Sciare a Foppolo-Carona SKI

Situazione impianti, nuovi progetti e sviluppi delle stazioni sciistiche di Foppolo, San Simone, Carona, Piazzatorre e Valtorta/ Piani di Bobbio.

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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone

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dal reportage di Maurizio Scalvini alcune immagini di questi giorni della Valcarisole

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Conca Nevosa

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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone

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da L'Eco di Bergamo

«La mia Foppolo può tornare grande con i bambini

L’intervista. Dall’Inter all’impegno per i ragazzi poveri nel mondo. Il «ritorno a casa» di Massimo Moretti «Da sempre il luogo dei baby-sciatori, tornerà a esserlo»

La novità più significativa del circo bianco orobico, quest’anno, si chiama Massimo Moretti e ha 63 anni. Inutile girarci attorno: la sua discesa in campo, a giugno, ha lasciato tutti in un misto di incredulità e scetticismo. Eppure, nel corso dei mesi, il progetto dell’ex ad dell’Inter, bergamasco originario di Pignolo (e che a Pignolo, dopo molte peregrinazioni, è tornato con la sua famiglia), ha preso forma. E il primo obiettivo di Moretti si è realizzato: cambiare lo sguardo su Foppolo, lasciare da parte le delusioni e le tensioni degli ultimi anni e tornare a guardare con positività all’alta valle. Detto in due parole: ricominciare a sognare...

... Con i piedi per terra, però, vero Moretti?
«Vede, credo che ci siano almeno 150 modi diversi per investire nel mercato immobiliare in senso profittevole, e Foppolo non è tra questi. Ma noi vogliamo che torni ad esserlo».

E come?
«Mi sono dato cinque anni di tempo. Mi aspetto che sarà faticoso, ma so anche che non devi fermarti alle prime difficoltà, io ci metto tutto l’impegno possibile».
Chi ci ha provato prima di lei non ha avuto molta fortuna... «Ne sono consapevole, conosco molto bene la situazione di Foppolo (che viene da quattro fallimenti). E a Foppolo mi conoscono tutti. Ci venivo da ragazzino a sciare, è stata la mia seconda casa».

Viene spontanea la domanda: chi gliel’ha fatto fare?
«È quello che mi ha detto il mio commercialista Paolo Cesaroni, quando gli ho annunciato che volevo investire su Foppolo... Poi è diventato il principale attore della difficile trattativa con i curatori».

Pare che il suo entusiasmo abbia qualcosa di contagioso, è riuscito a coinvolgere anche Roberto Amaddeo di «Mimmo» nel rilancio della ristorazione e Simone Moro per le attività all’aperto...
«Nel mio lavoro ho sempre messo davanti a tutto l’ascolto dei miei interlocutori. Ho portato lo scudetto a Milano, con l’hockey, ho partecipato alla privatizzazione dello stadio di San Siro, ho realizzato il forum di Assago, il primo palasport nel senso moderno del termine...»

E poi c’è stato l’Inter.
«Sì, di quella stagione mi piace ricordare l’impegno speso come presidente del progetto sociale Inter Campus, carica che ho lasciato tre anni fa. Ho girato tutto il mondo, dalle discariche del Paraguay alle favelas del Brasile, da Israele e Palestina al Libano degli Hezbollah, fino agli orfanotrofi della Romania. Non andavamo a caccia di talenti, ma il nostro obiettivo era cercare di dare un contributo ai problemi che incontravano i bambini nella vita di tutti i giorni. Ne abbiamo incontrati 20 mila, in 22 Paesi del mondo. L’ho fatto per mia figlia Marta, morta due anni fa dopo 25 anni trascorsi a letto. Da lei ho capito che ogni esistenza ha un senso. Questa, in breve, è la mia storia, ritengo sia fondamentale per capire come mi stia muovendo a Foppolo».

Lei ha vissuto molti anni in Brasile, cosa l’ha spinta a tornare a Bergamo?
«Vorrei stare vicino a mia madre anziana. E poi sono legato alle mie radici. A Foppolo ho trovato lo stesso paesaggio di quando ero ragazzino, ma tutto molto più desolato e vuoto. Allora c’erano Celentano, Mike Bongiorno... I bergamaschi che sciavano dicevano “vado a Celerina” o “vado a Foppolo”... Oggi di Foppolo quasi ci si vergogna».

È stato il sindaco Beppe Berera a chiederle di intervenire?
«Beppe è un amico, suo padre era il mio maestro di sci, lo conosco da una vita. Mi ha chiesto di incontrare Giacomo Martignon (titolare del Belmont, ndr) e devo dire che con Giacomo è nata subito un’intesa perfetta, siamo tutti e due legati alle nostre famiglie. Tutto è partito dal salvataggio del Belmont (un’operazione da sei milioni di euro, ndr) per permettere di continuare i lavori. Ma quello è stato solo l’inizio».

Il fatto che il sindaco sia indagato nell’inchiesta sul rogo doloso della seggiovia e per l’asta della cabinovia rappresenta un problema?
«Se avesse portato via un euro, sarebbe un ladro, e se è stato un cattivo amministratore, non lo eleggeranno più... ma io gli rimarrei amico. Dal punto di vista personale e professionale, l’inchiesta non rappresenta un problema».

Ci spieghi il suo progetto di rilancio.
«L’obiettivo è creare un prodotto diverso dall’Alto Adige, ma che allo stesso tempo possa essere più competitivo. È chiaro che un albergo, per quanto bello, non cambia le sorti di una località...».
Per questo ha deciso di puntare sulle seconde case? «A Foppolo la speculazione è stata fatta, come in tutte le valli bergamasche. Oggi ci troviamo con 1.300 appartamenti, la metà dei quali completamente “spenti”. Come Devil Peak (la società del Belmont in cui è subentrato, ndr), potremmo costruire altri quattro alberghi, ma a che scopo? Preferisco cercare di utilizzare quello che c’è. Abbiamo già incontrato 200 persone, titolari di seconde case: proponiamo di gestire gli alloggi per quattro anni e con 16 mila euro per ognuno li ammoderniamo e li rendiamo appetibili per i turisti. Tra quattro anni o li riscattiamo, o i proprietari se li riprendono, rimessi a nuovo. Stesso schema di acquisto abbiamo utilizzato per l’albergo Cristallo. Un conto è arrivare dagli operatori con qualche decina di posti letto, un altro arrivare con un pacchetto di 400 posti, a quel punto diventiamo interessanti, soprattutto se riusciamo a offrire prezzi concorrenziali, magari proponendo pagamenti a rate, in Brasile è una realtà, in Italia ancora non si usa». Bene, ci sono i posti letto, ma rimane la domanda di fondo: perché uno dovrebbe andare a Foppolo?

«Esatto, perché?
È proprio quello che stiamo costruendo. Innanzitutto gli impianti: dopo aver rilevato (per 200 mila euro) dal Comune la gestione di Quarta Baita e Montebello, non potevamo non arrivare a un accordo con i curatori per arrivare a uno skipass unico. Non è stato conveniente per noi, e francamente non ho sempre capito l’atteggiamento dei curatori, ma in caso contrario la gente non ci avrebbe seguito. Ma le piste non bastano, naturalmente, bisogna pensare innanzitutto a chi frequenta Foppolo. E Foppolo è sempre stato il luogo dei bambini».

E quindi? «E quindi penso innanzitutto a loro, come target. Per questo ho deciso di rinunciare a fare la spa al Belmont, ma vorrei realizzare un grande parco giochi al chiuso, su una superficie di 700 metri quadrati. Per la spa c’è già San Pellegrino, che senso avrebbe un altro impianto in valle? Io voglio che Foppolo diventi parte di una rete, voglio che questo territorio si apra al mondo. Basta con le chiusure e i personalismi. Io ho fatto accordi con Angelo Radici (Monte Pora) e l’ho trovato disponibilissimo, mi ha chiamato anche Giorgio Gori e mi ha detto che secondo lui Foppolo è un quartiere di Bergamo, e lo penso anch’io».

E poi sono arrivati Amaddeo e Moro... «Proprio così, ma voglio essere chiaro: sono professionalità che arricchiranno il territorio, non si sostituiranno a coloro che già operano qui, ma li renderanno protagonisti». C’è molta curiosità sul ruolo di Moro «Forse già a dicembre faremo la simulazione di un vero e proprio campo base a Foppolo, con tende per i ragazzi, l’igloo, le tecniche per sciogliere la neve... Si useranno le stesse tende di Simone. Magari verranno in sei o magari saranno in 600, ma offriamo una cosa che non c’è, una cosa diversa, nuova».

Altri progetti in programma? C’è ne uno al quale tengo particolarmente: un luogo per le donne: immagino una sfera di vetro nel bosco, magari dove si arriva con le ciaspole, immersa nella natura, dedicata allo yoga, alla meditazione, al silenzio... Per ora è solo un’idea, o forse qualcosa di più».

Una conquista di questi mesi?
«Sembrerà banale, ma ho fatto sedere allo stesso tavolo Beppe Carletti della scuola Sci 90 e Paolo Frassoni della scuola sci Alta Val Brembana per pensare a un progetto comune. In alta valle, non è così scontato».
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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone

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Sounds interesting. We will be there in 2 weeks time
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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone

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da L'Eco di Bergamo

San Simone, il comitato propone l’acquisto delle seggiovie di Quarti

Valleve. Portavoce dei cittadini il vicesindaco Cattaneo Il proprietario ribatte : «Ma è proprio il Comune che non fa chiarezza sullo sviluppo da noi sollecitato»

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«Siamo disposti ad acquistare gli impianti della San Simone Evolution, ovvero la seggiovia Colla e i due skilift Arale. Così come siamo disponibili ad acquistare, a prezzo di esproprio, i terreni della società su cui sono state installate le partenze delle seggiovie Camoscio e Sessi». Così il vicesindaco di Valleve Marco Cattaneo, che si fa portavoce dei suoi compaesani riunitisi ancora mercoledì sera per affrontare la problematica degli impianti di risalita di San Simone, dopo il fallimento della Brembo Super Ski (società che li aveva gestiti nell’ultimo decennio, prima dello stop dello scorso anno). A fine novembre commercianti, cittadini e pensionati del paese, tramite la Pro loco - partecipe anche il parroco - avevano raccolto le adesioni per l’acquisto della seggiovia Sessi (leasing Mediocredito italiano), di fatto arrivando a 17 mila euro, solo 3.000 euro in meno rispetto ai 20 mila chiesti dalla banca. I fondi sarebbe stati girati al Comune per l’acquisto. L’accordo sembrava raggiunto. Ma sullo sfondo c’è il dissidio tra la proprietà e il Comune, mai sanato: oggetto del contendere, la restituzione degli impianti, gestiti da Brembo Super Ski (ma di fatto nella disponibilità del Comune) alla legittima proprietà, la San Simone Evolution. Per tutelare l’attività, Quarti ha presentato un ricorso al Tar per chiedere un risarcimento danni e la restituzione dei terreni su cui sorgono le stazioni di partenza sia della Sessi, sia della Camoscio (quest’ultima di Alba Leasing). Quando la Brembo Super Ski iniziò i lavori per le seggiovie, infatti, il Comune occupò d’urgenza i terreni, ma non eseguì mai l’esproprio. Ora Quarti, tramite ricorso al Tar di Brescia, chiede la restituzione dei terreni come erano, di fatto con lo spostamento delle due partenze degli impianti. Il ricorso è contro il Comune, le due società di leasing e il Fallimento Brembo Super Ski. La vendita della seggiovia Sessi al Comune di Valleve, quindi, per il momento resta bloccata. «Da parte del Comune e della popolazione che si è riunita in questi giorni – prosegue il vicesindaco – c’è la ferma volontà di tentare la riapertura, dalla prossima stagione, della stazione sciistica. Ma abbiamo bisogno di conoscere le intenzioni della San Simone Evolution. I terreni delle seggiovie Sessi e Camoscio possiamo acquistarli a prezzo di esproprio, ovvero 2.000 euro. Quanto agli impianti Colla (necessario per poter accedere anche alle seggiovie di monte, Sessi e Camoscio, e quindi far funzionare tutta la stazione, ndr) e Arale siamo disposti all’acquisto». La stima per l’acquisto (compreso impianto innevamento), le revisioni e la rimessa in moto della stazione, secondo il comitato, è di circa 500-600 mila euro. «Non una cifra impossibile – prosegue Cattaneo – per questo ci siamo messi in gioco prima di dire addio definitivamente al turismo invernale a San Simone». «Qualsiasi proposta va inviata nei modi e nei tempi corretti e non tramite la stampa, altrimenti non posso rispondere nel modo corretto. Aspetto quindi proposte serie scritte e contenuti chiari da discutere in un eventuale incontro – replica Franco Quarti, titolare della San Simone Evolution –. La nostra posizione è chiarissima, non mi sembra tale quella dell’amministrazione comunale. Avrò inviato una quarantina di “pec” senza mai avere risposta. Per partecipare a un incontro (convocato dal comitato per il 12 dicembre, ndr) devo conoscere l’argomento, per sapere se venire con consulenti e legali: se, sulla lettera di invito, mi scrivono che si parlerà “della situazione impianti” per me è aria fritta. A questo punto dovrò valutare con i miei legali se essere presente all’incontro. Deve essere chiaro a tutti che non sono io a bloccare la ripresa di San Simone, al contrario la mia società ha sempre e solo chiesto che le venisse autorizzato il progetto di sviluppo per attuare davvero il rilancio di San Simone. Ad oggi invece è ancora tutto bloccato e si continua nel solco già visto negli ultimi dieci anni». Quarti, inoltre, puntualizza che «dopo l’annullamento da parte del Tar della requisizione degli impianti e la riconsegna avvenuta nel 2009, e quando ormai erano state costruite le seggiovie Sessi e Camoscio, se avessimo voluto creare il contrasto avremmo potuto non autorizzare il Comune a gestire gli impianti dal 2009 a oggi. Invece in virtù di una promessa di acquisto da parte del Comune abbiamo anche pattuito un “canone amichevole”. Tale acquisto non è mai stato effettuato ed evidentemente ora sono cambiati gli scenari».
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elio.biava
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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone

Messaggio da elio.biava »

Chiarezza a Valleve?...
Ma non so chi abbia capito qualcosa. Certo è che quando l'immobile tirava e gli impianti giravano nessuno apriva bocca, come mai?
Ogni tanto ricompare un poco di "polvere di stelle" o secondo altri una "nuvola di ruggine", qualcosa che si tramanda da padre in figlio?
Meglio chi la pensa in positivo, al bene comune. a_14
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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
Valerie
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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone

Messaggio da Valerie »

I do not understand the complexities of Italian business. If there is only one buyer, so no competition,and the deal is not done surely the seller is the loser.

Non capisco le complessità del business italiano. Se c'è un solo acquirente, quindi nessuna concorrenza, e l'affare non è sicuramente per il venditore.
brignuca
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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone

Messaggio da brignuca »

Una domanda x chi è salito, ma dalla webcam vedo gente solo in 4 baita, è l'unico impianto aperto a parte il tappeto e l'arroccamento di Carona?
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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone

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brignuca ha scritto:Una domanda x chi è salito, ma dalla webcam vedo gente solo in 4 baita, è l'unico impianto aperto a parte il tappeto e l'arroccamento di Carona?
Qui in tempo reale gli impianti aperti della Valle Brembana: http://www.brembanaski.com/impianti.html
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Re: Sciare a Foppolo, Carona e San Simone

Messaggio da brignuca »

IW2LBR ha scritto:Qui in tempo reale gli impianti aperti della Valle Brembana: http://www.brembanaski.com/impianti.html
ok grazie quindi come da webcam
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