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Un’azione comune per la montagna

Inviato: giovedì 2 agosto 2012, 5:08
da IW2LBR
da L'Eco di Bergamo di Giovedi' 2 Agosto 2012

Un’azione comune per la montagna

Passo San Marco - L’ipotesi di riordino istituzionale avanzata dal governo è poco democratica e irragionevole». Lo sostengono, a proposito delle Province, i sindaci della montagna lombarda, riuniti nel comitato «Le montagne si parlano». Il gruppo si è confrontato sabato al Passo San Marco e giudica poco democratica l’ipotesi del governo «perché trasforma l’ente in organismodi secondo livello e fissa dei criteri di riorganizzazione delle Province non condivisi con i territori; irragionevole perché basata solo su criteri quantitativi (superficie e abitanti) che non tengono conto della realtà storica, sociale ed economica dei territori». A seguito dell’incontro con il sociologo Aldo Bonomi, i sindaci della montagna lombarda rilanciano, confermando, i contenuti del documento approvato a San Pellegrino il 16 maggio, vale a dire «la proposta di una revisione più profonda del sistema istituzionale che coinvolga tutti i livelli, dal Comune alla Regione, e che preveda il trasferimento di poteri alle periferie. Per la montagna, in particolare, si tratta delle deleghe per la gestione
delle risorse naturali e la pianificazione del territorio».

Ma il comitato ripropone anche la costituzione della Provincia alpina lombarda quale presidio di identità della montagna lombarda e apertura alla macroregione alpina europea. Il comitato esporrà la propria posizione in occasione di una serie di incontri già definiti con varie istituzioni. Un primo incontro sarà a Edolo, con Davide Carlo Caparini, rappresentate della Lega Nord e presidente della Commissione bicamerale per le questioni regionali. Un secondo incontro si terrà il 24 agosto, a Milano, con i rappresentanti dei Comuni montani e dei piccoli Comuni nell’ambito dell’Anci. Un terzo incontro è stato richiesto al presidente della Regione. Il Comitato dei sindaci lancia «un accorato appello a tutte le istituzioni pubbliche e private, partiti, associazioni di categoria e sindacati affinché, superando ogni contrapposizione, attorno alla difesa della montagna si possa coagulare una forte azione comune».