La Salamandra

Le numerose specie di animali selvatici nelle Alpi Prealpi Orobie e specificatamente in Valle Brembana
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elio.biava
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La Salamandra

Messaggio da elio.biava »

La Salamandra (nonchè la sicària)

E' autunno e piove, piove molto ed è fastidioso questo tempo che opprime da settimane...
E' buio, quasi notte e loro son tornate, come sempre come a primavera. Fanno un pò pena col loro andare altalenante, ma in fondo con molta dignità percorrrono 20-30 metri in 2-3 ore e si fermano davanti a casa su questo asfalto nero e bagnato.

Immagine
Ultima modifica di elio.biava il lunedì 12 novembre 2012, 23:42, modificato 2 volte in totale.
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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
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elio.biava
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Re: La Salamandra

Messaggio da elio.biava »

arrancano lungo la strada...a volte a destra a volte sinistra e poi mi si fermano sotto i gradini di casa!

Immagine

questa è nuova, o non me la ricordo, queste due striscie gialle non le riconosco a_34
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Re: La Salamandra

Messaggio da elio.biava »

C'è un motivo perchè tornano...è tutto un asfalto, muro e cemento, ma loro sentono l'odore della terra bagnata e dell'acqua che scorre sotto quando piove. Sanno che 25 anni fa', qui davanti c'era un pascolo con una pozza abbeveratoio, era anche la loro pozza e ritornano.

Immagine

Non mi resta che raccogliere e ripotarle nel bosco. A volte le prendo in mano, quando proprio voglio sentire la loro energia "fredda", i muscoli che si dimenano nella mia mano...ma non voglio nemmeno "scottarle", in fondo non han bisogno del nostro calore, a loro basta un pò di pioggia e qualche stagno.
Ultima modifica di elio.biava il martedì 13 novembre 2012, 17:14, modificato 1 volta in totale.
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Re: La Salamandra

Messaggio da elio.biava »

Ho sempre visto di buon grado queste creature, anche se in passato erano "maledette", urticanti, dispensatrici chissà di quali liquidi malefici, esseri di meno che inferiori, ecc, ecc...

C'era un fotografo, per me il più grande dell'era "pellicola" e "del colore", Tito Terzi in un suo libro l'ha comunemente ritratta come noi la possiamo vedere nei boschi di faggio. Questa raccolta di "fotografie d'elite", s'intitola OLTRE LA REALTA' e come sottotitolo Sognare la natura in Terra di Bergamo.
Nell'introduzione c' è un testo di Pino Capellini che parla per l'autore-fotografo che naturalmente non usava le parole ma bensì le immagini per comunicare.
(il testo è lungo se siete abituati ad un sms sincopato! a_11 a_19 ...)

Ho visto nascere una di queste immagini. E' la salamandra, nera ed oro,
immobile su un tappeto di foglie. Fu lungo un sentiero
tagliato nel bosco, testimonianza di collegamenti antichi, di cui s'è persa la memoria.
Un giorno ancora d'inverno, eppure con segnali lontani della stagione che cambia.
Un giorno incerto, d'un chiarore velato e con una minaccia di pioggia.
____Percorremmo il sentiero rivoltando foglie ad ogni passo, in un fruscio quasi di seta.
Scoprimmo un torrente tra cuscini di muschio, poi massi levigati per
l'uso secolare e vecchie pietre accatastate per scopi che non riuscimmo
a decifrare. tra le piante che stillavano umidità, all'improvviso
ci avvolse il silenzio, e mi sembrò di cercare un passaggio
a ritroso nel tempo
, verso dimenticate dimore nei boschi e sulla montagna.
___La fotografia della salamandra ha evocato tutto questo.
Per un istante ho avvertito l'acuto profumo delle foglie
che si sfanno tra le radici e la brezza che corre tra i rami spogli;
la stessa emozione di quel giorno davanti a strano essere, immobile
su uno sfondo d'ambra, lucido e levigato come un idolo d'ossidiana.
___L'immagine ha aperto le porte del ricordo. La salamandra ora è reale.
C'è un fievole murmure di foglie appena smosse. Aspetto il sortilegio che mi ricondurrà
su quel sentiero, ancora in un giorno d'inverno...
(Ci sono luoghi, pur tanto amati, dove non torno da anni. Luoghi sfregiati, feriti,
incredibilmente guastati dalla mano dell'uomo, dalla sua avidità, dalla sua ignoranza.
___Non ci torno più per troppo amore: non resisto all'immagine
di dolci riviere massacrate dal cemento della seconda casa, di verdi vallette tramutate
in rivoltanti immondezzai, di nascosti passaggi cancellati dalle ruspe,
di solitarie radure soffocate dalle reti.
___Non ci torno più per troppa amarezza e rabbia: non accetto
lo scempio che sento come un oltraggio e un incosciente spreco; nei miei confronti
che vivo in questi tempi sciagurati e nei confronti delle generazioni che verranno,
alle quali viene colpevolmente sottratta l'incalcolabile ricchezza
di un mondo ancora vivibile.)
A quel sentiero che so intatto, non posso tornare. Perchè
negli infiniti ritorni del ricordo, a me prigioniero della città e del suo quotidiano
assillo, quel sentiero appare come la via della seta per l'oriente favoloso.
___La salamandra-idolo d'ossidiana è ancora là tra le foglie
d'ambra, guardiana del mondo antico, delle acque e delle pietre
.
A me, prigioniero della città, sfuggono ormai le formule arcane per tornare a
quei mondi ancestrali
. Ma so che qualcosa mi ricondurrà su quel sentiero,
in un giorno d'inverno...
Basta la magia di un ricordo.
Devo a queste immagini tutto ciò. E certamente non sono il solo.
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