di Giovanni Ghisalberti
Si parte con l’iter della progettazione. L’estate prossima i lavori – per due mesi – e, se non vi saranno intoppi, l’apertura nell’autunno 2020. Per il sindaco di Dossena Fabio Bonzi sarà «un attrattore turistico in grado di portare in paese, si stima, 40 mila visitatori». Parliamo del ponte tibetano di Dossena, finanziato (a fondo perduto) da Regione Lombardia per 600 mila euro (all’interno di un pacchetto di altre opere per Dossena di circa 5 milioni di euro). I primi fondi – 120 mila euro – arriveranno a breve. Consentiranno di dare il via alla progettazione. Sessanta giorni per la posa «Serviranno circa sei mesi per avere il disegno definitivo - dice Bonzi - quindi altri 60 giorni per la costruzione e, dall’autunno del prossimo anno, l’auspicio è di aprire al pubblico». Per ora c’è uno studio di fattibilità. «Abbiamo valutato l’idoneità della zona - spiega Bonzi con il suo assessore al Turismo Walter Balicco - con l’ausilio di geologi e tecnici. Nessun problema riguardo alla cava sottostante. Si tratta ora di capire quali i punti migliori per la partenza e l’arrivo del ponte». L’area, però, è decisa: si partirà da una mulattiera dietro la chiesa parrocchiale, quindi, dopo circa 500 metri di ponte (si salirà imbragati e attaccati a una fune), si arriverà o nella zona della cappelletta Avis o dell’ex tiro a volo (chiuso da circa cinque anni). Si intersecherà, stando molto più bassi, i cavi di alta tensione dell’energia elettrica. E si sarà sospesi all’incirca di 150 metri sulla cava di gesso. Di fronte si avranno i monti Alben e Gioco, verso nord si vedrà parte del paese di Dossena, in fondo alla valle, invece, San Pellegrino. Ancora da stabilire l’iter della progettazione, se con un bando o con affidamento diretto. La realizzazione sarà relativamente veloce: di fatto si dovranno costruire i piloni di sostegno sui due versanti della valle, quindi la posa del ponte metallico sospeso sulla cava.
Dalla chiesa si arriverà quindi nella zona panoramica della cappelletta dell’Avis. «L’idea è di valorizzare l’ex tiro a volo - continua Bonzi - in modo da farci un punto ristoro. Così come dovremmo ripristinare i sentieri per il rientro in paese». Il Ponte nel cielo in Val Tartano L’Amministrazione comunale, nel frattempo, si è fatta un’idea del numero di visitatori che una struttura del genere potrebbe portare in paese. Confrontando i dati dei ponti tibetani esistenti in Italia, da quello ora più alto ropa (140 metri), in Val Tartano, Sondrio (il Ponte nel cielo), ad altri in Basilicata e Val d’Aosta. «Abbiamo stimato circa 40 mila persone, facendo una media tra quelli che ne portano 70 mila e quelli che ne portano 30 mila - dice ancora il sindaco -. Quindi, con tale afflusso, non possiamo permetterci di fare arrivare tutte le auto, soprattutto nei fine settimana o comunque nei giorni di maggiore afflusso, nei pressi della parrocchiale. Per questo stiamo valutando aree da destinare a parcheggio, da cui partirebbe poi un bus navetta per il punto di partenza del ponte sospeso». Sarà il più lungo o alto del mondo? Le misure precise, in realtà, si sapranno solo a progetto concluso, condizionate dagli esatti punti di partenza e arrivo. Il più lungo ora è in Svizzera Di sicuro supererà in lunghezza quello in Val Tartano (234 metri), il più vicino a Dossena, e probabilmente supererà anche quello oggi considerato il più lungo del Pianeta (a Randa, Svizzera, 494 metri), ma non quello in costruzione in questi mesi a Castelsaraceno, nel Potentino, di 580 metri. Con i suoi 150 metri, invece, potrebbe diventare il più alto d’Europa. La sfida è aperta.
