Ieri, 24 novembre, era nostra iniziale intenzione saggiare il tratto terminale della val Parina e le sue umide forre in quel di Lenna. Partiti dal ponte delle Capre, abbiamo imboccato il vecchio sentiero alle spalle di Cornamena , posto proprio dietro un vecchio fontanino.
La via si è alzata moderatamente nella giovane boscaglia, tra sorgentine e grotticelle glaciali in conglomerato, e siamo giunti - a nostra insaputa, in realtà - nel profondo della valle dei Tetti, dove solo una sbiadita indicazione posta su un ceppo e recante la scritta "grotta" ci ha dato un'idea di quello che avremmo potuto aspettarci più avanti. Dopo un tratto riaperto da poco (forse solo qualche anno) tra i rovi, siamo penetrati nella faggeta e sempre salendo abbiamo trovato ancora alcuni grottoni molto interessanti, tra i quali spicca con decisione quella che poi si è rivelata essere - almeno credo - la Grota del Tecc, catastata la prima e ultima volta nel lontano 1938. Proseguendo a destra della grotta, seguendo una traccia labile ma a volte rassicurante grazie alla presenza di diversi omini, ci siamo spostati decisamente sul versante dell'alta val Parina, transitando sotto la Corna Bianca (o almeno credo) , tra poiat e ruderi di vecchie stallete o ripari nascosti, perdendoci prima nella discesa di un vallone nella speranza di intercettare così il sentiero 259 della valle, ma portandoci invece sul fondo di un improvviso imbuto di roccia con un pericoloso salto di diversi metri che finiva chissà dove. Risaliti i circa 150 metri del vallone accompagnati da una iniziale pervadente sensazione di "panico da tramonto imminente", che in effetti sarebbe calato ormai un'oretta più tardi, nel mezzo della val Parina, abbiamo proseguito sulla traccia che taglia l'alta costa della valle incrociando fortunatamente, dopo diverse altre peripezie, un sentierucolo bollato di rosso nei pressi dei ripetitori che scendono dal passo Ortighera. Imboccatolo, siamo scesi rapidamente "tra i picchi" fino a intercettare l'agognato 259 , ormai quasi al buio. Accesa la frontale, abbiamo affrontato il ritorno fino a Lenna; su uno dei traversi attrezzati un qualche camoscio (o i Thursi?) ha pure fatto precipitare una gragnuola di sassi appena prima del nostro passaggio. Della bassa val Parina abbiamo quindi visto ben poco durante questa notturna inaspettata e pericolosa, ma comunque affascinante. I luoghi che circondano il complesso Menna - Ortighera si confermano splendidamente solitari e rinselvatichiti, non facili, pieni di sorprese, grazie al loro essere stati vissuti intensamente fino a circa la metà del secolo scorso.
ripari lungo il sentiero
Peripezie tra val Parina e val dei Tetti
Moderatori: MaCa, lucaserafini