Domenica dorata fra il Venina e l'Armentarga

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Il sentiero è sempre ben visibile ed anche ben segnalato; l'ambiente è magnifico.

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S'intravede un po' di neve sulle creste ma sembra poca cosa.

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Nei pressi di un rudere altra eloquente segnalazione. Ancora un'ora e mezza ?? Azz...

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Col tepore di questo autunno sopra le righe, quasi non mi stupisce vedere fioriture fresce.

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Approposito di fresco ! Girati un paio di tornanti dal bel fiore blu, ecco la trasformazione: un mantello di qualche centimetro di neve.
Evidentemente calpestata non faccio fatica a mantenere la giusta direzione anche se il mio passo già poco leggiadro ne risente un po'.

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Dovrei... quasi... esserci...

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Al falso passo Venina (così diceva Ma.Ca.), il lago Venina mi si para davanti agli occhi assieme a tutte le cimette che degradano verso la Valtellina.

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La particolare fattezza della diga del lago Venina.

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Guardo a sinistra e vedo che le tracce nella neve si biforcano un po' più su: una traccia piega ancora più a sinistra, suppongo per dirigersi ai Masoni, l'altra va quasi dritta verso la sommità.

Probabilemnte la neve non costituirebbe un problema ma guardando l'orologio mi rendo conto che sono arrivato qui dopo quasi 4 ore. Volendo arrivare poi in zona Armentarga nelle primissime ore del pomeriggio, mi arrendo all'evidenza che questa è l'estremita della mia escursione odierna .

Ora posso anche calcolare che in un percorso descritto dal grande Ma.Ca., il coefficiente di tempo che devo utilizzare per calcolare la mia percorrenza è almeno 2 .