Monte Cancervo dal canalino dei Sassi, che bianco labirinto!

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SAN GIOVANNI BIANCO - Escursioni S.Giovanni - Alberghi, ristoranti - Valle Brembana - Orobie Bergamasche - Orobie

Monte Cancervo dal canalino dei Sassi, che bianco labirinto!

Per svariati motivi è più di un mese che non vado per monti. Ad un'uscita sugli sci, preferisco una tranquilla passeggiata in compagnia tra le prealpi bergamasche: la media-bassa valle Brembana potrebbe fare al caso nostro. I poco frequentati rilievi sopra San Pellegrino sono una prima opzione, ma grazie alle abbondanti nevicate, si fa strada la voglia di andare a toccare con mano, o meglio con le ciaspole, il nuovo manto nevoso. Salire di quota è quasi d'obbligo: la scelta dell'ultimo minuto ricade su Cancervo e Venturosa, situati a cavallo tra la val Taleggio e la val Brembana vera e propria. Queste montagne, pur sfiorando soltanto i duemila metri, sono elogiate da più parti e la cosa mi rende da tempo curioso. Colgo la possibilità di aggiungere un pizzico di avventura in più optando per un giro ad anello che lasci la via "normale" per la discesa.

Saliamo in auto verso Pianca, minuta frazioncina di San Giovanni Bianco. Non si contano più le volte che sono transitato per la statale che da Zogno sale in direzione dell'alta valle, ma mai avrei immaginato che quassù ci fosse un verde balcone costellato da rustici e casolari. Proseguiamo sull'asfalto fino ad un piccolo cartello che segnala l'inizio per il sentiero del canalino dei Sassi. Abbiamo appena oltrepassato i mille metri e già fa la sua comparsa un seppur incostante strato nevoso. Ci scaldiamo i muscoli su pendenze contenute, in fronte la Corna Torella. I gialli segnavia si fanno via via più radi: sono molti quelli sepolti da almeno 30 cm buoni di neve fresca. La traccia compare e scompare. La via pare tuttavia evidente, i pendii si impennano e noi li affrontiamo di petto. La neve inconsistente e un fondo a dir poco scivoloso mettono a dura prova gambe ed equilibrio. In qualche tratto, sprovvisti di ramponi, è indispensabile aggrapparsi a saldi ciuffi d'erba. Usciamo su una panoramica crestina innevata; alle nostre spalle la vista si apre sulla valle e le cime brembane. Affondiamo ora piacevolmente in quasi mezzo metro di neve, navighiamo a vista. Dei segnavia però nessuna traccia. Ci abbassiamo allora con cautela fino a intercettare la retta via che si inoltra in quello che dall'alto tutto sembrava fuorchè un canale accessibile. Il fatto che abbia già scaricato ci rincuora, ma risulta subito chiaro che salirlo comporterà una grande fatica.

Dei sassi che danno il nome al canale nemmeno l'ombra naturalmente. Passo dopo passo ci innalziamo; non ci lasciamo sfuggire l'unico segnavia visibile, che ci suggerisce la deviazione decisiva. Ancora qualche bracciata (è proprio il caso di usare questo termine vista la quantità della neve) e siamo in vista di una semplice madonnina che sta a segnalare l'imminente uscita del canale. Il pianoro sommitale tanto atteso, si rivela però altrettanto ostico: gobbe e avvallamenti, dossi e crateri formano un immacolato labirinto. L'istinto e le ultime energie rimaste ci portano ad attraversarlo lentamente. Solamente in vista della pala sommitale del monte Cancervo possiamo tirare il fiato: grazie a Dio il vento ha fatto il suo lavoro e il manto nevoso è meno abbondante e soffice. La croce è ora là ad attenderci e l'ampia cresta finale, con splendida vista su Grigne, Resegone, Aralalta, Baciamorti, Tre Signori, Alben, Menna e molto altro, è un'esaltante passerella verso la meta tanto vagheggiata. A Cancervo raggiunto sarebbe il turno del Venturosa, ma l'ora tarda, unita ai soliti impegni lavorativi, impedisce anche solo di tentarlo. Ci tuffiamo allora con tutta calma sui luminosi, bianchi fianchi occidentali del monte. Qualche tratto richiede cautela con un tale innevamento, ma sempre ombre e radi abeti, unite ai costanti notevoli panorami, offrono magnifici scenari. Raggiunto il passo di Grialeggio ci concediamo un'ultima pausa in vista di una rilassata discesa peraltro perfettamente tracciata.
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Di fronte la Corna Torella

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A meridione il monte Foldone

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Guglie, torrioni e canali, chissà quale sarà il nostro

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Fiero e solitario

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Per salire scegliamo, quando possibile, le zone libere da neve

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Saldi ciuffi d'erba fanno al caso nostro

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Crestina con vista sulla bassa valle

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Re: Monte Cancervo dal canalino dei Sassi, che bianco labiri

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Scendiamo a intercettare la retta via. Che giornata!

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