Battista Marchesi e il suo lungo viaggio di 19100 km

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Re: Battista Marchesi e il suo lungo viaggio di 19100 km

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Re: Battista Marchesi e il suo lungo viaggio di 19100 km

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Io, Marisa ed Ivano dobbiamo ritornare a Zogno, Battista prosegue la sua corsa in compagnia di amici sino a Roncobello.
Forza Battista ... tieni duro, la Valle Brembana fa il tifo per te!! a_14 a_2 a_2 a_2 a_2

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Segue l'articolo settimanale del giornalista Vitaliano Grassi - Diavolo Rosso
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Re: Battista Marchesi e il suo lungo viaggio di 19100 km

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Racconto N.27 - Battista Marchesi - 19100 km no stop - Martedì 11 settembre 2012.

Fermi tutti: Tista blocca il Presidente

Fitto il calendario del nostro Battista nell'odierna giornata di sole che non gli vieta di farsi un bagno ristoratore.

Un bagno nelle calde acque del laghetto di Rogno a lui tanto caro? Niente affatto, un bagno invece di amici e amiche che lo hanno inseguito per buona parte del suo pellegrinaggio.

Oltre agli accompagnatori Tista incontra per caso un personaggio pubblico molto conosciuto e presto ne riveleremo l'identità.

Non è la carovana del Far West quella in partenza alle 6 del mattino da Zogno, ma una carovana sportiva alla cui guida con le redini fra le mani c'è sempre lui, lui che insegna a non mollare, e tutti lo stanno ad ascoltare.

Sulla carovana è salito Ivano, scortato da un cavaliere in sella alla sua bici, Ettore Ruggeri, - amante escursionista di montagna, sci alpinista, ciclista fotografo e pittore - insomma con la tessera in regola per seguire il Marchesi - senza nulla togliere agli altri accompagnatori, che ognuno la sua storia.

A San Giovanni Bianco si aggregano Diego - già noto durante l'escursione alla Madonna della Cornabusa a Sant'Omobono – e la runner Marisa, moglie di Ettore che a sorpresa arriva a bordo dei suoi skiroll dando prova della sua abilità.
Il gruppo seguito dal prode Cavalierciclista Ettore prosegue la sua marcia sino a Camerata di Cornello, paesino di 630 anime situato nell’alta Val Brembana sulla destra del fiume Brembo, a 33 km dal capoluogo Orobico. Il paese è piccolo e la gente mormora, mormora nel classico Caffè-bar dove tutti sanno tutto di tutti. Figuriamoci se poteva passare inosservato l'articolo di Battista apparso sull'Eco di Bergamo che “Radio scarpa del cliente abituale” ha adocchiato. Poteva il nostro Tista non essere fermato? Nemmeno per sogno. E' stato trattenuto, non con la forza ma con l'entusiasmo di conoscerlo e vederlo da vicino, di potergli dire: “sei bravo per davvero” ricevendo in cambio tanti bei complimentoni.

C'è solo il tempo di un caffè e non certo per una partita a carte - che Tista farebbe volentieri con gli amici - e subito si allunga il passo in direzione Lenna. Percorsi pochi chilometri spuntano all'improvviso come meteore altri tre amici che salgono sulla carovana che non si può fermare. Tista guida il gruppo e lo incita in salita proprio sopra il laghetto Bernigolo.

La salita si fa dura ma non solo per noi. Dei ciclisti della Mapei cercano di superarci ma qualcuno riconosce il Tista e ordina al gruppetto di rallentare.
Chissà se si staranno allenando per il prossimo giro d'Italia - ci chiediamo noi -. Niente di tutto questo, sono semplici amatori con tanta voglia di pedalare e di parlare. Solo in cima ci fermiamo, e tutti prendono un po' di fiato. C'è anche lui, si chiama Giorgio, è proprio Squinzi il presidente, non della squadra ma di confindustria. Parla solo sportivese; vuole solo, dal Battista, saper quel che sta per fare.
E' contento di raccontare, però si lascia pure andare: “presidente, mi raccomando, stia dalla nostra parte”. Giorgio, Giorgio, rispondi al Tista, a lui che è uno sportivo come te, certe cose le puoi anche confidare Lui risponde sorridente, Tista Tista, non c'è tempo di allungare, oggi lo sport deve trionfare.
Ha capito chi è Battista, han capito tutti e due: questo incontro non passerà di sicuro inosservato.

Dopo breve confusione della folta compagnia, strette di mano, veloci pacche sulle spalle, saluti a iosa e sorrisi a non finire per poi correre subito via. A gran voce si saluta, non addio ma arrivederci, Chissà fra quanto non si sa, ma di Squinzi e del Battista se ne riparlerà.
E là in fondo alla discesa c'è Bordogna che ci aspetta, tre del gruppo se ne vanno, Marisa Ettore e l'Ivano, è il lavoro che li chiama, e loro sanno che devono andare. Anche il Tista è al lavoro, lui non deve ritornare, lui deve continuare. La sua meta è Roncobello, e tanti amici lo stanno ad aspettare.

Oggi è proprio un bel giorno, tanti incontri e battiti di mani, lui sa che deve fare il pieno, il pieno di felicità per quei giorni grigi, dove nessuno lo sta a d aspettare.E' contento, è raggiante, ma gli appuntamenti non li può dimenticare. Gillis Joshua lo aspetta nel studio a Paladina, un paesino di 4000 abitanti - da alcuni chiamato Palafitte a memoria dei primi insediamenti palafitticoli - posto a nove chilometri da Sedrina. Con lui impara a respirare, impara a migliorare le proprie prestazioni, impara anche a riposare. Col tocco delle sue mani riesce a recuperare, “ogni volta è come rinascere un'altra volta” - commenta soddisfatto il nostro Tista.

La strada è ancora lunga, sul calendario della sua camera cinquantasette giorni sono pronti da strappare, li strapperà giorno dopo giorno, dovrà farlo con molta calma, perché tremilacinquecento pensieri lo stanno ancora ad aspettare. Lui non teme tutto questo, perché sa che non ci deve pensare, da Lovere, dopo
domani, dovrà ricominciare. “ Adesso” - dice Tista - non c'è più tempo per scherzare”.

Diavolo Rosso
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andrea.brembilla
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Re: Battista Marchesi e il suo lungo viaggio di 19100 km

Messaggio da andrea.brembilla »

Rugetor ha scritto:Questa è l'ultima frase del Tista riferisce a Giorgio Squinzi : "stia dalla nostra parte"

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Grande Tista! a_2 a_2
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Re: Battista Marchesi e il suo lungo viaggio di 19100 km

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Racconto N.28 - Battista Marchesi - 19100 km no stop - Martedì 18 settembre 2012.

Ultimo trasloco: Adesso mi fermo qui.

Rientrato a Lovere dalla Val Brembana con il fagotto colmo di affetto di amici e parenti, non ha voluto rinunciare ad un secondo invito. Ha fatto tutto Massimiliano Russo, presidente del gruppo Avis-Aido di Casazza, che lo ha voluto alla premiazione della corsa podistica disputata dai ragazzi del paese. Ha percorso una ventina di chilometri, Tista, per raggiungere questa località sita in val Cavallina sulla destra del fiume Cherio dove si possono contare quattro mila abitanti. Un paese piccolo, una grande manifestazione; presente anche Teo Mangione, direttore di Radio Alta, che settimanalmente si collega con Marchesi per attingere notizie fresche e diramarle in diretta.

Molto soddisfatto il nostro campione per il calore ricevuto al termine della manifestazione nelle due interviste da lui rilasciate alla presenza di un centinaio di persone molto interessate. La musica è finita, gli abbracci terminati ma i sorrisi e le strette di mano non sono dimenticati.

Tornano tutti alle loro case, lui invece non può tornare, è troppo presto, si mette sulla strada, il traffico lo sfiora ma lui non ha paura. Torna alla svelta ai suoi sentieri, si rifugia nei boschi del suo amato fiume. Non si siede a pranzo come tutti gli altri, un panino con la coppa e col salame come dolce una marmellata, questo è il suo desinare. Ha uno stomaco di ferro, mangia e beve camminando, non fa rutti, - beato lui - digerisce pure i sassi.

Cammina, cammina, cammina e la monotonia diventa l'inseparabile compagna. Si ferma un attimo sul ponte, non solo per riposare. Guarda giù, l'acqua del fiume scivola via senza stancarsi mai. Lui continua a guardare e dice: “se non si stanca lei, io voglio essere come lei”. Lei non lo ascolta, non può voltarsi indietro. Anche lei, come Tista, è condannata a non fermarsi mai.

Una discussione fra amici


Succede a tutti, è successo anche a lui di discutere, proprio coi suoi migliori amici che non lo abbandonano mai. Non si prendono per i capelli, Tista perderebbe gli ultimi che gli sono rimasti. Hanno fatto comunella, reclamano le vacanze al mare.”Ti abbiamo aiutato tanto, adesso lasciaci riposare”. E' l'accorato appello che viene lanciato dalle gambe, dalle ginocchia e dalla schiena di Marchesi. Lui risponde subito con premura : “abbiate pazienza, la meta è vicina. Adesso, sapete, anche la stampa si sta occupando di me e di voi, guardate il giornale di Brescia e l'Eco di Bergamo, non parlano solo di me, parlano anche di voi.

Abbiamo superato insieme tempeste cardiovascolari, abrasioni, depressioni e stiramenti muscolari, e adesso voi cosa volete fare? Vi volete lamentare. Suvvia, statemi vicine vicine come non lo siete state mai, ho bisogno di voi più che mai; vedete anche voi quanta gente mi vuole bene”.

Tista si confida: Non hanno tutti i torti, ma io non posso dar loro ragione. Dormo poco la notte ma riposo, e questo è importante. Quando sento quegli strani scricchiolii giro il mio corpo e cambio posizione, li ascolto in silenzio, cerco di convivere con loro, senza ansiarmi più di tanto. Solo la mente è ben presente, cedesse lei, cederei pure io”.Ecco perché abbisogna spesso di emodistrazioni. Oggi cosa si inventa tanto per cambiare?

Si piazza davanti allo stadio, ma non c'è nessuno, è tutto chiuso. Lui però vuole prendersi un biglietto.
Gli sta dando di volta il cervello? Niente affatto. Per riposare la mente immagina di vedere e di giocare una partita di pallone come ai tempi della sua gioventù. Solo così per qualche minuto potrà dimenticare quei “sedicimila” che non rivedrà mai più.

Pochi giorni ancora e il 23 settembre finalmente Tista canterà: “l'estate sta finendo, ma io rimango qua, io rimango qua”.

Tiene duro, la fatica si fa sentire, sopporta in silenzio, vietato lamentarsi. Gli è concesso solo sbuffarsi un po', appoggiandosi ad un albero amico. Si stende, ma non dorme. Alza le gambe al cielo, non c'è nessuno in giro. “Ma che fai? - gli dice l'albero prendendolo per i fondelli - guarda che io mi reggo da solo”. L'albero non sa che Tista ci tiene al suo sangue, è così che lo fa riposare.

Lentamente ma puntualmente Tista torna a casa sua, in quell'albergo che non lascerà più sino alla fine della sua tsunamica avventura. Torna sulla strada con le macchine che gli sfrecciano vicino, lo chiama il benzinaio anche se Tista ha già fatto il pieno. Ha finito, anche per oggi è andata. Si ritira solo con la sua stanchezza che non può e non vuole condividere con nessuno.

Potrebbe anche gridare ai quattro venti: sono stanco, uffa! Basta! Ne ho piene le tasche, mollo tutto e torno a fare il cassiere. Invece no. Non ci pensa nemmeno. Anzi. Sempre alla ricerca di nuovi stimoli gli torna in mente un vecchio proverbio cinese che dice: il silenzio invita al pensiero. Ed è appunto durante i dormi-veglia delle sue notti silenziose che la sua sua mente corre insieme all'acqua del fiume che scorre sempre sotto “quel ponte che lui conosce bene” e che non si ferma mai.
Non si ferma lei, non si ferma lui. Lui, non vuole solo continuare ma vuole anche sbalordire. Lo ha già fatto recentemente superando i cento chilometri in un giorno. A breve, prima che finisca l'estate si è messo in testa di salire lassù; dove? Nessuno lo sa. Non andrà certo a trovare Gesù, ”troppo presto” - dice lui -. Si avvicinerà invece al sole, alla luna e alle stelle, a coloro che lo hanno sempre scortato in tutti questi mesi. Come ci arriverà, Dio solo lo sa.
Noi invece lo sapremo la prossima volta.

Diavolo Rosso
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Re: Battista Marchesi e il suo lungo viaggio di 19100 km

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Racconto N.29 - Battista Marchesi - 19100 km no stop - Martedì 25 settembre 2012.

Battista Marchesi all'attacco del Ponte Tibetano.

Sono le sei del mattino, Tista è appena tornato dal turno di notte. Nel piazzale del suo albergo arriva una macchina, scendono tre persone, lo invitano a salire. Dove sono diretti? Nemmeno il portiere dell'Hotel Lovere lo sa, è solo stupito. “Tista di solito non usa nemmeno la bici e oggi se ne va in macchina. Mah!”

Il mistero è subito svelato, Battista lo aveva promesso “presto andrò molto in alto” nessuno però avrebbe immaginato che sarebbe andato dove le aquile non possono volare. Ha scelto un sentiero speciale, il “sentiero dei fiori ” che seguirà con i suoi amici: Diego, Vanni barba grigia e il Pinessi, alla scoperta del Ponte Tibetano (il ponte più alto d'Italia) agognato da lungo tempo.

Se qualcosa non funziona, non ha importanza alcuna, la funivia del Tonale è ancora addormentata? Non c'è problema , non si scoraggiano certo i quattro i quattro alpinisti, poiché con le gambe in spalla marciano dritti verso il Paradiso (non quello vero di Gesù), il passo Paradiso, da dove proseguiranno per Cima Lago Scuro di (3160metri).

Ma è il ponte Tibetano che Tista ha per la testa. Lì si ferma attonito, aggancia il moschettone, si mette in sicurezza. Tista parla col silenzio delle sue parole alle nuvole bianche che sonnecchiano sulle montagne circostanti. A loro confida i suoi intimi segreti, sono loro i suoi preti confessori.
Ammira il gruppo Monte Rosa e il Cervino, le mitiche Dolomiti e l'Ortles-Cevedale, insomma c'è di tutto, si potrebbe girare un film non solo di montagne, ma montagne di strabilianti emozioni.
Un grande sogno, un grande desiderio che diventa realtà. Solo qui volteggiano le mille sensazioni, altrove difficili da trovare. Su questo ponte che ostinatamente voleva attraversare, ponte che ora finalmente può toccare e che non vorrebbe mai lasciare.

E' finita, la confessione ha avuto piena assoluzione, non c'è penitenza alcuna : “vai in pace, vedrai che stavolta è la volta buona.” Solo questo si è sentito dire. Gli amici non lo chiamano, non lo vogliono disturbare, fanno un cenno, “è l'ora di partire”. Tutti insieme ripercorrono vecchi camminamenti di trincee e gallerie della prima guerra mondiale, perché in questo tratto di confine (tra Italia e Impero austro-ungarico) i nostri giovani soldati vigilavano per contrastare il fuoco del nemico.

Discendere è molto più faticoso per Tista, costretto a lasciare tante proprie emozioni, là, su quel Ponte Tibetano, che forse non rivedrà mai più. E' inutile voltarsi indietro, deve scendere con i suoi compagni di ventura, è tempo di tornare.

E' inutile cercar la funivia, altro che addormentata, lei si è messa in malattia. Il responso dei dottori : qualche giorno di riposo, delle medicazioni, e poi potrà salire ancora sul Passo Paradiso.
Soddisfatti i quattro amici, fanno a meno della funivia e qualcuno dice pure: che ce frega, noi abbiamo risparmiato, di 'sti tempi, è tanto di guadagnato. Se la piglian con filosofia, zaino in spalla pronti e via.

Son trascorsi alcuni giorni, ma Battista vuole ricordare. Su quel ponte Tibetano, di Mario Merelli mi sono ricordato. L'amico alpinista tragicamente scomparso sul Pizzo Redorta nel febbraio 2011.
“Un amico, un amico che ricordo col nodo alla gola. Fu lui che mi sorprese quel mese di febbraio 2010, giungendo in elicottero a Montisola per porgermi i suoi auguri alla partenza del mio secondo purtroppo sfortunato tentativo per quel record che ora sto per conquistare”.

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Oggi basta, si ritorna a gareggiare, solo incontri occasionali, senza andarli a cercare.

Vede bene vede tutto, non bisogna di occhiali. C'è la scorta in lontananza, un politico in vacanza. Niente affatto, sono solo tre bei cani, che son sì la sua scorta , ma solo di Michelle, che li porta a passeggiare, i suoi fidi protettori. E lei dice: la mia scorta non mi costa, anzi loro, i labrador, sono utili alla gente. Questi sono molto bravi e nella protezione civile sanno cosa fare. La mia scorta è a costo zero, anche i politici dovrebbero imparare.

Ecco arriva un bel cavallo. Lo cavalca una ragazza. Tista alza le braccia, ha voglia solo di sapere.
E' Melania la fantina, sorride e parla e vuole raccontare. Sono della squadra nazionale, e vi presento Laric, uno dei miei quattro cavalli che cavalco tutti i giorni. E Prosegue: a fine agosto sono stata a Euston Park, località vicino a Londra, ed ho partecipato ad una gara di Endurance cavalcando per 160 km. E' la mia passione conclude, e lo si nota da come accarezza il suo cavallo mentre ci saluta perché la pazienza di Laric sta per terminare.

Il ritorno è sempre mesto e quasi silenzioso, Tista non può neppure correre a riposare perché i calzini e la e la sua maglia non han voglia di aspettare. Son sudati e affannati, non odorano di mare, hanno bisogno solo di essere lavati. Non ha la lavatrice, ha solo Coccolino, quattro coccole una sciacquata, una asciugata al sole e Tista finalmente può andare a sdormicchiare.

Si addormenta ma non conta pecorelle, conta solo i suoi passi, sono tanti, ma proprio tanti. Anche i conti lui sa fare, venti milioni e cinquecentomila i passi che vuole dimenticare. Non ci crede, se ci pensa gli viene da gridare: ce l'ho fatta, non mi devo preoccupare ma invece...?
Alcuni giorni ancora e sul calendario Marchesiano lampeggeranno duemila chilometri. Il loro sorriso beffardo si spegnerà durante la ritirata e non ci sarà possibilità di scampo per la avanzata inesorabile del nostro Marchesi.

Curiosità - Con quattro molle un po' di colla, una suola e un forbicione, Tista si è fabbricato un'invenzione. Se la vedi sai cos'è. Se la provi ti chiedi: ma perché? Sarà lo stesso Tista - prossimamente - a spiegarci che cos'è.

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Re: Battista Marchesi e il suo lungo viaggio di 19100 km

Messaggio da Rugetor »

Questa mattina ho sentito telefonicamente Battista, mi ha riferito che dopo qualche giorno di malessere sta lentamente ritornando in forma … ha quasi raggiunto i 17500 km. a_2 a_2 a_2

Porge i suoi saluti a tutti gli utenti del forum Val Brembana Web a_14
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Re: Battista Marchesi e il suo lungo viaggio di 19100 km

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dove si trova in questi giorni il Battista?
o meglio al mttino presto dove lo si può incrociare, così da vedere se si può fare una scappatina a trovarlo...
..viaggio senza meta…
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TARCI ha scritto:dove si trova in questi giorni il Battista?
o meglio al mttino presto dove lo si può incrociare, così da vedere se si può fare una scappatina a trovarlo...
Ciao Tarci,
Battista è tornato in Valcamonica domenica sera, dopo un paio di giorni di "soggiorno" a Sedrina, è quasi al termine della sua avventura ... oramai mancano meno di 1000 km. a_14
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