Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Le numerose specie di animali selvatici nelle Alpi Prealpi Orobie e specificatamente in Valle Brembana
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Orso morto, Carmignola: servono recinzioni più forti

Messaggio da IW2LBR »

Alto Adige - Sabato 9 Giugno 2012

Orso morto, Carmignola: servono recinzioni più forti vicino alle grandi arterie

BOLZANO. Ne rimane soltanto uno; i più ottimisti parlano di un paio di esemplari ancora in giro, ma sta di fatto che gli orsi in Alto Adige stanno scomparendo. Secono Durnwalder “ce ne sono 3 al massimo quatttro”.

Quello che ha perso la vita sulla MeBo l'altra notte era un maschio giovane, appena 4 anni, nel pieno delle sue forze. Centodieci chili di potenza che nel giro di pochi anni sarebbero arrivati alla piena maturità, toccando i due quintali. È l'orso bruno nostrano, di cui un tempo le Alpi erano piene: taglia media, pelo biondo e lungo, zampe poderose. L'avevano avvistato nei pressi di Appiano i giorni precedenti, qualcuno dice che cercasse del miele, e si è trovato faccia a faccia con un animale molto più duro e veloce di quanto si potesse mai aspettare. «L'impatto deve essere stato tremendo - spiega Giovanni Lorenzi, direttore del rifugio per animali Sill, dove è stata portata la carcassa per i rilievi - le zampe posteriori hanno riportato gravi fratture e sicuramente il colpo di grazia è arrivato all'impatto della testa con la strada"". Mentre parla, il medico mostra l'angolo innaturale che ora è in grado di assumere la zampa posteriore destra. Per mostrarlo alla stampa, l'orso era stato adagiato sul prato nel giardino della Sill in una posizione quasi naturale, restituendogli un po' della sua dignità di grande padrone dei boschi. «Era poco più di un cucciolo - spiega il veterinario - di un'età stimata intorno ai 4 anni, quindi da poco completamente svezzato, e con un peso di centodieci chili; sarebbe cresciuto ancora, in età matura sarebbe stato leggermente più alto ma molto più grosso di stazza». Un animale difficile da controllare, in grado di percorrere decine di chilometri al giorno e di spostarsi con molta facilità, dalle abitudini solitarie e notturne. «Era un esemplare senza radiocollare - prosegue Lorenzi - per il momento siamo in grado di dire che apparteneva a uno dei ceppi di dna censiti, ma solo analisi più approfondite daranno maggiori dettagli». Il radiocollare, in ogni caso, non l'avrebbe salvato, commenta il vicedirettore dell'ufficio fauna selvatica della Provincia, Giorgio Carmignola: «Le grandi arterie stradali rappresentano un pericolo costante per la fauna selvatica, all'epoca in cui vennero realizzate non esisteva la sensibilità necessaria per evitare che ne intralciassero il passaggio, e oggi ereditiamo una vera emergenza su questo aspetto». Se infatti le recinzioni lungo i meleti che corrono al lato della MeBo sono sufficienti per bloccare il transito di cervi e caprioli, non sortiscono nessun effetto per gli orsi, perfettamente in grado di scavalcarle con facilità. Cosa che probabilmente è successa la notte di venerdì. «La dinamica dell'incidente è abbastanza chiara - spiega Carmignola - l'orso aveva quasi terminato di attraversare, si trovava già sulla corsia nord diretto ad est, quando è stato raggiunto dall'auto sulla parte posteriore e scaraventato verso il guardrail». Insoma, fanno capire i veterinari, servono recinzioni più forti adeguate. Su questo punto però Durnwalder non ci sente: «Per tre che ne circolano da noi, una spese inutile, non faremo proprio niente».

Nel vicino Trentino, dove gli orsi sono una cinquantina, il governatore Dellai si dice pronto a rivedere il progetto di reintroduzione della specie, arrivando al dimezzamento degli esemplari. Intanto l’orso ucciso sulla Mebo «verrà imbalsamato e destinato al museo dell’orso della Val Badia», annuncia Durnwalder.
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Maffei: Disdette per paura dell’orso

Messaggio da IW2LBR »

dal quotidiano Il Tentino - Domenica 10 Giugno 2012

Maffei: «Disdette per paura dell’orso»
L’ex presidente degli albergatori di Campiglio lancia l’allarme: «Mi hanno già chiamato tre famiglie di turisti»

MADONNA DI CAMPIGLIO. La Lipu, per bocca di Sergio Merz, minaccia di lanciare un appello mondiale per boicottare la Val Rendena, perché è nato il Comitato Antiorso. Quest’affermazione non poteva lasciare indifferenti quanti il territorio lo amano, ma ai quali l’orso procura danni tangibili, come le “disdette” o le mancate prenotazioni alberghiere. Giacomino Maffei, past president dell’Associazione Albergatori di Madonna di Campiglio, è proprietario del “Biohotel Hermitage”, uno dei più prestigiosi hotel in bioarchitettura della località dolomitica. «Costruito così, afferma Maffei, perché con la mia famiglia condivido l’amore per il territorio e la natura. Per questo non posso restare indifferente alle gravi affermazioni di Sergio Merz. Spendiamo una cifra notevole per promuovere i luoghi, le Dolomiti e l’Unesco, ma poi mi sento dire dal cliente “io il prossimo anno non vengo perché ci sono gli orsi”, oppure “io in gita con i miei figli con mia moglie non me la sento di andare per via dell’orso.» E aggiunge «non solo. C’è gente, che per la presenza degli orsi non prenota più l’estate ma viene solo d’inverno. Io ho già tre casi, ma è sintomatico, se già tre famiglie mi dicono “bello, bello, bello, ma non me la sento di venire per l’orso”».

Maffei prosegue «cosa vengono a fare d’estate in montagna, a 1500 metri? Non credo che vengano per stare in piazza. L’ospite viene perché ama la montagna, ma ha il diritto di fare una gita in sicurezza. Sarà anche vero che non attacca l’uomo, ma è altrettanto vero che io perdo clienti per via dell’orso. L’economia oggi non è certo florida, se perdiamo clienti per colpa dell’orso è necessario riflettere.» E guardando oltre Provincia afferma «può anche darsi che noi siamo più avveduti, più intelligenti, più furbi e più bravi di austriaci, altoatesini, bavaresi e svizzeri, che non lo vogliono l’orso. Dobbiamo stabilire se loro hanno sbagliato nel permettere alle famiglie di girare e vedere il territorio». Noi albergatori, commercianti e tutto il paese di Campiglio dà una mano ai nostri ospiti a conoscere la montagna, li coinvolgiamo e li incitiamo ad andare sul territorio, perché poi sono contenti e tornano. Ma se questo è l’obiettivo, come si concilia con la paura dell’orso?».

Riguardo alle gravi affermazioni del delegato Lipu, Giacomino Maffei è lapidario «noi ci riteniamo indignati. Non credo che debba venire lui a dire che non siamo attenti al territorio». E aggiunge «è allucinante e grave affermare “ricatteremo la Val Rendena sotto il profilo dell’economia turistica”, ma come si premette… Come facciamo a paragonarci all’Africa? Vogliono i safari: bene, facciamo sapere a tutti, alle guide e all’ospite che solo in quella zona si possono vedere 3-4 orsi. Ma come facciamo, l’orso non resta dove gli diciamo noi. È fuori dubbio che il Progetto Life Ursus non è stato controllato abbastanza».
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da Skiador »

IW2LBR ha scritto:Incidente sulla Bolzano-Merano: impatto con l'orso e auto in fiamme
[..] Sconcertanti i commenti degli amici dell'orso che dichiarano apertamente che avrebbero preferito gli uomini morti e l'orso salvo.
Sono convinto che coloro che avessero fatto una dichiarazione del genere siano solo dei malati di mente, o per lo meno malati per l'orso. Spero che siano una ristretta minoranza rispetto ai cosidetti "amici dell'orso". Di sicuro di questo tipo di orso (=reintrodotto dall'uomo senza prima ascoltare le ragioni delle popolazioni che ne sarebbero venute inevitabilmente a contatto) in questi anni di elevato traffico stradale e in questi luoghi altamente popolati se ne poteva fare anche a meno..Il fatto poi che alcuni attacchi all'uomo siano volutamente rimasti nascosti per un certo periodo mi fa ancora piu' riflettere sulla vera necessita' di una sua reintroduzione...poi ognuno la pensi come vuole.
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Dellai: dimezzare gli orsi. Ambientalisti furiosi

Messaggio da IW2LBR »

dal quotidiano Il Trentino - Domenica 10 Giugno 2012

Dellai: dimezzare gli orsi. Ambientalisti furiosi

TRENTO. Scendere da 50 a 25 orsi in Trentino, ricollocando quelli di troppo in altri Paesi europei. È questo l’obiettivo che il presidente della Provincia Lorenzo Dellai punta a raggiungere nella trattativa con il ministero dell’ambiente per rinegoziare il progetto Life Ursus. Che il progetto andasse rivisto il governatore lo aveva già detto qualche settimana fa, dopo l’ennesima razzia dell’orso a danno delle asine delle Giudicarie. Sono seguiti altri avvistamenti nei boschi, la nascita di alcuni comitati, l’incidente del presidente degli Artigiani Roberto De Laurentis. E ora Dellai ha aggiunto anche i numeri: gli orsi «trentini» vanno dimezzati.

Ma le sue parole scatenano la protesta del mondo ambientalista, che difende con forza la presenza dell’orso in Trentino. Ci va durissimo il consigliere provinciale dei Verdi Roberto Bombarda: «Dellai è in campagna elettorale. Prima si esasperano gli animi ingigantendo le scorribande dell’orso e poi si dà il contentino dicendo che vanno dimezzati». Bombarda cita i dati: «I numeri del rapporto orso ci dicono che nel 2011 i danni provocati sono stati la metà di quelli del 2010 e che gli orsi provocano molti meno danni degli ungulati. Vogliamo dire che a metà settembre è pericoloso andare a cercare funghi nel bosco perchè potremmo trovare sulla nostra strada un cacciatore? ». Quanto ai danni - evidenti - causati a molti allevatori, il consigliere osserva: «Per tutelare gli animali, basta adottare le minime precauzioni, il recinto elettrico lo finanzia la Provincia. La verità è che l’orso fa l’orso, né più né meno di quanto accade con cervi e cinghiali». Secondo Bombarda «va dato un messaggio di normalità, pensando al contributo che l’orso porta all’arricchimento della biodiversità, e intervenire quando necessario in caso di esemplari problematici, come si è già fatto in passato»: «Non può essere che per colpa di un orso, si intervenga su tutti gli altri. I vantaggi del progetto di reintroduzione sono enormemente superiori agli svantaggi».

Il tema è destinato a far discutere ancora a lungo. Anche tra gli operatori turistici le opinioni divergono. Due giorni fa l’allarme dell’ex presidente degli albergatori di Campiglio Giacomino Maffei: «Ho già avuto tre disdette per paura dell’orso». Replica Bombarda: «A me decine di albergatori hanno raccontato di turisti che telefonano per informarsi se davvero in Trentino si può vedere l’orso, pronti a venire da noi in vacanza per questo». E la Lipu, attraverso il suo presidente Sergio Merz, ha minacciato di lanciare un appello per boicottare la val Rendena, terra del primo comitato anti-orso.
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enotime
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da enotime »

Come al solito, quando le cose finiscono in politica, o nel mirino di interessi corporativi o addirittura personali, si perde il senso compiuto, complessivo, ed il sostegno della ragione. Siamo in tempi di vacche magre. Non c'è dubbio. E' del tutto chiaro che rispetto alla montagna andrebbero presi in considerazione progetti a largo spettro, che comprendono la messa in sicurezza del territorio, anche dal punto di vista idrogeologico ed ambientale, e che quest'ambito comprende l'indispensabile valorizzazione della "presenza" dell'uomo, che garantisce la prosecuzione di pratiche millenarie nella gestione del patrimonio agro-silvo-pastorale montano.

Non mi risulta ben chiaro il motivo della levata di scudi rispetto all'orso, che tutto sommato è un problema infinitamente minore, rispetto a ben altre tematiche inerenti la sopravvivenza e possibilmente allo sviluppo dell'economia montana. Tutti contro l'orso ed invece 'accondiscendenti all'apertura di nuove strade asfaltate o ad impianti di risalita, destinati a poco futuro, visti i tempi e la concorrenza di "lidi" meglio noti e fors'anche più dotati? Se imparassimo a valorizzare le risorse proprie del nostro territorio, sul serio, e non solo a parole o per fini elettoralistici, forse troveremmo la quadra del cerchio. E l'orso non rischierebbe di rimetterci la pelle.... a_11 a_45
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Tomasi: Orsi, selezionare quelli miti

Messaggio da IW2LBR »

dal quotidiano Il Trentino - Martedi' 12 Giugno 2012

Tomasi: Orsi, selezionare quelli miti
La proposta dell’ex direttore del Museo di scienze, regista del primi tentativi di reintroduzione

TRENTO. Selezionare e mantenere sul territorio gli orsi caratterialmente “miti” e portare altrove quelli “difficili”. E' la proposta di Gino Tomasi, ex direttore del Museo di scienze, e regista dei tre tentativi di reinserimento del plantigrado che furono attuati in Trentino tra il 1959 e il 1974, quando ormai l’animale era destinato all’estizione. Anche Tomasi sta seguendo con attenzione il dibattito che, soprattutto in val Rendena, si è nuovamente acceso dopo le aggressioni dell'orso ad animali domestici.

Per molti ormai gli orsi sono tanti, troppi per un territorio così piccolo e soprattutto così antropizzato come il nostro: «Per capire qual è la capacità del territorio di accogliere i plantigradi, servirebbe un calcolo delle potenzialità nutrizionali dello stesso. Cosa ormai impossibile da fare, a causa del carico antropico e di altri elementi, come la presenza di greggi», spiega Tomasi.

Quindi? «A mio avviso alcuni vecchi studi potrebbero tornare oggi utili. L'orso – spiega Tomasi è un animale solitario, che sviluppa comportamenti molto diversi (e abitudinari) da esemplare a esemplare. Ad esempio, alcuni orsi furono ribattezzati “formigarol” per l'abitudine di mangiare formiche: la presenza dell'acido formico, in questo caso, li manteneva di dimensioni ridotte». Come applicare oggi queste osservazioni? «Si potrebbe selezionare gli orsi sulla base del carattere (e lo dico a malincuore), tenendo quelli miti e portando altrove quelli più problematici. Certo non abbattendoli».

Lei non può certo essere accusato di scarsa simpatia nei confronti dell'orso. C'è in effetti un problema di sovrappopolamento? «Forse c'è una presenza eccessiva rispetto alla capacità del territorio, anche se non va dimenticato che in primavera, dopo il letargo, l'orso ha bisogno di mangiare molto, poi tende a tranquillizzarsi». E' sempre dell'idea che l'orso non sia pericoloso per l'uomo? «Colpisce la disinvoltura con cui oggi si avvicina all'uomo, cosa che invece una volta non accadeva. Resto dell'idea che non è un animale pericoloso, e lo dimostra il fatto che non c'è memoria di aggressioni all'uomo. Certo, non va provocato». E' ora di fare un passo indietro? «In questo momento entrambe le risposte hanno dei risvolti positivi e negativi. Diciamo che non vorrei essere io a dover decidere». Pericoli per il turismo, come qualcuno teme? «I vantaggi che l’orso ha portato al turismo in termini di prestigio sono enormi. Le preoccupazioni - conclude la riflessione Gino Tomasi - non sono giustificabili»
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da Skiador »

...qualche piccolo "tentennamento" addirittura da parte di chi aveva a suo tempo contribuito alla re-introduzione in Trentino. Vorra' dire che qualche piccola ragione ce l'avrebbe anche chi non e' pienamente a favore della presenza dell'orso in zone che non siano il Canada o comunque abbastanza popolate e con molte strade. a_45
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da enotime »

@skiador
I tentennamenti ed i ripensamenti ci stanno sempre. Soprattutto se non si vogliono innalzare barricate. Il problema, come tu ben sai, da sciatore, è l'equilibrio, che consiste nell'affrontare in presa diretta e con una pronta reazione le situazioni e le condizioni del terreno, della neve, della pendenza, degli intralci. E che implica la conoscena dei luoghi, mutevoli ad ogni nuova nevicata. Così è anche nei confronti dell'orso. Sono d'accordo con te che la maggior parte dei frequentatori della montagna manchi di questi principi, troppo abituata ad affrontare monti e valli come si potrebbe andare al Luna Park. Ma la montagna non è un Luna Park. E' un ambiente immenso e maestoso, che non possiamo e non dobbiamo ridurre al rango di parco-giochi. Non sai quanto io abbia in considerazione gli "eroi" della montagna, quelli che sulla montagna vivono, con la quale convivono, e che la difendono dagli assalti di bambini di tutte le età, che la prendono come la giostra del calcinculo. Ed è proprio il rispetto che ho per la montagna e per la sua gente che mi spinge a considerare l'orso come parte integrante di questo ambito.Orso o non orso, in montagna continuerò a salire. Preferirei non trovarmela organizzata come un Luna park. Allora non ci verrei più... a_45
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Trentino: avventure in mezzo alla natura e tanto sport

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da Dove Viaggi - Martedi' 12 Giugno 2012

Trentino: avventure in mezzo alla natura e tanto sport, formato famiglia

In mountain bike, alla ricerca di gnomi burloni, fate gentili e draghi curiosi. Oppure a piedi, sulle tracce degli orsi bruni. E ancora in volo con una liana come Tarzan, appesi a una parete di roccia alla Spiderman o su una canoa stile Indiana Jones. Incontri inaspettati, avventure in mezzo alla natura e tanto sport. Insieme a mamma e papà. Sono questi gli ingredienti per non fare sbuffare i più piccoli quando si parla di vacanze. In Trentino il divertimento (per tutta la famiglia) è a portata di mano. Tra gli anfiteatri naturali delle Dolomiti (Patrimonio Mondiale Unesco) e l’acqua limpida dei laghi c’è solo l’imbarazzo della scelta: provare all’aperto un’attività sportiva diversa ogni giorno, correre tra prati fioriti, giocare a piedi nudi in un torrente. Nei Parchi Naturali del Trentino, guidati dai ranger, è facile incontrare scoiattoli, marmotte, cervi mentre si seguono le orme degli orsi bruni che hanno ripopolato la regione. E la merenda cambia subito sapore se nel cestino ci sono formaggio di malga, frutti di bosco e miele di montagna....
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