadevano prigionieri degli inglesi in Tunisia, tra loro c’era anche Coppi.
Stalingrado diventava un miraggio, i nostri alpini erano fermi, congelati, sul Don.
Con il gennaio dell’anno dopo assistevamo a una delle più spaventose tragedie che l’esercito italiano avesse mai subito: la ritirata di Russia.
Nikolajewska, Tambov, la steppa gelata, i nostri alpini serrati in una morsa di freddo, inusuale anche per la steppa.
Camminavano giorno e notte verso Ovest trascinati dietro a un mulo, ai piedi scarponi di cartone, senza cibo, ma con in mente il loro paese, la propria gente, la propria famiglia.
Nessuno sapeva nulla. I giornali non ne parlavano.
Non era bello parlare di sconfitte per il giovane popolo italiano che aveva sentito le ore del destino battere nel cielo della Patria.

La borsa del portalettere era sempre più leggera.

“Gioanì, gh’el negot per me ?”
“Noe, el ghe negot”

Passavano i mesi, tanti, troppi.
Tutti sapevano o immaginavano la tragedia immane che si era svolta in terra di Russia , nessuno voleva credere.

Ma il portalettere torna, consegna a queste mamme un telegramma:
“Ci giunge notizia dal fronte che il Vostro caro, alpino….. è caduto sul campo dell’onore in ora e data imprecisata. Seguiranno maggiori dettagli.”
Il prete dopo poco, varcando la soglia di una di queste case, porterà una parola di consolazione e di solidarietà.

Le nostre città venivano bombardate giorno e notte .
Il “Lady Irene”, B24 bombardiere di alta quota, partecipava come migliaia di altri aerei al bombardamento sopra il nostro paese.
Forse aveva partecipato anche al bombardamento su Milano dell’agosto del 44 sulla Dalmine in luglio, forse su Torino e Genova .

All’improvviso una sera del 4 ottobre, giorno di San Francesco patrono d’Italia, il più grande bombardiere americano irrompe nel catino di Oltre il Colle.
E’ carico di bombe e di giovani.
La gente nelle stalle a Zorzone parla dei propri figli dispersi in Russia mentre dal cielo di Oltre il Colle arrivano altri figli della stessa loro età, provenienti da 10 diversi stati americani e da tre città italiane.
Vanno a morire sulla loro montagna dopo aver sorvolato le loro case e la chiesa.

A novembre,
un portalettere suonerà alla porta di una casa negli Stati Uniti.
Un altro portalettere in Italia.
Un telegramma:
“Il Vostro amato, aviatore della USAAF..... è caduto nel cielo d'Italia con onore durante una missione di guerra in Europa.”
.....
Un prete, un pastore, un rabbino conforteranno i congiunti.

La Storia non cambia.

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stefano61
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da stefano61 »

Volevo ringraziarti Pendughet per avermi coinvolto emotivamente in questa vicenda storica che dall’aprile del 2010 hai reso nota ai frequentatori del sito. Mi avevi già coinvolto con la stazione orbitante di cui non mi perdo un passaggio (sempre spettacolare). Ma soprattutto tenevo a dirti che questa storia l’ ho seguita per mia passione personale e ne ho fatti partecipi i miei figli per insegnarli che un tempo c’erano ragazzi di 20 anni che hanno sacrificato la loro vita per la “libertà” di cui oggi disponiamo. Gli dicevo: se siete sul pullman e una persona anziana sale, di lasciargli il posto a sedere. Potrebbe essere un ex partigiano che a vent’anni rischiava la vita per un ideale, mentre voi giocate a “call of duty”, lui alla vostra età imbracciava un mitra vero!
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pendughet
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da pendughet »

Grazie Stefano61 e a Voi tutti che continuate a seguirmi su questo argomento.
Riproporre dopo 70 anni questa vicenda è la maniera migliore per onorare coloro che diedero tutto.
Però non dimentichiamo che perirono anche tre italiani dei quali non conosciamo nulla.
Solo un nome, non sicuro nemmeno quello.
Questi tre ragazzi ancora non hanno un nome, non hanno una tomba, forse, i loro corpi dalla fossa comune sul Menna nel 1945 sono stati traslati , presumo, insieme ai dieci aviatori negli Stati Uniti nel cimitero di Jefferson Barracks - St. Louis.
Mi è difficile credere che la pattuglia di marines americani dopo un anno, sulla montagna, siano stati in grado di riconoscerli e definire per loro una sepoltura in Italia. Dalla mie ricerche sui testimoni i corpi dell'equipaggio furono rinvenuti smembrati tranne quello del Capitano Sloan e del navigatore.
Avevano forse una piastrina ?
Forse no perchè erano in missione segreta.

Quindi da questo sito parte un appello:

DIAMO UN NOME AI NOSTRI TRE SCONOSCIUTI EROI ITALIANI !

Cerchiamo i loro nomi, magari qualcuno dei loro famigliari o amici o in qualche maniera conoscenti
Tutti possono darci una mano.
Io non ho trovato trracce di loro nelle mie ricerche.
Ma erano su quell'aereo !
L'archivio americano mi ha mandato notizie solo dell'equipaggio americano.
Quindi mi rivolgo a voi lettori di Valbrembanaweb e a tutti gli appassionati di Storia.
Non disperiamo.
Internet fa miracoli.
Saluti
Pendughet
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pendughet
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da pendughet »

Cerchiamo i tre eroi italiani.

Le notizie in mie possesso sono molto scarse.
Quando intervistai i testimoni oculari tutti rimasero nel vago su queste persone.

Un anziano di Zambla mi disse che durante la grande festa del 25 aprile 1945 e linterminabile sfilata delle truppe partigiane lungo l'attuale via Giovanni XXIII si avvicinò una ragazza al corteo. Aveva all'incirca i vent'anni e quando la formazione partigiana delll'alta val Brembana gli passò davanti gridò che bisognava ricordare anche il suo fidanzato caduto sull'area di Oltgre il Colle su un aereo americano.
Lo ripetè più volte e il comandante partigiano la avvcinò e gli parlò.
Il testimone si ricorda che la ragazza era di Genova ma non ricorda se fosse stata poi inserita nel corteo.
La ragazza disse che il nome del suo fidanzato era Gaspare..

Sul piano di volo del LAdy Irene erano ben specificati i componenti dell'equipaggio con tutti i loro dati personali. In fondo compare genericamente una nota: a bordo anche tre agenti dell'OSS. I tre italiani avrebbero dovuto essere stati paracadutati al secondo obiettivo. Monasterolo , sul lago di Endine. Sul MAcr ci sono ben evidenziate le coordinate geografiche di lancio. Là i tre erano attesi certamente, dal momento che a Zambla alta i nostri partigiani attendevano solo aviolanci e non altro. D'altronde l'altezza del B24 dal suolo sulla verticale di ZAmbla icale non avrebbe permesso nessun lancio umano.

Questo è il segreto del LAdy Irene.

A proposito . Perchè dare il nome Lady Irene a un bombardiere?.

Alla consegna di ogni aereo in squadra il promo comandante battezzava il velivolo con un nome di donna. Quasi come stabilire un rapporto speciale con tutte le donne che portano lo stesso nome in AMerica. Dagli archivi infatti spuntano tutti i nomi dei bombardieri con oltre all'immatricoalzione il nome di LAdy.... Elisa, Hanna, lady MArgareth etc. etc. Alcuni sulla prua si divertivano a dipingere anche il viso da donna.

Quando mi recai a Monasterolo nel 2007 mi dissero che i pochissimi componenti dellle formazioni partigiane operanti in zona non erano nativi dell'area e che comunque erano tutti morti.
Tutti ricordano gli aviolanci corrispondenti alle coordinate in mio possesso.
Nessuno ricorda invece una particolare azione di paracadutismo di tre uomini italiani in zona.
D'altronde la missione era classificata segretissima sul MACR inviatomi dagli USA.. Il silenzio radio assoluto sulla rotta Brindisi-Oltre il Colle, anche quando sarebbe stato importante informare il navigatore sulle mutate condizioni meteo sull'obiettivo primario, ci fanno capire della natura e della delicatezza della missione. Tutti i partigiani della XXIV maggio sul colle di ZAmbla mi dissero i che erano in attesa del velivolo per aviolanciare materiale ma nessuno mi ha mai segnalato della presenza di altre persone da paracadutare da altre parti. Infine... è questo è davvero il nocciolo del segreto di LAdy Irene:la stretta vicinanza di Monasterolo con obiettivi altamente sensibili. Mi riferisco a Salò, sede della Repubblica di Mussolini a meno di 60 miglia aeree, alle fabbriche di armi del bresciano a meno di 40 miglia ad importanti manufatti come strade, autostrade, ponti a meno di 20 miglia aeree.
MA qual'era la missione di questi tre agenti italiani a bordo del Lady Irene?..
Perchè usare un bombardiere come il B24 Liberator , un aereo costruito per sganciare bombe di grosso calibro da alta quota, assolutamente inadatto per aviolanciare tra le nostre prealpi a pochi metri da terra in spazi aerei angusti.?.
continua...
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claudio valce
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da claudio valce »

Ringrazio Pendughet, per questa condivisione delle sue ricerche e per la sua meticolosa cura dei dati, leggere questa emozionante e misteriosa storia è un piacere, come aspettare con trepidazione ogni volta il post seguente, e appena pubblicato leggerlo tutto d'un fiato come un appassionante libro, non dimenticando che ragazzi poco più che ventenni in quegli anni hanno dato la loro vita per la nostra libertà.
Grazie Pendughet a_45
U, a che if? - Me a ó a öa. E u? - Me a ó a ì.
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francescomanzoni.it
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da francescomanzoni.it »

claudio valce ha scritto:Ringrazio Pendughet, per questa condivisione delle sue ricerche e per la sua meticolosa cura dei dati, leggere questa emozionante e misteriosa storia è un piacere, come aspettare con trepidazione ogni volta il post seguente, e appena pubblicato leggerlo tutto d'un fiato come un appassionante libro, non dimenticando che ragazzi poco più che ventenni in quegli anni hanno dato la loro vita per la nostra libertà.
Grazie Pendughet a_45
Sottoscrivo in pieno il pensiero di Claudio Valce ...anche per me è la stessa emozione a_21 a_21
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pendughet
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da pendughet »

Grazie Francesco MAnzoni, grazie a tutti Voi.
La ricerca della Verità, la conoscenza dei fatti, la riconoscenza verso chi ha dato tutto sono gli unici stimoli che ci devono spronare.

Dall'America intanto cominciano ad arrivare nuove foto.

Qui sotto trovate quelle di Irving.
A lui fu dedicata una scuola di specializzazione aeronautica all'università di Toronto.

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Isaac Earl Carnack - gunner

He is a man. Need we say more?
Nato nel 1915 in Illinois. Morto tra le nostre montagne il 4 ottobre 1944. Aveva 29 anni
Grande musicista specializzato in trombone, il mio strumento.
Partecipa a numerosi eventi musicali . Vedete le date a lato.
Quanto mi sarebbe piaciuto ascoltarlo !

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Infine questo è il documento rilasciato dal cimitero americano militare americano Jefferson di St. Louis che certifica il seppellimento di Bob Sloan il 16 gennaio 1950.

Immagine

Infine torniamo ai nostri italiani.
La sig.ra Cherba con la quale sono in costante contatto parla di Gaspare Reinhald Pace più due agenti dell'OSS sconosciuti.
Il nome Reinhald , classico germanico mi suggerisce una parentela germanica.

Cos'era l'O.S.S.
Da Wikipedia:
L'Office of Strategic Services (OSS) era un servizio segreto statunitense operante nel periodo della seconda guerra mondiale. Fu il precursore della Central Intelligence Agency (CIA). Fu istituito nel giugno 1942 con lo scopo di coordinare la gestione della raccolta di intelligence militare a livello centrale, assumendo in ciò un ruolo sovraordinato ad ogni altra analoga struttura già esistente nelle forze armate americane (ognuna delle quattro forze aveva infatti, e tuttora possiede, un proprio servizio di intelligence), in particolare per quanto concerneva le operazioni oltre le linee nemiche. Durante la Seconda guerra mondiale, l'OSS condusse molteplici missioni e attività, tra cui l'acquisizione di informazioni per mezzo di spie, l'esecuzione di atti di sabotaggio, azioni di guerra attraverso la propaganda, organizzazione e coordinamento di gruppi di resistenza antinazista in Europa, addestramento di guerriglieri anti nipponici in Asia, solo per citare i compiti principali.[6] Al culmine del suo sviluppo nell'ultimo conflitto mondiale, l'OSS impiegava almeno 24 000 persone.[7] Tra gli altri compiti, l'OSS si occupò di propaganda, spionaggio, sovversione e pianificazione del dopoguerra.

Quindi a bordo del LAdy Irene c'erano tre agenti segreti italiani arruolati dallo spionaggio americano da paracadutare in un'area molto sensibile vicinissima a Brescia, alle sue fabbriche di armi a Salò etc. etc.

Ma il mistero rimane .......
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pendughet
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da pendughet »

I primi che arrivano sul luogo del disastro sono alcuni carbonai che stavano facendo carbone dalla legna con quel classico sistema bergamasco detto delle Poiane.
Sono a circa 1600 metri di altezza in località Calderone, sopra Zorzone.
Hanno sentito l'aereo venire verso di loro e poi un terribile schianto sopra le loro teste.
Immediatamente il calore dell'incendio dirada le nebbie di metà montagna ma i boati secchi di bombe che subito esplodono li impauriscono.
I primi pezzi incadescenti e fosforescenti rotolano a pochi metri da loro.
Una ruota del carrello, un pezzo di carlinga, un motore con le pale piegate rompono e piegano la vegetazione perchè
i bassi abeti e faggi non riescono a trattenerli.
Quando raggiungono a fatica il luogo dell'impatto uno dei testimoni mi disse:
"Se l'inferno esiste questo è' l'inferno"
Non è possibile avvicinarsi di più.
Lo scoppio dei proiettili di mitragliatrice, delle bombe a bordo dei pacchi di dinamite e di altro fanno mantenere i carbonai lontano dall'impatto.
Arrivano dopo un po' di tempo gli abitanti di Piani Bracca.
I primi , i più veloci, saltano tra gli scoppi e le lamiere contorte.
Sono saliti a zig zag per evitare i numerosi fuochi accesi dagli spezzoni.
Intanto la pioggia si fa fredda, insistente e maligna.
Poco sopra diventa neve.
Ma non spegne il fuoco alimentato da migliaia di litri di carburante dell'aereo.
Da valle la montagna si vede nitidamente.
Scomparsa la nebbia, dissolta la foschia, la cresta appare nella sua spettralità..
Il 2 ottobre, SS. Angeli Custodi, è stata luna piena.
Il 4 ottobre, San Francesco protettore d'Italia, la luna è calante di due giorni, sorge alle 20.17 dietro il Grem.
Senza nubi il suo albedo avrebbe rischiarato il Menna.
MA piove.
Man mano, nella notte, arrivano altri.
La voce si sparge e dal mattino successivo e l'intera giornata tanti salgono verso il Pezzadello.
In mattinata, corsa voce, un manipolo di partigiani di Menna si avvicina al luogo dell'impatto.
Non hanno né picconi né badili ma alla belle meglio raccolgono i poveri resti dei caduti.
Il corpo del capitano Robert Charles Sloan, quello del copilota John W. Wilson e del navigatore Irving BAsil Reider sono pressochè intatti, legati alla poltrona , piegati nell'ultimo istante della loro vita.
Le mani del Capitano Bob Sloan ancora stringono spasmodicamente la cloche nel disperato tentativo di sollevare la prua del suo aereo e salvare i suoi compagni, quando un partigiano riesce ad entrare in quel pezzo di aereo.
Vede le sue mani e piange .


continua..
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