Frana a Peghera, strada della Valtaleggio chiusa

Condizioni strade, progetti futuri, strade agro-pastorali, e varianti in costruzione in Valle Brembana provincia di Bergamo.
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IW2LBR
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Frana a Peghera, strada della Valtaleggio chiusa

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da L'Eco di Bergamo

Frana tra Olda e Peghera, per lo scuolabus 80 km in più

Strada chiusa tra Olda e Peghera per una frana di 200 metri cubi scesa alle 11 di mercoledì 19 marzo nello stesso punto del giugno 2013. Distrutte reti di protezione. In quel momento non passava nessuno, quindi fortunamente non si registrano ulteriori e più serie conseguenze. Sul posto i vigili del fuoco di Zogno e i tecnici della Provincia. La frana è sulla provinciale e la riapertura non dovrebbe essere a breve. La Valle Taleggio ancora divisa in due e forti disagi per attività commerciali, soprattutto aziende caseificazione. Gli studenti delle elementari e dell’asilo di Peghera che frequentano a Olda saranno costretti a un giro supplementare di 40 chilometri che passa da Gerosa, Brembilla, Zogno, San Pellegrino e San Giovanni Bianco. Già stamattina lo scuolabus con 15 bambini non è stato avvertito in tempo e, una volta arrivato davanti alla frana, ha dovuto fare marcia indietro e sobbarcarsi 40 km supplementari. Lo scorso anno la frana cadde a giugno con le scuole chiuse e dunque i disagi furono relativi, stavolta saranno molto più pesanti.
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comaro
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Re: Frana tra Olda e Sottochiesa, per lo scuolabus 80 km in

Messaggio da comaro »

La frana non è fra Sottochiesa e Olda, ma fra Olda e Peghera esattamente dove avevano messo la passerella
Saluti
comaro
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püdiscia
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Re: Frana tra Olda e Sottochiesa, per lo scuolabus 80 km in

Messaggio da püdiscia »

Esatto, per la precisione la frana è a Peghera, appena dopo l'abitato andando verso il torrente Enna e quindi Vedeseta o Olda. La foto dell'anno scorso della parte sommitale visibile al link seguente è emblematica, viabilita-valle-brembana-f89/situazione ... 00-72.html è molto difficile risolvere il problema data la conformazione della parete rocciosa e l'attività dell'acqua nel sottosuolo, a cui si aggiunge il problema delle radici degli arbusti che nel corso del tempo si sono insinuati tra le fenditure, allargandosi e contribuendo a favorire la disgregazione della parete.

Vorrei sottolineare il fatto che le rocce fotografate sono esattamente quelle precipitate oggi... a_11 a_11 a_11
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As Ruskin says,"There is really no such thing as bad weather, only different kinds of good weather."


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nick84
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Re: Frana tra Olda e Sottochiesa, per lo scuolabus 80 km in

Messaggio da nick84 »

non è difficile risolvere il problema. Ci erano già arrivati vicino l'altra volta alla risoluzione definitiva ma non si è voluto capire....
Passerella in acciaio ma non pedonale, carrabile. Capisco che un ponte in calcestruzzo possa costare troppo però star li a sistemare ogni sassolino che cade non è gratis.
ciao
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andrea.brembilla
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Re: Frana tra Olda e Sottochiesa, per lo scuolabus 80 km in

Messaggio da andrea.brembilla »

nick84 ha scritto:Passerella in acciaio ma non pedonale, carrabile. Capisco che un ponte in calcestruzzo possa costare troppo però star li a sistemare ogni sassolino che cade non è gratis. ciao
Esatto. E, alla lunga distanza, e magari non in un periodo di crisi, pensare ad un nuovo ponte a scavalco di questa valle... da sempre franosa.
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Re: Frana a Peghera, per lo scuolabus 80 km in più

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da L'Eco di Bergamo di Giovanni Ghisalberti

Frana, all’asilo si va a piedi nel bosco

I quattro bambini, tutto sommato, ieri erano pure contenti. Per loro, alla fine, è una scampagnata, tra boschi e torrenti. Un diversivo che li fa stare allegri. E poi, fino a qualche decennio fa, molti studenti che abitavano le nostre valli, non percorrevano forse sentieri e mulattiere, in mezzo alla neve o sotto la pioggia, per raggiungere scuola? Ma oggi siamo nel 2014. E quattro (otto quando ci sono tutti) piccolissimi alunni costretti a ripidi percorsi nel bosco e a superare un torrente su una passerella provvisoria per arrivare alla materna di Vedeseta, fa notizia. Anche se la passeggiata di una ventina di minuti, finché c’è il sole, risulta quasi piacevole. A costringere i bambini al percorso a piedi è la frana che dal 19 marzo blocca la strada provinciale Olda-Peghera, in Val Taleggio: duecento metri cubi di roccia - più altri scesi successivamente - e ben 9.000 a rischio di crollo poco più a monte. Così, per i 15 bambini residenti a Peghera (sette delle elementari e otto dell’asilo), da allora, frequentare la scuola è diventato un po’ più complicato.

La strada alternativa per raggiungere l’asilo di Vedeseta e la scuola elementare di Olda, infatti, passa per Gerosa, Brembilla, Zogno, San Pellegrino e San Giovanni Bianco: 46 chilometri all’andata e altrettanti al ritorno. Con un bel po’ di curve, sia in Val Brembilla sia negli Orridi della Val Taleggio. Da mercoledì scorso è arrivata la soluzione per i bambini delle elementari: la maestra, dopo 21 anni di assenza da Peghera, è ritornata a insegnare nella vecchia sede della frazione. Nell’aula da tempo diventata sede di una Porta ecomuseale della Val Taleggio, si alternano le insegnanti di Olda, da lunedì a giovedì. Il venerdì, invece, i bambini devono ancora raggiungere la sede di Olda. «Per stare almeno una volta alla settimana con i propri compagni», spiega il preside dell’istituto comprensivo Franco Bonzi. Il sabato, invece, si sta a casa. Per i piccoli dell’asilo, la situazione è risultata invece, più complessa. Avrebbero potuto frequentare la sede di Gerosa. «Ma alla fine i tempi di attesa sarebbero stati lunghi – spiega il sindaco di Vedeseta Silvestro Arrigoni –. Sarebbero serviti una ventina di giorni per cancellarsi dalla sede di Vedeseta e per poter iniziare a frequentare a Gerosa. Quindi ripetere tutto l’iter per rientrare a Vedeseta una volta riaperta la strada. E il trasporto sarebbe stato a carico delle famiglie. Non era tanto un problema di rette, quanto di organizzazione e di tempi». I genitori non se la sono sentita di far fare ai figli 92 chilometri al giorno.

«I bambini si sentivano male, vomitavano», dice chiaramente una mamma. Da qui l’idea, concretizzata la prima volta venerdì scorso, di superare quella maledetta frana, percorrendo i sentieri in mezzo al bosco: alla prima uscita c’erano sia i bambini delle elementari sia quelli della materna, ieri solo quattro piccoli dell’asilo, accompagnati da una mamma, un papà e una nonna. Gli altri hanno preferito stare a casa. Si arriva in auto sulla provinciale, poco prima della frana, poi si scende per i prati e nel bosco, fino a raggiungere un torrente. Qui i papà hanno realizzato una passerella provvisoria, fatta di bancali in legno. L’acqua non è ancora tanta e, finché non pioverà, il passaggio sarà possibile, «Venerdì prossimo chiamano brutto tempo, si vedrà», dicono i genitori. Una volta superato il corso d’acqua si risale, e il sentiero si fa particolarmente ripido. In caso di pioggia probabilmente anche pericoloso. Dopo una ventina di minuti si arriva sulla strada provinciale, poco oltre la frana. Qui, ad attenderli, c’è lo scuolabus che li porterà a Olda o Vedeseta. Naturalmente il tragitto si ripete nel pomeriggio, per il rientro. Con i genitori che percorrono quattro volte il percorso. «Alla fine ci servono quasi un’ora all’andata e un’altra al ritorno – dice una mamma -. L’auspicio è che liberino
quanto prima la strada dalla frana».
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Re: Frana a Peghera, per lo scuolabus 80 km in più

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dal quotidiano Il Giorno

Frane e smottamenti, "la Bergamasca è una realtà a rischio

Bergamo, 16 aprile 2014 - Oltre 40 situazioni di dissesto idrogeologico accertate a partire dal mese di dicembre con emergenze che stanno mettendo a dura prova l’impegno dei tecnici dello Ster, l’ex Genio civile ormai da tempo confluito, appunto, nelle Sedi territoriali regionali, fra le quali quella di via XX Settembre a Bergamo. Il responsabile, Claudio Merati, non usa mezze misure per descrivere la situazione del territorio bergamasco: «Siamo di fronte a una realtà vulnerabile e ad elevata densità di popolazione. Ciò genera, da una parte, rischi elevati di fenomeni diffusi e, dall’altra, evidenti pericoli per le persone». Un quadro tutt’altro che confortante, influenzato, secondo Merati, dalla rapida variazione delle condizioni climatiche dalla forte attività edificatrice «che in parecchi contesti, a causa di precise scelte urbanistiche, ha avuto influssi funesti su parecchie realtà» e, infine, dalla consistente diminuzione degli investimenti per la tutela del suolo. Èquest’ultimo il punto che sta più a cuore al responsabile dello Ster di Bergamo: «I trasferimenti statali sono stati praticamente azzerati — dichiara —. Quelli provinciali e comunali fanno i conti con le enormi difficoltà in cui si dibattono gli enti locali. La Regione cerca di difendersi, ma fa quello che può in un contesto segnato da grandi problematiche».

Fra le circa 40 situazioni di dissesto accertate dai responsabili dello Ster negli ultimi quattro mesi, figurano quelle relative alla strada di Castro, dove servirebbe una galleria artificiale per un importo di oltre 4 milioni di euro, al contenimento della frana di Caramondi a Brembilla (2 milioni di euro), ad interventi preventivi a Serina (1 milione e 200mila euro). In sostanza, almeno per mettere mano alle criticità di maggiore urgenza, sarebbero necessari almeno 10 milioni di euro. «Poi bisogna tenere conto delle specificità dei fenomeni — aggiunge Merati —. Le valanghe, provocate dalle abbondanti nevicate di quest’inverno in quota, non sono uguali alle frane, così come queste ultime non sono riconducibili alle cadute massi. Analogamente, anche le cause sono differenti. Questo richiede progettualità specifiche: è impossibile generalizzare». Intanto la provincia continua a fare i conti con i disagi: quelli della Val Taleggio e della Val Serina, con le strade ancora interrotte, non sono, purtroppo, che la punta di un iceberg. «L’auspicio — conclude Merati — è che la spending review permetta di recuperare risorse anche per questo tipo di investimenti».
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Frana a Peghera, strada Valtaleggio chiusa

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da L'Eco di Bergamo di Silvia Salvi

Iniziano i lavori sulla frana «Strada aperta entro giugno"

Partiranno a giorni i lavori di sistemazione della frana tra Peghera e Olda, in Val Taleggio. Già da lunedì infatti alcuni operai sono stati visti operare su tratto di strada travolto lo scorso 19 marzo da 200 metri cubi di roccia. Si tratta delle prime opere in preparazione degli interventi veri e propri, tra cui disboscamento e messa in sicurezza dell’area con la rimozione di materiale pericolante. Questa mattina sul posto si presenterà anche il sindaco Alberto Mazzoleni: «Finalmente partono gli interventi – spiega –. Al momento si sta preparando la zona e contestualmente si inizia a gettare le basi del futuro ponte bailey. L’impresa incaricata delle opere è la stessa dello scorso anno, la Bettineschi di Colere. L’intenzione è quella di posare il ponte e aprire la strada entro la fine di giugno. Il tutto ovviamente tempo permettendo». La nuova passerella sarà lunga 50 metri per 3,50 di larghezza.

Potranno utilizzarla bici, moto, automobili e pure piccoli camion. «Nei giorni scorsi il vicensindaco ha incontrato genitori e insegnanti – continua Mazzoleni - per fare un punto della situazione, visto il prolungarsi dei disagi. Alla fine è stato concordato di proseguire con l’apertura dell’ex scuola elementare di Peghera per gli alunni della frazione, incrementando però di un giorno la presenza a Olda. La frana caduta il 19 marzo scorso tra Peghera e Olda, in Val Taleggio mo deciso di intervenire come Comune per dare un sostegno all’insegnamento: viste le difficoltà economiche della scuola e per potenziare le ore di insegnamento a Olda (rimasta senza un’insegnante, che raggiunge Peghera, ndr) il Comune ha dato circa mille euro per incrementare le ore di insegnamento e insegnanti. La frana era scesa lo scorso 19 marzo, all’incirca nello stesso posto di un anno prima. Ancora oggi sta causando grossi disagi alla popolazione, in particolare agli abitanti di Peghera: per raggiungere le altre frazioni di Sottochiesa, Olda, Pizzino e il Comune di Vedeseta è infatti necessario un giro di 46 chilometri che passa da Zogno.
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Re: Frana a Peghera, strada della Valtaleggio chiusa

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da L'Eco di Bergamo

Val Taleggio, stagione compromessa, un altro mese per la posa del ponte

Piovono proteste per i ritardi nel ripristino della strada chiusa in Val Taleggio chiusa dal 19 marzo a causa della frana. La Provincia assegnerà domani i lavori per la posa ponte. Ci vorrà almeno un altro mese e la stagione per la valle è ormai compromessa.

Ecco la lettera di protesta di un commerciate di Peghera

Mercoledì 19 marzo la frana che l’anno scorso bloccò la SP 24 delle Valli Brembilla e Taleggio, poco dopo l’abitato di Peghera, dal 19 maggio al 4 agosto (78 giorni) ha ripreso a scaricare terra e massi sulla sede stradale, costringendo a bloccarla di nuovo. Ora siamo già al terzo anniversario (se usiamo i mesi come unità di misura), ed è tutto ancora fermo, non si vede ancora la famosa luce in fondo all’altrettanto famoso tunnel.

I primi giorni dopo la frana gli eventi ebbero un notevole seguito presso l’opinione pubblica, emozionata dai bambini che per andare a scuola dovevano attraversare un ruscello su un ponte posticcio di pallets e colpita dai quasi cento chilometri di viaggio che comportava il relazionarsi dei cittadini (preti, medici, lavoratori…) da una parte all’altra della Val Taleggio. Quei fatti richiamarono anche l’attenzione di mamma RAI e così un’esercente e una mamma di Peghera furono ospiti della trasmissione Uno Mattina, dove portarono il problema all’attenzione nazionale. Si era alla metà di aprile e le signore durante il viaggio di ritorno in valle furono raggiunte dalla notizia che i soldi per i lavori di ripristino e per la realizzazione di un ponte provvisorio erano stati trovati, con immediate sviolinate via Facebook da parte del sindaco di Taleggio per vantarsi di come erano stati bravi lui e il presidente della Provincia e per promettere la riapertura della strada per il 20 giugno.

Ma si era in periodo di campagna elettorale e le promesse ( e relative prese in giro) erano d’obbligo. Ora le elezioni ci sono state, il sindaco è stato rieletto, ma del ponte di ferro che dovrebbe risolvere i nostri problemi di viabilità non c’è ancora la minima traccia. Dopo 90 giorni ancora non sono pronte nemmeno le due spalle del ponte. Da giorni e giorni gli operai non si fanno vedere, le bacchette di ferro delle armature sfidano le intemperie nell’attesa della gettata di cemento. Uno pensa che per un lavoro così urgente servirebbe un cantiere molto attivo, molti operai, orari lunghi, lavori anche di sabato. Niente di tutto questo. Due operai sono la media e alle cinque del pomeriggio tutto finisce. Per molti giorni addirittura non si è visto nessuno.

Problema nel problema: la popolazione è tenuta completamente (e volutamente?) all’oscuro, senza alcun avviso da parte delle superiori (?) autorità. Solo voci di popolo: “l’impresa non va avanti perché non ha visto ancora un euro, manca un pezzo di ponte, mancano i soldi, aprono a luglio, no a settembre, non aprono più (?!)”, voci raccolte al bar o in negozio, magari tra un’imprecazione e l’altra. I cittadini non si lamentano neanche più, quasi fossero presi da un specie di sindrome di Stoccolma: prigionieri di una situazione insostenibile, non si dolgono più dei loro “tiranni”, ma li perdonano a prescindere. Ormai siamo al fatalismo puro. Ma il problema è ancora lì in tutta la sua pervasività e anche quest’anno la stagione turistica è compromessa. Ora cosa dobbiamo fare? Venire a Bergamo davanti al palazzo della provincia sguainando i forconi? stracciare le schede elettorali alle prossime elezioni? fare sciopero fiscale rifiutandoci di pagare le tasse di ogni ordine e grado? o fare tutte queste cose assieme? Vergogna!
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