Gli asini di San Giovanni Bianco

Informazioni news, cronaca, curiosità dalla Valle Brembana, Segnalazioni utili
chicco
Messaggi: 2
Iscritto il: venerdì 20 giugno 2008, 20:53

Re: Gli asini di San Giovanni Bianco

Messaggio da chicco »

C'è in giro un po' di entusiasmo tra gli insegnanti, perchè sono convinti che la loro professione si nobilita se possono dire "bocciato" o "promosso", cioè se torna la scuola seria e severa di una volta.
Ma la scuola è seria e severa se certifica che competenze ha raggiunto un ragazzo nel suo percorso scolastico, non giudicando e operando in base ad un curricolo astratto: non è che se uno a 10, 12, 15 ...anni non ha tutto quello che il curricolo prevede allora lo blocchi fino a 16 anni nelle medie.
La bocciatura può essere utile o necessaria in alcuni casi, ma tali casi devono essere marginali: quando sono così numerosi qualcosa non ha funzionato. Il problema è che la scuola deve personalizzare il proprio insegnamento, deve dare a ogni ragazzo(insieme alle famiglie e alla società civile) quello di cui ha bisogno, deve costruire un percorso e non solo muri e ostacoli da superare.

Chicco (maestro di scuola primaria)
mad
Messaggi: 46
Iscritto il: lunedì 4 dicembre 2006, 11:01

Re: Gli asini di San Giovanni Bianco

Messaggio da mad »

Alle critiche è giusto rispondere. Parlo a titolo personale, ma credo che molti miei colleghi si riconosceranno in quanto dico.
chicco ha scritto:C'è in giro un po' di entusiasmo tra gli insegnanti, perchè sono convinti che la loro professione si nobilita se possono dire "bocciato" o "promosso", cioè se torna la scuola seria e severa di una volta.
Mi dici dove hai visto tutto l’entusiasmo di cui scrivi? Ho l’impressione, più che fondata, che tu legga la realtà dei fatti attraverso il preconcetto e il pregiudizio. A quale titolo parli delle convinzioni che ci animano? Hai forse parlato direttamente con noi? Conosci le motivazioni e le ragioni che ci hanno portato a diciannove scelte ponderate, meditate, e il più delle volte sofferte? Eri a scuola con noi alla fine di ogni scrutinio? Che tu ci creda oppure no, ci sono state discussioni, confronti, a volte anche scontri e nessuna delle singole conclusioni a cui siamo arrivati ci ha riempito di gloria ed entusiasmo.
chicco ha scritto: perchè sono convinti che la loro professione si nobilita se possono dire "bocciato" o "promosso",
Ti voglio elencare tutto quello che, a mio parere, NON nobilita la professione docente:

- La promozione a tutti i costi, la filosofia “liberiamocene il prima possibile”, del "tanto il prossimo anno non cambia niente"o del "tanto saranno fermati alle scuole superiori"
- La politica del “far finta di niente” per evitare problemi o polemiche.
- Il premiare tutti, comunque, senza distinguere tra il merito da gratificare e il nullafacente da punire.
- La sicurezza del proprio ruolo, la rigidità delle proprie posizioni, la mancanza di flessibilità e disponibilità ad adattarsi e adattare il programma alla classe che si ha di fronte, il rifiuto di mettersi in discussione e di autovalutare il proprio operato.
- Il giudicare, criticare, stigmatizzare ciò che fanno gli altri senza guardare a ciò che si fa in prima persona: per intenderci, la famosa pagliuzza negli occhi del prossimo e la trave nel proprio.

Ribadisco: sono mie opinioni personali.
chicco ha scritto:Ma la scuola è seria e severa se certifica che competenze ha raggiunto un ragazzo nel suo percorso scolastico, non giudicando e operando in base ad un curricolo astratto: non è che se uno a 10, 12, 15 ...anni non ha tutto quello che il curricolo prevede allora lo blocchi fino a 16 anni nelle medie.
- Quando si devono rilevare le competenze? In itinere o alla fine del percorso? Io sono per la prima ipotesi, in quanto non si acquisiscono dall’oggi al domani, ma si costruiscono nel corso del tempo. Se il “lavoro di costruzione” non decolla, ritarda o necessita di più tempo, è giusto e doveroso provvedere, anche con la bocciatura. Il tutto sempre in base alle capacità di ciascuno: a chi dispone di materiale sufficiente per realizzare una casetta non si può chiedere di erigere un castello. Allo stesso modo, però, chi ha tutto quello che serve per edificare una villa non deve essere premiato se si limita a realizzare un capanno, tantomeno se non inizia neppure a lavorare alla costruzione. Compito di ogni realizzatore e di ogni progettista è fare in modo che le basi, le fondamenta dell’edificio siano solide : è tardi, a mio parere, riprendere e valutare solo a lavori conclusi, quando non ci sono possibilità di porre rimedio( fuor di metafora: agli esami con conseguente certificazioni delle competenze)
- Il curricolo non è mai astratto, ma adattato alle classi che l’insegnante ha di fronte. Sono certa che anche voi alla primaria lo rendete concreto: perché non dovrebbe essere lo stesso anche da noi della secondaria di primo grado? E ancora, per l’ennesima volta, perché si mette in discussione la nostra capacità di operare, di giudicare?
- Supporre che si sia bocciato solamente perché “uno non ha tutto quello che il curricolo prevede” è una banalità, una semplificazione della situazione.
chicco ha scritto:La bocciatura può essere utile o necessaria in alcuni casi, ma tali casi devono essere marginali: quando sono così numerosi qualcosa non ha funzionato.
se ho ben capito, è utile e necessario bocciare uno studente se è il solo in una classe, mentre se sono due o tre nella stessa situazione non lo è più. Dobbiamo ragionare in termini di produttività come una catena di montaggio? Se così fosse, i bocciati sarebbero degli “scarti” da buttare. Al contrario, la bocciatura è la possibilità che si offre al ragazzo per recuperare, per maturare e crescere.
Non voglio parlare dei singoli, non sarebbe giusto nei confronti dei ragazzi. Ribadisco il concetto del mio intervento precedente: ogni singola bocciatura e le sue motivazioni riguardano solamente noi docenti, i ragazzi e le loro famiglie. È certo comunque che per ogni caso noi crediamo nella possibilità di recupero, altrimenti non avremmo compiuto quella scelta.

Comunque sono d’accordo con te: qualcosa non ha funzionato. E non solo per i bocciati, ma per tutti quelli che hanno avuto insufficienze o valutazioni molto inferiori alle loro reali potenzialità. Ti ricordo però che nell’azione educativa gli attori sono due: il docente e il discente. Deve essere messo in discussione l’operato di entrambi.
Per quanto ci riguarda, ti assicuro che tutti noi abbiamo fatto del nostro meglio per ottemperare a quanto il nostro ruolo ci richiedeva, abbiamo agito con la massima professionalità e competenza, nonostante quello che si dice in giro. Abbiamo fatto il possibile e l’impossibile, e sfido chiunque a provare il contrario. E ancora oggi abbiamo l’umiltà di interrogarci su cosa, nonostante tutto quello che abbiamo fatto, non ha funzionato, e come porvi rimedio. Ci siamo messi in discussione, e lo stiamo facendo ancora. Ma non accettiamo di essere additati come gli unici colpevoli della situazione.
È lecito imputare delle responsabilità anche ai ragazzi, al loro disinteresse per la scuola, alla mancanza di volontà ed applicazione, alla loro fretta e superficialità, agli interessi extrascolastici che hanno la precedenza sullo studio? È possibile ammettere che non hanno risposto alle proposte fatte, che non hanno studiato, che hanno poltrito? non tutti, naturalmente. c'è chi ha sempre dato,magari raggiungendo l'ottimo, magari la sufficienza, magari neppure quella, ma sempre in base alle proprie capacità, ed è stato apprezzato e ricompensato.In cuor suo ogni genitore (non solo dei bocciati, non solo dei “nullafacenti”, e soprattutto non solo della scuola di S. Giovanni) è consapevole di ciò che il proprio figlio fa o non fa. Per quanto ci riguarda, le famiglie sono state informate e coinvolte. Abbiamo parlato con i genitori di tutti i 199 alunni della scuola, ci siamo resi disponibili ad incontri e confronti per trovare insieme delle soluzioni, anche al di fuori dei momenti canonici che i normali organi collegiali prevedono. Mai come quest’anno, mi riferivano i colleghi, la partecipazione ai colloqui mattutini e pomeridiani è stata alta.
chicco ha scritto: Il problema è che la scuola deve personalizzare il proprio insegnamento, deve dare a ogni ragazzo(insieme alle famiglie e alla società civile) quello di cui ha bisogno, deve costruire un percorso e non solo muri e ostacoli da superare.
Anche questo è stato fatto. L’insegnamento è stato adattato ad ogni classe. Ti dirò di più: è stato adattato ai singoli alunni nei limiti delle possibilità che la scuola secondaria dispone, con programmazioni personalizzate, verifiche semplificate o differenziate, corsi di recupero,richieste calibrate in base alle potenzialità di ciascuno. Tutti questi interventi però sono leciti, necessari e legittimi solo per chi ha difficoltà vere, non per chi non si applica. È giusto infatti semplificare solo se questo è sinonimo di “rendere accessibile”, non di “banalizzare”.
Noi abbiamo tracciato percorsi e indicato la via da seguire, e non abbiamo assolutamente eretto muri insormontabili, né posizionato ostacoli. Anzi, li abbiamo segnalati e abbiamo detto come superarli.

Vorrei concludere con delle osservazioni personali.
- Tra le tante parole e definizioni in voga in ambito pedagogico, conoscerai certamente lo slogan che recita: “la scuola deve perseguire il sapere, il saper fare e il saper essere dello studente”. Quest’ultimo si raggiunge anche con la responsabilizzazione. Si deve spronare, sollecitare il discente ed esigere che dia il meglio di sé, il tutto sempre calibrato in base alle potenzialità del singolo. Educare è anche far apprezzare la soddisfazione di raggiungere un risultato non perché servito su un vassoio d’argento come un atto dovuto, ma perché ottenuto con il sacrificio, la fatica, il lavoro. Nella vita nulla viene regalato, tutto è guadagnato. Perché nella scuola dovrebbe essere diverso?

- Non soffermiamoci solo su chi non ha compiuto il proprio dovere. Ricordiamo anche quei ragazzi che hanno lavorato, si sono impegnati, hanno dato il meglio di sé, ottenendo risultati più o meno brillanti, ma che hanno messo a frutto i talenti di cui dispongono.

- infine, vorrei che la querelle mediatica che si è creata avesse fine, non perché la temiamo (eravamo consapevoli della reazione che l’elevato numero di bocciati avrebbe suscitato), ma perché si sta rivelando solamente un susseguirsi di accuse gratuite e fondate su dati assolutamente falsi o deformati(come nei post precedenti), o una serie di critiche non costruttive sulla base di discorsi generalizzati.
mi piacerebbe invece che quanto accaduto fosse un’occasione per una riflessione seria da parte di tutti: docenti (di ogni ordine e grado), famiglie e soprattutto ragazzi.

Flavia (docente di scuola secondaria di primo grado)
chicco
Messaggi: 2
Iscritto il: venerdì 20 giugno 2008, 20:53

Re: Gli asini di San Giovanni Bianco

Messaggio da chicco »

Cosa devo dirti mad ? Apprezzo la tua lettera e anche le tue critiche, e voglio davvero credere che quello che tu esprimi sia realmente quanto poi viene agito e trasmesso nelle aule. Ho apprezzato anche l'intervento del dirigente scolastico nella prima parte (dove dava conto del vostro lavoro), meno quando ha accusato i partecipanti a questo forum di dire chissà quali castronerie o di fare pettegolezzo da bar, come se la scuola, al pari della sanità o di altri servizi pubblici, non potesse essere giudicata dai non addetti ai lavori (per inciso questa è la prima volta che intervengo nel forum). Ancora meno ho apprezzato l'applauso finale dei docenti di scuola media e per questo ho parlato di "un po' di entusiasmo".
Ti rilancio comunque una sfida e un'opportunità: alla fine del prossimo anno scolastico potremmo sapere come sono andati i 19 bocciati ?
Rispondi

Torna a “Novità in Valle Brembana”