News - Cronaca dalla Valle Brembana

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Frana a camerata Cornello, strada interrotta

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Camerata Cornello, lunedi' 16 Gennaio 212 da Bergamo NEWS

Frana a Camerata Cornello, strada interrotta

Alcuni massi sono franati sulla ex strada provinciale in territorio di Camerata Cornello, in Valbrembana. La frana è caduta intorno alle 6.30. la strada è stata immediatamente interrotta, ma è possibile raggiungere il paese grazie a percorsi alternativi. I tecnici della provincia di Bergamo e i vigili del fuoco stanno provvedendo a rimuovere i massi al più presto dalla carreggiata. Non si registrano particolari disagi alla circolazione.
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Sedrina, colpo da 90 mila euro, nell'azienda di cosmetici

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Sedrina, lunedi' 16 Gennaio 2012 - Da L'Eco di Bergamo di Silvia Salvi

Sedrina, colpo da 90 mila euro, blitz nell'azienda di cosmetici

Ammonterebbe a un valore di circa 90 mila euro il bottino del furto messo a segno, nella notte tra venerdì e sabato, all'«Asic group», azienda, con sede in via Maivista 9 a Botta di Sedrina (nei pressi dell'ex strada statale di fondovalle), che produce apparecchiature per trattamenti cosmetici. «Non si tratta di strumentazione ingombrante, ma di forniture facilmente asportabili e destinate, si suppone, a essere rivendute sul mercato nero», spiega Andrea Pietracupa, comandante della Compagnia dei carabinieri di Zogno, a cui si è rivolto, per la denuncia, il titolare dell'azienda. Stando a quanto è stato possibile sapere i ladri sono riusciti a penetrare nella struttura forzando una porta non blindata. Una volta dentro hanno individuato le attrezzature a cui erano interessati, circa una trentina di pezzi, e hanno cominciato a portarle fuori, non senza causare dei danni: sembra infatti che nel corso del blitz i malviventi abbiano urtato altro materiale all'interno dei locali, danneggiandolo. La stima complessiva, a conti fatti, si aggira attorno ai 90 mila euro, che comprende il danno alla porta, gli altri danneggiamenti e l'ammanco dell'attrezzatura rubata. Molto probabilmente si tratta di un furto su commissione. Stando ai carabinieri, infatti, il bottino è un prodotto di nicchia, non di uso comune, come per esempio dei generi alimentari, e verrà quasi sicuramente rivenduto su un mercato parallelo. La «Asic group», che è proprietaria anche dei marchi Bdc, Gherynails, Rojman, Feet Project, Joié Essential, è un'azienda tra le leader del mercato estetico italiano.
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Tragedia per l'alpinismo orobico, e' morto Mario Merelli

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Tragedia per l'alpinismo orobico, e' morto Mario Merelli

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Deceduto Mario Merelli, precipitato durante la discesa di Punta Scais, a circa 2.300 metri di altezza. Mario Merelli, 50 anni, uno dei più importanti protagonisti italiani delle scalate sugli Ottomila, è deceduto questa mattina alle 8.00 dal canale centrale della Punta Scais nelle Orobie bergamasche. Secondo le primissime informazioni, pare che una scarica di sassi si sia staccata dalla montagna colpendolo in pieno. Lo ha reso noto il 118 che ha ricevuto la richiesta di intervento intorno alle 8 e ha recuperato con l’elisoccorso il corpo di Merelli e il suo compagno di scalata Paolo Valoti ex presidente C.A.I. di Bergamo, rimasto incolume. Appassionato di montagna, è stato avviato alla montagna del padre Patrizio Merelli, guida alpina. Nei 20 anni di carriera ha effettuato numerose ascensioni sulle principali montagne italiane ed europee, con anche importanti spedizioni extraeuropee. Tra gli ottomila conquistati: Everest 2 volte, Makalu, Kangchenjunga, Shisha Pangma, Annapurna, Broad Peak, Gasherbrum I, Lhotse, Cho Oyu, Dhaulagiri.

Dolore e incredulità dal mondo dell'alpinismo bergamasco, con il presidente del Cai di Bergamo che commenta: «Abbiamo perso un gigante di umiltà, un uomo di grande valore e di grande serietà e professionalità» ha detto Piermario Marcolin, sconvolto da quanto appreso via sms da Paolo Valoti: «È terribile che sia successo proprio sulle montagne di casa sua, che tanto amava e conosceva».

http://news.valbrembanaweb.com/index.ph ... o-merelli/
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Serina, trova scatola di vecchi petardi, ustioni al volto

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Serina, mercoledi' 18 Gennaio 2012 - da L'Eco di Bergamo

Serina, trova scatola di vecchi petardi, ustioni al volto per un 13enne

Ustioni di primo e secondo grado al volto, alle mani e a una gamba per un 13enne di Serina che con gli amici si è messo a far esplodere la polvere pirica residua di una scatola di vecchi petardi inesplosi trovata per caso nelle vicinanze del Centro sportivo comunale. Il ragazzino era in compagnia di alcuni amici e, per gioco, ha acceso la scatola e quanto vi era contenuto. La polvere pirica è però esplosa provocandogli delle ferite e delle ustioni di primo e secondo grado al volto, alle mani e a un ginocchio. Gli amici hanno chamato subito i soccorsi e con l'ambulanza del 118 il ragazzo è stato trasferito all'ospedale di San Giovanni Bianco dove è stato medicato e ricoverato. Guarirà in una trentina di giorni e i medici credono che non dovrebbero rimanere segni permanenti. Sul posto dell'incidente anche i carabinieri di Serina.
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Altra frana in strada a Camerata Cornello

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Giovedi' 19 Gennaio 2012 - L'Eco di Bergamo

Altra frana in strada a Camerata Cornello

Nuova frana a Camerata Cornello. Dopo lo smottamento di lunedì mattina, mercoledì sera un nuovo cedimento si è verificato sempre all'altezza del precedente, sulla ex statale ora provinciale 29 bis. Si tratta della strada comunale che entra nell'abitato di Camerata Cornello e, nello specifico, della località Orbrembo. La centrale dei carabinieri ha raccolto la segnalazione della presenza di detriti sulla carreggiata. Sul posto è arrivata una pattuglia da San Pellegrino. Una volta sul posto, i militari hanno regolato la circolazione stradale e atteso l'arrivo dei tecnici della Provincia. Questi ultimi, dopo un veloce sopralluogo, hanno deciso di chiudere alla circolazione la strada per il rischio di ulteriori cedimenti durante le ore notturne. Nel corso della mattinata di ieri il personale della Provincia è tornato sul posto, insieme ai carabinieri di San Giovanni Bianco e gli operai della ditta «L'Orobica» di Zogno, che ha provveduto a rimuovere le rocce cadute in strada e bonificare il versante. Così è stato possibile riaprire al traffico, anche se a senso unico alternato.
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Zogno, indagati otto carabinieri

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Zogno. da L'Eco di Bergamo di Stefano Serpellini

Zogno, indagati otto carabinieri

È un'inchiesta partita quasi per caso dallo scrupolo indignato di un cittadino che si sentiva violato nella privacy, ma che s'è poi allargata col passare del tempo, arrivando a introdursi come una bufera negli uffici della Compagnia dei carabinieri di Zogno. Tra la ventina di indagati figurano otto militari, compreso l'ex comandante, il capitano Filippo Bentivogli, trasferito insieme ad altri quattro sottoposti. Sotto inchiesta con loro ci sono imprenditori, infermieri, dipendenti di società private, che si sarebbero macchiati a vario titolo di diversi reati, tra i quali la corruzione, il falso ideologico e materiale, la rivelazione del segreto d'ufficio.

Intrico di episodi
Un'indagine in corso da circa due anni, lambita dal misterioso suicidio di un brigadiere e attraversata dalle lettere anonime di un «corvo» ben informato, che quasi sicuramente si nasconde dentro la divisa dell'Arma. Il pm Franco Bettini e gli agenti di polizia giudiziaria della Procura di Bergamo hanno a che fare con un intricato puzzle di episodi, il più delle volte non collegati fra di loro. Il filo rosso che li lega sono le intercettazioni telefoniche: ascoltando le conversazioni, agli inquirenti si aprivano ogni volta nuovi scenari. Contravvenzioni stradali che s'arenavano prima di approdare in prefettura, notizie riservate che venivano passate a chi sperava di farci soldi o messe a disposizione di imprenditori, più altre vicende che faticano a trapelare dal riserbo che si è imposto chi sta indagando. L'inchiesta è infatti ancora nel vivo e promette di far lievitare il numero degli indagati (potrebbero arrivare alla cinquantina), logico che le informazioni filtrino con il contagocce.

Il via con gli infermieri «talpa»
L'indagine parte nei primi mesi del 2010 e per un episodio che, riletto alla luce di quanto è poi emerso, fa quasi sorridere. Un cittadino, subito dopo essere stato dimesso da un ospedale della provincia dov'era stato ricoverato in seguito a un incidente stradale, viene contattato da una società che si occupa di ottenere risarcimenti dalle assicurazioni. L'uomo si vede offrire i servizi, ma rifiuta indispettito per l'intromissione nella propria sfera personale. «Ma come avete fatto ad avere i miei dati, chi ve li ha dati?», chiede. Il dipendente della società tergiversa, fa il vago, porge le scuse e prende atto che il signore non è interessato. Ma la cosa non finisce lì. Perché l'automobilista si rivolge alle forze dell'ordine e sporge denuncia. È in questo momento che inizia l'inchiesta. Chi viene incaricato di far luce non sa ancora quali orizzonti gli si spalancheranno. Pensa a un episodio, o quantomeno a un fenomeno, circoscritto. È con questo convincimento che gli investigatori si presentano all'ospedale per acquisire le cartelle cliniche dell'automobilista ferito e i turni del personale utili ad accertare chi aveva la facoltà di procurarsi i suoi dati. Si viene così a conoscenza di una rete di infermieri infedeli, che passano informazioni sui pazienti ricoverati per lesioni da incidente stradale ad alcune ditte specializzate nel recupero dei risarcimenti. La pratica, scopriranno in seguito gli inquirenti, è piuttosto diffusa e forse in voga anche in altri ospedali della Bergamasca. Vengono sequestrati gli elenchi dei feriti e si scopre che molti di loro sono stati contattati dalle stesse società. In pochi si sono chiesti come hanno fatto a risalire alle proprie generalità e, se si sono posti il dubbio, hanno preferito sorvolare. Finiscono così sotto inchiesta alcuni infermieri. Il sospetto è che, in cambio delle «soffiate», ricevessero compensi. Ma il passaggio di denaro o di favori non è per il momento stato accertato e dunque il reato loro contestato resta la violazione del segreto d'ufficio. Intercettando le presunte «talpe», lo spettro dell'inchiesta comincia ad allargarsi. Perché, origliando le conversazioni, gli investigatori incappano in altri presunti reati e in altri nomi.

I carabinieri sotto inchiesta
È in questa fase che l'inchiesta sbarca negli uffici della Compagnia dei carabinieri di Zogno, con il suo carico di veleni e sospetti. Gli elementi raccolti da chi indaga raccontano di una serie di reati commessi da alcuni militari. Quelli più frequenti, secondo le accuse, riguarderebbero le infrazioni del codice della strada e le relative contravvenzioni mai giunte (o giunte solo in parte) sulla scrivania dei superiori e in prefettura. Piccoli favori confezionati occasionalmente per amici o collaudato sistema dietro al quale si celerebbero retribuzioni che, codice penale alla mano, non sarebbero altro che tangenti? Per il momento anche in questo filone non c'è prova che siano corsi denaro o vantaggi indebiti. Ma per gli inquirenti ci sarebbe una collezione di infrazioni – tra verbali taroccati e altre operazioni irregolari – sufficienti a ipotizzare il falso ideologico e materiale e, in qualche caso, pure la corruzione. Perché – è il ragionamento del pm – non è sensato che uno rischi senza avere almeno un piccolo tornaconto.

Tra i carabinieri nei guai c'è anche il capitano Filippo Bentivogli, l'ex comandante della Compagnia brembana, arrivato a Zogno nell'ottobre 2008 dal nucleo operativo radiomobile di Corleone e destinato ad altra sede nel settembre scorso, dopo che da tempo gli era stato recapitato l'avviso di garanzia. All'ufficiale è contestata la violazione del segreto d'ufficio, perché – stando alle accuse – avrebbe fornito alla sua compagna, una nota imprenditrice della Valle, informazioni che sarebbero dovute rimanere riservate. L'indagine sta ora scendendo lungo il Brembo: tra gli indiziati pure un militare della Compagnia di Bergamo, sospettato di essere coinvolto in alcuni dei reati contemplati dall'inchiesta.

Il corvo e il suicidio
Un'inchiesta che s'è forse lasciata dietro una vittima, il brigadiere suicidatosi nel suo ufficio nel novembre 2010. Figurava tra gli indagati e, ipotizza qualcuno, probabilmente non ha retto alla pressione e all'onta, lui che aveva alle spalle una carriera senza macchie. Anche in questo caso è però arduo stabilire se il tragico gesto sia dovuto o meno alle indagini in corso. È invece certo della consequenzialità l'autore delle due lettere anonime fatte circolare in questi mesi. Missive dalla sintassi e dall'ortografia traballanti, ma molto documentate e compilate con parole talmente partecipate che finiscono per sconfinare nell'invettiva contro chi sta indagando e contro alcuni colleghi accusati di fare da quinta colonna agli investigatori. Per questo non è campato per aria supporre che il «corvo» sia proprio un carabiniere. Se non uno di quelli indagati, almeno uno che da questa inchiesta è stato danneggiato.
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Chiude l'ultimo hotel, addio a un'epoca

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San Giovanni Bianco, da L'Eco di Bergamo di Silvia Salvi

San Giovanni Bianco, chiude l'ultimo hotel, addio a un'epoca

Con la chiusura, da oggi, dello storico albergo «Aia», a San Giovanni Bianco si chiude simbolicamente un'epoca. L'epoca di un turismo che non c'è più, per decenni alimentato soprattutto dalla stagione d'oro di San Pellegrino. Ancora fino agli Anni '70 il paese di Arlecchino contava sette alberghi e una decina di ristoranti. Poi il lento declino, in contemporanea con lo spegnersi della stella di San Pellegrino, la chiusura degli storici hotel della stazione termale e il venir meno dei villeggianti. A San Giovanni Bianco solo lo storico albergo «Aia», nei pressi della Corna Albana, lungo la strada per Roncaglia e la Valle Taleggio, aveva resistito ai colpi della crisi turistico-alberghiera.

Restano B&B e agriturismi
Ma ora anche l'ultimo gestore, in pensione, ha gettato la spugna, senza alcuno che prenda in mano la sua eredità. La struttura è in vendita o in affitto da tempo, ma senza esito. San Giovanni Bianco, dunque, senza più nessun albergo, seppure in paese, negli ultimi anni siano comunque sorte altre tipologie di alloggio, dai bed and breakfast agli agriturismi. L'albergo-ristorante resterà chiuso dopo oltre 150 anni di attività, gli ultimi 26 anni dei quali gestiti dalla famiglia di Mosè Bonzi. «Ma speriamo non sia una cosa definitiva – dice il proprietario Gigi Bonzi, cugino di Mosè –. Ci auguriamo che qualcuno si faccia avanti per prendere in affitto o acquistare l'attività, perché con una storia così lunga alle spalle è triste prendere consapevolezza che questo lavoro, che si tramanda di generazione in generazione, finisca così». L'albergo «Aia» sorge in pieno centro di San Giovanni Bianco e prende il nome dalla via dove sorgeva (in seguito intitolata al partigiano Giuseppe Signori), ed esiste almeno da prima del 1850. «Probabilmente ha l'età del casato Bonzi – continua Gigi –. Di certo so che il nonno, nato nel 1841, lo ha gestito fino a quando è subentrato mio papà. Poi lo ha rilevato mia sorella e infine mio cugino Mosè, che lo aveva in gestione dal 1986. Inizialmente era locanda e macelleria, poi è stato trasformato in albergo e ristorante».

Quella degli albergatori è una passione che si tramanda nella famiglia Bonzi: lo stesso Gigi ha aperto e gestito un albergo a Diano Marina, sulla riviera ligure, e il nipote, figlio di Mosè, è cuoco. «Il periodo di maggior affluenza – continua Bonzi – è stato a mio avviso quello tra gli Anni '50 e '60: c'era il treno che raggiungeva la valle e tante famiglie non possedevano ancora un mezzo proprio. Inoltre, la fortuna dell'albergo sono state le aziende: finché c'erano, tanti ospiti erano tecnici di manutenzione e operai che si dovevano fermare a San Giovanni Bianco e nei dintorni».

Dalla Duse all'Europa
«Chiudere dopo 26 anni dispiace davvero tanto – racconta Moira Bonzi, che con papà Mosè, mamma e il fratello Nicola, ha gestito fino a ieri l'albergo –. È un dispiacere perché avevamo ancora tanti clienti affezionati, perlopiù anziani. Spesso si trattava di parenti dei pazienti dell'ospedale. A suo tempo abbiamo ospitato anche gli sfollati del Villaggio, dopo la frana di Briolo, e chi ha vissuto con noi torna spesso a trovarci. Negli ultimi tempi abbiamo avuto tanti stranieri, e grazie anche all'aeroporto di Orio al Serio arrivavano da Francia, Svizzera, Germania, ma anche Lettonia, Brasile, Cuba e Cina». Lontani, ormai lontanissimi – era il 1887 – i tempi in cui a San Giovanni Bianco soggiornarono persino Eleonora Duse e Arrigo Boito, in una casa-albergo poi demolita nel 1996, dove ora c'è il market Pellicano. Così, come accadde in passato, San Giovanni Bianco, ora, resta in attesa della rinascita turistica di San Pellegrino.
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Finte ballerine in realtà prostitute: denunce a S.Pellegrino

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San Pellegrino Terme, da Bergamo News

Finte ballerine, in realtà prostitute: 80 denunce a San Pellegrino Terme

I carabinieri sequestrano il "Royal club" di San Pellegrino. Secondo l'accusa le ballerine si prostituivano nei privè. Denunce ai soci attuali e anche a quelli precedenti: associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione.

Blitz dei carabinieri all'alba di domenica 22 gennaio al Royal Club di San Pellegrino, locale molto frequentato (da soli soci) soprattutto nelle serate di venerdì e sabato, fino all'alba. Il controllo è stato l'ultimo capitolo di un'ampia operazione coordinata dal sostituto procuratore Giancarlo Mancusi, che ha portato alla denuncia di 80 persone, tra soci ed ex soci del club, alcuni di loro amministratori del "Royal" attualmente oppure in passato. Gli 80 denunciati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. L'accusa della procura è che, dietro gli abiti succinti da ballerina di molte ragazze che lavoravano al Royal Club, ci fosse anche l'attività di prostituzione. Prima il ballo, la lap dance e i sorrisi ai clienti, poi il passaggio nei privè del locale, dove probabilmente c'erano rapporti sessuali completi o incompleti, ma comunque dietro compenso del cliente adescato: in entrambi i casi una forma di prostituzione.
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Cade sulle piste a Foppolo Trauma cranico per una 34enne

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Foppolo, Montebello - Alta Valle Brembana.. da L'Eco di Bergamo

Cade sulle piste a Foppolo Trauma cranico per una 34enne

È caduta sulle piste da sci procurandosi un trauma cranico, ma fortunatamente non ha perso conoscenza. È stata trasferita con l'elisoccorso del 118 ai Riuniti di Bergamo la sciatrice di 34 anni che ha avuto un incidente a Foppolo nella mattinata di domenica 5 febbraio. È successo intorno alle 10.30 e la donna è stata subito soccorso e trasferita in ospedale per accertamenti. Le sue condizioni non paiono fortunatamente critiche.
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