Alpeggiatori in Festa a Serina
Gli allevatori della Valserina e di Aviatico hanno rinnovato anche quest’anno la simpaticissima tradizione della Festa di primavera. E’ un momento tutto particolare, quasi di intimità famigliare, che il mondo agricolo valserinese vuole ritagliarsi nel programma annuale sempre intenso di eventi per uno scambio ed un confronto di esperienza, per salutarsi prima di salire all’alpeggio. E’ così ogni anno, da tanti anni ed è uno dei momenti più intensamente vissuti dai soci dell’Associazione manifestazione agricole e zootecniche che lo organizza con uno staff coordinato dal presidente Franco Locatelli e dal vicepresidente Fabrizio Berbenni con un gruppo di generosi volontari. Quest’anno la festa ha avuto pure il supporto di una splendida giornata primaverile. I soci si sono trovati nella quattrocentesca chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate protettore del mondo contadino per partecipare alla celebrazione della mesa di ringraziamento al Signore per i doni della terra, per invocare la protezione di Sant’Antonio nello svolgimento del lavoro nei campi e per ricordare i soci defunti Guerino Belotti e Santiago Colombo ricordati a fine celebrazione in una poesia declamata da Sergio Fezzoli. E’ seguito un signorile buffet cui ha fatto seguito un fraterno convivio del quale sono stati ospiti graditi Giovanni Malanchini componente dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale lombardo, Giovanni Fattori e Gianfranco Lazzarini sindaci rispettivamente di Serina e Camerata Cornello, Fausto Dolci sindaco di Costa Serina e presidente dell’Unione dei Comuni della valle Serina, Costantino Bonaldi e Basilio Carrara vicepresidente e consigliere della Banca di credito cooperativo Bergamo e Valli e Bruno Redaelli diretto di zona della Coldiretti. Di rigore nel ricco menù di giornata un piatto di gustosa e fumante polenta cunsa che è uno degli “indicativi” della Valserina. A chiudere la festa i discorsi di circostanti, i saluti, gli auguri per un buon alpeggio e l’arrivederci al prossimo anno.
reportage by Sergio Tiraboschi e Gaetano Bonaldi
