L’antico orologio della Pianca, restaurato, torna al suo posto, sul campanile
di Enzo Rombolà

I recenti interventi di restauro, a cui è stato sottoposto l’orologio campanario della Pianca, eseguiti dal Centro dell’Arte Orologiaia di Ivano Sonzogni, d’Almè, ci danno l’opportunità di evidenziarne le particolarità ed i requisiti, che costituiscono gli elementi, se non unici certamente rari, dell’orologeria tradizionale. La rimozione della ruggine accumulatasi nel corso degli anni e la sistemazione del complesso meccanismo, resesi necessari per i danni arrecati dal tempo e, da ultimo, da un fulmine che il 23 maggio 2016 ha colpito il campanile, si sono protratti per più di un anno, ma erano indispensabili. Adesso, rimesso a nuovo, l’orologio, è stato esposto in chiesa in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, il santo patrono della comunità, lo scorso mese di gennaio, e ritornerà al suo posto, dopo la messa in sicurezza del campanile, per scandire, con lo scorrere delle ore, il ritmo della vita degli abitanti della Pianca. La sua particolarità, consistente in un quadrante sul quale sono segnate solo sei ore per cui le lancette sono costrette a fare quattro giri al giorno, al posto dei due giri, che di solito fanno gli orologi - costituirà un motivo di interesse, per i curiosi, anche se non è un caso isolato. Si tratta, infatti, di un sistema definito “alla romana”, presente attualmente in almeno tre casi, nella nostra provincia, ma diffuso anche a Roma, ed in particolare, sul palazzo del Quirinale, attuale residenza del Presidente della Repubblica italiana. Tra gli orologi campanari funzionanti “alla romana”, nella provincia di Bergamo, indichiamo quello della chiesa di San Michele, a Chiuduno, che sembrerebbe avere molte affinità, con quello della Pianca, derivanti probabilmente dalla presenza nella comunità di Chiuduno di alcuni personaggi, originari della Pianca o delle frazioni vicine, lì emigrati nei secoli passati.