Parravicini, una storia lunga 80 anni Domani al Calvi sfida per 60 coppie
1936-2016 ottant’anni di storia dello sci alpinismo. È questo il motto che campeggia sul volantino di presentazione del Trofeo Parravicini che andrà in scena domani mattina in quello splendido anfiteatro naturale che è la conca del Rifugio Calvi sopra Carona. Mitica gara a squadre di sci alpinismo in tecnica classica, il Parravicini ha visto la sua prima edizione il 5 aprile del 1936. Da allora, nonostante qualche interruzione per i capricci del meteo o peggio per vicende belliche, per ben 67 volte si è rinnovato il mito di questa classicissima per eccellenza che, ad eccezione forse del Mezzalama, non ha eguali nel panorama dello ski-alp italiano. Nato per commemorare la memoria di Agostino Parravicini, un ventenne morto nell’estate del 1935 a Cima Zocca, «ha fatto la storia dello sci alpinismo attraversando il secolo scorso e giungendo ai giorni nostri grazie all’impegno profuso dallo sci club Cai di Bergamo con cui collaborano attivamente Comune e Pro Loco di Carona e che esiste per trasmettere ai giovani la conoscenza dello sci alpinismo», le parole con cui Giovanni Mascardi presidente del sodalizio organizzatore ama presentare il Parravicini.
«Lungo il crinale spartiacque delle Valli Brembana e Seriana, che va da Monte Grabiasca al Pizzo Madonnino ed è superba cornice ad oriente del Rifugio Fratelli Calvi, si è svolta una nuova ed interessante gara sci-alpinistica per la disputa del “Trofeo Parravicini” – si legge su una cronaca dell’epoca che prosegue – la competizione, arditamente concepita, è la prima del genere in Lombardia e la seconda in Italia dopo il Trofeo Ottorino Mezzalama […] è una prova riservata agli atleti alpinisti e sciatori al fisico perfetto, dotati di buona tecnica sciistica ed esperti della montagna invernale». «Da allora poco è cambiato sottolinea Mascadri – abbiamo solo aggiornato il percorso per assecondare le esigenze degli atleti moderni diminuendo i tratti da percorrere con gli sci nello zaino, ma il fascino rimane sempre quello, grazie anche al silenzio di questa conca così isolata dai centri abitati». «L’innevamento è buono spiega Luca Pirola, il referente tecnico - e permetterà di gareggiare sul tracciato classico che, come vuole la tradizione partirà a pochi metri dalla porta d’entrata del Rifugio Calvi per affrontare nell’ordine Grabiasca, Reseda, Madonnino, Cabianca e tornare al Calvi dove è posto l’arrivo dopo 18 km e 1.900 metri di dislivello. Non resta che sperare che il meteo ci dia una mano novità di quest’anno i due percorsi dedicati a Juniores e Cadetti sperando di avvicinarli a questo meraviglioso mondo. Delle 60 coppie iscritte una decina sono di giovani e questo ci fa molto piacere». Il via alle 9, tra i favoriti della vigilia c’è una coppia tutta bergamasca formata dall’esperto Pietro Lanfranchi e della speranza William Boffelli, chissà che finalmente il Parravicini non torni a sorridere ai colori orobici da troppo tempo lontani dal primo gradino del podio. Il Parravicini è anche valido come ultima prova del circuito provinciale di ski-alp; al termine verrà assegnato il titolo di campione provinciale Fisi di sci alpinismo.
sì Fabius, la gara si è svolta, gli atleti sono partiti sotto la pioggia e hanno terminato le loro fatiche sotto la pioggia..... (il menù del giorno comprendeva anche nevischio e grandine.... ).
Vincere non vuol dire arrivare primo. Non vuol dire battere gli altri. Vincere è battere se stessi. Superare il proprio corpo, i propri limiti e le proprie paure. Vincere vuol dire superare se stessi e realizzare i propri sogni.
Kilian Jornet
andrea.brembilla ha scritto:Ma che sfiga sempre il Parravicini... incredibile la sequela di anni tutti col brutto tempo!
Resistere, mi raccomando!
io avrei una proposta: spostiamo questa manifestazione alla fine di novembre, così sicuramente avremo la neve per aprire la stagione sciistica
Vincere non vuol dire arrivare primo. Non vuol dire battere gli altri. Vincere è battere se stessi. Superare il proprio corpo, i propri limiti e le proprie paure. Vincere vuol dire superare se stessi e realizzare i propri sogni.
Kilian Jornet
Purtroppo il periodo in cui si corre la gara (primavera quasi inoltrata) coincide di solito con quello in cui sulle Orobie c'è di solito maggiore instabilità (Aprile) quindi è più facile che ci sia tempo brutto che bello ; bisogna solo sperare nella fortuna di beccarsi quella finestra stabile......
; dove si vede l'elenco iscritti
