Madonna delle Nevi: anello sul Fioraro, Cima Budria

- Percorsi, itinerari, escursioni in Valle Brembana e sulle Alpi e prealpi Orobie Bergamasche.

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elio.biava
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Re: Madonna delle Nevi: anello sul Fioraro, Cima Budria

Messaggio da elio.biava »

moritz63 ha scritto:Bellissima questa cartina, cosa non darei per averla anch'io..!!!! Prendimi pure per scemo, ma cartine così sarei capace di stare ore intere a guardarle centimetro per centimetro per progettare itinerari...
Ti capisco, sono così anch'io! a_21 E pensa che l'ho trovata per strada durante una raccolta carta (completa di custodia, 6 cartine + libro guida in versione tascabile), la tengo nel comodino assieme ai 5-6 libri più cari...non oso portarmela nello zaino... a_19 a_39 (Non è venuta bene con lo scanner, un pò sfocata, magari provo con una foto più chiara!).
a_14
p.s. E' una dorsale che avevo già studiato in passato, in quanto esiste una leggenda sulla pietraia a sud del Monte Fioraro: la storia di un pastore di capre valtellinese, che lì cerca il suo "oro" per tutta una vita.
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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
moritz63
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Re: Madonna delle Nevi: anello sul Fioraro, Cima Budria

Messaggio da moritz63 »

elio.biava ha scritto:
moritz63 ha scritto:Bellissima questa cartina, cosa non darei per averla anch'io..!!!! Prendimi pure per scemo, ma cartine così sarei capace di stare ore intere a guardarle centimetro per centimetro per progettare itinerari...
Ti capisco, sono così anch'io! a_21 E pensa che l'ho trovata per strada durante una raccolta carta (completa di custodia, 6 cartine + libro guida in versione tascabile), la tengo nel comodino assieme ai 5-6 libri più cari...non oso portarmela nello zaino... a_19 a_39 (Non è venuta bene con lo scanner, un pò sfocata, magari provo con una foto più chiara!).
a_14
p.s. E' una dorsale che avevo già studiato in passato, in quanto esiste una leggenda sulla pietraia a sud del Monte Fioraro: la storia di un pastore di capre valtellinese, che lì cerca il suo "oro" per tutta una vita.
Ma dai, non ci credo: l'avevano buttata via..??? Noooooo: ergastolo subito..!!!! a_35 a_31 jkfdg a_9 a_9 a_9
Menomale che l'hai salvata tu..!! a_14
Anche io cerco di conservare le vecchie cartine IGM, ormai parecchio vissute: adesso ho imparato a portarmi dietro la fotocopia ingrandita della zona che mi interessa, così riesco a leggerla anche senza occhiali, pota comincio ad essere orbo... a_39
La leggenda del Monte Fioraro non la conosco, da quello che accenni sembra toccante e romantica: per me non esiste oro più bello degli splendidi panorami che la montagna offre... a_2 a_2 a_2
a_45
Fabius
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Re: Madonna delle Nevi: anello sul Fioraro, Cima Budria

Messaggio da Fabius »

La cresta che dal colle va alla quota 2319 l'avevo fatta da piccolo e l'ultima volta che ci sono tornato, ho avuto un po' di paura a rifarla, ed infatti arrivato all'ultima erta prima della cima son tornato sui miei passi quasi con la tremarella a_19, me la ricordavo meno esposta in certi punti quindi non la rifaro' più! A parte il primo tratto, quella est del Fioraro è secondo me invece un pochino (ma poco a_39 ) più "tranquilla", eccetto alla partenza (io di solito la prendevo dai Pradelli di Pedena per un erto pendio a nord che va ad agganciare l'omonima cresta saltando il primo tratto più esposto). Diciamo che sono le classiche montagne orobiche erbose "da camosci". Non credevo che il toponimo di Fioraro fosse indicato a suo tempo alla quota 2319, ma oramai credo sia assodato che M.Azzarini....detto Fioraro sia quello più alto e quindi potrebbe essere corretto chiamare Cima Budria (ovviamente in modo ufficioso) questa quota senza nome, visto che domina a Sud l'omonima Valle. a_45
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dvdb
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Re: Madonna delle Nevi: anello sul Fioraro, Cima Budria

Messaggio da dvdb »

moritz63 ha scritto:Arrivo al Passo della Porta: da qui posso vedere molto bene a distanza ravvicinata i pendii del Fioraro...

Immagine
Tutto come sempre perfetto!! Scelgo questa foto perchè credo che rappresenti la massima espressione di ciò che significa vivere la montagna: libertà, contemplazione e guardare avanti verso prossima meta da raggiungere metafora della vita in cui quando ci si prefigge un obiettivo nella vita non possiamo affidarci al caso, occorre predisporre le cose affinchè si riesca a realizzare il proprio intento con l'idea che ogni fuori programma possa però trasformarsi in un elemento di accrescimento personale. Ma soprattutto mette in evidenza la giusta proporzione facendoci capire quanto siamo piccoli di fronte a tutto questo. Grazie moritz per condividere con noi le tue esperienze.
a_14
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Re: Madonna delle Nevi: anello sul Fioraro, Cima Budria

Messaggio da moritz63 »

Fabius ha scritto:La cresta che dal colle va alla quota 2319 l'avevo fatta da piccolo e l'ultima volta che ci sono tornato, ho avuto un po' di paura a rifarla, ed infatti arrivato all'ultima erta prima della cima son tornato sui miei passi quasi con la tremarella a_19, me la ricordavo meno esposta in certi punti quindi non la rifaro' più! A parte il primo tratto, quella est del Fioraro è secondo me invece un pochino (ma poco a_39 ) più "tranquilla", eccetto alla partenza (io di solito la prendevo dai Pradelli di Pedena per un erto pendio a nord che va ad agganciare l'omonima cresta saltando il primo tratto più esposto). Diciamo che sono le classiche montagne orobiche erbose "da camosci". Non credevo che il toponimo di Fioraro fosse indicato a suo tempo alla quota 2319, ma oramai credo sia assodato che M.Azzarini....detto Fioraro sia quello più alto e quindi potrebbe essere corretto chiamare Cima Budria (ovviamente in modo ufficioso) questa quota senza nome, visto che domina a Sud l'omonima Valle. a_45
Ciao Fabius: devo dirti la verità, non mi sono accorto che la cresta fosse esposta, mi sono divertito come un matto a percorrerla, in alcuni punti mi sono messo a trotterellare dalla felicità. Verso la Cima di Budria c'è un bel tracciolino di facile percorrenza, decisamente più ripida e pepata la salita verso il Fioraro, ma ugualmente bella e appagante. Ero salito una sola volta in vita mia al Fioraro, percorrendo il sentiero classico dal Passo San Marco: la cresta est mi ha entusiasmato molto di più, troppo bella..!! a_45
Ultima modifica di moritz63 il martedì 31 maggio 2016, 21:45, modificato 1 volta in totale.
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Re: Madonna delle Nevi: anello sul Fioraro, Cima Budria

Messaggio da moritz63 »

dvdb ha scritto: Scelgo questa foto perchè credo che rappresenti la massima espressione di ciò che significa vivere la montagna: libertà, contemplazione e guardare avanti verso prossima meta da raggiungere metafora della vita in cui quando ci si prefigge un obiettivo nella vita non possiamo affidarci al caso, occorre predisporre le cose affinchè si riesca a realizzare il proprio intento con l'idea che ogni fuori programma possa però trasformarsi in un elemento di accrescimento personale. Ma soprattutto mette in evidenza la giusta proporzione facendoci capire quanto siamo piccoli di fronte a tutto questo. a_14
Sottoscrivo lettera per lettera, parola per parola quanto scrivi: verità sante cui mi sento di aggiungere che poter vivere queste bellissime esperienze montane è una grandissima fortuna non concessa a tutti, di cui essere ben consapevoli per gustarla al massimo...
Siamo piccoli ospiti di passaggio su queste montagne e in questa vita: azz...certi pensieri a vent'anni non li facevo, sto invecchiando, vero..?? a_39 a_39
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Re: Madonna delle Nevi: anello sul Fioraro, Cima Budria

Messaggio da elio.biava »

moritz63 ha scritto:...Menomale che l'hai salvata tu..!! Anche io cerco di conservare le vecchie cartine IGM, ormai parecchio vissute: adesso ho imparato a portarmi dietro la fotocopia ingrandita della zona che mi interessa, così riesco a leggerla anche senza occhiali, pota comincio ad essere orbo... La leggenda del Monte Fioraro non la conosco...
Questa è ben conservata, in pratica mai usata, solo uno scarabocchio a matita sull'involucro esterno di carta paglia gialla, penso ci sia un archivio della casa editrice Bolis-Bergamo...o altre copie in sedi CAI.
La storia l'ho sentita frequentando la Valtellina negli anni '80, ci andavo da amici in avanscoperta per ampliare le mie gite in montagna d'estate o di scialpinismo d'inverno. Premetto che proviene quasi esclusivamente da una fonte unica, un anziano, anche se poi trovavo conferma in altri vicini seppure in versione più stringate, ma pur sempre con elementi coincidenti: Il S.Marco, il Pastore e le capre, una montagna in zona Fioraro, dell'oro, delle monete...per qualcuno una miniera nascosta ecc...
Chi la raccontava meglio, in modo sequenziale nei suoi "capitoli" che erano come delle cadenze fisse, era il Milo, che tutti chiamavano Miluccio. Un uomo minuto si, ma dal passato robusto, con nove anni di guerra sulle spalle, di cui Albania, Grecia e poi quella del '40-45. Tornato poi, come aveva sognato si sposa, ma subito come necessità impone, se ne va via ancora fuori per mesi lontano da casa, lavora come carpentiere nella costruzione della diga del Lago Cancano, come specialità perforatore ed esperto in dinamite che usa per far brillare la roccia.

La Leggenda:
Iniziava col dire che allora, loro "erano retici" e che i Grigioni confinavano con l'attuale Bergamasca...dal racconto la storia sembrava ambientata in epoca pre-napoleonica. Non ho mai trovato riferimenti scritti quindi prendila cosi come l'ho appresa anch'io, essendo un racconto orale avrà sicuramente dei limiti, ma come ho sempre concluso ripensandoci "in fondo di una leggenda si tratta".

L'Oro del Fioraro
Un facoltoso commerciante di bestiame, coltivava i suoi affari e cresceva la sua numerosa famiglia. Frequentando le fiere, girando molto, un giorno ha necessità di un pastore in quanto pur di non ritornare senza denaro dalla vendita di una vacca accetta lo scambio con un piccolo gregge di capre, gli viene offerto un ragazzo che le condurrà alle sue stalle. Il ragazzo è sveglio, ci sa fare, ha avuto un'infanzia grama perchè orfano, quindi chiede ed ottiene di adottarlo. Passano gli anni ed il ragazzo mantiene il gregge, anzi lo accresce e lo seleziona procurandosi buoni affari. Il Vecchio lo considera come un figlio, tanto che decide di assegnargli un piccolo podere, un prato, la sua stalla con una stanza dove potersi stabilire. La famiglia cioè gli altri figli è si unita ma nel contempo ha ereditato il peggio dal padre ossia l'attaccamento alla roba, tanto che iniziano a rivendicare la separazione dei beni ed a mal sopportare il fratellastro, "un altro" col quale dover dividere in futuro. Ma chi comanda è lui, il vecchio, lascia in eredità il podere al figliastro oltre che come dote l'astuccio di pelle delle sua sua pipa con diversi "ducati" alcuni d'argento ed alcuni più piccoli d'oro, tutto il resto rimarrà ai figli legittimi. Ormai il pastore ha una sua vita, l'inverno lo passa sulle pendici appena sopra il paese, la primavera riprende la strada degli alpeggi vicino al S.Marco. Una cosa non dimentica mai, di portarsi appresso la dote ricevuta dal padre, il sacchetto del tabacco con i denari, non può certo fidarsi dei fratelli lasciandolo a casa. La pastorizia in alpe necessita di spostamenti continui e di bivacchi posticci, quindi decide di nascondere "l'oro" in cima alla montagna più alta della zona, una cuspide che permette di essere controllata da tutti i lati, da est a ovest. La pastorizia è difficile e richiede molti pascoli, quelli a nord, i valtellinesi sono freddi ed hanno il sole al tramonto. Il suo successo, la sua furbizia è che sconfina verso i pascoli bergamaschi, non potrebbe è fuori confine e non è suo ma così facendo ruba l'erba dei pascoli asciutti di primo mattino sui declivi sud-est per tornarsene poi a nord-ovest la sera. Quando si ferma sui crinali, che sia verso il Tartano, sul Lemma od alle Scale D'orta,di tanto in tanto controlla che nessuno sosti a lungo sulla cima del Fioraro. Quella è la sua cima, la sua bussola, ha un valore in più che gli altri non conoscono.
Purtroppo gli anni non son mai tutti uguali, solo lui rimane lo stesso ama il suo lavoro, i suoi animali dal pelo lungo liscio ed ispido, veri selvatici, ma suoi amati compagni. Un settembre, le capre lo svegliano, si agitano e fremono nonostante sia notte, vogliono muoversi. Il suo riparo è coperto di bianco, sta nevicando dal un bel pò, deve abbassarsi di quota subito e non può certo recuperare quello che solo lui sa esser rimasto su sulla cima del Monte. E' distante pascolava sulla cima Lago, si rassegna "vorrà dire che ci penserà il Fioraro" a custodire col suo inverno l'eredità del padre. Non solo l'autunno è stato precoce, ma anche l'inverno è stato abbondante di neve, le cornici bianche del Fioraro si sono innalzate di molto e poi si son ripiegate nel vuoto sotto i colpi delle raffiche di bufera. La primavera invece è calda l'anno successivo, fin troppo calda, mentre risale i declivi con il suo gregge trova germogli ovunque, i cespugli si inverdiscono velocemente e le capre in piedi ne mangiano le cime. Sale e va, ed è curioso, vuol aprire il nascondiglio, ritrovare il sacchetto, "così tanto per tenere in mano" e guardare quei soldi con delle effigi strane, dei visi di santi forse, una croce, una data. Ormai non è che gli servono quei soldi, ha la sue capre e son molto ricercate perchè docili, seguono sempre il padrone al primo richiamo. Purtroppo c'è una sorpresa, la cima è diversa, il disgelo si è portato via una faglia di roccia e con essa è franata una fetta di cresta in verticale, non c'è più il nascondiglio e nemmeno "l'ORO"! Si affaccia a guardare oltre, si è creata una nuova pietraia più in basso, ben visibile e di colore più chiaro. Si dice poi, che in seguito il pastore acquistò il diritto per il pascolo perenne del declivio posto a sud, ormai sapeva che li doveva lavorare per tutte le estati, pascolare e nel contempo ricercare quello che era di più caro... il suo passato.


Miluccio viveva ormai verso gli 85 anni, ma ne dimostrava molti di più, la pelle del viso era a macchie scure come sporche di caliggine. Gli occhi erano piccoli spiritati e di ghiaccio gli brillavano come quelli del ghiro. La sua pelle liscia e morbida nascondeva dei gnocchi di muscoli comandati da tendini a fior di pelle. In casa non poteva stare, "sporcava", sua moglie era affettuosa con lui ma vivevano vite separate come era sempre stato, lei nella casa nuova e lui di giorno nel cortile o nella casa vecchia attigua, quelle di muri a scaglia di colore grigio. In fondo lui era come il terzo figlio, gli altri due erano cresciuti con la madre, avevano studiato al liceo ai tempi del movimento studentesco l'uno e della pantera l'altra. Un autunno andammo a trovarlo ancora, era nella sua stalla con pavimento in ciotoli di fiume davanti al camino. Lo sguardo alla fiamma, si divertiva nel mantenerlo acceso, aggiungendo rametti ma con parsimonia. I nipoti, miei amici lo attizzavano con le domande giuste e lui a comando partiva con le risposte. "Dai cunta su di quela volta che ti seret indat...". Io di tanto in tanto che non capivo le battute in dialetto e chiedevo "cosa?", così gli altri mi spiegavano. Ma quella storia "dell'oro del pastore sul Fioraro", l'ha sempre raccontata uguale. Quel giorno era d'autunno, c'erano le castagne, lui da giorni le faceva caldarroste, ci diceva "mangia i mundin". Poi si guardava le mani rigirandole sul palmo, dicendo "non le ho mai avute così belle e lisce", ma non era vero! Erano piene di artrite e deformi, tutte le dita giravano all'infuori, le giunzioni erano nodose peggio delle sue gianète, il bastone dei pastori che lui lavorava con l'opinel. a_2
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Ultima modifica di elio.biava il lunedì 29 agosto 2016, 15:39, modificato 9 volte in totale.
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Re: Madonna delle Nevi: anello sul Fioraro, Cima Budria

Messaggio da andrea.brembilla »

Bellissimo racconto elio, lo giro anche ai nuovi gestori del Balicco, perché un luogo per essere vissuto deve ricordare e tramandare le proprie storie e leggende.
Grazie!
a_14 a_14

PS. moritz per quel sentiero sto lavorando per te per scoprire l'arcano a_39 a_45
Andrea Carminati, brembano; moderatore forum
cai.vallebrembana.org
moritz63
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Re: Madonna delle Nevi: anello sul Fioraro, Cima Budria

Messaggio da moritz63 »

Che bella storia Elio, grazie di averla pubblicata..!! a_2
Ostrega, a saperlo prima avrei guardato meglio tra i sassi: magari sono passato ad un metro dal tesoro e nemmeno lo sapevo... a_45
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