(vedi risposta di bremboski qui sotto, tratta da: forum/viewtopic.php?t=1088&postdays=0&p ... &start=700 )
bremboski ha scritto:La legge 363/03 del 24 dicembre 2003 "Legge quadro nazionale sulla sicurezza sulle piste da sci" vieta il fuoripista con qualsiasi mezzo. Il gestore degli ipianti di risalita NON E' TENUTO ad esporre cartelli specifici, mentre DEVE esporre le famose 10 regole sulla sicurezza (ex "decalogo dello sciatore", da applicarsi anche allo snowboard e allo sciatore fondista). Più esattamente, la legge dice che il gestore "è tenuto a darne adeguata informazione all'utente".
Non dice però come. La Regione Lombardia ha legiferato in materia, attenendosi ai principi della Legge quadro e non ha modificato le regle per il "fuori pista", specificando solo che per chi lo affronta è necessario l'uso deall'ARVA (apparecchio per la ricerca in valanga). La materia, però, è molto vaga e non ci sono regole ben chiare in proposito. Ad esempio: la parte di manto nevoso che confina con una pista battuta è da considerarsi "fuori pista" o semplicemente terreno coperto da neve non battuta? Il concetto vero del "fuori pista" deve attribuirsi a tutto ciò che non è batutto oppure ci sono spazi discrezionali (come quello citato, come i raccordi citati a San Simone e in mille altri posti)?
C'è stato un primo momento in cui la regola veniva applicata in modo restrittivo, con una conseguente "valanga" di ricorsi. Oggi sta prevalendo il criterio discrezionale del buon senso: se il responsabile della sicurezza sulle piste (nominato ai sensi della legge 363/03) stabilisce la pericolosità di un pendio con neve non battuta, adiacente al sistema delle piste battite, deve indicarlo agli utenti con apposita segnaletica. Concordo con chi ha posto il quesito che è un mezzo caos: fortunatamente la regola non viene applicata alla lettera.
In ogni caso, alla fine di tutto e' sempre il buonsenso, come da te del resto gia' citato, che fa la vera differenza tra chi esercita rispetto per gli altri, per se stesso e per la montagna e chi invece se ne infischia di tutto mettendo a repentaglio anche la vita degli altri in condizioni proibitive e magari con tagli netti appena sopra le piste, per giunta quando l'indice pericolo valanghe e' pari o superiore a 3.
A proposito, per chi vuole andarsela proprio a cercare anche con pericolo valanghe marcato mettendo pero' a repentaglio solo la propria di vita (che poi non e' proprio vero, perche' i soccorritori comunque si attiverebbero in ogni caso e anche loro, seppur in misura notevolmente inferiore, rischiano di proprio), consiglio diverse varianti che partono subito dall'arrivo dello skilift Camoscio in direzione lago Arale che non si trovano al di sopra di nessuna pista (a meno di eventuali ulteriori piste che al momento non ho mai visto battute).
A parte gli scherzi, trattasi sicuramente di bellissimi fuori-pista (e molto spesso con powder) da fare invidia ad Alagna freeride (dove spesso e' tutto gia' "tritato" dopo poche ore dall'ultima nevicata), ma da affrontarsi, a mio modesto parere, con pericolo che non superi mai il 2 e sempre con ARVA (e meglio ancora anche pala, sonda e casco) con se'. Occhio ai salti di roccia assolutamente evitabili tramite 3-4 bellissime varianti facilmente individuabili mentre si sale con la prima seggiovia da San Simone. Se si vuole arrivare fin quasi il lago, essere pronti a racchettare un po' verso la pista di raccordo per San Simone (sotto la seggiovia) oppure, se si e' rimasti tutto a destra scendendo (sin dalla partenza - tratto che da' tutto verso nord e + ripido), consiglio di non abbassarsi troppo fino al lago e di tagliare, ogni tanto un po' tra i rovi se non la si azzecca proprio, verso l'arrivo dello skilift Arale in direzione sud-est.
Ripeto, se non si ha almeno l'ARVA con se' con qualsiasi condizione di neve, rimanere a casa o godersi le belle e sempre molto ben preparate piste di San Simone.
Ciao