Santa Croce di San Pellegrino Terme - Media Valle Brembana - Prealpi Orobiche
Pizzo di Spino, cimetta a torto snobbata
Mattinata spesa bene in compagnia del babbo nei dintorni di San Pellegrino. Stuzzicato da alcune immagini della zona, decido di andare a toccare con mano quelli che sembrano territori selvaggi ad un passo dalla civiltà. Corna, torrioni, boschi e scoscesi prati la fan da padroni. La stagione è abbastanza invernale da limitare la foschia; quasi primaverile per scaldarci a dovere. L'erba è gialla, di un giallo vivo che, insieme al blu del cielo, compone nitide e vivaci visioni. Ampi panorami sulle cime della media valle completano il tutto.
Propedeutico alla gita è stato l'attento studio del giorno precedente: all'idea iniziale di effettuare un più logico giro ad anello passando per il pizzo Rabbioso e i Coregn, preferiamo un più semplice pizzo di Spino. La scelta si rivela ancora una volta azzeccata, ma non poteva essere altrimenti. Gli scuolabus son già partiti e Santa Croce, amena frazioncina sopra San Pellegrino, è quasi disabitata. Un cordiale signore ci indica la via. Imbocchiamo una fredda ed ombrosa sterrata che con qualche saliscendi ci depositerà alla forcella, oltre la quale dovrebbe aprirsi un piccolo, sconosciuto mondo. Il respiro di papà si fa subito affannoso.. "cominciamo bene" penso io. Ma fortunatamente sono solo sbuffi di avvio. La strada si fa sentiero, le pendenze diminuiscono, il sole fa la sua comparsa rallegrando la selvaggia Valcava. La corna Pedersi e la Marià sono ora vicine, impossibile resistere al loro richiamo.
Non passa molto tempo che, grazie a qualche passo di arrampicata (non ho fatto caso alla più facile traccia di sentiero), raggiungo la groppa della maggiore delle due. Bella è la vista su Gioco, Menna e Rabbioso. Trotterellando per scivolosi pendii raggiungo papà nei pressi di un capanno di caccia. Abbandoniamo definitivamente l'opzione pizzo Rabbioso e prendiamo nuovamente a salire, affrontando di petto la dolce dorsale della corna Camozzera. Dalla sommità è ora visibile la caratteristica linea Tagliafuoco e, là in fondo, meta di giornata: il pizzo di Spino. Catturato come previsto da cotanto panorama, scatto foto a raffica al babbo che si sta avventurando sul grigio serpentone. Lo raggiungo; scatto ancora, mi fermo ad ammirare la bassa-media val Brembana.. quante zone rimangono ancora inesplorate! Ci proponiamo di visitarne alcune a breve. Alcuni zig zag ci depositano sulla cima del pizzo, baciati dal sole. La vista è eccezionalmente ampia, a dispetto dei soli 984 metri di quota. Sbucciamo un'arancia; anzi due. Ricordi di infanzia tornano alla mente. Torniamo. Con un sentiero piano transitiamo per il campanno. Divaghiamo fino alle case di Fenii. Ritorniamo. C'è il tempo per una visitina a Ca' Valcava. Ellebori, primule e anemoni sono in fiore.
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Ultima modifica di vezz il lunedì 14 marzo 2011, 23:15, modificato 2 volte in totale.
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