4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzadello

Segnalazioni e ricerche storiche in Valle Brembana..
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pendughet
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4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzadello

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4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzadello

L'evento che vado esponendo, già pubblicato in un altro sito ma qui arricchito di nuovi elementi nel frattempo scoperti, si colloca nel periodo storico più buio e infausto di tutta la Storia italiana del XX secolo. Pubblicherò questa ricerca a puntate, sia perchè lunga e dettagliata, sia per lasciare sedimentare poco alla volta i numerosi elementi che la compongono sia per lasciare spazio a chi volesse intervenire.

4 ottobre 1944, un giorno come tanti, di inizio autunno, nelle nostre valli orobiche, dopo 4 lunghi anni di guerra con un pensiero sempre presente tra tutti: quello delle migliaia di giovani sparsi su quattro fronti di guerra e dei quali non si conosceva il destino. Vivi , morti, se vivi prigionieri ma dove.

Quel giorno era particolarmente umido e nebbioso. Dopo un mattinata ancora tiepida e soleggiata il pomeriggio portò nuvole basse, a mezza costa, coprendo le cime delle montagne. Un aereo B 24 Liberator quadrielica dell’AAF ( American Air Force) giunto sulla verticale del monte di Zambla cercava un pertugio tra le nuvole dove scorgere i fuochi che i partigiani avevano predisposto sui prati sottostanti. Due giorni prima radio Londra aveva comunicato in codice ai partigiani locali il segnale tantto atteso.

Un lancio si sarebbe effettuato di lì a 48 ore nei luoghi convenuti. I lanci degli alleati erano particolarmente benvenuti. Oltre a viveri, munizioni, documenti, essi paracadutavano soldi; carta moneta di Salò contraffatta ma di buona fattura, difficilmente individuabile anche da un buon cassiere di banca. Inoltre anche alcuni agenti segreti alleati avrebbero seguito il lancio paracadutandosi a loro volta. I loro compiti erano variegati. Addestramento, collegamento con agenti già sul posto, comunicazioni e preparazione degli obiettivi da trasmettere alle squadriglie di bombardieri per un successivo bombardamento.
L'autunno era già avanzato.
Si prospettava un inverno freddo e nevoso e le montagne di Oltre il Colle furono sempre un valido territorio per sottrarsi alla leva obbligatoria .

L’ultima chiamata di leva coinvolgeva i nati del 1926, primo trimestre, nel contempo comminava la pena di morte ai renitenti secondo il bando Graziani ministro della guerra della Repubblica di Salò.
La cattura comportava la fucilazione immediata.
A San Pellegrino Terme si era insediato un forte distaccamento del Ministero dell'Agricoltura e Foreste. A tal proposito mi sono sempre chiesto come mai il fascismo abbia sempre avuto una predisposizione ad insediarsi sulle rive di laghi o nelle vicinanze di fiumi. Non dimentichiamo che la sua ultima fine avverrà sul Lago di Como. La sede della R.S.I. era a Salò, sul lago di Garda e luogo di cure termali.
San Pellegrino come sappiamo ospita altrettanto una fonte termale.
Tutta la baldanza del fascismo degli arditi degli anni 20 troverà il suo epilogo presso le fonti termali.
L’inciso è solo mio naturalmente ma forse trova delle corrispondenze nella realtà.
La sede del Ministero delle Foreste a San Pellegrino aveva un particolare ipeso anche nella lotta partigiane nelle nostre valli.
I rastrellamenti, i controlli fequenti sugli autoveicoli circolanti sulla strada di valle, le perquisizioni erano all'ordine del giorno.
Le pendici dei nostri monti furono terreno ideale per esercitazioni prima, e per rastrellamenti dopo, delle guardie forestali coadiuvate dalla G.N.R (Guardia Nazionale Repubblicana). I tedeschi invece rimasero soprattutto nei grossi centri abitati di fondo valle.

Erano all'incirca le 21.30 e i motori dell'aereo proveniente dalla Val Seriana avevano già messo in allerta i vari gruppi di della XXIV maggio e di Giustizia e Libertà dislocati lungo le pendici del Monte di Zambla. Il pilota scopri quasi subito un pertugio sgombro di nuvole proprio sopra un fuoco di avvistamento e diede immediatamente l'ordine di lanciare il primo carico al successivo passaggio. Gli agenti speciali, già imbragati nel paracadute erano pronti al lancio.
Il successivo giro purtroppo fu vano. Le nuvole avevano già chiuso il sipario sul terreno sottostante. Dal prato, sottostante poche centinaia di metri, i partigiani continuavano a ravvivare i fuochi, e scrutare il nero nero per scorgere i bianchi paracaduti.

Quell'aereo proveniva da Brindisi liberata quasi un anno prima.
Roma invece pochi mesi prima, in giugno .
Tutti gli aeroporti del Sud Italia venivano utilizzati come base di armamento per operazioni belliche sulle città del nord.

continua.. pagina 1
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pendughet
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

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Ponti, strade, ferrovie, città, centri di produzione bellica, sono i bersagli di pesanti azioni dal cielo da parte dei B24 e B17, quadrielica a grande capienza, irraggiungibili dalla contraerea perché operanti dopo i 2.000 piedi.
Gli uomini all'interno, sono tutti muniti di maschera ad ossigeno, indossano pesanti cappotti imbottiti.
La temperatura scende moltissimo dopo pochi minuti al decollo.
Disposti sui due lati della fusoliera attendono pazienti gli ordini del comandante pilota.
Il momento di armamento delle bombe è molto delicato. Devono controllare gli sganci che come tanti pioli di attaccapanni trattengono sulle parete gli ordigni anche da 300 kili, e i ganci devono rientrare simultaneamente con lo spostamento di una leva.

I bombardieri alleati fino alla metà del 43 provenivano dalle basi inglesi o dal Nord Africa.
La distanza però penalizzava il carico.
Ora con la guerra in casa era più facile per gli angloamericani iniziare una pesante azione dal cielo ormai sgombro dai velivoli dell’Asse.
Quel B24 in particolare aveva contribuito al bombardamento nel 43 delle grandi città del sud.
Massina, Reggio, Napoli finchè andò in avaria e venne pilotato a fatica in Africa del nord per le dovute riparazioni.

L’aereo compie alcune virate sopra l’obiettivo.

Un occhio all’altimetro, un altro all’orologio intervallandolo con quello del carburante.
Un’altra meta e un’altra missione attende il B24 dopo il lancio al colle di zambla.
Poi via , lungo l' Adriatico verso Brindisi.
La rotta è quella classica, ben conosciuta dagli aviatori alleati.
L'Adriatico funge da corridoio ideale di avvicinamento . Entrata in pianura padana, quota 2.000 daChioggia, rotta 240 gradi, sopra Padova, quindi Vicenza, Verona,a Brescia avvicinamento e inizio discesa, rotta 235 verso Zambla.
Avviso all'equipaggio e lenta discesa verso la prima missione.
Da Brindisi l'aereo è in totale oscuramento radio e luminoso. L'ultimo contatto radio risale alle 19.00 poco dopo il decolllo.
Il pilota non conosce le reali condizioni meteo nel frattempo mutate della zona di operazioni.

Gli strumenti di bordo danno umidità esterna in aumento, abbassamento della temperatura vento da ovest.

Il pilota decide , d’accordo con il suo aiuto, di riprendere quota e puntare ad una veloce risalita su sentiero 280 gradi rotta nord, nord ovest, verso il Branchino.
Ordina la chiusura immediata dei portelloni di lancio, virata, un occhio all’altimetro, mani serrate sulla cloche, i motori al massimo, eliche che mordono fameliche l’aria , la carlinga che vibra e si scuote.
L’aereo che lentamente inizia a salire.
E' pesante , troppo pesante, non ha sganciato un kilo di zavorra.
Con una lentezza esasperante, cronometro alla mano il pilota vede nel radar una cresta di montagna davanti a sè.
Ogni aviatore è al suo posto, con cintura allacciata, tutti in febbrile attesa verso il nuovo obiettivo, ma non sanno che l'aereo è ancora troppo basso o il Menna troppo alto..
Ancora una virata sulla val Parina e poi su, faticosamente, come un aquila braccata ….;


A Monasterolo , in uno spiazzo prativo poche persone armate si apprestavano ad accendere una serie di fuochi ben distanziati.
Un occhio all’orologio , un altro al cielo in direzione ovest
Tra la nebbia squarciata dai fuochi , il fumo che si mischia ad un fastidiosa nebbia di metà montagna.
L’orecchio pronto a percepire il brontolio del B24 in lontananza.
Niente.


La popolazione di Oltre il Colle in quell’ora, in quella sera di autunno, fa quello che ha sempre fatto.
Nelle stalle del vicino a raccontare storie del passato e domandarsi della guerra.
Con angoscia del figlio o fratello che non dava più notizie dalla lontana Russia,dell’amico caduto in Albania o del conoscente che era scomparso da casa sua. Si dice che sono in montagna da qualche parte, nascosti dall'editto di Graziani.
Poi la fame, la borsa nera, il pane che non si trova, le estenuanti sciolte in miniera o in laveria.
Poi il bestiame , la stalla , poi… poi...... avviene l'irreparabile.
BOOOOOMMM!!!......... BoomM! ... Boom!

Continua.... II pagina
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pendughet
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

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... continua

Lo schianto è tremendo, impressionante, pauroso!
Appena tre metri sotto il crinale del Menna.
Poco più di trecento centimetri più in alto e il B24 avrebbe scollinato e ripreso la sua strda verso Monasterolo. Un boato infernale si diffonde in tutta la conca e l'eco perdura per moltissimo tempo. Sorpresi e impauriti i contadini e i valligiani di Zorzone ma soprattutto quelli di Pian Bracca escono dalle loro case, dalle stalle, dai fienili . Qualcuno balza giù dal letto e come si trova inizia a correre lontano dalle case.

Poi tutti a chiedersi, a domandarsi, ad gridare, a piangere, che sono state bombardate le miniere, la laveria...
Un alto fuoco si alza subito dal Menna. Una lunga lingua rossa, a tratti scoppiettante con i proiettili di mitraglia aerea sparati in ogni dove scende luminosa dai fianchi della montagna trascinando con sé rottami incadescenti, pacchi fumanti , lembi di vestiti. Tutta la cresta e il crinale fin giù quasi fino a Piani Bracca è un enorme braciere rischiarante il Branchino e l’Arera. Nessuno pensa ad un aereo caduto, nessuno pensa che su quell'aereo ci sono tredici giovani vite che stanno morendo tra le fiamme. D'altra parte nessuno è sul quell'impervio monte a quell'ora a salvarli da una fine orrenda.

Qualcuno però a Zorzone aveva sentito pochi attimi primi il boato di quattro motori di aereo che sferzavano la quiete della frazione. Fiammeggianti pezzi di aereo sono scagliati a molta distanza dall'impatto. Le ruote del carrello rotolano fino al torrente Parina. Quasi mille metri più in basso. Le lingue di fuoco dissolvonoo completamente la nebbia e ora si vede nitida dal basso la magra vegetazione bruciante sulla cima. Già la notte stessa ma soprattutto alle prime ore del mattino gruppi di zorzonesi, spinti dalla curiosità e da altruismo partono dalle loro contrade per iniziare l'ascensione al monte. Le cause dell'impatto non si conoscono nè si conosceranno. Solo supposizioni. Tra le tante quella più vicina alla realtà è quella che imputa al mancato lancio aviotrasportato e quindi all'eccessivo peso del velivolo il motivo della mancata veloce ascensione dell'aereo con il conseguente impatto.

Poi la fretta per raggiungere il secondo più iportante obiettivo: a Monasterolo i partigiani aspettano i tre agenti speciali.
Spie fasciste possono avere segnalato il velivolo e dato l'allarme.
Tempo perso quindi per la cattiva situazione meteo sulle Orobie, preziosissimo invece in queste fasi concitate dell'operazione. Mancanta conoscenza approfondita dell'orografia dei nostri monti e impossibilità di discernere ogni particolare del territorio. A quell'altezza con una brusca virata verso nord l'aereo avrebbe potuto facilmente superare il passo Branchino a 1800 metri e riprendere quota.

Se... se..
Ma la Storia non si fa nè con i se nè con i ma. La Storia si fa sul momento . Sull'attimo . Carpe diem..

I primi che raggiungono i rottami sono investiti da fetori di carne umana bruciacchiata, petrolio, gomme, fumo degli incendi della vegetazione. Chi ha sentito l'acre odore di carne bruciata, tra i residenti da me intervistati, se lo ricorda ancora. Addirittura un testimone mi diceva qualche anno fa che gli dà ancora fastidio adesso quando deve pulire la pelle delle galline bruciacchiando i pezzetti di piume rimaasti. Trovano molte armi (pistole, fucili, munizioni, bombe a mano) ma soprattutto alimentari in scatola e soldi.

I testimoni dicono pacchi di soldi.
Bruciati. Anneriti. Incombusti. Sporchi di olio, di terra, di fumo. Scagliati lontano. Assieme a carte di navigazione, documenti militari, carte toponomastiche con segnati i luoghi dei lanci. E poi ancora radio ricetrasmittenti, bussole, vestiti. E nel troncone di carlinga devastata i corpi degli aviatori ancora con la cintura di sicurezza chiusa. O quello che era rimasto dei corpi dopo l'oltraggio del fuoco. Rinvengono nella terra intrisa di olio macchine fotografiche e numerose pellicole sigillate.

Le prime notizie ai comandi militari di san Pellegrino arrivano tardi.
Quasi due giorni dopo. Quando la Gnr interviene pone sotto sequestro la zona . Ma nessun milite staziona sul luogo così la gente del psoto continua il suo andirivieni. La notizia venne subito censurata, quella sì. Solo un piccolo trafiletto sull'Eco di Bg compare tre giorni dopo. Parla di un areo non ben identificato caduto sulle Orobie. Nessuno sa quante sono le vittime, chi sono, cosa ci facevano su quell'aereo a quell'ora, da dove venivano. Il controspionaggio repubblichino invierà solo dopo tre giorni i propri uomini per interrogare i testimoni. Ma nessuno ha voglia di parlare. Tutti dicono che pur avendo sentito l'aereo non hanno dati importanza.

I partigiani rimasti sul colle di Zambla con grande delusione e rabbia quando sentono che l'aereo si sta allontanando spengono subito i fuochi. Non completano il loro lavoro però. Dopo circa un minuto sentono il frastuono della collisione. Sono gli unici che capiscono esattamente cos è successo. Inviano due staffette separate a valle . Una in Val Seriana e una in val Brembana avvisando i comandi partigiani dell'accaduto.

A questo punto cominciano le domande senza risposta.
L'aereo trasporta molti soldi. Forse troppi per fare dei lanci ai soli partigiani.
L'aereo ospita a bordo più persone rispetto a una normale attività logistica. Dalle testimonianze della popolazione sono rinvenute una dozzina di salme. Forse una di pelle scura. Un afroamericano. Secondo le mie modeste ricerche l'equipaggio di un aereo alleato destinato a lanci aviotrasportati o a rilievi fotografici non superava i sei membri. Il pilota capomissione, il marconista-navigatore, il meccanico e tre avieri addetti ai lanci. Forse anche un fotografo. Tutto il resto è delegato al trasporto merci. Consideriamo anche che il velivolo viene da Brindisi e a Brindisi deve tornare. Teniamo conto che veniva dal Sud Ialia e doveva ritornare in Sud Italia. Perchè, chi erano questi agenti speciali , che missione avevano una volta a Monasterolo , perchè così tanti soldi, armi, munizioni, esplosivi . Perchè così tanto segreto in questo aereo anche a guerra finita da dover svuotare gli archivi?.

Se vediamo dovè Monasterolo, geograficamente e a pochi Km da Brescia ma non lontano da Gargnano e Salò. Nell'agosto precedente era stato paracadutato anche il Generale Raffaele Cadorna capo del C.L.N.A.I che farà da tramite con gli alleati nella lotta antifascista. Negli archivi ho trovato ben poco, in quello comunale di Oltre il Colle una cartella vuota intestata Pezzadello con un unico foglio del 1953 dove si dà comunicazione che tutti i dati sono stati trasferiti a chi li ha richiesti. Presso l'archivio di storia della Resistenza di Bergamo altrettanto se non delle piccole cronache scritte a matita dai comandanti partigiani di zona.

Ma sotto spiegherò come ho ricostruito il tutto.
Ho contattato altri appassionati di questo genere di ricerche e anche per loro su quell'aereo c'erano alcune cose anomale. Oltre a quanto già detto sopra, il velivolo ospitava anche tre agenti speciali. senza dubbio. Innanzitutto perchè un B24 quadrielica da bombardamento di alta quota ben più adatto ad azioni pesanti viene utilizzato per un semplice aviolancio.
Il Dc3 è l'aereo ideale per quete missioni.
I resti dei motori,ancora ispezionabili, portano inequivocabilmente ad un B24.
Attraverso i numeri di matricola sono riuscito a ricostruire il vissuto immediato di quell'aeromobile.
Comparandolo agli aerei in riparazione scopro che l'aereo aveva subito un grave danneggiamento e per questo aveva dovuto subire un lungo periodo di inattività.
Le persone imbarcate sono in numero di tredici.
10 membri dell'equipaggio più tre agenti speciali. Tutti regolarmente registrati, connome e cognome che poi sotto espongo, Non sono registrati invece i nomi dei tre agenti speciali . Il MACR che ho tra le mani riporta un generica frase . tre agenti speciali.
Questo documento è la prova unica e incontrovertibile perchè uffciale di tutta l'operazione del B 24 e proviene direttamente dall' Ufficio Americano Onoranze Funebri per i Caduti Aviatori Americani del fronte Sud Europa.
Il documento l'ho ricevuto da questa sezione della USAAF dopo una mia richiesta specifica richiamando un chiaro comma della legge americana in materia.
Perchè così tanti saldi? I soldi servono a comprare merci e coscienze.
A corrompere il corruttibile o a comperare notizie.
Ai partigiani non si lancia così tanta cartamoneta senza un piano ben preciso.
Questo piano è ancora sconosciuto e i documenti americani non ne fanno riferimento nè la ferrea memoria dei miei compaesani può conoscere.

continua... pag. III

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pendughet
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

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Le domande sono tante, le risposte sicure poche.
Un velo di segretezza avvolge subito l'evento.
Solo un piccolo trafiletto appare sull'eco di Bg qualche giorno dopo.
Archivi civili, militari e religiosi, pur lasciando traccia dell'evento ( grossi contenitori ma vuoti) non danno alcuna risposta.

Dopo una nottata che i valligiani passano rincorrendosi verso le balze del Menna, respinti dalle lingue di fuoco e dagli scoppi dei proiettili di mitraglia, il giorno successivo inizia nebbioso e i più coraggiosi si avvicinano al relitto fumante.
Con estremo rischio di essere colpiti da esplosioni tormentanti le lamiere divelte, la gente prende coscienza del disastro.
Il corpo del pilota comandante è riverso sulla cloche, ed è parzialmente bruciato, mentre frammenti di arti e materia oganica è sparpagliata in un vasto raggio.
La notizia fa il giro della conca la mattina stessa e si espande anche in valle.
I minatori di fine turno della coltivazione di piani Bracca salgono immediatamente verso il luogo dell'impatto.
I caduti o quanto di questi rimane vengono ordinati in una fossa comune.
Non vengono rinvenute le piastrine di riconoscimento nè altri oggetti che possano in qualche modo ricostruire il vissuto delel giovani vittime.
Una croce segnerà per gli anni futuri il luogo dell'inumazione.
Non viene in alcuna maniera asportato alcun oggetto di valore dal corpo dei caduti.
Questo è subito da chiarire.
Ad Oltre il Colle negli anni a venire si diffonderà una leggenda . Che i corpi siano stati
oltraggiati per prelevare dalle loro dita monili d'oro.
Niente più di una leggenda.
Questa sicurezza l'ho ricavata dalle rigide istruzioni inerenti alla preparazione di missioni di combattimento che i piloti e gli aviatori americani devono conoscere.
Nessuno può avere con sè nessun oggetto di valore.
Tutto quello che un combattente può portare è solo materiale di ordinanza.
Solo la piastrina dice chi si è e in che reparto si milita.
I giorni e i mesi a venire vedono un processo di spoliazione che si protrarrà addirittura per anni.

Preziosa seta di paracadute, armi, munizioni, alimentari, esplosivi, cinghie e sedili di aereo ma soprattutto cartamoneta, sono una ricchezza per tanti.
Tutto viene furtivamente portato a valle.
Nei gerli, a dorso di asino, su spalle di gente robusta abituata a ben altre fatiche.

I partigiani di zona, allarmatissimi , non possono fare nulla per fermare questo esercito di formiche . Nè possono recuperare i biglietti di banca che i primi raccolgono dai dirupi, tra le rocce, mezzo bruciacchiati, ma altri intonsi e pronti per essere spesi.
Qualche giorno dopo, a tal proposito, il piccolo Credito Bergamasco invierà un foglio istruzioni alla locale filiale impondo il divieto di accettazione o cambio di biglietti di grosso taglio con segni di bruciatura. Anzi il portatore deve esser identificato e segnalato.

Tutto l'aereo viene smantellato.
Io ricordo perfettamente che in una cascina della zona ho rinvenuto un'ala quasi integra di quell'aereo. Con la grande stella bianca a 5 punte e la scritta U.S.A.A.F.
Con la seta dei paracaduti si confezionano lenzuola, camicie, fazzoletti, tovaglie addirittura corredi di sposa.
La processione della Madonna del rosario degli anni a venire vedrà esposti sui balconi alcuni di questi manufatti.
Con parti metalliche si torniscono pentole, coperchi, oggetti di cucina o da mensa quali cucchiai, forchette, scolapasta, mestoli.
Con i bulloni anelli e vere.
Quelle d'oro se le era prese il Duce per fare la sua guerra.
I miei compaesani se ne fanno altre divere con il metallo del nemico o del liberatore, a secondo come si prenda la storia o la Storia.
Chi trova i soldi anche se bruciacchiati cerca subito di spenderli negli esercizi commerciali della zona.
Addirittura uno va a bere un calice di rosso in un'osteria del paese e paga con un biglietto di grossa taglia. L'oste non ha il resto e allora l'avventore paga da bere a tutti i presenti e lascia segnato il credito per i mesi a venire.
Ma i partigiani sono all'erta e con le buone o le cattive riescono a risalire al primo pagatore.
Costui minacciato deve restituire il tesoro così fortunosamente rinvenuto.
Malgrado tutto qualche biglietto di grosso taglio finisce anche in banca, non in quella di Oltre il Colle ma nelle filiali dei paesi vicini creando non pochi problemi ai cassieri.
I boscaioli di Zorzone vanno a far legna con accette, seghe, cunei e dinamite.
Sopratutto dinamite.
All'inizio ne usano troppa e l'albero si frantuma come stuzzicadenti oppure s'incendia.
Poi invece imparano a dosare la quantità e fanno saltare in aria i ceppi.
Ma l'area è molto scoscesa e il ceppo d'albero dalla cima del Menna vola in valle a 800 metri di dislivello.
Un altro invece appende la canna di mitraglia del B24 su un albero lasciandola penzolare.
Al momento del desinare, per richiamare tutti i lavoranti sparsi nei prati e nelle radure in alto batte con un sasso sulla canna.
il suono che ne esce è squillante e unico e non si confonde con nessuna campana.
Grande fantasia di gente di montagna con un forte senso pratico.

La grande Storia, sempre vista e letta sui giornali o ascoltata alla radio del duce, in quel tardo 4 ottobre 1944 entra ad Oltre il Colle, su un aereo B24 della USAAF, lasciando una indelebile traccia nella memoria dei miei compaesani.
Per anni, di nascosto, come se fosse una cosa vietata, se ne parlerà nelle osterie, sui posti di lavoro, dal barbiere, del segreto di quell'aereo e dei soldi, tanti, troppi, fortuna per pochi, invidia per tanti.
Quando un compaesano farà un acquisto costoso si annuserà il biglietto di banca per sentire quel leggero odore di fumo, sintomo di fortuna piovuta sul Menna quella lontana sera.
La guerra è anche questo .

... continua - IV pagina
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

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I Caduti conosciuti:


- (dispatcher) JAMES FERGUSON Piastrina N: 693135 da INTERNATIONAL FALLS - MINNESOTA
- (gunner) GARRET AUBREY Piastrina n. 38522361 da MONROE - LOUISIANA
- (gunner) SAVAGE CARROLL Piastrina N. 38533909 da WHITESBORO - TEXAS
- (gunner) CARMACK ISAAC Piastrina n: 36303409 da DECATUR - ILLINOIS
- (radio Op.) BLACKWELL ARTHUR Piastrina n. 36596980 da DETROIT- MICHIGAN -
- (engineer) GROCHALA FRANCIS Piastrina N. 32757251 da TRENTON - NEW JERSEY
- (bombardier) BROOKOUT BOB Piastrina N. O-723685 da SAN BERNARDINO - CALIFORNIA
- (navigator) REIDER IRVING Piastrina N. O-723165 da NEW YORK
- (Co-Pilot) WILSON JOHN Piastrina N. O-825354 da ELMIRA HEIGHTS - NEW YORK
- (pilot) SLOAN CHARLES Piastrina N. O - 427013 da DUBUQUE - IOWA
Più tre agenti speciali dell'OSS dei quali non conosciamo i nomi. Almeno uno era italiano.

Questi sono i valorosi che perirono quella sera sul Menna, località Pezzadello.
Poco più che ragazzi, tutti nati dal 1918 al 1924.
Da ogni parte degli Stati Uniti, uniti in una missione di guerra, il loro ricordo si stava smarrendo nell’oblio degli anni .
Ai nomi conosciuti dobbiamo aggiungere i tre agenti speciali dei quali non abbiamo l’identità ma sappiamo che erano a bordo .
Anche a loro va dato onore e memoria.

Una lunga fila di muli risalì nella primavera del 47 le aspre giogaie del Menna, guidata da altri soldati di oltreoceano. Davanti alcuni ragazzi del posto, ex partigiani. Arrivarono ad Oltre il Colle con camion e jeep il giorno prima. Superato un costone trovarono facilmente la fossa comune segnata da una croce.
Iniziò subito il triste momento della riesumazione e durò tutto il giorno. Prima del ritorno, sul luogo del sacrificio, ricevettero il saluto militare con le armi a salve. Come era salita, la colonna di quadrupedi e uomini ridiscese in fila indiana la montagna per giungere ad Oltre il Colle e depositare quindi i sacchi mortuari negli ampi cassoni degli automezzi.

Ora riposano tutti in un ampio cimitero militare del Missouri sotto una croce bianca. Perirono su una montagna bergamasca, a loro sconosciuta, mai sentita né vista prima, in una lontana sera dell’ottobre del 44 svolgendo una delicata missione a noi oggi ancora sconosciuta .

Anche a loro vada la nostra memoria in questi giorni di ricordo.

Questa ricerca la dedico a loro.


Fonti:
-Dipartimento Onoranze Funebri per i Caduti Aviatori dell'U.S.A.A.F. scenario di guerra Europa Sud II semestre 1944.
-Archivio comunale di Oltre il Colle
-Archivio di Stato di Bergamo
-Archivio della Storia della Resistenza sezione di Bergamo.
-Archivio della Parrocchia di Oltre il Colle
-Archivio diocesano di Bergamo
-Ricordi e ricostruzione attraverso la memoria dei miei compaesani di Oltre il Colle e frazioni vivi e defunti
Un pensiero particolare a Valle Gaspare ( Gasparì), defunto, per la lucidità e la precisione nella ricostruzione dell’evento.
Gasparì assieme al sig. Piero Ceroni e alla sig.ra Epis Vigilia parteciparono all’intervista televisiva del TG3 anni fa.


Ringraziamenti:
- Il centro R.A.F. di Conselice per gli aiuti e consigli ricevuti.
In particolare il sig. Becchi per l’importante informazione da seguire nella lettera di richiesta del MACR (Missing Air Craft Report) presso le Autorità Americane.
- Il sito Oltreilcolle . com e tutto il portale che mi ha sostenuto e consigliato nelle fasi finali della ricerca.
- Marco Perani, infaticabile, uomo ricco di idee, per i suoi ottimi consigli.
- I miei compaesani vivi e defunti, per la pazienza e la costanza nel seguire le mie insistenti e numerose domande e cercare nella loro mente frammenti di memoria lontana.


F I N E
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da pendughet »

A conclusione dell'esposizione storica tengo a precisare due cose.
Innanzitutto questo evento lascia comunque sempre aperto una serie di domande.
-La principale coinvolge la missione reale dell'operazione, i tempi e i luoghi.
-Da parte mai sto continuando a scandagliare anche negli archivi americani.

Invece è davvero stimolante l'aspetto sociale dell'evento.
Quello della vita di una piccola comunità di montagna interrotta improvvisamennte da un velivolo militare che, a pieno carico, si schianta sul suo territorio e sconvolge e coinvolge la popolazione intera.
Quasi come in una antica tragedia greca, coralmente tutti gli uomini si avvicinano al luogo dell'evento,
ognuno ne preleva dei pezzi.
La gente di montagna li rimodella, dà loro una nuova vita, una nuova funzione, un nuovo uso .
Solo la materia ne richiama la provenienza.
Scolapasta in duralluminio temprato, canne di mitragliatrice , lunghe 2 metri, in fusione calibrata acciaio-zinco dalla sonorità unica e inimitabile utilizzate quali campane di richiamo per i lavoranti nei boschi, lamiera esterna della carlinga quale divisorio in una stalla o riparo per la pioggia sopra la porta di casa; tutto questo offre a questo tragico evento un soffio di vita e di speranza, inaspettata, nel più buio periodo della nostra Storia.

A voi ora i commenti, ulteriori dettagli dell'evento, precisazioni o altro.

Per concludere in Italia si sono verificati pochissimi eventi del genere.
Quello del Pezzadello per certi versi è unico per il susseguirsi di infauste concause, per la sua tragicidità, oltre che per la quantità e la qualità del carico, per il numero dei caduti , per la sua dinamica ma sopratutto per la segretezza della missione legata alla inusuale quantità di soldi che l'areo trasportava.

Segreto che ancora oggi perdura.
Ultima modifica di pendughet il martedì 4 maggio 2010, 9:13, modificato 2 volte in totale.
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Subiot
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da Subiot »

Ricerca assolutamente interessante !
I miei complimenti a Pendughet !
Sugli avvenimenti narrati, sia quelli riguardanti le operazioni belliche che quelli inerenti le reazioni dei locali, potrebbero benissimo realizzarci un film .....
ba_45 ba_45 ba_45
GIU' LE MANI DALL'ORSO..
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andrea.brembilla
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da andrea.brembilla »

Complimenti anche da parte mia... a_14
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pendughet
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Re: 4 ottobre 1944 - 25 aprile 2010- Quell'aereo del Pezzade

Messaggio da pendughet »

Continua la ricerca storica di questo evento con ulteriori e nuovi dettagli.

Questo che vedete sotto è il rapporto pubblicato dal documento americano:
"Aircraft lost on Allied Force’s Special Duty Operations & Associated Roll of Honour
(still under construction - last amended 18.10.2007)

4.10.44 Liberator B24D
42-40697
“LADY IRENE”
885 BS
2641st Spl Gp
USAAF
15th AF
Capt C.R. Sloan USAAF - Pilot - died
2 Lt J.R. Wilson USAAF - Co Pilot - died
2 Lt I.B. Reider USAAF - Navigator - died
2 Lt B.H. Bookout USAAF - Bombardier - died
Cpl F.J. Grochala USAAF - Flt Engineer - died
Cpl A.E. Blackwell USAAF - Radio Op - died
Cpl I.E. Carmack USAAF - Gunner - died
Cpl C. Savage USAAF - Gunner - died
Cpl A.F. Garrett USAAF - Gunner - died
S/Sgt J.J. Ferguson USAAF - Dispatcher - died
Northern Italy aircraft t/o Brindisi 1845 hrs and
crashed Northern Italy on Operation
CROSLEY.
Crew & 3 OSS agents killed
RWC list
Serge Blandin docs
885th BS Historydi questa cont

con i dati esatti di quanto già erano in nostro possesso.
Ci sono però dei nuovi dati sui quali continuare a lavorare.
Innanzitutto l'operazione che coinvolse il bombardiere si chiamava Crosley, sappiamo che lo squadrone era l'885 inserito nella XV divisione aerea di stanza a Brindisi. La matricola dell'aereo porta il numero 42-40697
Così incrociando altri dati, nomi, dettagli che sembrano insignificanti a poco a poco si ricompone l'intero quadro.
Come vedete il rapporto americano parla di 10 uomini e non fa riferimento a ulteriori ospiti che erano a bordo.
Noi sappiamo però da un altro rapporto che tre agenti segreti dell'OSS erano sul velivolo.

Inoltre ho rintracciato da un sito interessante a Dubuque nello IOWA, luogo di nascita e residenza del Capitano dell'aereo Charles J. Sloan, alcuni interessanti dettagli della missione durante la quale il loro concittadino perse la vita.
Questi coincidono con la mia ricerca.
Ho naturalmente scritto al responsabile di questa associazione e attendo con ansia una risposta.

Sempre nel rispetto della privacy dei parenti e amici continueremo a cercare .
Vedremo.
Saluti
Pendughet
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