da il Messaggero Veneto
Tracce di orso tra Malga Raut, Pala Barzana e la Val Pentina
PORDENONE. La direzione regionale alle Risorse forestali ha comunicato che mercoledì scorso, tra Pala Barzana, Malga Raut e la Val Pentina, sono state avvistate, rilevate e fotografate freschissime impronte di orso bruno chiaramente impresse nello strato di neve ancora presente. Quelle di Malga Raut risalgono alle prime ore del pomeriggio di mercoledì 3 aprile ed erano freschissime in direzione Andreis. Molto recenti anche le tracce rinvenute in Val Pentina-Cjol de Sass, che hanno senso unidirezionale verso l'interno della valle. Al momento non sono state rinvenute altre tracce dell’animale in uscita dalla valle. Tale circostanza, considerata la contemporaneità della presenza di tracce fresche, nella stessa giornata ed approssimativamente con gli stessi orari, potrebbe anche far ipotizzare la presenza di due plantigradi in risveglio dal letargo.
Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Tracce di orso tra Malga Raut, Pala Barzana e la Val Pentina
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Agenzia Italia
Questione Orso: Regioni NORD-EST a ministro, aggiornare piano
(AGI) Trento, 5 apr - Le Province autonome di Trento e di Bolzano, la Regione Lombardia, la Regione Veneto e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia hanno ratificato la richiesta di aggiornamento del Piano d'Azione interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali e dato mandato al presidente della Provincia autonoma di Trento affinche' tale richiesta venga formalmente presentata al Ministero. Con una lettera inviata oggi il presidente Alberto Pacher ha pertanto chiesto un incontro con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Corrado Clini per illustrare i contenuti della richiesta.
Nella lettera, accompagnata da un documento nel quale si ricordano i positivi risultati, in termini di accrescimento demografico della popolazione di orsi, conseguiti negli ultimi dieci anni dall'avvio del progetto Life Ursus, si fa riferimento alle "situazioni problematiche" registrate nel corso degli anni su singoli esemplari, episodi che hanno certamente contribuito al deterioramento del grado di accettazione della specie e che richiedono una "rivisitazione urgente" dei criteri che regolano la gestione della quota piu' problematica della popolazione di orso (i cosidetti orsi problematici appunto) in modo da ridurne l'impatto negativo sulle attivita' antropiche e dunque sul relativo grado di accettazione della popolazione residente, con possibili ricadute negative sulla stessa conservazione dell'orso. Cio' anche avuto riguardo al fatto che la popolazione di orsi e' ormai prossima alla soglia di minima popolazione vitale indicata nello Studio di fattibilita' che precedette il progetto (50 esemplari), dunque in condizioni ben diverse da quelle presenti al momento della stesura del Piano d'azione che necessita di un aggiornamento. Saranno due le richieste presentate da Pacher: ridefinire le tipologie degli atteggiamenti problematici (in relazione sia alla "pericolosita'" che alla "dannosita'" eventualmente manifestate dai plantigradi) e delle conseguenti azioni di controllo previste; garantire agli Enti territoriali chiamati a gestire la specie la necessaria autonomia operativa nella gestione della popolazione ursina presente sul territorio alpino ed in particolare degli orsi classificati "problematici".
Questione Orso: Regioni NORD-EST a ministro, aggiornare piano
(AGI) Trento, 5 apr - Le Province autonome di Trento e di Bolzano, la Regione Lombardia, la Regione Veneto e la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia hanno ratificato la richiesta di aggiornamento del Piano d'Azione interregionale per la Conservazione dell'Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali e dato mandato al presidente della Provincia autonoma di Trento affinche' tale richiesta venga formalmente presentata al Ministero. Con una lettera inviata oggi il presidente Alberto Pacher ha pertanto chiesto un incontro con il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare Corrado Clini per illustrare i contenuti della richiesta.
Nella lettera, accompagnata da un documento nel quale si ricordano i positivi risultati, in termini di accrescimento demografico della popolazione di orsi, conseguiti negli ultimi dieci anni dall'avvio del progetto Life Ursus, si fa riferimento alle "situazioni problematiche" registrate nel corso degli anni su singoli esemplari, episodi che hanno certamente contribuito al deterioramento del grado di accettazione della specie e che richiedono una "rivisitazione urgente" dei criteri che regolano la gestione della quota piu' problematica della popolazione di orso (i cosidetti orsi problematici appunto) in modo da ridurne l'impatto negativo sulle attivita' antropiche e dunque sul relativo grado di accettazione della popolazione residente, con possibili ricadute negative sulla stessa conservazione dell'orso. Cio' anche avuto riguardo al fatto che la popolazione di orsi e' ormai prossima alla soglia di minima popolazione vitale indicata nello Studio di fattibilita' che precedette il progetto (50 esemplari), dunque in condizioni ben diverse da quelle presenti al momento della stesura del Piano d'azione che necessita di un aggiornamento. Saranno due le richieste presentate da Pacher: ridefinire le tipologie degli atteggiamenti problematici (in relazione sia alla "pericolosita'" che alla "dannosita'" eventualmente manifestate dai plantigradi) e delle conseguenti azioni di controllo previste; garantire agli Enti territoriali chiamati a gestire la specie la necessaria autonomia operativa nella gestione della popolazione ursina presente sul territorio alpino ed in particolare degli orsi classificati "problematici".
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Sembra l'Orso, ma non lo è... presunti avvistamenti in valle
da Valsassina NEWS
Sembra l'Orso, ma non lo è... presunti avvistamenti in valle
Nel trascorso week end il tempo non è stato eccezionale, ma comunque più che accettabile per godersi una passeggiata sulle alture valsassinesi. Complice la consapevolezza delle presenza dell'orso sui monti dell'Alta Valle non sono mancati gli "avvistamenti". Nessuno dei quali vero. Pelosone, ormai questo è il suo nome, ha fatto molto parlare di sé e la notizia di un giovane orso nella provincia di Lecco che si nutre di miele ha solleticato l’interesse di molti blogger e media, anche a livello nazionale. Intenso il dibattito che si è aperto sul che fare in caso di incontri ravvicinati. E proprio questa clima che ha ruotato intorno al plantigrado inevitabilmente ha portato chi ha scelto le nostre passeggiate in quota a chiedersi: e se trovo l’orso? Nessuna psicosi, solo una domanda legittima per un’evenienza remota, che tuttavia tra attesa e preoccupazione si spera/teme che avvenga. Vi raccontiamo un “avvistamento” avvenuto sabato pomeriggio in Alta Valle nei monti di Casargo e più precisamente in prossimità dell’Alpeggio di Intelco. Nel primo pomeriggio alcuni passanti, che ci hanno riferito l’accaduto ma non hanno avuto la prontezza di fare fotografie, intravedono a distanza nella vegetazione un grosso animale che procede lemme lemme verso l’interno del bosco.
Nelle loro vicinanze ci sono delle cascine e una donna urla “L’Orso!L’Orso!” e richiama le figlie a gran voce affinché rientrino a casa. Attimi di silenzio e un po’ di tensione quindi l’animale, richiamato dal padrone, svela la propria identità: si tratta di una cane di grossa taglia, simile ad un docile e immenso Terranova che serafico si allontana verso la voce dell’uomo una volta uditi i richiami. Nessun’orso quindi a Intelco, solo un equivoco che ripercorso a distanza non vale certamente quei momenti. Ribadiamo che gli avvistamenti di questo animale sono molto improbabili, anche per la sua natura schiva. In ogni caso riportiamo all’attenzione la scheda dell’amministrazione provinciale sull’orso bruno, perché di Pelosone non bisogna avere paura, ma saperne qualcosa in più non guasta.
Sembra l'Orso, ma non lo è... presunti avvistamenti in valle
Nel trascorso week end il tempo non è stato eccezionale, ma comunque più che accettabile per godersi una passeggiata sulle alture valsassinesi. Complice la consapevolezza delle presenza dell'orso sui monti dell'Alta Valle non sono mancati gli "avvistamenti". Nessuno dei quali vero. Pelosone, ormai questo è il suo nome, ha fatto molto parlare di sé e la notizia di un giovane orso nella provincia di Lecco che si nutre di miele ha solleticato l’interesse di molti blogger e media, anche a livello nazionale. Intenso il dibattito che si è aperto sul che fare in caso di incontri ravvicinati. E proprio questa clima che ha ruotato intorno al plantigrado inevitabilmente ha portato chi ha scelto le nostre passeggiate in quota a chiedersi: e se trovo l’orso? Nessuna psicosi, solo una domanda legittima per un’evenienza remota, che tuttavia tra attesa e preoccupazione si spera/teme che avvenga. Vi raccontiamo un “avvistamento” avvenuto sabato pomeriggio in Alta Valle nei monti di Casargo e più precisamente in prossimità dell’Alpeggio di Intelco. Nel primo pomeriggio alcuni passanti, che ci hanno riferito l’accaduto ma non hanno avuto la prontezza di fare fotografie, intravedono a distanza nella vegetazione un grosso animale che procede lemme lemme verso l’interno del bosco.
Nelle loro vicinanze ci sono delle cascine e una donna urla “L’Orso!L’Orso!” e richiama le figlie a gran voce affinché rientrino a casa. Attimi di silenzio e un po’ di tensione quindi l’animale, richiamato dal padrone, svela la propria identità: si tratta di una cane di grossa taglia, simile ad un docile e immenso Terranova che serafico si allontana verso la voce dell’uomo una volta uditi i richiami. Nessun’orso quindi a Intelco, solo un equivoco che ripercorso a distanza non vale certamente quei momenti. Ribadiamo che gli avvistamenti di questo animale sono molto improbabili, anche per la sua natura schiva. In ogni caso riportiamo all’attenzione la scheda dell’amministrazione provinciale sull’orso bruno, perché di Pelosone non bisogna avere paura, ma saperne qualcosa in più non guasta.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
tratto da Ruralpini di Michele Corti
Iniziano i danni da orso sulle Orobie
Un orso "immortalato" a saccheggiare gli alveari. Che a quanto pare facevano da esca
Nelle Orobie, tra Valtellina, alto lecchese e valli bergamasche con il solito giubilo dei fan dell'orso e con la crescente preoccupazione di pastori e allevatori si aggirano più orsi. Nelle scorse settimane si è parlato di 4 plantigradi. Nelle Valli del Bitto alcune capre ci hanno già rimesso la pelle (ma quelli sono animali "umili", chissenefrega, chissenefrega se sono di una razza a rischio di estinzione, tanto quella è biodiversità contadina, di serie B).
L'orso è animale nobile e i quaquaraqua piccolo borghesi in pantofole vanno in orgasmo solo al pensero che lui lassù è fiero... e libero, sbrana come gli pare e i servi della bleba non possono osare toccarlo (come in illo tempore). Intanto la montagna paga, pagano i pastori, gli allevatori , i contadini. Un ambientalismo "di classe".. In val Varrone l'orso è arrivato proveniente probabilmente dalla Val Gerola dove ha svernato; prima è stato midentificato attraverso delle impronte sulla neve, poi è stato per tre notti di seguito "catturato" dalle fototrappole. Ha saccheggiato delle arnie. Che nella foto si vedono senza protezione con l'orso che passeggia a fianco. Quindi qualcuno (LIFE ARCTOS, la Regione, la Provincia) ha deliberatamente usato le arnie stesse come esche per la smania di documentare la presenza dell'orso e poter giubilare per essa e giustificare i soldoni di LIFE ARCTOS all'epoca delle crisi, soldi spesi per rendere ancora più dura la vita di chi produce cibo sano. Un comportamenento etico? No. Ma è la reintroduzione artificiale dei grandi predatori contro la volontà delle popolazioni (in Trentino la maggioranza non vuole più gli orsi) ch non è etica.
Le arnie di Premana sono un po' triste la metafora di quello che sta accadendo all'agricoltura sana di pastori e contadini assediata da una wilderness da circo (gli orsi reintrodotti dalla Slovenia per "fare spettacolo") e dai veleni dell'agroindustria. Le api distrutte dai neonicotinoidi di Syngenta e Bayer da una parte, dagli orsi "telecomandati" protagonisti di una reintroduzione artificiale dall'altra. I poteri forti giocano con la finta ecologia per portare avanti la distruzione dell'agricoltura ( la loro è agriusura, non agricultura che rispetta, onora e rende culto alla madre terra) e della biodiversità.
Ma non ci sono in ballo solo le api. La dittatura agroindustriale non è riuscita a omologare il Bitto storico che si produce sugli alpeggi delle Orobie con latte di capra Orobica. I ribelli del Bitto continuano a produrlo come una volta, senza fermenti industriali, con latte di capra, mungendo a mano. Non sono bastate le multe del Ministero e l'accanimento delle istituzioni, Regione Lombardia in testa. Ora il sistema gioca un'altra carta subdola: orsi e lupi. Controllare tutto il giorno le capre sui ripidi pascoli orobici è impossibile. Al massimo si può ricoverarle di notte ma non è sufficiente. Impossibile pensare a cani di protezione in un terreno così accidentato e con la gran presenza di turisti. Con i grandi predatori la capra Orobica è destinata all'estinzione perché il suo significato è legato al pascolo estensivo, su per i bricchi a nutrirsi su pascoli più impervi di quelli dei bovini. I piccoli greggi non giustificano la presenza di un pastore che le possa seguire tutto il giorno anche perché sarebbe difficile seguirle sulle sponde e le creste che frequentano. L'estinzione della capra Orobica condannerebbe il Bitto storico, che ad essa è intimamente legato. Con grande giubilo delle istituzioni pronte a finanziare generosamente con i vari LIFE URSUS e LIFE ARCTOS la reintroduzione dell'orso e del sistema agroalimentare industriale che si affidano ora zanne e gli artigli degli orsi per piegare il fastidioso "formaggio ribelle".
Iniziano i danni da orso sulle Orobie
Un orso "immortalato" a saccheggiare gli alveari. Che a quanto pare facevano da esca
Nelle Orobie, tra Valtellina, alto lecchese e valli bergamasche con il solito giubilo dei fan dell'orso e con la crescente preoccupazione di pastori e allevatori si aggirano più orsi. Nelle scorse settimane si è parlato di 4 plantigradi. Nelle Valli del Bitto alcune capre ci hanno già rimesso la pelle (ma quelli sono animali "umili", chissenefrega, chissenefrega se sono di una razza a rischio di estinzione, tanto quella è biodiversità contadina, di serie B).
L'orso è animale nobile e i quaquaraqua piccolo borghesi in pantofole vanno in orgasmo solo al pensero che lui lassù è fiero... e libero, sbrana come gli pare e i servi della bleba non possono osare toccarlo (come in illo tempore). Intanto la montagna paga, pagano i pastori, gli allevatori , i contadini. Un ambientalismo "di classe".. In val Varrone l'orso è arrivato proveniente probabilmente dalla Val Gerola dove ha svernato; prima è stato midentificato attraverso delle impronte sulla neve, poi è stato per tre notti di seguito "catturato" dalle fototrappole. Ha saccheggiato delle arnie. Che nella foto si vedono senza protezione con l'orso che passeggia a fianco. Quindi qualcuno (LIFE ARCTOS, la Regione, la Provincia) ha deliberatamente usato le arnie stesse come esche per la smania di documentare la presenza dell'orso e poter giubilare per essa e giustificare i soldoni di LIFE ARCTOS all'epoca delle crisi, soldi spesi per rendere ancora più dura la vita di chi produce cibo sano. Un comportamenento etico? No. Ma è la reintroduzione artificiale dei grandi predatori contro la volontà delle popolazioni (in Trentino la maggioranza non vuole più gli orsi) ch non è etica.
Le arnie di Premana sono un po' triste la metafora di quello che sta accadendo all'agricoltura sana di pastori e contadini assediata da una wilderness da circo (gli orsi reintrodotti dalla Slovenia per "fare spettacolo") e dai veleni dell'agroindustria. Le api distrutte dai neonicotinoidi di Syngenta e Bayer da una parte, dagli orsi "telecomandati" protagonisti di una reintroduzione artificiale dall'altra. I poteri forti giocano con la finta ecologia per portare avanti la distruzione dell'agricoltura ( la loro è agriusura, non agricultura che rispetta, onora e rende culto alla madre terra) e della biodiversità.
Ma non ci sono in ballo solo le api. La dittatura agroindustriale non è riuscita a omologare il Bitto storico che si produce sugli alpeggi delle Orobie con latte di capra Orobica. I ribelli del Bitto continuano a produrlo come una volta, senza fermenti industriali, con latte di capra, mungendo a mano. Non sono bastate le multe del Ministero e l'accanimento delle istituzioni, Regione Lombardia in testa. Ora il sistema gioca un'altra carta subdola: orsi e lupi. Controllare tutto il giorno le capre sui ripidi pascoli orobici è impossibile. Al massimo si può ricoverarle di notte ma non è sufficiente. Impossibile pensare a cani di protezione in un terreno così accidentato e con la gran presenza di turisti. Con i grandi predatori la capra Orobica è destinata all'estinzione perché il suo significato è legato al pascolo estensivo, su per i bricchi a nutrirsi su pascoli più impervi di quelli dei bovini. I piccoli greggi non giustificano la presenza di un pastore che le possa seguire tutto il giorno anche perché sarebbe difficile seguirle sulle sponde e le creste che frequentano. L'estinzione della capra Orobica condannerebbe il Bitto storico, che ad essa è intimamente legato. Con grande giubilo delle istituzioni pronte a finanziare generosamente con i vari LIFE URSUS e LIFE ARCTOS la reintroduzione dell'orso e del sistema agroalimentare industriale che si affidano ora zanne e gli artigli degli orsi per piegare il fastidioso "formaggio ribelle".
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
tratto da Ruralpini di Michele Corti....L'orso è animale nobile e i quaquaraqua piccolo borghesi in pantofole vanno in orgasmo solo al pensero che lui lassù è fiero... e libero, sbrana come gli pare e i servi della bleba non possono osare toccarlo ......................... Ha saccheggiato delle arnie. Che nella foto si vedono senza protezione con l'orso che passeggia a fianco. Quindi qualcuno (LIFE ARCTOS, la Regione, la Provincia) ha deliberatamente usato le arnie stesse come esche per la smania di documentare la presenza dell'orso e poter giubilare per essa e giustificare i soldoni di LIFE ARCTOS all'epoca delle crisi, soldi spesi per rendere ancora più dura la vita di chi produce cibo sano.....


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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Questo passaggio però non mi è molto chiaro. Il 10 Marzo io sono stato sul luogo del passaggio dell'orso in val gerola e data l'altitudine, la stagione e il clima di quest'anno prima di calzare le ciaspole sono sprofondato nella neve fino alla cintura. Probabilmente c'era giù un metro di neve, vicino alla strada, e salendo anche di più e non era una giornata particolarmente sfortunata, la neve c'è ancora adesso ed è li da molti mesi ormai. Cosa facevano delle capre libere ai primi di marzo in montagna e così in alto? Io non sono esperto zootecnico ma non credo che sia una gestione rispettosa del benessere animale della capra venire lasciate sull'alpe durante l'inverno. Com'è che ci si accorge delle proprie capre di preziosa razza orobica ( che molti miei amici hanno in stalla da ottobre/novembre ormai) solo quando passa l'orso e non quando passa la bufera di neve?IW2LBR ha scritto:tratto da Ruralpini di Michele Corti
Iniziano i danni da orso sulle Orobie Un orso "immortalato" a saccheggiare gli alveari. Che a quanto pare facevano da esca Nelle scorse settimane si è parlato di 4 plantigradi. Nelle Valli del Bitto alcune capre ci hanno già rimesso la pelle (ma quelli sono animali "umili", chissenefrega, chissenefrega se sono di una razza a rischio di estinzione, tanto quella è biodiversità contadina, di serie B).
Se sbaglio analisi vi chiedo di correggermi ma in caso contrario come spiegate questa contraddizione o come la chiamo io ipocrisia?
- elio.biava
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
life arctos un'invenzione stupida e onerosa per un mondo alla rovescia...IW2LBR ha scritto:tratto da Ruralpini di Michele Corti
Iniziano i danni da orso sulle Orobie
Un orso "immortalato" a saccheggiare gli alveari. Che a quanto pare facevano da esca Nelle Orobie, tra Valtellina, alto lecchese e valli bergamasche ...



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"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
"tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Indifrank, non si tratta di sbagliare analisi...ma di non svicolare evitando di analizzare l'evidenza
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Il rimborso all'apicoltore lo farei pagare a quei cccqualcuno....................... Ha saccheggiato delle arnie. Che nella foto si vedono senza protezione con l'orso che passeggia a fianco. Quindi qualcuno (LIFE ARCTOS, la Regione, la Provincia) ha deliberatamente usato le arnie stesse come esche per la smania di documentare la presenza dell'orso e poter giubilare per essa e giustificare i soldoni di LIFE ARCTOS all'epoca delle crisi, soldi spesi per rendere ancora più dura la vita di chi produce cibo sano....
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
I progetti life e tra questi anche il progetto ARCTOS non sono una invenzione stupida. Hanno molti limiti tra cui quello più evidente è quello di far cadere soldi in azioni che non sempre hanno una utilità evidente (e a volte non l'hanno affatto). Ma i progetti non sono una entità autonoma, ci sono persone che propongono e persone che approvano e lo stesso lo si potrebbe fare in ambiti diversi come quello zootecnico, e di fatto così si fa. Perchè non riunite un team e proponete progetti a sostegno della zootecnia di montagna?