Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

Le numerose specie di animali selvatici nelle Alpi Prealpi Orobie e specificatamente in Valle Brembana
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pluto
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da QuiBrescia 8 ottobre 2014

Tremosine, un orso a spasso per i boschi

Avvistamenti di orsi si susseguono nel bresciano: dopo “l’incontro ravvicinato” avvenuto qualche giorno fa a Paspardo, dove un automobilista ha incontrato sul suo cammino un esemplare che è poi sparito nel bosco, un plantigrado è stato visto sui monti dell’alto Garda, a Tremosine. Questa volta, però, a differenza delle precedenti segnalazioni “orali” o “visive”, l’orso è stato immortalato sabato nella zona di Tremalzo da un cacciatore armato (anche) di macchina fotografica. L’appassionato seguace di Diana, con l’hobby per la fotografia, la sera precedente, aveva posizionato qualche mela con l’intento di attirare cinghiali da poi “catturare” in foto. Collocata quaindi una ” foto-trappola” sopra un faggio, grande è stata la sorpresa del cacciatore quando, ritirata la macchinetta digitale a infrarossi e scaricate le immagini sul computer, ha visto che la “preda” era un esemplare adulto di orso, oltre il quintale di peso e privo di radiocollare. L’avvistamento, documentato da immagini, è stato segnalato al Corpo Forestale dello Stato e al Comune a Tremosine.
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da La Provincia di Como

Tornato l’orso M25, avvistato ancora in Valtellina

Sondrio - Avrebbe attraversato la statale di Aprica in pieno giorno nei pressi del Belvedere, in direzione di Motta, frazione di Villa di Tirano. Stiamo parlando nientemeno che dell’orso M25, ospite ormai assodato della provincia di Sondrio. Pare che qualcuno nel pomeriggio di lunedì, mentre transitava con l’auto, sulla ss. 39 abbia visto il plantigrado scendere a valle. Voci che si rincorrono da qualche ora, facendo rabbrividire i più timorosi. Segnalazioni ufficiali non sono arrivate al comando della Polizia provinciale, come dichiara il comandante Graziano Simonini, che però conferma la presenza di M25 nei territori fra Aprica e Motta fino a qualche giorno fa. «Sappiamo per certo che l’orso ha attraversato la Val di Rezzalo, poi da Livigno è andato a Cancano - spiega -. Gli ultimi dati, trasmessi dal radio collare, indicano che ora si trova nella zona di Trivigno, prima era sceso a Motta e poi dunque risalito in quota. Che l’abbiano visto sulla statale numero 39 non mi risulta, però. E a parte il fatto che l’animale “viaggi come un treno”, avendo tempi di percorrenza delle distanze davvero impressionanti, l’orso ultimamente e per fortuna non ha arrecato danni. Speriamo che continui così».

Dunque se M25 sta girando nell’area fra Aprica e Motta, potrebbe essere fondata la voce di un eventuale attraversamento sulla statale del plantigrado. Di certo sempre qualche giorno fa un abitante di Motta, mentre era andato nel suo bosco a raccogliere castagne, ha visto uno strano animale. «Ero nei boschi che si trovano nei pressi dell’ex cantoniera sopra la statale di Aprica - racconta il villasco -, quando dietro le frasche ho visto un grosso animale e ho sentito una puzza di rancido. Io, generalmente, non ho paura degli animali, ma in quel momento non mi sono sentito tranquillo. Come ho visto io l’animale, mi sono accorto che anche lui mi osservava prima di spostarsi. Era lontano, non sono riuscito a capire se fosse l’orso, ma aveva una grande stazza. Me ne sono andato subito. La notizia che il plantigrado si stia spostando fra Trivigno, Pian Gembro, Aprica e Motta sta creando timore fra la popolazione, i cercatori di funghi e gli escursionisti che hanno paura di trovarselo davanti.
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ecco il paradiso sognato dall'Assessore Terzi della Regione Lombardia!! a_34

Orso M25 devastato un allevamento di pecore sopra Tirano

M25 è tornato a nutrirsi, o almeno così sembra, aspettando la conferma dal segnale del radio collare. A farne le spese un allevatore di pecore, Roberto Giacomelli, che teneva il gregge a 950 metri di quota a Cologna. L’incursione notturna avvenuta tra giovedì 9 e venerdì 10 ottobre è stata una vera e propria mattanza, 4 pecore uccise, 1 scomparsa, 4 ferite gravemente, e solo una sopravvissuta. Sul posto sono intervenutigli uomini della Asl e della polizia provinciale, questi hanno potuto confermare che l’attacco al bestiame sia stato opera effettivamente di un orso e così l’allevatore ha potuto fare domanda per accedere ai risarcimenti assicurati dalla Regione Lombardia in casi come questo. Le pecore ammazzate saranno gestite come rifiuti speciali e l’allevatore dovrà pagare per lo smaltimento di ogni carcassa 100 euro, per gli animali feriti ancora non si può dire che fine faranno perché, anche se ben visibili le ferite superficiali, non si possono quantificare le lesioni interne. Tra gli allevatori della zona è già scattata l’allerta e stanno provvedendo a spostare il proprio bestiame.
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dal Messaggero Veneto

L’orso Leo sbrana due asine in Valcellina
Claut, la denuncia di un allevatore alla Forestale di Barcis. La presenza del plantigrado anche tra Cellino e Pinedo

CLAUT. L’orso Leo è tornato in Valcellina? Pare proprio di sì, le tracce rinvenute e le carcasse lasciate sul campo fanno ritenere che, un anno e mezzo dopo la sua prima escursione, Leo abbia voluto rimettere il naso tra le montagne di Claut. E’ di qualche giorno fa la ricomparsa del plantigrado in località Fratta, sul Pradut. In quota, diversi allevatori portano al pascolo mucche, asini, capre e pecore. Un imprenditore della valle, in particolare, disponeva di due asine. Proprio queste sono finite nel mirino dell’orso, forse Leo: di una non si hanno più notizie, nonostante le ricerche, dell’altra è rimasta soltanto la carcassa. E, soprattutto, attorno a lei numerose tracce che verosimilmente riconducono alla presenza dell’orso. L’allevatore ha denunciato il danno subito alla stazione del Corpo forestale di Barcis. All’appello, in quota, sempre sul Pradut, pare siano venute a mancare anche due pecore e altrettante capre.

Ecco l'orso del Gran Monte
La presenza dell’orso è stata segnalata anche più a valle, ovvero a Cellino e Pinedo, dove sono andate distrutte, non lontano dai centri abitati, delle arnie. Anche in questo caso sono stati gli apicoltori a segnalare alla Forestale il danno. Escluso che si sia trattato di atti vandalici, le orme portano in maniera univoca all’orso Leo. Comparso per la prima volta in valle a maggio dello scorso anno, forse ha “sbordato” dall’Alpago, nel Bellunese, dove la sua presenza è pressoché una costante da diverso tempo.

Ecco l'orso delle alpi carniche
Leo è un orso adulto, del peso di poco meno di tre quintali. Nonostante le ricerce dell’allevatore proprietario e della Forestale, dei capi mancanti non si trovano tracce – carcassa dell’asina a parte – ormai da diversi giorni. E’ quindi verosimile che abbiano costituito il pasto del plantigrado. Dove si sia spostato successivamente, ammesso che abbia lasciato l’alpeggio come pare probabile visto che successivamente non vi sono stati altri mancamenti, non è certo: potrebbe essersi diretto verso il Maniaghese (lo scorso anno delle segnalazioni sulla sua presenza arrivarono anche da là) oppure essere rientrato nel suo habitat, l’Alpago. Ad ogni modo, la presenza di Leo ha allo stesso tempo incuriosito molti appassionati di natura, ma anche allarmato i valligiani, essendosi pure spinto verso i piccoli centri abitati.
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tratto da Ruralpini di Michele Corti

Austria. È al pascolo con le sue bestie e un orso lo attacca e lo ferisce alla testa

Attaccato in alpeggio mentre era al pascolo con i suoi animali un anziano malghese. Serve porto d'armi per pastori e malghesi. O le autorità difendono i lavoratori della montagna o devono concedere loro di armarsi. Altrimenti dobbiamo pensare che sono complici della pulizia etnica che i poteri forti vogliono praticare contro le montagne e le campagne.

La scienza della menzogna, praticata già dai nazionalsocialisti dice che una menzogna ripetuta innumerevoli volte diventà una verità. E cosi i Signori dell'orso ripetono al vulgo e scrivono nei loro articoli scientifici (dove scienza verità ed etica non fanno rima) che l'orso non è pericoloso. Una semplice cavolata che non ha nulla a che fare con l'etologia perché la pericolosità dipende dal contesto delle interazioni tra uomo e orso, contesto storicamente mutevole.

Immagine

Però siccome gli scienziati sono stupidi e non studiano la storia e la società, pensando che nel loro campo specialistico viga l'autosufficienza e l'autoreferenzialità del sapere, perseverano nei loro errori. Eredi di Goebbels e dei nazional-socialisti sono gli ambiental-animalisti. Qualcuno, più onesto, non nasconde le proprie idee fasciste, la maggior parte si nasconde dietro cortine verdi e rosse. Ma il nocciolo sotto la scorza verde e la polpa rossa è NERO. Antiumano, antipopolare, anticontadino. Emerge nell'animal-ambientalismo che disprezza l'uomo (specie nociva e troppo numerosa fatti salvi i super uomini, l'aristocrazia in sintonia mistica con la Natura). Si respira anche nell'arroganza autoreferenziale degli 'scienziati' conservazionisti che ignorano la dimensione sociale, che ignorano che l'ambiente è un prodotto dell'attività umana e che nei loro atteggiamernti altezzosi manifestano lo stesso disprezzo per l'uomo degli aguzzini comunisti e nazionalsocialisti. Che ignorano che l'orso, la wilderness sono costruzioni sociali legate a determinati contesti storici e culturali.Con i soldi dei contribuenti vanno in giro a spiegare che l'orso attacca solo se provocato, che è vegetariano, timido, schivo. parlano di 'falsi attacchi' anche in pèresenza di persone ferite.

L'orso è animale intelligente e ha capito che gli umani non sono più un pericolo. Quindi non solo alcuni orsi non li evitano ma li attaccano. Succede non solo in America e Asia ma anche in Europa, non solo nei Carpazi, non solo in Scandinavia anche sulle nostre Alpi. Ogni volta che capita un attacco gli scienziati bugiardi dicono che è un fatto strano, rarissimo. Intanto quest'anno ci sono state due aggressioni in Trentino che potevano concludersi tragicamente. Ma l'aggressione peggiore è avvenuta la scorsa settimana in Austra, nel Salisburghese. Un malghese era al pascolo in alpeggio con la mandria. Un orso sbucato dal bosco gli si è diretto contro. Il malghese, come da manuale, ha arretrato lentamente ma è inciampato e l'orso gli è stato sopra ferendolo in modo non grave alla testa. L'uomo si è finto mortoe l'orso si è allontanato.

Se si introducono gli orsi come in Trentino (si parla di 50-60 ma in Trentino molti pensano che siano più di un centinaio) non si può impedire alla gente di difendersi. Sparando agli orsi che attaccano le mandrie, i greggi, le persone, che entrano nei paesi si insegna agli orsi - nel loro stesso interesse di specie - ad avere ancora paura dell'uomo. Ma agli amici degli orsi non interessano gli orsi. Interessa affermare una certa idea che conferisce loro potere. Con il finto buonismo che scambia l'orso con un peluche la convivenza è impossibile. Aspettiamo la tragedia. Ma i responsabili devono mettere in conto che non la passeranno liscia e saranno denunciati per omicidio volontario. Ora la pressione animalista è più forte e preferiscono assecondarla. Preparando guai ancora peggiori.
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da Montagna TV

Orso M25 torna in Valtellina e sbrana 4 pecore

TIRANO, Sondrio — Non c’è stato nemmeno il tempo di confermare gli avvistamenti che l’orso M25 ha accertato da solo la sua presenza in Valtellina. Nella notte tra giovedì e venerdì il plantigrado ha infatti attaccato un gregge di pecore, sbranandone quattro e ferendone altrettante. L’allarme per la presenza in Valtellina di M25, un orso maschio radiocollarato di circa 3 anni, si era acuita durante i mesi estivi e aveva portato ad una richiesta ufficiale del presidente della Provincia di Sondrio, Massimo Sertori, affinchè la Provincia Autonoma di Trento allontanasse il plantigrado dalla valle in quanto il territorio “non è in grado di far fronte alla permanenza di un orso bruno, a maggior ragione quando si tratta di un esemplare mediamente problematico come m25.” Nelle settimane successive l’orso ha continuato a spostarsi in quell’area delle Alpi, tra Svizzera e Italia, ma la scorsa settimana sarebbe tornato nuovamente in Valtellina, tanto che alcuni giornali locali riportavano la notizia di avvistamenti sulle strade statali tra i comuni di Aprica e Villa di Tirano. Nessuna segnalazione ufficiale sarebbe però stata comunicata al comando della Polizia provinciale, la quale ha però confermato, grazie al segnale del radiocollare, che nei lunghi spostamenti giornalieri tra le Alpi, M25 aveva attraversato in quei giorni i territori della Val di Rezzalo, e delle località di Livigno, Cancano, Trivigno e Motta.

Venerdì mattina, sempre secondo la stampa locale, è stato un allevatore di Cologna, frazione di Tirano, a confermare il passaggio di M25 in Valtellina. Il plantigrado ha infatti attaccato il suo gregge, composto da 10 pecore, sbranandone 4 e ferendone altrettante. Delle ultime due, una è scomparsa mentre l’altra si è salvata nascondendosi sotto le carcasse delle compagne. Sul posto sono intervenuti gli uomini dell’Azienda Sanitaria Locale e della Polizia Provinciale che hanno confermato che l’evento è stato opera effettivamente di un orso.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

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da la provinciadisondrio.it

L’orso ora fa paura
«Allevatori esasperati»

13 ottobre 2014
Dopo l’ultimo raid di M25, l’orso che sta facendo razzie in Valtellina e nel fine settimana a Pum, verso Trivigno, ha ucciso quattro pecore, alcune gravide, in difesa degli allevatori scende in campo Gianmichele Sassella della Coldiretti provinciale.

«Gli allevatori e i contadini sono esasperati da questa situazione - dice -. L’orso sta provocando danni enormi dal punto di vista economico: oltre alla perdita del bestiame ci sono pure le spese di smaltimento degli animali uccisi e le costose cure sanitarie alle quali devono essere sottoposti gli animali feriti dall’orso. Non siamo contrari al progetto della sua reintroduzione, ma un concetto deve essere ben chiaro. La nostra provincia non deve diventare una riserva indiana, nella quale i turisti vanno a vedere con curiosità i danni che fa l’orso mentre la gente che ci vive lo deve fare con paura. Il problema sta diventando molto grosso».

Oltre al danno economico c’è anche il profondo dispiacere per la perdita degli animali: «Ci si affeziona - rivela Lucia Giacomelli, figlia del titolare dell’azienda agricola che ha subito l’incursione dell’orso -. Dopo essere rimaste in alpeggio a Buron in Valdidentro, nel quale la mia famiglia sale da oltre cinquant’anni, le avevamo da poco portate a Pum per pulire una zona scoscesa vicino alla baita di una nostra amica. Fra poco le pecore avrebbero partorito, mancavano davvero pochi giorni al parto come dimostra il tanto pelo che aveva il cucciolo estratto dalla pancia della pecora dagli esperti. Avremo festeggiato delle nuove vite, invece siamo qui a pensare a quale sofferenza abbiano dovuto sopportare per tentare inutilmente di fuggire alla morte». Quella recinzione alta due metri, protetta anche da lamiere, non ha fermato il plantigrado, che dopo aver tentato di entrare in vari punti è riuscito poi a prodursi il varco utile per entrare.
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dalla Provincia di Lecco

Tirano, raid dell’orso, si aggrava il bilancio

TIRANO - Si aggrava il bilancio dei danni arrecati dall’orso M25 nella sua razzia giovedì notte a Pum, località a quota 950 metri nella frazione tiranese di Cologna, verso Trivigno. E' salito infatti a sei il numero delle pecore morte di proprietà dell’allevatore grosino Roberto Giacomelli. Una di quelle ferite infatti non è sopravvissuta, nonostante le terapie veterinarie che sono state fatte per strapparla al triste destino: troppe gravi le ferite provocate dall’orso per guarire. Inoltre una pecora che era dispersa è stata ritrovata senza vita. Sei su dieci che erano presenti all’interno del recinto di Pum quella sera sono morte e solo nei prossimi giorni si potrà dire se quelle sopravvissute sono fuori pericolo o possano avere delle conseguenze dopo il ferimento.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie

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Usa: muore d'infarto in una foresta, orso sbrana il cadavere

(AGI) - Los Angeles, 18 ott. - In una foresta della California un orso nero americano ha sbranato il cadavere di un uomo che era morto di infarto. Lo ha riferito il 'Los Angeles Times'. L'uomo, un 65enne che viveva appartato, ha avuto un malore poco distante dalla sua roulotte in una foresta della contea di Humboldt. Secondo gli inquirenti, l'orso ha trovato il cadavere e lo ha trascinato in una grotta, dove se ne e' cibato. L'identificazione dei resti dell'uomo e' stata resa possibile dalle impronte digitali, dalla dentatura e da alcuni brandelli di vestiario. Le autorita' californiane hanno dato la caccia all'orso ma non sono riuscite a trovarlo perche' probabilmente si era goa' spostato in un'altra zona. Il mese scorso un orso nero aveva ucciso un autostoppista di 22 anni in un bosco non lontano da New York.
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