<<Domani pomeriggio dalle 13 sono libero per un giro. Vuoi aggregarti? Mi accontento di un percorso al sole, con neve, passando in un borgo e con arrivo in cioccolateria :-)))>>. Questo il contenuto del SMS inviato al Gino sabato mattina; lui risponde <<OK, ci penso.>>
Domenica alla una e dieci i potenti mezzi del Gino arrivano a prendermi direttamente a casa e nell'avviarci verso l'alta valle mi dice: <<Ci sono 3 possibilità! La prima bla bla bla, la seconda bla bla bla e poi la terza he he he... una incursione in Val Parina per vedere l'orrido ghiacciato visto che è più di un mese che non piove. Cosa vogliamo fare?>>. L'enfasi col quale descriveva l'ultima possibilità ed il luccichio nei suoi occhi che superava la barriera traslucida degli occhiali da sole, mi hanno fatto desistere dal proporre altre soluzioni.
Ed è così che è iniziata la piccola avventura negli
Orridi di Valparina - Il budello della Valbrembana
Reportage by Valanga & IvanG
Una telefonata al Mario Barba chiusasi con la frase <<Se per le 18.00 non ci sentiamo chiama i soccorsi, ha ha ha>> mi fa pensare di essere stato pazzo ad assecondare il Gino. Lui, quasi riuscendo a vedere la nube addensatasi nei miei pensieri, mi rassicura: <<Nooo, facevo per scherzare! Si, cadono un po' di pietre col disgelo ma..... Però oggi fa piuttosto caldo.. uhmmm>>



<<A che ora fa buio adesso?>> chiede Gino, <<cinque e mezza / sei>> dico io. <<Allora è meglio non perdere tempo>> ribatte. Così di buon passo costeggiamo il Brembo e poi scolliniamo all'imbocco della Valparina. Non molto dopo a terra, prima di rado, poi in modo pressoché costante, affiorano traversine e binari della vecchia linea mineraria. Fra una ciancia e l'altra le traversine passano sotto i nostri piedi con ritmo incalzante, tanto da non consigliarci fotografie. Guardando il ritmico avvicinarsi ed allontanarsi dei segmenti metallici, mi viene da immaginare i carrelli rugginosi e sferraglianti che anni fa percorrevano questa ferrovia: ta-tlank ta-tlank..... ta-tlank ta-tlank.....