Un solitario gentiluomo saluta gli italiani futuri

Segnalazioni e ricerche storiche in Valle Brembana..
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lo shu
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Un solitario gentiluomo saluta gli italiani futuri

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Prima di questa fine d’anno, dedicato ai festeggiamenti per la ricorrenza del 150° dell’unità d’Italia, trascrivo il testo di un messaggio che risale al 1863. Oltre che per gli accenni all’unità d’Italia contenuti nel testo, mi piace riportarlo perché contiene auguri per la felicità futura, sicuramente molto graditi anche per noi oggi.

BUON ANNO A TUTTO IL FORUM !!!

Il brano è tratto dalla pubblicazione
“Sire, Gli abitanti delle montuose e povere Comuni di Valle Taleggio…” Storie valligiane dell’Ottocento
Di Bernardino Luiselli

VII. Un solitario gentiluomo saluta gli italiani futuri
Lettera ai posteri
Nel 1971 il Comune di Taleggio decise di rimuovere la colonna secentesca detta della “Fidelitas Talegii” (1), per collocarla — sempre sull’omonima piazzetta di Sottochiesa — nell’attuale posizione, meno esposta ai pericoli del traffico motorizzato: Durante i lavori, eseguiti “in economia”, gli stradini municipali Angelo Pesenti Campagnoni e Paolo Baroni trovarono, sotto il basamento, dov’era stata sepolta in occasione di analoghi lavori eseguiti alcuni decenni prima, una bottiglia di bitter Campari, sigillata, ma vuota; o meglio — il che però fa lo stesso — contenente solo alcune scartòffie. Stando così le cose, la bottiglia fu immediatamente recapitata al Segretario, che si trovò così per le mani alcuni manoscritti, stilati tra il 1863 e il 1941, da autorevoli personaggi del luogo, e diretti ai “cari posteri” con notizie sulla Valtaleggio dei rispettivi loro tempi. Redatte in uno stile non sempre impeccabile e variante a seconda della personalità del memorialista, quegli scritti non erano tuttavia privi di quel fascino sottile che emana, per chi lo sa cogliere, da ciò che ritorna dal passato. Autore del messaggio più recente figurava il Vicario Foraneo Don Luigi Bonasio, che trascorse nella Parrocchia gli anni drammatici dell’ultima guerra mondiale; di quello più antico — e che, siccome più interessante al nostro assunto, riportiamo integralmente — il primo Sindaco di Taleggio, dopo l’annessione al Piemonte della Lombardia: Carlo Biava.
“Taleggio, li 11 agosto 1863
Il sottoscritto Carlo Biava fu Dr. Evaristo attuale Sindaco della Valle Taleggio dimorante in Sottochiesa e precisamente nella casa a mattina della colonna che tiene sepolta questa memoria, amante delle belle opere e delle antichità, nel mentre si restaurava e si traslocava di qualche passo la colonna, marcata colle parole latine a stampa Fidelitas Talegi sopra una delle sue facciate, allo scrivente stesso venne in pensiero di fare la presente descrizione di qualche memoria e di collocarla sotto le pietre che costruiscono la colonna stessa acciò i nostri posteri possono compiacersi dell’avere alcuni ragguagli del paese e della Valle.
Prima di cominciare Vi saluto cari futuri, cari posteri, e Vi auguro quella quiete e quella felicità che certamente non abbiamo potuto possedere noi perché in questi tempi ci hanno travagliati le discordie e le fazioni.
Voi, cari posteri, sarete più felici giacché il progresso e l’educazione Vi spingerà a quella meta che tende a far felice l’uomo, sibbene l’uomo incomincia dalle fasce la sua infelicità.

Incomincio
Questa colonna era posta 29 passi, da uomo di onesta statura, più verso la Chiesa e precisamente in linea diretta tra la stessa colonna e la spalla a mattina della porta della Chiesa così, Vi spiego meglio: partite camminando dal piede di detta colonna, dirigetevi diritto alla spalla a mattina della porta della Chiesa posta in Sottochiesa, continuate a marciare per 29 passi e Vi troverete precisamente nella località dove i nostri Avi avevano piantato per la prima volta questo monumento”.
“L’Amministrazione attuale è composta di quindici consiglieri di due Assessori e del Sindaco quale capo dell’Amministrazione. I due Assessori che attualmente tengo in compagnia sono certo Bellaviti Andrea fu Francesco di Pizzino (ottimo individuo e caro amico) e certo Buttoni Luigi del Grasso. Il primo è assessore anziano. La Valle è discretamente buona e quieta, ma attualmente è agitata da partiti e dalle fazioni che d’ordinario ne è causa d’ignoranza. L’inciampo più grave nacque dalla costruzione della strada, o per dir meglio dal debito incontrato per la costruzione della strada che da Taleggio mette ai Ponti di Sedrina, il qual debito portò la necessità dell’utilizzazione dei beni comunali incolti. Ecco la gran quistione che i poveri caprari non la ponno intendere.
La Valle è formata da grossi boschi, la maggior parte di faggio, che d’ordinario si tagliano, almeno i propri della Comune, secondo i bisogni della stessa.
Come già sarà a voi noto dalla Storia, l’Italia è per diventare una sola, ma incontra molti ostacoli giacché il clero Italiano messosi dalla parte del Papa Pio VIIII osteggia il governo. Sperasi però che l’Italia, questa cara patria, potrà svincolarsi ed unificarsi egualmente. Gli uomini colti della giornata conoscono che può sussistere il Papa senza potere temporale e che l’Italia può conservarsi religiosa egualmente. Oggi è un’ottima giornata, fa un caldo strepitoso che disturba coloro che tendono ad innalzare la colonna. L’Impresa di questo lavoro ossia l’appaltatore è certo Arrigoni Pietro di Vedeseta figlio del Sindaco di quel Comune Giuseppe Arrigoni. Il Capo mastro è certo Antonio Rinaldi il quale nell’incontro che innalza la colonna è coadiuvato anche dell’opera di certo Locatelli Andrea fu Giacomo di Sottochiesa. Dove attualmente esiste la colonna e la fontana, che fu costruita assieme e per lo stesso appalto, eranvi tre casuccie che furono atterrate.
L’attuale Vicario Foraneo di Sottochiesa è il Sig. D.n Angelo Testori oriundo della cont.ra di Olda. In Sottochiesa vi sono due osterie, una diretta da Gio. Danelli fu Giacomo e l’altra da Offredi Giovanni fu Giuseppe, ma ambedue hanno il difetto di far pagare il vino che vendono un po’ caretto.
Racconterei mille altre cose, ma il Rinaldi in questo momento mi dice che gli uomini che tiene sotto di lui stanno colla corda in mano per innalzare la colonna, dunque non ho più tempo ed è necessario che finisca il mio racconto. Quando si leverà altra volta questa colonna qualcuno ritroverà questo mio manoscritto. Mi raccomando alla carità di quello, acciò desso lo mostri ai suoi compatrioti e così sappiano qualche cosa intorno al suo paese. Io sarò ne più ne meno che terra, ma si compiacerà il mio spirito se i miei posteri mi porteranno sul labbro e mi diranno un requiem. Anche a nome di tutti coloro che qui sopra ho nominati, Vi saluto, o Italiani futuri, e Vi abbraccio di cuore perché siete noi stessi, ossia nostri discendenti, e speriamo che un giorno i nostri spiriti si incontreranno ancora e si abbraccieranno nuovamente. Addio.
Biava Carlo fu Dr. Evaristo - Sindaco della Valle Taleggio
nominato da S.M. il Re Vittorio Emanuele II°”

(1) La colonna, in pietra, venne innalzata nel 1609, su disposizione della Serenissima, a testimonianza (e monito) ai Taleggini del giuramento di fedeltà alla Repubblica di San Marco da loro rinnovato, in quei tempi decisamente cruciali per la politica europea, come da tutte le altre popolazioni stanziate ai confini, dietro richiesta dei governanti lagunari. Dal 1972 campeggia sulla colonna un artistico Leone in bronzo, dono del Sindaco di Venezia.
Immagine
( foto Sergio Manzoni http://www.valbrembanaweb.it/valbremban ... legii.html )
http://www.panoramio.com/photo/49621557
http://www.panoramio.com/photo/49413854
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pendughet
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Re: Un solitario gentiluomo saluta gli italiani futuri

Messaggio da pendughet »

" Prima di cominciare Vi saluto cari futuri, cari posteri, e Vi auguro quella quiete e quella felicità che certamente non abbiamo potuto possedere noi perché in questi tempi ci hanno travagliati le discordie e le fazioni.
Voi, cari posteri, sarete più felici giacché il progresso e l’educazione Vi spingerà a quella meta che tende a far felice l’uomo, sibbene l’uomo incomincia dalle fasce la sua infelicità."

Oggi primo di gennaio 2012 quale miglior augurio come quello rinvenuto in val Taleggio.

Chi scrive ci "augura quella quiete e quella felicità che certamente non abbiamo potuto possedere noi perchè travagliati da discordie e fazioni"

Quanto sono attuali queste parole .

Discordie e fazioni e direi anche corruzione e razzismo stanno anche oggi minando il nostro vivere civile.
Leggo in queste parole, che vengono da così lontane nel tempo ma così vicine nel loro significato, una forte solidarietà verso noi , posteri viventi nel terzo millennio.
I nostri avi ci dicono che" saremo più felici perchè il progresso tende a fare felice l'uomo."

Quanto ottimismo traspare da questo messaggio forse anche un tocco di ingenuità!.

Non sapevano i nostri avi che dopo cinquanta anni di relativa pace l'Europa e il mondo intero sarebbe precipitato in quella grande fornace dei popoli che fu la Prima Guerra Mondiale.
Forse i nomi dei figli o dei nipoti stessi li troviamo scritti sulle lapidi dei monumenti ai caduti della prima guerra.
Forse i nomi dei pronipoti o dei loro posteri li troviamo scritti sullo stesso monumento per i caduti della seconda guerra mondiale.

"Come già sarà a voi noto dalla Storia, l’Italia è per diventare una sola, ma incontra molti ostacoli giacché il clero Italiano messosi dalla parte del Papa Pio VIIII osteggia il governo. Sperasi però che l’Italia, questa cara patria, potrà svincolarsi ed unificarsi egualmente. Gli uomini colti della giornata conoscono che può sussistere il Papa senza potere temporale e che l’Italia può conservarsi religiosa egualmente."


Rimango stupefatto da quello che scrive Carlo Biava fu Evaristo nel 1863 della val Taleggio.
In così poche e scarne parole ha sintetizzato un pensiero e una situazione che hanno travagliato tutto il Risorgimento e successivamente ancora fino al 1929, anzi no , ancora oggi se ne parla.

Libera Chiesa in libero Stato
come Arturo Carlo Jemolo ebbe a definirlo.

"Quando si leverà altra volta questa colonna qualcuno ritroverà questo mio manoscritto. Mi raccomando alla carità di quello, acciò desso lo mostri ai suoi compatrioti e così sappiano qualche cosa intorno al suo paese. Io sarò ne più ne meno che terra, ma si compiacerà il mio spirito se i miei posteri mi porteranno sul labbro e mi diranno un requiem. "


Noi abbiamo trovato il tuo manoscritto e ne abbiamo fatto tesoro, caro Biava Carlo fu Dr. Evaristo sindaco della V al Taleggio,
i tuoi pensieri sono i nostri pensieri perchè le discordie nonostante gli anni passati sono rimaste anzi altre se ne sono aggiunte, ma noi in questo inizio di anno ci auguriamo lo stesso felice e sereno 2012 per tutti quelli che vogliono sperare , per il sito Valbrembanaweb e per i loro lettori.
Pendughet

PS.
Se l'autore Lo Shu che ha segnalato questa scoperta si mettesse in contatto con me mi farebbe molto piacere.
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elio.biava
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Re: Un solitario gentiluomo saluta gli italiani futuri

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Finalmente si vede il volto del "solitario gentiluomo"... a_2

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da Ecomuseo, pubblicazione per 150 anni della Valle Taleggio dall'unità d'Italia
Ultima modifica di elio.biava il venerdì 22 maggio 2020, 20:03, modificato 5 volte in totale.
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elio.biava
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Re: Un solitario gentiluomo saluta gli italiani futuri

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Sottochiesa 1906 la colonna Fidelitas Talegii, come era stata riposizionata all'epoca del "solitario gentiluomo".

Al centro Achille Biava (con ombrello) e la moglie Clelia Tosetti , ultimo farmacista della famiglia nobile detti "pellandèi".
Dietro la loro casa e bottega, degli speziali.
In foto Torre Civica con orologio, Colonna Fidelitas Talegii dopo il primo spostamento avvenuto nell'800
Non esiste il campanile attuale risalente ai primi decenni del '900.
Ultima modifica di elio.biava il venerdì 22 maggio 2020, 19:44, modificato 2 volte in totale.
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Re: Un solitario gentiluomo saluta gli italiani futuri

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Da alcuni anni partendo dal cognome di questo sindaco di Taleggio-Sottochiesa, cerco notizie del suo casato, in particolare lo stemma araldico della sua famiglia.
Parto da un dipinto posto nella navata di destra della parrocchiale, pala su olio di *Madonna dipinta di A.Vicentino e donata da una famiglia Biava emigrata a Roma nel 1581 a ricordo delle proprie origini. Ad oggi si contano nel nostro paese circa 600 famiglie che portano questo cognome, alcune ancora nella provincia bergamasca, ma non più nessuna famiglia in Val Taleggio. Le ultime furono le sorelle Biava Elvira e Clelia vissute fino all'ultimo decennio del secolo scorso, figlie di Achille Pellegrino, figlio 7 di Carlo primo sindaco dopo l'unità d'Italia.

Achille appartiene alla stirpe dei Biava de Salvionibus farmacisti, come si diceva allora speziali. I Biava a Sottochiesa, maestri nel fabbricare le medicine con le erbe raccolte in valle (il soprannome "pellandéi" dato agli abitanti di Sottochiesa verrebbe proprio dalla presenza, in quella località, degli uomini che portavano la "pellanda", la veste lunga, propria degli speziali, oltre che, un tempo, forse anche dei notai). Achille sarà anche l'ultimo maschio della stirpe ed il cognome non verrà più portato avanti dai discendenti.

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*stemma del casato dei Biava Salvioni, posto alla base dipinto Madonna di A. Vicentino** 1581, olio su tela pala d'altare nella Parrocchiale di Sottochiesa. (**Andrea Michieli o Michielli, più noto come Andrea Vicentino (Vicenza, 1542 circa – Venezia, 15 maggio 1618) è stato un pittore italiano della Repubblica di Venezia, del periodo tardo-rinascimentale e manieristico)

L'araldica ci dice che è una stemma del tipo "parlante" a forma di scudo ovale con quattro elementi figurativi:
due leoni rampanti, su torre (indicante forse il castello di Pizzino sede del casato già dal 1200),
un cespuglio di salvia (Biava risulta essere il ramo cadetto derivante dai Salvioni),
ovale troncato al piede da bandiera barrata rosso bianca.

Immagine
da Storie valligiane dell'Ottocento - Bernardino Luiselli
Ultima modifica di elio.biava il lunedì 25 maggio 2020, 15:55, modificato 2 volte in totale.
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Re: Un solitario gentiluomo saluta gli italiani futuri

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presso alcune abitazioni di Sottochiesa, ho trovato 3 stemmi scolpiti su pietra:
questo il primo
1)
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Abitazione in Vicolo S.Rosa ex di una famiglia Biava,

Immagine Immagine
sulla porta di accesso alla corte o cinta muraria e a lato della chiesetta privata dedicata a santa Rosa.
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Re: Un solitario gentiluomo saluta gli italiani futuri

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Un altro stemma su un rustico Ettore Quarenghi
2)
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Entrambi a differenza di quello sul dipinto non hanno la Torre sotto il Cespuglio, bensi una figura di ponte.
Quest'ultimo sembra murato in loco con l'aggiunta di una iscrizione con sigle e data di epoca più moderna.
La fattura dello stemma sembra molto antica, anche i due Leoni, sono abbozzati, la figura antropomorfa ben differente da un felino (come se l'artigiano avesse scolpito con l'aiuto della fantasia senza aver conoscenza precisa dell'animale...)
Ultima modifica di elio.biava il lunedì 25 maggio 2020, 15:57, modificato 7 volte in totale.
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Re: Un solitario gentiluomo saluta gli italiani futuri

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Il terzo stemma in pietra di Sottochiesa è posto sulla casa Apollonio, ex casa parrocchiale
3)
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datato 1599 in pietra locale, di pioda martellinata: qui il Cespuglio è come nel primo una spiga di granaglia,una biada ...ad indicare Biava?
(mentre è assente il quarto elemento la Torre/Ponte)

elegante il cartiglio settecentesco con la scritta che ci consente di datare l'edificio al 1762,
soprattutto che lo stemma è "proveniendo da un antico edificio"...
ImmagineImmagine
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Re: Un solitario gentiluomo saluta gli italiani futuri

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Se la posa di questo stemma sulla casa avviene a fine settecento non possiamo inquadrare quest'epoca passata senza raccontare di questo personaggio famoso, prete-parroco-vicario foraneo-Franciscvs.
cito il prezioso contributo di uno storico taleggino:

Titolo: Fraggio dogana Veneta rovine e storia,Val Taleggio
arrigoarrigoni ha scritto:Non so rispondere a tutte le domande che Elio Biava pone a proposito di Don Francesco Biava Salvioni. Parroco di Pizzino per 46 anni, attivissimo, erudito, Francesco Biava Salvioni è personaggio importantissimo per il suo tempo e nella storia della sua parrocchia e della Valle. Si può dire che sia colui che, forse anche con qualche increspatura, con le sue ricerche e con lo studio dei documenti riesce a far affermare il primato (matricità) della chiesa di S. Ambrogio di Pizzino rispetto a tutte le altre chiese della valle e, soprattutto, rispetto a san Bartolomeo, considerata a lungo, soprattutto da Vedeseta, la chiesa più antica.

Di lui hanno scritto in parecchi. Sperando di fare cosa utile mi fermo a due autori, Locatelli e Ghilardi. Oltre a numerosi accenni Giuseppe Locatelli gli dedica un breve paragrafo che riporto. [§. 208. Francesco Biava P.o e V.o. Nacque d’esso in Sottochiesa l’anno …… da famiglia comoda, si diede al servizio del Santuario, corse i suoi studi in Milano, fù Vicario Foraneo di Taleggio, e Parr.o Titolare di Pizzino, ebbe vaste cognizioni in punto d’Antiquaria specialmente, di cui fece anche varie raccolte scientifiche, ed illustrò l’antichità della Chiesa di Pizzino; Morse nel 1768 e lasciò di sè fama di buon letterato; aveva compilati diversi manoscritti, e memorie attinenti a Taleggio, e fece anche una redazione di varj ogetti d’antiquaria, che si conservano sepolti alla luce nella sua casa Paterna in Sottochiesa].

Riporto anche la sintesi della sua vita di parroco e delle sue opere che fa don Ghilardi nel suo prezioso libretto già più volte citato (pagg. 66/ 67/68): “1722. Parroco Francesco Biava Salvioni di Sottochiesa – grande studioso di storia locale, eminente latinista, che lasciò di sé imperitura memoria. Fu il parroco più longevo, che nominato nel luglio 1722, chiudeva la santa sua vita il dì 22 maggio 1768, governando quindi per 46 anni”. [….] “Compilò memorie storiche d’alto valore (ora ridotte in cenere), epigrafi ed iscrizioni varie – Dotò la nuova chiesa: del coro – della sacristia col relativo mobilio – del Battistero (1735) – del confessionale donne – del pulpito e del banco dei parati sul presbiterio – del paramento in ganzo (1735) – stendardi Confraternite – dell’ossario – iniziò il campanile – istituì Confraternita del Carmine – acquistò statue del Rosario (a. 1735) e del Carmine (a. 1747).

NOTA. Opere inedite lasciate da D. Francesco Biava.
1. Series Chronologicoistorica Vallis Talegii ac rerum memorabilium in ea secutarum ex firmis traditionibus, autenticis scriptis, ac historiis collecta.

2. Processus antiquitatis et matricitatis ecclesiae sancti Ambrosii de Talegio cum caeteris documentis ac subsequientium aliarum Ecclesiarum de Talegio (ridotto in cenere il 27- 6- 1944).

3. Series genealogica nob. Familiae Biavae Salvioni

4. Series genealogica familiarum Vallis Talegii
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