Monte Aga, la neve del "diavolo"
Sabato mattina altro giro altra corsa
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Certo di trovare una mattinata assolata (grazie alle previsioni dei nostri meteomen), decido di affrontare in solitaria la lunga salita all'Aga, classico itinerario estivo che, passando per il rifugio Longo, permette di raggiungere una delle più belle cime delle nostre Orobie, con un dislivello di tutto rispetto.
Sono le 6.35, quando mi incammino per la strada del Calvi con uno splendido cielo sereno ed una temperatura gradevole che preannuncia una splendida mattinata dal sapore tardo primaverile. Ovviamente gli sci si trovano sullo zaino e ci resteranno per un bello po'!
Infatti la strada è pulita quasi fino al rifugio, tranne 2 tratti in cui si incontrano 2 grosse slavine che nascondono completamente la strada sotto un ammasso di neve, sassi e terra.
Finalmente, superato il rifugio che appare ancora ben protetto dalla neve, giunto al pianoro appena sotto la diga del Diavolo, metto gli sci ai piedi e comincia la goduria
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L'ambiente che mi circonda si è rapidamente trasformato, i prati lussurreggianti e fioriti hanno lasciato spazio alla dama bianca ancora abbondante.
Il lago del Diavolo, splendido laghetto alpino sovrastato dell'imponente mole del Monte Aga, si presenta ancora nella sua veste invernale come del resto tutto l'anfiteatro che lo circonda.
Dalla diga risalgo verso il sentiero estivo che, tranne 2 brevissimi tratti, è ancora innevato e spesso attraversato da slavine più o meno grandi.
La qualità della neve, stante il sole già bello caldo, è davvero ottima, ma è d'obbligo l'uso dei rampanti. Durante questo tratto di salita, il più delicato per pendenza e slavine, studio il percorso migliore da percorrere in discesa per godere al meglio della neve disponibile e, soprattutto, per evitare di dover togliere gli sci
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Appena sotto il Passo di Cigola, si apre davanti a me il vallone sottostante la cima dell'Aga, un fantastico toboga immacolato.
Solo negli ultimi metri, data la pendenza e la neve ghiacciata, mi trovo costretto ad abbandonare gli sci per indossare i ramponi.
Giunto sulla cresta finale, sono ormai le 10.45, vengo raggiunto da tre alpinisti "appiedati", con i quali condividero', dopo tanta fatica, lo spettacolo che ci si presenta davanti agli occhi.
Non vorrei andarmene più, ma la voglia di spararmi la discesa tutta d'un fiato è troppo forte
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E poi non vorrei rischiare di trovare la neve ridotta a pappetta.
Così, raggiunti gli sci parcheggiati appena sotto la cresta, è giunto il momento di divertirsi: mi sento come un bambino che sta per aprire il regalo tanto atteso
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E la discesa è davvero fantastica, la neve nel vallone è strepitosa e mi da la possibilità di sciare in totale tranquillità.
Giunto sotto il Passo di Cigola, prendo il canalino che scende a sinistra del sentiero estivo e che si getta sulla riva del lago, permettendomi di tagliare sulla sponda destra fino alla diga senza troppa fatica. Che libidine
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Poi, sfruttando la neve ancora abbondante, anche quella presente a bordo strada, arrivo al Longo sci ai piedi giusto giusto per il break di mezzogiorno
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Da qui, cerco di sfruttare al meglio la neve presente per scendere di quota il più possibile sci ai piedi.
Così, appena sotto il rifugio, mi butto nella valletta a sinistra, ben innevato, che scende verso l'Armentarga/Pra' del Lac, dove finirò la corsa. Tolti gli sci, ad accogliermi prati fioriti e ruscelli impetuosi che quasi parlano: è primavera, ma la stagione scialpinistica è ancora lunga
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Buona visione
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Si comincia: La giornata promette bene
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