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Presepe permanente di Pizzino - Taleggio

Inviato: giovedì 10 dicembre 2009, 17:32
da IW2LBR
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riflessi... curiosi....


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Re: Presepi e addobbi natalizi paesi Valle Brembana 2009

Inviato: giovedì 10 dicembre 2009, 17:33
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Re: Presepi e addobbi natalizi paesi Valle Brembana 2009

Inviato: giovedì 10 dicembre 2009, 17:33
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Re: Presepi e addobbi natalizi paesi Valle Brembana 2009

Inviato: giovedì 10 dicembre 2009, 17:33
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Re: Presepi e addobbi natalizi paesi Valle Brembana 2009

Inviato: giovedì 10 dicembre 2009, 17:34
da IW2LBR
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Re: Presepi e addobbi natalizi paesi Valle Brembana 2009

Inviato: giovedì 10 dicembre 2009, 17:34
da IW2LBR
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Re: Presepi e addobbi natalizi paesi Valle Brembana 2009

Inviato: venerdì 11 dicembre 2009, 12:30
da mucili
Complimenti per l'iniziativa. Fa piacere vedere che una frazione così piccola (e dintorni) sia cosi fortemente attiva in termini di iniziative di vario genere e originali. Per quanto riguarda il riflesso mi viene da pensare a padre Pio. Ma è un signore vero quello o è una statua del santo padre? Incredibile la somiglianza!

Presepe ligneo di Ornica

Inviato: venerdì 11 dicembre 2009, 23:31
da IW2LBR
Sabato 19 dicembre 2009 ore 15,00 presso il seicentesco Oratorio dei Morti a Ornica (di fronte alla Parrocchiale)
si terrà l'inaugurazione del /PRESEPE LIGNEO di "PEPE POLITO" (all'anagrafe Giuseppe Regazzoni)


Composto da una serie di personaggi scolpiti a partire dagli anni '40 fino ai nostri giorni
rappresentanti il mondo rurale bergamasco e dotati di movimento grazie a semplici e ingegnosi ingranaggi sottostanti.

Per tutto il pomeriggio il percorso al Presepio e ai Mercati di Natale nel borgo antico di Ornica sarà allietato dalle tradizionali e antiche melodie de' I TRAPULI' di Ceresola, l'allegro e giovane duo di suonatori di baghèt (cornamusa bergamasca) della Valle Imagna. Presentazione a cura di Elio Regazzoni e Ugo Manzoni
(* Il presepe sarà visitabile fino al 10 gennaio 2010).

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Biografia

“Pepe Polito”, all’anagrafe Giuseppe Ragazzoni (1915-1993) è stato artista e artigiano locale. Don Martino Lanfranchi, già parroco di Santa Brigida e suo amico, ebbe a dire: “nel suo presepe Giuseppe ha messo la sua gente, la gente di montagna, la gente che lavora il prato, il bosco, la legna, il metallo; il suo presepe, vuole essere il paese della gioia, della pace, del lavoro, del pane, dell’acqua e della legna per tutti”. Tre periodi caratterizzano il presepe: 1. Primo periodo 1947-1970, circa. Pepe Polito, dopo essersi sposato, va ad abitare alla Colla di Santa Brigida, nella dimora che fu residenza di un ramo dei Baschenis, celebri pittori attivi nella Bergamasca e nel Trentino. Qui aveva ricavato la “butiga”, un laboratorio. Dopo il ritorno dalla prigionia di guerra intaglia la prima statuetta, la “Mama che la nina”: la madre che, grazie ad un rudimentale meccanismo, culla il figlio. Pepe pensa a mamma Marietta.

Così accanto alle statuine in gesso della sua infanzia e della Sacra Famiglia cominciano ad aggiungersi altre statuette in legno: figure famigliari e animali. Ecco il mondo agricolo: un uomo con la zangola e l’altro col penàcc, tipici attrezzi per la lavorazione del burro. C’è anche il taglialegna, mentre abbatte con la scure un ceppo di legno; è un omaggio ai tanti emigranti. Le statuine riproducono fedelmente le proporzioni, c’è il pastore intento alla conta delle pecore ed altri personaggi legati all’ambiente domestico: la donna che lava sul mastello, il fanciullo che dà grano alle galline, il giovane al pozzo. Tra gli animali capre, pecore, galline, scoiattoli, camosci.

Tutte queste statuette si sono aggiunte anno dopo anno, così come meccanismi che le animano, costruiti con ingegno: il meccanismo veniva azionato manualmente girando la manovella di una vecchia macchina da cucire che dava vita e movimento ai personaggi. Come i personaggi fanno parte dell’ambiente in cui vivono, anche gli ingranaggi vengono dall’uso quotidiano: cinghie di falegnamerie ad acqua, ruote e ingranaggi di mulini, carrucole di teleferica. Solo dalla prima esposizione pubblica nel 1980 il presepe fu dotato di un piccolo motore elettrico. 2. Secondo periodo 1970/1980, circa. Le figure diventano più popolari, semplici e squadrate, forse per rappresentare l’anima dei montanari. Contemporaneamente al cambiamento estetico, ol Pepe inizia a chiamare con nomi dialettali i nuovi personaggi: “ol fera asegn” (maniscalco), “ol martéla ranze” (battitore di lame), “ol nono” (nonno), “l’om del pozz” (l’uomo al pozzo) e “l’angel”, che compie anche ingenui errori di trascrizione dal latino. 3. Terzo periodo 1980/1993, circa.

Continua il processo di avvicinamento sempre più marcato alla cultura popolare e alla natura: per dare risalto alla natura, le statuette sono al naturale, non vengono più colorate. Si vede il fabbro col figlio alla forgia, i boscaioli con la sega, l’uomo con la ranza (falce), i quattro pastori alla capanna, i Re Magi, la donna che fila col fuso e nuovi animali. La donna che fila la lana rappresenta degnamente quell’aspetto di economia familiare che in molti casi forniva una rendita indispensabile. Ol Pepe ormai aggiunge solo statuette di legno, ma i vecchi personaggi della capanna in gesso si ammaccavano sempre più…allora dai pezzi migliori del noce colpito anni prima da un fulmine e messo da parte, scolpisce la Sacra Famiglia, mentre per il bue e l’asinello usa un pezzo di pino cirmolo, la “rola”. La tipologia di legno utilizzato nella costruzione del presepe varia a secondo dell’utilizzo: ad esempio acero per le statuette e ontano di monte per teste e piccoli oggetti, mentre per gli ingranaggi ciliegio, rovere, pero e frassino. Usava dire che il legno bisogna conoscerlo, osservandolo in penombra e in piena luce, accarezzandolo per sentirne la durezza e la morbidezza, annusandolo per sentirne il profumo e capirne l’essenza; in altre parole amarlo e rispettarlo.

Albergo Stella Alpina di Foppolo

Inviato: domenica 13 dicembre 2009, 22:45
da IW2LBR
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Oh candida neve... ti prego scendi dal cielo
vieni dolcemente lieve... a posarti con gentilezza
qui siamo tutti in attesa... della tua fresca carezza