Niente ciaspole e skialp sulle piste di Foppolo

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Niente ciaspole e skialp sulle piste di Foppolo

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da L'Eco di Bergamo dell'8 Dicembre 2018 di Giovanni Ghisalberti

Niente ciaspole e skialp sulle piste di Foppolo - Moro: si può convivere

Sicurezza . Lo stop come a Valtorta: «Norma regionale»
Carabinieri pronti alle multe, ieri i primi avvertimenti - L’alpinista: serve tolleranza. Debutto con 600 ingressi


«Buona la prima», dicono dalla direzione di Brembo Super Ski.

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Ieri il comprensorio di Foppolo ha inaugurato la 70a stagione sciistica con 600 sciatori. Oggi e domani ancora piste aperte. Poi lo stop fino a venerdì e la ripresa sabato e domenica prossimi, con l’intenzione di aprire anche Conca Nevosa e Valgussera, in Val Carisole. Centinaia di sciatori ma anche una manciata di scialpinisti (oggi ne sono attesi molti di più), tra cui anche l’atleta della Nazionale italiana, il brembano William Boffelli. E con lui il vice presidente del Cai Alta Valle Brembana Andrea Carminati. Entrambi, con altri amici, sono stati fermati dai carabinieri mentre risalivano i tracciati con le pelli di foca. Da quest’anno, per scialpinisti e ciaspolatori, è infatti previsto un giro di vite anche a Foppolo e Carona. Così come era succesSicurezza . Lo stop come a Valtorta: «Norma regionale» Carabinieri pronti alle multe, ieri i primi avvertimenti L’alpinista: serve tolleranza. Debutto con 600 ingressi so quattro anni fa per chi tentata di risalire i tracciati da Valtorta ai Piani di Bobbio. «Per ora siamo stati solo informati e avvertiti - dice Carminati - poi, ci è stato detto, si passerà alle sanzioni. A questo punto, però, vorremo sapere quali percorsi dobbiamo utilizzare per evitare di attraversare le piste. Si potrebbe salire dalla località Foppelle, zona K2, ma arrivati al passo della Croce, e dovendo raggiungere il Montebello, inevitabilmente si dovrà fare un breve tratto di pista. Se non si avranno un po’ di buon senso e tolleranza per Foppolo potrebbe essere un autogol».

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«C’è una norma regionale che va rispettata - spiegano ancora dalla stazione –. Sulle piste non si può risalire a piedi, con le ciaspole o per lo scialpinismo. Avremo i carabinieri presenti tutti i giorni per i controlli». Invita, invece, a una «convivenza pacifica» l’alpinista Simone Moro, habitué e «sponsor» di Foppolo. Proprio l’alpinista, la scorsa stagione, nell’ambito delle iniziative per il rilancio della stazione, aveva tracciato un itinerario per skialper lontano dalle piste. Si saliva a sinistra della pista della Quarta Baita, da qui si poteva poi proseguire verso il passo di Dordona e ancora verso il Montebello, quindi senza interferire con gli sciatori. «Sono per la convivenza pacifica e il buon senso – spiega Moro –. Risalire a lato della pista potrebbe anche essere consentito. Non mi risultano incidenti con gli impianti aperti; più probabili, invece, di notte con qualche gatto delle nevi. L’invito, comunque, è rivolto anche gli scialpinisti: si fermino qualche volta di più a consumare un panino o a bere un caffè nei locali. Magari saranno più benvoluti anche se risaliranno a lato pista senza pagare lo skipass».
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Scialpinisti: via dalle piste

Messaggio da IW2LBR »

Scialpinisti: via dalle piste - Pericolo reale, pure di sera

La querelle. Dopo il caso di Foppolo interviene il presidente regionale degli impiantisti: col buio peggio, i tracciati sono cantieri a tutti gli effetti

«Dubbi non ce ne sono. C’è una normativa regionale che, a sua volta, riprende una legge nazionale. Sulle piste da sci da discesa non possono salirci scialpinisti, ciaspolatori e pedoni. Neppure a bordo pista». Massimo Fossati è presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari di Lombardia e amministratore di Imprese turistiche barziesi (Itb) che gestisce il comprensorio di Valtorta-Piani di Bobbio. Sulla questione scialpinisti è decisamente categorico. «Per motivi di sicurezza – dice – e perché va rispettata la legge: le forze dell’ordine possono intervenire e sanzionare eventuali trasgressori».

Carabinieri e sanzioni
La querelle torna a far discutere all’indomani del «giro di vite» applicato già dal primo giorno di apertura alla stazione sciistica di Foppolo: scialpinisti che sono stati avvertiti dai carabinieri di eventuali future sanzioni in caso di mancato rispetto della normativa in questione. Con il mondo dello sci diviso: c’è chi vorrebbe più tolleranza consentendo a ciaspolatori o skialper di risalire a bordo pista e chi, invece, li vuole fuori in ogni caso. «Per pista si intende anche il bordo - continua Fossati - . E la legge parla chiaro. So di sollevare le critiche di tanti, magari di chi è legato al mondo dei Cai. Ma non sono i gestori degli impianti che, a discrezione, impongono una norma: le forze dell’ordine possono intervenire. Peraltro, si tratta di un problema generale delle stazioni sci, chi meno e chi più. Ci sono centri sciistici, come il Pora, per esempio, dove l’afflusso di skialper è notevole. Tra l’altro, accentuato, come in questo periodo, dove si scia quasi esclusivamente su neve programmata, quindi in genere con tracciati più stretti. Ovvio, che, in mancanza di neve gli scialpinisti cercano le piste innevate».

«Non è una questione di soldi»
«Non è però una questione economica - continua il presidente di Anef - . Non si vogliono allontanare gli scialpinisti perché non pagano, ma per questione di buon senso e sicurezza. A maggior ragione il divieto è valido dalla chiusura degli impianti fino alle 23, quando le piste sono, a tutti gli effetti dei cantieri, con battipista e verricelli in azione. Pensiamo a cosa potrebbe succedere in caso di rottura di un verricello (utilizzato per aiutare il battipista a risalire, ndr). L’autista riuscirebbe a ripararsi ma un eventuale scialpinista sul tracciato sarebbe devastato dalla forza della fune». Servono tracciati alternativi Di fronte al divieto, allora, gli scialpinisti hanno chiesto a più riprese percorsi alternativi per evitare di intersecare le piste da discesa. Come quello, peraltro, tracciato l’anno scorso a Foppolo da Simone Moro (dal piazzale alberghi al Dordona e da qui verso il Montebello). «È vero, la stessa normativa - prosegue Fossati - invita i gestori di impianti, eventualmente a predisporre dei percorsi ad hoc per chi vuole risalire le piste a piedi, con le ciaspole o gli sci. Ma un tracciato a bordo pista sarebbe comunque pericoloso. E, perdipiù, essendo stato predisposto dallo stesso gestore degli impianti, questi dovrebbe assumersene la responsabilità. Anche di quanto dovesse succedere, un incidente per esempio. Quindi il percorso andrebbe protetto, con delle reti. Alla fine, non essendovi un ritorno economico, nessun gestore predispone tracciati ad hoc per gli scialpinisti». E conclude: «Le aree sciabili in Italia costituiscono lo 0,4% del territorio montano. Non si capisce perché, a volte, gli scialpinisti insistano per volere percorre le piste riservate a chi fa discesa. Hanno, direi, un ampio territorio a disposizione». Naturalmente quando non vi sono pericoli di valanghe.
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lucaserafini
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Re: Scialpinisti: via dalle piste

Messaggio da lucaserafini »

IW2LBR ha scritto:Scialpinisti: via dalle piste - Pericolo reale, pure di sera

La querelle. Dopo il caso di Foppolo interviene il presidente regionale degli impiantisti: col buio peggio, i tracciati sono cantieri a tutti gli effetti

«Dubbi non ce ne sono. C’è una normativa regionale che, a sua volta, riprende una legge nazionale. Sulle piste da sci da discesa non possono salirci scialpinisti, ciaspolatori e pedoni. Neppure a bordo pista». Massimo Fossati è presidente dell’Associazione nazionale esercenti funiviari di Lombardia e amministratore di Imprese turistiche barziesi (Itb) che gestisce il comprensorio di Valtorta-Piani di Bobbio. Sulla questione scialpinisti è decisamente categorico. «Per motivi di sicurezza – dice – e perché va rispettata la legge: le forze dell’ordine possono intervenire e sanzionare eventuali trasgressori».

Carabinieri e sanzioni
La querelle torna a far discutere all’indomani del «giro di vite» applicato già dal primo giorno di apertura alla stazione sciistica di Foppolo: scialpinisti che sono stati avvertiti dai carabinieri di eventuali future sanzioni in caso di mancato rispetto della normativa in questione. Con il mondo dello sci diviso: c’è chi vorrebbe più tolleranza consentendo a ciaspolatori o skialper di risalire a bordo pista e chi, invece, li vuole fuori in ogni caso. «Per pista si intende anche il bordo - continua Fossati - . E la legge parla chiaro. So di sollevare le critiche di tanti, magari di chi è legato al mondo dei Cai. Ma non sono i gestori degli impianti che, a discrezione, impongono una norma: le forze dell’ordine possono intervenire. Peraltro, si tratta di un problema generale delle stazioni sci, chi meno e chi più. Ci sono centri sciistici, come il Pora, per esempio, dove l’afflusso di skialper è notevole. Tra l’altro, accentuato, come in questo periodo, dove si scia quasi esclusivamente su neve programmata, quindi in genere con tracciati più stretti. Ovvio, che, in mancanza di neve gli scialpinisti cercano le piste innevate».

«Non è una questione di soldi»
«Non è però una questione economica - continua il presidente di Anef - . Non si vogliono allontanare gli scialpinisti perché non pagano, ma per questione di buon senso e sicurezza. A maggior ragione il divieto è valido dalla chiusura degli impianti fino alle 23, quando le piste sono, a tutti gli effetti dei cantieri, con battipista e verricelli in azione. Pensiamo a cosa potrebbe succedere in caso di rottura di un verricello (utilizzato per aiutare il battipista a risalire, ndr). L’autista riuscirebbe a ripararsi ma un eventuale scialpinista sul tracciato sarebbe devastato dalla forza della fune». Servono tracciati alternativi Di fronte al divieto, allora, gli scialpinisti hanno chiesto a più riprese percorsi alternativi per evitare di intersecare le piste da discesa. Come quello, peraltro, tracciato l’anno scorso a Foppolo da Simone Moro (dal piazzale alberghi al Dordona e da qui verso il Montebello). «È vero, la stessa normativa - prosegue Fossati - invita i gestori di impianti, eventualmente a predisporre dei percorsi ad hoc per chi vuole risalire le piste a piedi, con le ciaspole o gli sci. Ma un tracciato a bordo pista sarebbe comunque pericoloso. E, perdipiù, essendo stato predisposto dallo stesso gestore degli impianti, questi dovrebbe assumersene la responsabilità. Anche di quanto dovesse succedere, un incidente per esempio. Quindi il percorso andrebbe protetto, con delle reti. Alla fine, non essendovi un ritorno economico, nessun gestore predispone tracciati ad hoc per gli scialpinisti». E conclude: «Le aree sciabili in Italia costituiscono lo 0,4% del territorio montano. Non si capisce perché, a volte, gli scialpinisti insistano per volere percorre le piste riservate a chi fa discesa. Hanno, direi, un ampio territorio a disposizione». Naturalmente quando non vi sono pericoli di valanghe.

Vorrei cercare di dare il mio contributo ragionato e pacato a questa discussione, per capire se le due posizioni che si contrappongono (gestori degli impianti e sci-alpinisti) possano trovare una conciliazione, una qualche forma di compromesso che però sia rispettosa delle leggi, non un tentativo di aggirarle... per cui partiamo dalle leggi in vigore e cerchiamo di capire con precisione cosa dispongono in materia di piste da sci e impianti di risalita.

Ma prima dell'analisi dei regolamenti regionali mi sento in diritto di richiamare due punti fondamentali:

1) lo sci-alpinismo è nato ben prima degl impianti di risalita, ed i percorsi di salita e discesa che si sono consolidati nel tempo (diciamo almeno un secolo) sono frutto di svariate generazioni di sci-alpinisti che hanno affinato con l'esperienza, sia personale, sia di gruppo e di club, le rotte più adatte a minimizzare i rischi di valanghe. Insomma gli itinerari di sci-alpinismo vanno considerati a tutti gli effetti un patrimonio sociale e culturale, degno di essere conservato e preservato (il che non vuol dire che non possa essere modificato e migliorato nel tempo).

2) i gestori degli impianti di risalita hanno investito e investono capitali, risorse finanziarie ed umane nello sviluppo di strutture di ricezione e di sport che pure formano in modo consolidato un patrimonio economico, sociale e culturale da preservare e rispettare. Sono titolari di concessioni onerose e responsabili per la sicurezza e in generale per ciò che avviene all'interno delle areee in concessione, e questo non va sottovalutato.

La Legge Regionale 1 ottobre 2014, n. 26 stabilisce le "Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive, dell'impiantistica sportiva e per l'esercizio delle professioni sportive inerenti alla montagna". Chiunque la può leggere al sito web delle nostra Regione, in particolare al link

http://normelombardia.consiglio.regione ... 4100100026

Ne consiglio la lettura, molto istruttiva e informativa. In particolare l'Articolo 14, al Comma 4 recita:

Articolo 14, Comma 4:
4. La risalita della pista a piedi, con gli sci ai piedi o con le racchette da neve è di norma vietata. Essa è ammessa previa autorizzazione del gestore dell'area sciabile attrezzata o, in mancanza di tale autorizzazione, in caso di urgente necessità e deve comunque avvenire ai bordi della pista

E l'Articolo 15, al Comma 2 stabilisce le sanzioni in caso di violazioni.

Articolo 15, Comma 2:
Ferma restando l'applicazione delle sanzioni penali ove il fatto costituisca reato, l'inosservanza delle regole di comportamento di cui all'articolo 14 comporta l'applicazione delle seguenti sanzioni:
a) da 30 euro a 150 euro per il mancato utilizzo del casco protettivo (per i minori di 14 anni, ndr);
b) da 250 euro a 1.000 euro per l'omissione di soccorso;
c) da 25 euro a 250 euro per la violazione di una delle altre regole.

Quindi fino a 250 euro di multa per lo sci-alpinista che salga lungo le piste di sci. Ma... senza autorizzazione! Quindi non è del tutto esatto affermare

"Ma non sono i gestori degli impianti che, a discrezione, impongono una norma: le forze dell’ordine possono intervenire"

Infatti il Comma 4 è chiaro: la Legge Regionale n.26 prevede che lo sci-alpinista (o il ciaspolatore) possa risalire a bordo pista qualora il
gestore gli conceda l'autorizzazione. Senza autorizzazione la risalita è vietata.

E per completezza va chiarito che ciò può avvenire solamente durante l'orario di esercizio e di apertura delle piste. Infatti il Regolamento Regionale
successivo alla Legge n.26, datato 29 settembre 2017, sempre consultabile al sito delle Regione, all'Articolo 40 prevede:

Regolamento Regionale 29 settembre 2017, n. 5
Regolamento di attuazione della legge regionale 1° ottobre 2014 n. 26 'Norme per la promozione e lo sviluppo delle attività motorie e sportive, dell'impiantistica sportiva e per
l'esercizio delle professioni sportive inerenti alla montagna'

Art. 40
(Regolazione dell'accesso alle piste)
1. Salvo quanto previsto al comma 2:
a) le piste da discesa sono aperte al transito degli utenti dall'orario di apertura dei rispettivi impianti serventi sino a quindici minuti successivi alla loro chiusura;

2. È disposta la chiusura degli accessi delle piste, anche durante gli orari di cui al comma 1, in tutte le situazioni di
potenziale pericolosità, anche temporanea, con particolare riferimento a:
a) situazioni nelle quali non è possibile garantire le attività di delimitazione, protezione, controllo, messa in
sicurezza o apprestamento del soccorso;
b) pericolo derivante da condizioni ambientali e climatologiche;
c) pericolo di distacco di valanghe;
d) svolgimento di operazioni di battitura con mezzi meccanici e altre operazioni potenzialmente pericolose;
e) svolgimento di gare o allenamenti

Quindi è corretto ribadire che dopo l'orario di chiusura delle piste (in effetti con 15 minuti di "bonus") è fatto divieto assoluto di percorrere le suddette piste con qualsivoglia mezzo di locomozione, in quanto in questo caso si configura un ovvio problema di sicurezza, come correttamente ricordano i gestori degli impianti (quando le piste diventano dei "cantieri" nessuno è autorizzato ad entrarci tranne gli addetti ai lavori).

Conclusione? I gestori potrebbero rilasciare, con modalità da stabilirsi e concordarsi (e dietro adeguato corrispettivo?), delle autorizzazioni agli sci-alpinisti e ciaspolatori per risalire le piste negli orari di apertura e a bordo pista, e la "querelle" sarebbe chiusa.

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Re: Niente ciaspole e skialp sulle piste di Foppolo

Messaggio da Skiador »

In molti conosceranno la mia passione per lo scialpinismo. Ciò nonostante credo che il cosiddetto buonsenso già tirato in ballo in diverse occasioni in passato anche da alcuni esponenti del CAI (nel caso di Valtorta criticando pubblicamente sui giornali l'operato delle forze dell'ordine!), possa essere applicato solo se gli scialpinisti fossero una ristretta cerchia di persone estremamente caute e conscie dei pericoli derivanti dall'attraversamento piste. La realtà e' che gli scialpinisti negli ultimi anni stanno aumentando considerevolmente. Il chiudere un occhio alle regole (leggi nazionali in questo caso), porterebbe inevitabilmente alcuni scialpinisti a non rispettarle affatto, infrangendo il tanto blasonato buonsenso. Di conseguenza il rischio di incidenti diventerebbe veramente elevato. Godiamoci questo sport meraviglioso, aspettando che la neve naturale consenta il vero scialpinismo che anche il CAI dovrebbe limitarsi a promuovere, non promuovendo la risalita a bordo pista su neve artificiale con gli sciatori che ti sfrecciano a pochi metri, questo non e' scialpinismo!
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Re: Niente ciaspole e skialp sulle piste di Foppolo

Messaggio da CadeSpi »

Skiador ha scritto:questo non e' scialpinismo!
Infatti è un altra cosa.

Ski-fitness, sci-pistismo, sci-escursionismo...ben diverso dallo scialpinismo. Ma con un numero di praticanti sempre in crescita, dalla tutina accanita che vuol fare allenamento alla signora che vuol raggiungere il rifugio sfoggiando la nuova tenuta outdoor tanto trendy. Fatto sta che ci stanno diverse oppurtunità dentro questo fenomeno. Non solo di frequentazione diurna, perchè tanti appassionati sono disponibili a salire con le pelli e fare una bella cena in rifugio in diverse serate infrasettimanali. uindi, a prescindere per un attimo dal discorso legislativo dove peraltro - e non poteva essere diversamente - la sintesi di Serafini è la stessa a cui eravamo arrivati anni fa su on-ice, è una grave miopia non sfruttare adeguatamente il potenziale per una stazione pericolosamente a rischio come Foppolo.

Come diceva Andrea, Foppolo ha un percorso alternativo per la risalita che attraversa solo per breve tratto la pista nei pressi del passo della Croce. Si tratta di rendere agibile quello o di aspettare che arrivi la neve dove manca. La discesa dalla piste (non la risalita) non può essere bloccata o sanzionata a piste aperte. Il problema è la discesa notturna..e qui tutto sta alla volontà del gestore delle piste..perchè è vero che le piste chiuse sono un cantiere. Ma è altrettanto vero che il gestore può individuare le condizioni (orario e piste) lungo le quali può essere effettuata eccezionalmente la discesa notturna. Basterebbero un paio di sere a settimane per tenere proficuamente aperti i rifugi e nutrire un movimento interessante. Siamo alle solite secondo me: non è una questione di soldi applicare un divieto, nel senso che gli "scipististi" non pagano gli impianti, è una questione di soldi nel senso che è interesse delle stazioni moltiplicare le opportunità di guadagno. Ma forse chiedere questa mentalità commerciale ai commissari è chiedere troppo.
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Re: Niente ciaspole e skialp sulle piste di Foppolo

Messaggio da Skiador »

CadeSpi ha scritto:Ma con un numero di praticanti sempre in crescita, dalla tutina accanita che vuol fare allenamento alla signora che vuol raggiungere il rifugio sfoggiando la nuova tenuta outdoor tanto trendy.
La tutina accanita, in mancanza di neve, o aspetta che la neve cada (e di sicuro, anche negli anni di magra, da Gennaio a Maggio ne cade sempre piu' che a sufficienza sulle Orobie) o puo' sempre andare ad allenarsi in palestra (della serie..rulli sulla posizione di pendenza massima e pedala!) o correre all'aperto in salita o skiroll. Invece, delle signore che vogliono usare le piste in salita per raggiungere il rifugio sfoggiando la nuova tenuta, beh..fracamente.. possiamo (detto gentilmente..) farne anche a meno!

Poi, come gia' detto sopra, a pochi Km da Foppolo, c'e' San Simone che quest'anno ha le sue piste inutilizzate gia' innevate a sufficienza per le esigenze delle tutine & C.
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Re: Niente ciaspole e skialp sulle piste di Foppolo

Messaggio da CadeSpi »

Skiador ha scritto:
CadeSpi ha scritto:Ma con un numero di praticanti sempre in crescita, dalla tutina accanita che vuol fare allenamento alla signora che vuol raggiungere il rifugio sfoggiando la nuova tenuta outdoor tanto trendy.
La tutina accanita, in mancanza di neve, o aspetta che la neve cada (e di sicuro, anche negli anni di magra, da Gennaio a Maggio ne cade sempre piu' che a sufficienza sulle Orobie) o puo' sempre andare ad allenarsi in palestra (della serie..rulli sulla posizione di pendenza massima e pedala!) o correre all'aperto in salita o skiroll. Invece, delle signore che vogliono usare le piste in salita per raggiungere il rifugio sfoggiando la nuova tenuta, beh..fracamente.. possiamo (detto gentilmente..) farne anche a meno! Poi, come gia' detto sopra, a pochi Km da Foppolo, c'e' San Simone che quest'anno ha le sue piste inutilizzate gia' innevate a sufficienza per le esigenze delle tutine & C.
La tutina accanita non aspetta la neve per fare l'allenamento. E la/lo scipistista modella/o non va a a S.SImone a sentir l'eco della sua voce.
Ma poi anche chi, fuor di macchietta, non vuol fare vero scialpinismo eroico ma solo un po' di sano movimento aerobico e mangiare in Terrazza o al Terrerosse o al Mirtillo sarà pure un cliente appetibile o no?!
Che poi magari l'anno prossimo potrebbe diventare l'unico cliente possibile e sarebbe molto saggio tenerselo caro.
Con percorsi dedicati e con tutte le limitazioni di sicurezza che è giusto e doveroso imporre. Lo sai che Salewa voleva riconvertire un intera vallata a un centro turistico solo per attività outdoor smantellando la maggior piante degli impianti? (progetto bocciato ma indicativo delle attese di chi segue il business)

Quello che voglio dire è di cercare di non vedere un problema dove invece c'è una GRANDE opportunità.
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Re: Niente ciaspole e skialp sulle piste di Foppolo

Messaggio da Skiador »

Le opportunità si possono creare anche senza infrangere le regole, con il rischio che si infranga magari anche qualche cranio. Anche il CAI dovrebbe capirla e battersi solo e unicamente affinché le stazioni creino, ove possibile, percorsi dedicati. Ma veramente dedicati, evitando a tutti i costi attraversamenti di pista o anche solo la troppa vicinanza tra gli scialp in salita e sciatori in discesa.
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Re: Niente ciaspole e skialp sulle piste di Foppolo

Messaggio da lucaserafini »

Skiador ha scritto:Le opportunità si possono creare anche senza infrangere le regole, con il rischio che si infranga magari anche qualche cranio. Anche il CAI dovrebbe capirla e battersi solo e unicamente affinché le stazioni creino, ove possibile, percorsi dedicati. Ma veramente dedicati, evitando a tutti i costi attraversamenti di pista o anche solo la troppa vicinanza tra gli scialp in salita e sciatori in discesa.
Non si può non concordare: percorsi dedicati (ma veramente dedicati) che evitino attraversamenti e sovrapposizioni tra chi sale e chi scende sono un requisito essenziale per evitare situazioni di rischio che anche la legge ha voluto evitare. Non si può anche non considerare il punto di vista dei gestori, che autorizzando eventuali risalite lungo le piste si assumerebbero responsabilità per rischi non necessari: chi gliela fa fare?. Ma... forse la soluzione migliore è proprio quella prevista dalla legge, cioè la divisione del territorio: se è vero che la superficie coperta dalle piste rappresenta una percentuale molto piccola del territorio alpino (forse inferiore al 1%), beh, agli sci-alpinisti resta tutto il resto, che è tanto !! a_14
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