Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Le numerose specie di animali selvatici nelle Alpi Prealpi Orobie e specificatamente in Valle Brembana
indifranck
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da indifranck »

Pur condividendo il fatto che trovo inutile una piccola oasi per l'orso a meno che non si pensi di trattenere gli animali con carnai e "fruttai" non posso non notare il fatto che quando fa comodo l'orso si mangia 650 piante di mirtillo (mai verificatosi) e altre volte si afferma che l'orso non apprezza la frutta.
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elio.biava
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Re: Wwf lancia un'Oasi per orso in Trentino

Messaggio da elio.biava »

IW2LBR ha scritto:dall'ANSA
Wwf lancia un'Oasi per orso in Trentino
TRENTO, 6 MAG - La 'Giornata delle Oasi' del Wwf, quest'anno il 19 maggio, in Trentino vedra' il lancio di una campagna per l'istituzione di una nuova 'Oasi'. Sara' a Maso Fratton-Torrente Sporeggio, nel Comune di Spormaggiore, tra le montagne dell'Adamello-Brenta, dove il Wwf vuole creare una nuova 'Oasi per l'orso', in cui l'animale possa trovare la frutta e girovagare lontano da ogni minaccia. L'area e' lungo il torrente Sporeggio, tra i piu' selvaggi della regione, tra salici e ontani.
Ideale! Zona a scarsa densità abitativa (ah è vero, quello serve se no cosa mangiano? a_39) . Perfetto corridoio faunistico intersecante con A22-Brennero a_111 . Il Brenta e l'Adamello visibile col binocolo.... i salici e gli ontani sono la dieta preferita dell'orso, si sa.

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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
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La nostra (nuova) vita con l’orso

Messaggio da IW2LBR »

dal Blog Zoelagatta

La nostra (nuova) vita con l’orso

Il 2012 è stato un anno importante per l’orso bruno, in particolare in Lombardia dove si sono registrate ben 5 presenze e anche se non vi è ancora una popolazione stabile di orso, questa potenzialmente potrebbe stabilirsi su un orizzonte di lungo periodo. Il punto della situazione lo hanno fatto gli esperti che qualche giorno fa hanno risposto alle domande del pubblico in un incontro organizzato fra gli altri dal Wwf a Milano. Dopo un’assenza di quasi 150 anni, i primi orsi in Lombardia sono ricomparsi con il progetto di ripopolamento trentino (a partire quindi dal 1999).

E’ negli ultimi 5 anni che la presenza della specie in regione è però diventata costante. Si tratta di giovani maschi in dispersione che percorrono lunghe distanze in breve tempo e solitamente tornano nel luogo dove sono nati. Cinque diversi esemplari di orso hanno calpestato il suolo lombardo nel 2012 e, sebbene si tratti sempre di una presenza rara, questo numero è comunque significativo. Già nelle scorse settimane, alla fine del letargo, è stata verificata la presenza di orso in Lombardia, prima in provincia di Sondrio e poi in provincia di Lecco.

Il monitoraggio su base genetica permette di avere un’idea molto attendibile su quanti e quali orsi frequentino le nostre zone in tempi abbastanza celeri e uno specifico sistema di mappatura delle osservazioni degli indici di presenza della specie “Georso”, permette di avere un quadro d’insieme. Questa situazione porterà sicuramente all’arrivo di altri giovani orsi in Lombardia, dal momento che la popolazione trentina di provenienza è in salute e in crescita, attestandosi oggi intorno ai 45-48 individui, numero che rappresenta un grande successo delle politiche di conservazione. La sporadica presenza di esemplari di orso sul territorio lombardo ha dato modo di avviare un percorso di conoscenza di una specie di cui si era persa traccia nella memoria delle popolazioni residenti nei territori storicamente interessati dalla presenza dell’orso.

E’ importante che il percorso di conoscenza avviato sia condiviso tra le varie istituzioni, associazioni ed i mezzi d’informazione in modo da veicolare il più possibile informazioni corrette ed utili ad una coesistenza con la specie che sta tornando sul territorio. Se da un lato i dati riportano che non vi sono stati casi di aggressione da orso nelle zone di presenza della specie da più di 100 anni e che le specie statisticamente pericolose sono ben altre, dall’altro l’orso è una presenza che porta a vivaci dibattiti, stimola grandi entusiasmi e feroci critiche. I danni rappresentano importi minimi, sia in assoluto sia se confrontati con i danni provocati da altre specie. E in Lombardia sono completamente rimborsati, grazie ad un’assicurazione specifica. Gli orsi particolarmente dannosi sono molto rari. In Lombardia nel 2012 sono stati pagati danni per poco più di 10.000 euro per pecore e capre predate o arnie danneggiate (come termine di riferimento si consideri che la presenza del cinghiale provoca danni all’agricoltura lombarda per diverse centinaia di migliaia di euro).

Oltre al rimborso dei danni, il progetto Life Arctos fornisce gratuitamente recinzioni elettrificate a pastori e apicoltori per proteggere greggi e arnie, permettendo una diminuzione significativa dei danni. Sono stati installati una cinquantina di recinzioni nelle province di Brescia, Bergamo e Sondrio.Altre sperimentazioni di attività zootecniche compatibili con la presenza di grandi carnivori inizieranno quest’anno. La collaborazione tra le varie istituzioni ha consentito anche di definire un sistema di comunicazione che, con l’aiuto del sistema di mappatura “Georso”, consente di verificare celermente i segni di presenza del plantigrado. Le verifiche vengono fatte dal personale appositamente formato che viene allertato dalla sala operativa CFS di Curno cui giungono le segnalazioni attraverso il numero 1515 che tutti i cittadini sono invitati a comporre nel caso di segnalazioni della presenza dell’orso.
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Sbrana 8 persone, orsa abbattuta in India

Messaggio da IW2LBR »

dall'ANSA

Sbrana 8 persone, orsa abbattuta in India
Animale anche affetto da rabbia, ha ucciso persone nella foresta di Kotpad

NEW DELHI - Un orso femmina, che in due giorni aveva sbranato ben otto persone nella foresta di Andramuda dello Stato nord-occidentale indiano di Orissa, e' stata localizzata e abbattuta ieri dalla popolazione del distretto di Koraput. Lo scrive oggi il quotidiano The Times of India. Sabato il grosso animale, che secondo alcuni era affetto da rabbia, ha aggredito e ucciso tre persone che si erano inoltrate nell'area di Kotpad della foresta, uccidendone altre cinque il giorno successivo. Esasperata, la popolazione ha avviato una battuta di caccia e ha trovato l'orso femmina che e' stata soppressa a colpi di bastone. E' il secondo incidente di questo tipo in pochi giorni in Orissa dopo quello in cui venerdi' un centinaio di abitanti del villaggio di Turumunga nel distretto di Keonjhar hanno ucciso un orso che aveva ferito una persona.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Messaggio da Skiador »

..imprevedibilita' animale! E' un po' come alcuni cani (gli orsi sono della famiglia dei "canidi")...belli, bravi, amici dell'uomo ma poi, anche se non sono mai stati maltrattati, possono anche loro combinare dei bei pasticci quando meno te lo aspetti (fatti di cronaca anche recente insegnano). a_11
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C'è l'orso, alpeggio in pericolo - Gli allevatori: Allontana

Messaggio da IW2LBR »

dall'Arena di Barbara Bertasi

C'è l'orso, alpeggio in pericolo - Gli allevatori: «Allontanatelo»

Malcesine. Asini e bovini sbranati dall'orso? La Comunità montana del Baldo fa il punto sulla situazione a Malcesine dove però il sindaco Michele Benamati rilancia la posizione degli allevatori che, avendo subìto l'anno scorso predazioni da orso (alcune presunte) sono nettamente contrari a tenerlo sul Baldo. È dell'estate scorsa, inoltre, la petizione «Contro la presenza dell'orso sul Baldo» che chiedeva di «sospendere il progetto Life Ursus in riferimento agli effetti negativi sulle attività montane e la sicurezza dei residenti». Erano seguiti incontri, uno a Dossioli e uno a Malcesine, nei quali molti timori erano stati espressi per il futuro alpeggio. Poi, in febbraio, Benamati ha scritto in Regione chiedendo di prevedere, nel bilancio, fondi per risarcire i danni causati da fauna selvatica. Ora, proprio per affrontare il problema alla vigilia della stagione dell'alpeggio, che inizia ufficialmente il 1° giugno e termina il 29 settembre, gli allevatori sono chiamati a raccolta. L'incontro è domani alle 16 in municipio a Malcesine dove la presenza del plantigrado continua a preoccupare. Tanto più ora che s'è rifatto vivo sul versante trentino. In aprile alcuni giorni di sole sono bastati a risvegliarlo ed ha sbranato due asini e una vacca a malga Tret, allevamento biologico presente da una decina d'anni. Fa sapere il responsabile dell'ufficio agricoltura della Comunità montana del Baldo: «Abbiamo organizzato l'incontro su pressione degli allevatori di Malcesine affinché la normale attività d'alpeggio sia garantita anche con l'eventuale presenza dell'orso. Interverranno la dottoressa Sonia Calderola referente dell'Unità di progetto caccia e pesca della Regione Veneto, il biologo Ivano Confortini responsabile del Servizio caccia e pesca della Provincia ed il Corpo Forestale dello Stato. Si discuterà dell'ecologia del plantigrado e delle sue abitudini e si discuteranno con gli operatori le metodologie gestionali richieste. Parleremo dell'uso delle reti elettrificate e dell'importanza di adottare vecchie abitudini in alpeggio», anticipa. «Si dovrà infatti ripensare a ricoverare le bestie al chiuso di notte - quando potenziali attacchi sono più probabili - consuetudine abbandonata dal '900, essendo mancati i grandi predatori: orso e lupo».

Ma Benamati nota: «Mi ha telefonato il presidente della Comunità dicendomi che stavano organizzando un incontro a Malcesine in quanto Comune più interessato alla problematica. Abbiamo colto l'iniziativa anche se non è risolutiva del problema poiché punta a dare elementi per gestire al meglio la presenza del plantigrado. Invece», evidenzia, «i nostri allevatori colpiti l'anno scorso chiedono una soluzione definitiva: che l'animale sia allontanato. Oltre che per l'incolumità delle bestie temono ora per la propria, anche perché l'orso si è dimostrato particolarmente aggressivo attaccando asini e mucca. Dal canto mio temo anche per la incolumità dei molti ospiti che frequentano la nostra montagna e non vorrei che tale presenza fosse di ostacolo al turismo anziché promuoverlo». Il presidente della Comunità Sandri: «Recentemente un plantigrado ha aggredito animali in una zona trentina del Baldo confinante col nostro versante, zona d'alpeggio. Sappiamo che la Provincia autonoma di Trento, che ha attuato il progetto Ursus, ha fatto avere agli allevatori reti a bassa tensione elettrica per preservare le mandrie da eventuali attacchi. La Comunità, disponibile a promuoverne di successivi, ha organizzato questo incontro per affrontare la questione e verificare se anche le nostre aziende possono esserne dotate». Claudio Groff, referente per la Provincia autonoma di Trento della gestione dell'orso: «La certezza che sia sul Baldo viene da quest'ultimo danno. Questa montagna, almeno saltuariamente, è frequentata da orsi per cui bisogna attrezzarsi anche con le apposite recinzioni elettriche che l'ente pubblico fornisce agli allevatori che le richiedano. Sono un buon sistema per tenerlo lontano perché lui sa che i recinti provocano scosse e sta alla larga e gli incontri con la popolazione servono, anche la nostra Provincia ne ha organizzati molti». Sull'allontanamento chiude: «Non ha senso spostare gli orsi che, su queste piccole distanze, si muovono autonomamente. In ogni caso, se lo si riterrà necessario, esiste il Piano d'azione per la conservazione dell'orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace) che, in casi estremi, prevede anche la possibilità di rimozione».
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Un orso a Villa di Tirano, ma è un falso allarme

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dalla Provincia di Sondrio

Un orso a Villa di Tirano, ma è un falso allarme

VILLA DI TIRANO L'orso è tornato nel Tiranese? Dopo la morte di M13, che ora sarà esposto al Museo Poschiavino in seguito al suo abbattimento nel febbraio scorso, c'è chi sostiene di aver visto un altro orso gironzolare per i boschi del Tiranese. Per ora si tratta di un falso allarme. L'ultima segnalazione alle autorità è venuta sabato scorso, quando un privato, allarmato, ha sostenuto di aver avvistato un orso nella zona di Piscé, sopra Santa Cristina nel territorio di Villa di Tirano. Il Corpo forestale ha fatto subito un sopralluogo. Dalle tracce si è escluso che potesse essere un orso. È probabilmente un cinghiale, presenza ormai assodata nei boschi della Valle. Ad avvalorare questa ipotesi il fatto che, nella zona bassa di Piscè, non ci sono animali che possano attirare il plantigrado. L'orso, che si è svegliato dal letargo, ora comincia a muoversi e tende a cercare cibo infatti, avvicinandosi eventualmente a pecore, capre e arnie. In ogni caso non è da escludere che altri esemplari di orso stiano girando per le montagne del Tiranese. Al momento attuale, però, non sono confidenti con l'uomo e, dunque, non tendono ad avvicinarsi alle abitazioni in quota. In ogni caso gli organi competenti sconsigliano di lasciare rifiuti organici e resti di cibo fuori dalle baite, perché se l'orso si dovesse rendere conto che in quella zona trova cibo, potrebbe tornare e diventare così pericoloso. Una segnalazione è venuta anche alcune settimane fa a Trivigno nella zona sopra il ristorante Paradiso, ma la neve era così compromessa dal passaggio delle ciaspole che è stato impossibile individuare delle tracce certe.
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Albaredo, pecora sbranata, si sospetta sia stato un orso

Messaggio da IW2LBR »

dalla provincia di Sondrio

Albaredo, pecora sbranata, si sospetta sia stato un orso

ALBAREDO Pecora gravida sbranata ad Albaredo: forse l'orso è tornato in Valtellina. Il fatto è accaduto nella notte fra martedì e mercoledì ad Albaredo poco distante dal bar ristorante "La flora" . Vicino alla struttura c'è un appezzamento di terreno in cui un abitante tiene alcune pecore destinate non all'allevamento, bensì a tenere in ordine il prato e la zona circostante. Mercoledì mattina l'amara scoperta: la bestia gravida dilaniata e la carcassa abbandonata sul posto. Ad Albaredo sono arrivati gli incaricati dell'Asl per i controlli di rito, a loro spetterà di capire chi si sia stato l'autore dell'uccisione, se cani randagi oppure un orso. Timore questo - vista la presenza di allevamenti in zona - che da mercoledì si è diffuso in paese. E non sarebbe la prima volta che la bestia selvatica si è fatta viva sulle Orobie valtellinesi. L'ultimo avvistamento risale al marzo scorso a Gerola Alta. Qui l'orso era uscito dal letargo lasciando tracce poco fuori l'abitato di Gerola, a Fenile a due passi dalla strada provinciale e poco distante dalle abitazioni. Come aveva confermato il sindaco Fabio Acquistapace. Le orme erano state rintracciate prima dai residenti poi dagli addetti della Provincia che avevano confermato l'incursione del plantigrado, che secondo le ipotesi avevano fatto pensare allo stesso animale visto l'estate scorsa e proveniente dalle valli Bergamasche. Zona che confina anche con Albaredo.
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Abruzzo: ancora un orso morto!

Messaggio da IW2LBR »

dalla Dea della Caccia

Abruzzo: ancora un orso morto!

E’ successo di nuovo. Non lungo le strade che attraversano il Parco Nazionale d’Abruzzo, ma lungo una delle principali autostrade d’Italia: la Roma-L’Aquila. Un altro orso marsicano morto, ma lontano dalla sua Marsica. Ora ci sarà chi magari chiederà a gran voce di estendere iper-barriere lungo tutte le autostrade del centro Appennino, come sono stati richiesti cartelli di allerta lungo le strade del Parco e addirittura pannelli “dissuasori”. Tutto meno quello che serve! L’orso lo sta dicendo da anni con il suo comportamento ciò che desidera, ma nessuno sembra capirlo, e meno di tutti lo capiscono i tanti (troppi!) esperti di quest’animale.

Di fronte a questi fatti, come diceva un noto presentatore televisivo, “una domanda sorge spontanea”: ma perché questi orsi non se ne stanno nel Parco Nazionale d’Abruzzo dove un tempo vivevano solitari, in salute, numerosi e protetti? Eppure il Parco è divenuto sempre più grande, e sempre più grande lo si vorrebbe (ovviamente solo per poter chiudere altri territori alla caccia; anche se può sembrare assurdo a qualcuno, l’unica attività umana a cui non si può addebitare la morte di orsi). Sono anni che l’orso si allontana dal Parco disturbato dal turismo escursionistico innescato negli anni ‘70 (e sempre più mirato verso quest’animale: un tempo erano incontri occasionali, sperati, oggi ci si va in gita a colpo sicuro per osservarli - a pagamento!) ed alla ricerca di quel cibo di origine antropica che non trova più a causa del lento regredire dell’agricoltura e della pastorizia ovina e per la competizione con cervi e cinghiali nel suo habitat primario. C’è solo un modo per salvare l’Orso marsicano: applicare i 5 punti che lo scrivente e l’AIW da decenni vanno proponendo. Diffondere ai media estrapolazioni al computer sui conteggi della popolazione per convincersi e convincerci che la popolazione è aumentata non serve a nulla, perché nessuno ha la prova che queste estrapolazioni siano corrette e veramente indicative di una situazione che era e resta DRAMMATICA. Non è con continui conteggi ed altri studi che si salverà l’orso marsicano, ma creandogli oasi di quiete e provvedendo a che in esse e nelle sue vicinanze trovi cibo abbondante.

1. Severo controllo turistico, con chiusura assoluta a tutti, di non pochi territori selvaggi da riservare all’orso, senza deroghe di sorta.

2. Coltivazione cospicua di terreni agricoli, oggi in abbandono, con colture a perdere, da difendersi con la realizzazione di “Recinti Finamore”.

3. Incentivazione della pastorizia ovina, oggi sempre più abbandonata e/o proibita, possibilmente con iniziative di diretta gestione da parte degli apparati pubblici.

4. Controllo severo, con drastica riduzione delle presenze, del cinghiale (ma anche del cervo) nella zona del Parco e nelle sue aree circostanti.

5. Blocco assoluto ad ogni progetto di sviluppo urbanistico al di fuori delle zone abitate e abitabili (ovvero zone D del Parco) nell’area di habitat primario.

Il Segretario Generale Franco Zunino
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