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Dodici capre orobiche hanno passato l’inverno a 1.860

Inviato: lunedì 9 marzo 2015, 19:32
da IW2LBR
Lunedi' 9 Marzo 2015 - Alta Valle Brembana

Dodici capre orobiche hanno passato l’inverno a quota 1.860 metri in Alta Valle Brembana

di Gianni Molinari

I nostri alpeggi qui in Alta Valle Brembana un tempo non ospitavano le capre, anzi erano bandite perché i nostri bei monti erano zone esclusive per le vacche bruno-alpine che facevano la transumanza soprattutto dalla pianura padana.

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Già nel 1.700 al ponte di Lenna, dove venivano sottoposte a visite scrupolose, passavano più di 5.000 vacche che si dirigevano verso i numerosi alpeggi dell’Alta Valle per trascorrervi 90 giorni di alpeggio nel periodo estivo.

Re: Dodici capre orobiche hanno passato l’inverno a 1.860

Inviato: lunedì 9 marzo 2015, 19:33
da IW2LBR
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Nelle zone più impervie degli alpeggi, sulle “sponde”, passava il pastore con il suo gregge numeroso, mentre le nostre nonne salivano dal paese per tagliare l’erba “cera”, che le vacche non mangiavano, per portarla nelle stalle ed utilizzarla durante il lungo inverno.

Re: Dodici capre orobiche hanno passato l’inverno a 1.860

Inviato: lunedì 9 marzo 2015, 19:34
da IW2LBR
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Le capre invece non erano ammesse in questi prosperi e ricchi paradisi naturali per vari motivi.
Ai giorni nostri le vacche della pianura padana non fanno più la transumanza, vengono tenute nelle grandi stalle della pianura per produrre latte; ed ecco che da qualche anno i nostri alpeggi vengono caricati dai Valtellinesi che costituiscono quasi l’80 % dei bergamini che troviamo sui nostri monti. I Valtellinesi, insieme alle vacche, tengono anche le capre perché il loro territorio è più agreste e il loro latte viene aggiunto, in misura del 10% circa, a quello delle vacche per la produzione dell’ormai famoso formaggio “Bitto”.

Re: Dodici capre orobiche hanno passato l’inverno a 1.860

Inviato: lunedì 9 marzo 2015, 19:34
da IW2LBR
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Poi, quando il periodo dell’alpeggio finisce e “scarichi monte”, e bisogna radunare tutto quel ben di Dio che d’estate hai prodotto, ecco che può capitare di lasciare indietro qualcosa o qualcuno. Vacche no, perché troppo importanti e di valore; magari qualche cavallo, perché pascolano da soli e pensi di ritornare a riprenderli più tardi; è più facile invece lasciare sull’alpeggio le capre.

Re: Dodici capre orobiche hanno passato l’inverno a 1.860

Inviato: lunedì 9 marzo 2015, 19:35
da IW2LBR
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Quest’anno, sui monti dell’Alta Valle Brembana (Fioraro – Azzarini – Cavizzola ecc.) , si sono smarrite alcune capre: due capre qui e due là, disperse sugli alpeggi. Nel mio girovagare a piedi su questi monti già a Novembre ne avevo viste alcune disperse, tre in un posto, due al di là della valle, e mi sono detto: “scenderanno ”.

Re: Dodici capre orobiche hanno passato l’inverno a 1.860

Inviato: lunedì 9 marzo 2015, 19:39
da IW2LBR
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Arriva la prima nevicata, poca neve e, girando in quota con gli sci, rivedo altre capre in altri luoghi, non molto distanti fra loro, ed ero arrivato ad individuarne almeno sei. Poi si sente dire che è passato l’orso; infatti, dopo la prima debole nevicata, in Pianvalle di Cavizzola a quota 1.800, ho visto le sue tracce e le ho seguite sino alla baita alta a 1.900 metri; solo tracce di questo animale, sulla poca neve, ma niente resti di capre, come si vociferava in paese che le avesse sbranate.

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Re: Dodici capre orobiche hanno passato l’inverno a 1.860

Inviato: lunedì 9 marzo 2015, 19:41
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Ed ecco che l’8 febbraio, mentre salgo con gli sci a quota 1.860, sento un tintinnio: “qui capra ci cova” penso subito e mi dirigo verso quel suono. Di neve ce n’era, a spanne 1 metro e 40 centimetri, e all’improvviso scorgo una capra poco più in alto, sotto dei pini e delle rocce, e poi altre cinque. Allora rimetto le pelli di foca che avevo appena tolto e incomincio a salire: conto la bellezza di undici capre adulte e un capretto bello bianco.

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Re: Dodici capre orobiche hanno passato l’inverno a 1.860

Inviato: lunedì 9 marzo 2015, 19:43
da IW2LBR
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Non avevo ancora mangiato e decido di condividere con loro: in un attimo sbranano il pane e le mele, il prosciutto invece non lo toccano. Le lascio e, rivolto alla capra capo del gruppo le dico: ”vai là dove ci sono i crap, ndèla Brèta, che te truèt de mangià, se no……”. (vai là dove la neve col sole cade e trovi da mangiare, così ti salvi). Oggi, primo di marzo, decido di mettere nello zaino sale grosso e pane duro e ritorno sui monti per vedere dove sono quelle povere capre; dopo la forte nevicata del 21 febbraio, 70 centimetri di neve fresca, chissà se si sono salvate.

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Re: Dodici capre orobiche hanno passato l’inverno a 1.860

Inviato: lunedì 9 marzo 2015, 19:45
da IW2LBR
Parto tranquillo e salgo pian piano in quota; la giornata è incerta e preannuncia la primavera; nevischio sino alle nove , poi un po’ di schiarite; in breve tempo sono già in alto e le capre dove sono?

Trovo sulla neve fresca, a quota 1.700, ossa ben pulite che qualche animale, forse una volpe, ha lasciato e penso: “ahi … ahi … qui si mette male”. Salgo e intanto arriva il sole; lo zaino pesa con tutto quel sale e pane che avevo portato, oltre alla mia colazione; all’improvviso, in quel silenzio assoluto, sento un tintinnio: “tin, tin”; dirigo l’occhio nudo verso quella direzione, perché il cannocchiale non ci stava nello zaino, e ne scorgo subito una. Allora decido di salire e poi ridiscendere per non farmi scorgere, e così mi trovo a tu per tu con la capra; un pezzo di pane se lo merita; anche altre capre iniziano a muoversi verso di noi; ho appena il tempo di togliere il sale e chiudere lo zaino.

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Così distribuisco il sale e poi il pane e le capre incominciano a leccarmi le mani e forse anche la faccia. Quando si sono calmate, inizio a contarle: sono undici adulte e un capretto dello scorso anno; sei hanno il collare di legno con un ciocchettino; cinque sono marroni, tre grigio-bianche, tre miste. Tutte in ottima salute, si spostano da un luogo all’altro. Al capretto faccio bere un po’ di coca-cola; nello zaino non rimane più nulla, ma va bene così. Scenderò con tanta soddisfazione per aver trovato le capre ancora vive e sicuro che vedranno presto la primavera in ottima salute.

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