Ferrate Corna Pedezzina e Santa Croce: l'anello di Santa Croce

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Ferrate Corna Pedezzina e Santa Croce: l'anello di Santa Croce

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Sabato, in una giornata che si preannunciava incerta e umida, sono andato a dare un'occhiata alle due ferratine recentemente realizzate sopra S.Pellegrino, nella frazione Santa Croce.

Immagine

La ferrata "Nido di Santa Croce" alla corna Maria è stata realizzata un paio di anni fa, quella della corna Pedezzina si è aggiunta a gennaio di quest'anno. Sono naturalmente destinate ad essere concatenate e nel complesso costituiscono un facile approccio alle ferrate, facile ma non elementare perché sia la Pedezzina che la Santa Croce presentano un paio di passaggi che, ad esempio, non risultano adatti ai bambini (la mia era un'esplorazione per portarci mio figlio) o possono creare problemi ai principianti. La Pedezzina, che prevede un tratto in disarrampicata, è attrezzata per favorire eventuali calate con corda.
Presentano alcune attrezzature particolari, come una scala e un bel ponte tibetano. Si percorrono facilmente in meno di due ore.
Sabato era una giornata di umidità "amazzonica" e la sensazione era acuita dal verde lussureggiante che circonda le due guglie rocciose. Le ferrate erano bagnate e la roccia scivolosa, ma grazie all'ampio di uso di infissi risultavano comunque ben percorribili.
Al termine delle ferrate, a mio parere, non conviene scendere verso valle ma proseguire il giro per sentieri verso il monte Rabbioso e il monte Corno, dove si trova anche una big bench blu, per poi tornare a Santa Croce dopo aver percorso un bell'anello.
Qualche breve indicazione:
L'auto si lascia nel grande parcheggio presso la chiesa parrocchiale. Sono subito visibili le indicazioni per la ferrata e la big bench. Si possono seguire quelle indicazioni o, io consiglio, abbassarsi in direzione sud lungo la strada e seguire una carrareccia sterrata che si abbassa nel bosco (variante rossa nella mappa).
La carrareccia prosegue ai piedi della paretina nord della corna Pedezzina. Dopo un pezzo in salita sulla sinistra si distacca un sentiero che porta al colle, nei pressi di un casello di caccia color verde, dove si arriva seguendo le indicazioni "Ferrata".
Dal colle si prende verso la corna Pedezzina. La ferrata è breve, piuttosto terrosa e si raccomanda di seguire il "suggerimento implicito" del tracciatore che, visto il posizionamento degli infissi, vi suggerisce di tenervi sul lato roccioso del canale. Dalla cima si prosegue in discesa. La roccia sembra un conglomerato piuttosto fragile, quindi se si preferisce attaccarsi a quella che agli infissi meglio controllarla bene.
Tornati al colle si sale verso la Corna Maria. La ferrata oppone quasi subito il punto più difficile, un breve tratto leggermente strapiombante ma generosamente gradinato con zanche metalliche. Qui sabato si faceva una discreta doccia. Poi segue una discesa con scala metallica e il bel ponte tibetano.
Alla fine della ferrata si segue il cavo per sentiero fino a una sella dove un cartello "Tutte le direzioni" indica la via del ritorno al punto di partenza. Per proseguire verso il monte Rabbioso occorre seguire il sentiero (apparentemente sbarrato) verso sinistra. In alternativa delle tracce permettono di proseguire per cresta erbosa, come ho fatto io, fino a una seconda sella con un altro casello di caccia.
Sempre per tracce si rimonta verso il Rabbioso incrociando il sentiero principale, che in pratica non si molla più restando sempre in cresta o con brevi abbassamenti sul vesante sud, fino alla croce del monte Corno e alla "panchinona blu".

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