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Re: Airone Cenerino

Inviato: martedì 2 febbraio 2016, 20:49
da claudio valce
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Re: Airone Cenerino

Inviato: martedì 2 febbraio 2016, 20:50
da claudio valce
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Re: L'Airone Cenerino nel Fiume Brembo

Inviato: mercoledì 3 febbraio 2016, 12:51
da TARCI
Personalmente preferirei che non ci fosse, o vedere come cacciarlo via, visto che distrugge tutta la fauna ittico ed anfibia locale.
Ho notato che dove si è insediato diventa il padrone assoluto del territorio a danno di altre specie anche apparentemente non cosi fragili come i rapaci.
Quando questa estate è arrivato (quello bianco) in zona non ho più visto le poiane che apparivano regolarmente ogni giorno.
Anche la presenza di cormorani non è da meno (si dice che riescano a mangiare anche 3 kg al giorno di pesci, molluschi, gamberi ed anfibi vari ecc).
Che si sappia che gli aironi si nutrono anche di uccelli o dei piccoli di anatra ecc..

Per certi aspetti lo ritengo dannoso e secondo me andrebbe eliminato, so che creerò una polemica ma vorrei sentire anche il parere degli esperti.

Re: L'Airone Cenerino nel Fiume Brembo

Inviato: mercoledì 3 febbraio 2016, 13:45
da Subiot
Claudio Valce ha scritto:
L’Airone cenerino è una specie protetta, in quanto considerata a rischio di estinzione.
Non voglio fare il saputello ma l'airone cenerino è tutto fuorché a rischio estinzione.
Riporto lo stralcio della scheda redatta dall'ISPRA "RISULTATO DEL CENSIMENTO DEGLI UCCELLI ACQUATICI SVERNANTI IN ITALIA 2001-2010"

E' un documento disponibile in rete e consultabile da chiuque.
Come si evince dalla lettura del documento la specie è la più diffusa fra gli uccelli acquatici:

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Airone cenerino Ardea cinerea
Stima 1991-1995: 7069 (238 siti), Stima 1996-2000: 11192 (422 siti)
Stima 2001-2005: 14066 (522 siti), Stima 2006-2010: 13947 (537 siti)
Specie abbondante ma soprattutto estremamente diffusa (la prima in assoluto tra tutti gli uccelli acquatici quanto a numero di siti). Non è legata alle zone costiere e tollera anche zone interne a clima molto rigido. Anche per le proprie abitudini in parte notturne, non forma dormitori che possano essere d’aiuto ai censimenti. Le presenze sulle zone umide indagate sono certamente ben rilevate; si può peraltro ben comprendere come una specie diffusa con bassi numeri anche in zone minori possa complessivamente risultare sottostimata. La media quinquennale delle presenze 2006-10 (e già nel quinquennio precedente) risulta quasi doppia rispetto al primo valore disponibile (1991-95), e il numero totale dei siti occupati è aumentato in misura ancora maggiore. I massimi annuali censiti nelle due metà dell’ultimo decennio sono di 14041 individui nel 2002 e di 14302 nel 2007; contrariamente ad altri Ardeidi, non si notano consistenze variabili a seconda dell’andamento climatico. I totali rilevati nel primo decennio mostravano un aumento abbastanza regolare e continuo fino a fine periodo, in parte dovuto al progressivo miglioramento della copertura e non più evidente in seguito. L’indice di copertura dei siti e quello di areale sono entrambi attualmente abbastanza costanti e prossimi a valori dell’80%, come già avveniva in anni immediatamente precedenti il 2001. Nessun sito risultato importante nel primo decennio non è stato censito nel secondo, ma almeno quattro siti in precedenza occupati da svariate decine di individui (es. tratti fluviali aostani) non sono stati censiti nell’ultimo quinquennio. Il numero totale dei siti occupati è stato pari a 537 negli ultimi cinque anni, 596 negli ultimi dieci e 629 nel ventennio.
Il 90% degli effettivi medi degli ultimi cinque anni risulta contenuto nei 183 siti più importanti, valore che era proporzionalmente simile alla fine del precedente decennio (142), a conferma di una non elevata concentrazione della popolazione nazionale. Come già in passato, nessun sito italiano si qualifica internazionalmente superando la soglia Ramsar, mentre ben 18 risultano - oggi come in passato - di importanza internazionale (tutti i maggiori comprensori lagunari dell’Adriatico, della Maremma toscana e della Sardegna, ma anche diversi tratti fluviali interni e comprensori bonificati ricchi di canali e relitti vallivi). Confrontando le due liste di siti principali si notano diverse sostituzioni, non però nelle posizioni apicali. I siti di importanza nazionale ospitano, nel loro insieme,il 40% del popolamento medio. Il trend decennale della specie risulta indicativo di stabilità, mentre quello di lungo periodo è di moderato incremento (+3.5% all’anno). Anche la situazione rilevata in Svizzera, su uno stock che è undecimo di quello italiano, vede una tendenza all’aumento solo sul lungo termine (Keller 2011), e lo stesso avviene in Germania (Wahl et al. 2011).

Re: L'Airone Cenerino nel Fiume Brembo

Inviato: mercoledì 3 febbraio 2016, 20:19
da AlexBegnis
per la nostra valle lo definieri "un intruso"

Re: L'Airone Cenerino nel Fiume Brembo

Inviato: mercoledì 3 febbraio 2016, 21:35
da ocirne
AlexBegnis ha scritto:per la nostra valle lo definieri "un intruso"
Per saperne di più su questo e su molti altri uccelli della provincia è appena uscita la pubblicazione "Atlante degli uccelli nidificanti in provincia di Bergamo", con le mappe di distribuzione delle specie nel territorio provinciale.
Disponibile presso Museo Caffi in Città Alta.

Re: L'Airone Cenerino nel Fiume Brembo

Inviato: mercoledì 3 febbraio 2016, 22:42
da Alfredo64
Belle le foto, ma in che tratto del fiume le hai fatte?
Ciao

Re: L'Airone Cenerino nel Fiume Brembo

Inviato: mercoledì 3 febbraio 2016, 22:50
da Subiot
Alex Begnis ha scritto
per la nostra valle lo definieri "un intruso"
Secondo la mia modesta opinione più che un intruso è un "ritornante"
L'airone, cosi come l'orso, il lupo, il cinghiale, il cormorano e tanti altri predatori e/o opportunisti hanno abitato le nostre terre molto prima di noi. Con l'avvento dell'agricoltura diffusa tutti questi predatori sono stati fatti fuori perchè in competizione con gli interessi del mondo rurale. Oggi che questi interessi sono meno diffusi capillarmente questi animali stanno riconquistanto gli spazi perduti.
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Re: L'Airone Cenerino nel Fiume Brembo

Inviato: mercoledì 3 febbraio 2016, 23:44
da stragia
a_45 penso anche io che per le speci a_45 a_45 e ittiche non sia il massimo,a settembre in zona branzi ne stazionavano 5 o 6 ed era tutto un andare e venire dai pini al fiume a caccia di pesce,se poi sia in pericolo di estinzione non lo so ma mi sembra strano,ho provato a vederne anche alle periferie dei paesi in provincia di como ...