La storia dei tre porcellini in chiave moderna

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marioff
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Iscritto il: domenica 21 novembre 2010, 21:18

La storia dei tre porcellini in chiave moderna

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La storia dei tre porcellini in chiave moderna
Tre fratelli porcellini, ormai grandicelli, decisero di lasciare i genitori ed andare autonomi per il mondo in cerca di fortuna.
Salutati tutti i parenti e gli amici, si avviarono, ognuno con il suo fagottino per le proprie necessità, per una strada in mezzo ai campi.
Attraversarono vari paesi ma non sostarono perché cercavano un posto tranquillo.
Passarono boschi, vallette, colline, finché arrivarono ai piedi di una montagna, non molto alta, lontano dai paesi, dove c’erano prati, ruscelli, boschetti e radure con una grande quantità di funghi mangerecci: era il posto ideale per fermarsi.
Visto che c’era molto spazio decisero di costruirsi ognuno una casetta, così, pur essendo vicini l’uno all’altro, sarebbero stati autonomi.
Quello più giovane, per non faticare troppo si fece una capanna di legno con il tetto di paglia; il secondo invece si diede da fare e si costruì una bella casetta tutta in legno tipo chalet.
Il più grande non si accontentò e volle costruirsi una casetta come si deve.
Si procurò mattoni, sabbia e cemento costruendosi una casa con muri robusti, poi proseguì con tutto il necessario per il tetto, per il camino, per il riscaldamento.
All’altezza dei tempi, la fornì di servizi con acqua calda, mise pompa di calore e pannelli solari, energia elettrica con i pannelli fotovoltaici, mise anche i doppi vetri e i serramenti antisfondamento,
Terminati i lavori festeggiarono tutti tre assieme brindando e saltando di gioia.
Ma le feste durarono poco.
Con la tecnologia attuale, quelli del Comune di residenza dei tre porcellini, scoprirono le nuove costruzioni risultate abusive cioè senza alcuna licenza edile e mandarono i vigili a controllare.
Questi obbligarono il porcellino della casetta di paglia a demolirla, a portare via tutto il materiale e rimettere a posto l’area di terreno usata, in modo che non vi rimanesse segno alcuno. Oltre a ciò gli comminarono una grossa contravvenzione.
Terminato questo passarono alla casetta di legno ed anche qui usarono lo stesso sistema in modo che non rimanesse traccia della costruzione quindi altra contravvenzione.
I due porcellini disperati si rifugiarono dal fratello che aveva costruito la casa in muro sperando che almeno qui potessero stare tranquilli, ma i vigili non tardarono ad arrivare: la casetta non aveva la licenza di costruzione, l’abitabilità, l’impianto di fognatura, il benestare dei vigili del fuoco, ma soprattutto era stata costruita su terreno del Demanio e non era stata registrata al Catasto.
Dopo varie discussioni in Consiglio Comunale fu deciso di dare una multa salata anche al terzo porcellino, sfrattarli tutti tre, requisire la casa senza demolirla, metterla in regola con le norme di legge e, dopo il beneplacito del Demanio, darla in abitazione a chi si fosse trovato in necessità, consultando così la lista delle domande.
Il primo della lista, essendo una razza protetta, fu un certo Lupo Mannaro che, scacciato da altri luoghi perché ritenuto pericoloso, si era rifugiato in quella zona fino ad allora ancora intatta.
E i tre porcellini?
Rifecero fagotto e tornarono dai loro parenti, mogi, mogi e con il codino fra le gambe.

Sabato 6 gennaio 2018 Mario Offredi - Classe 1939
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