Escursione - Giro delle Alte Baite di Salmurano e Val d'Inferno
Oggi giorno libero dall'università...mi dedico alle mie amate montagne!
Parto dal Colle della Maddalena di Cusio e scendo l'agrosilvopastorale che porta a Ornica e Valtorta. Il mio obiettivo è arrivare all'Agriturismo Ferdy in Alpe, ma non voglio seguire la via delle jeep. Non sono ancora nemmeno partito che già due begli esemplari di caprioli mi attraversano la strada, naturalmente sono più lesti loro a scappare, che io a prendere la mia digitale.

Arrivato al Cesur, poco prima del ponte, imbocco il sentiero CAI 107 che porta al Benigni dalla Val Salmurano, ma dopo circa 10 minuti, in corrispondenza del ponte che attraversa il torrente, devio per un sentierino segnato con bolli rosa-violetto che mi porta alle Piazze Alte.
le Piazze Alte

la baita più alta delle Piazze

Da qui seguo il pendio del prato e giungo in costa scollinando in Val d'Inferno, sopra di me c'è il bivio delle cinque vie ma io tengo una traccia leggermente più bassa, che mi permette di arrivare allo splendido balcone della Baita Ti Bas.
la Baita Ti Bas

Il sentiero (non segnato) prosegue con gradevole e mai pesanti saliscendi, giungo così ad un'altra baita in stile rustico.
la Baita in stile rustico e tradizionale

Rientro nel bosco, supero un paio di vallette innevate e, quasi improvvisamente, arrivo sopra al pascolo dell'Agriturismo Ferdy (a passo normale, circa 1.30 dopo la partenza dalla Maddalena).
L'Alpe del Ferdy

Non sono ancora sazio, mi inerpico quindi sempre più su per la lunghissima Val d'Inferno, fino alla Baita Ciarei, al cospetto della mole incombente del Pizzo Tre Signori, e della Sfinge.
Baita Ciarei

La parte terminale della Val d'Inferno col Pizzo Tre Signori, la Sfinge e la Bocchetta d'Inferno (la Baita Ciarei si vede in basso sulla destra)

Il tempo stringe, scendo di corsa la valle, torno dal Ferdy e imbocco il sentiero da dove sono venuto, scoprendo che è segnalato da un discreto numero di cartelli che lo indicano come "Tre Signorie". In realtà all'andata avevo fatto una variante bassa di tale traccia, al ritorno decido di seguire le indicazioni e il tragitto diventa ancora più scorrevole.
La chicca è che in una valletta scorgo due camosci, che mi guardano e fischiano. D'istinto scatto tre foto "improvvisate" prima che scappino.
Camoscio nel pascolo già fiorito, che guarda il singolare faggio sopra di lui

Neanche il tempo di ricominciare a camminare, che alla Baita Ti Bas un altro capriolo corre a perdifiato nel prato, e anche quando sono nei pressi del Cesur si ripete la stessa scena, ma questi splendidi ungulati sono troppo veloci e troppo furbi per essere immortalati in foto.
Splendido giro, bisognerebbe segnarlo meglio e con continuità (c'è un minimo rischio di perdersi, pur in una zona tutto sommato innocua, e con riferimenti visivi evidenti, per chi conosce la zona). E' alla portata di tutti, se sfruttato, segnalato e pubblicizzato sarebbe un itinerario davvero da Hit Parade.