Narciso - Narcissus poëticus L.
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Narciso - Narcissus poëticus L.
Il Narcissus poeticus, pianta erbacea bulbosa, appartiene alla famiglia delle Amarillidacee ed è originario dell'Europa, genere Narcissus.
Il suo nome deriva dalla parola greca narkào (= stordisco) e fa riferimento all'odore penetrante ed inebriante dei fiori di alcune specie. Alcuni sostengono, invece, che derivi dalla parola persiana che indica questa pianta e che si pronuncia Nargis. Esso comprende molte specie bulbose divise in varie sezioni, con alcune specie spontanee in Italia come il Narcissus poēticus L., noto col nome di Narciso selvatico o Fior di maggio, diffuso nei luoghi erbosi e boschivi dal clima fresco. Tali specie hanno un bulbo ovale-piriforme o a volte subgloboso, da cui origina lo scapo eretto e compresso alto 20-50 cm . Le foglie lineari-lanceolate sono basali e inguainanti il fusto centrale, con l'apice ottuso, di colore verde chiaro. I fiori, isolati e apicali, sono provvisti alla base di una spata scariosa piuttosto larga e presentano un perigonio tubiforme di colore bianco-verdastro, diviso superiormente in lacinie ovoidali bianco-giallastre. Al centro del perigonio è presente una corona giallastra dal margine dentellato e dal colore generalmente rosso scarlatto o, in alcune varietà, incolore. Gli stami sono in numero di 3 e il pistillo presenta un ovario infero, Il frutto è una capsula ovoidale. Il bulbo del Narciso contiene un alcaloide velenoso - la narcisina - che provoca, se ingerito accidentalmente, disturbi neuronali e infiammazioni gastriche negli animali al pascolo o nell'uomo.
fonte: Wikipedia
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Re: Narciso - Narcissus poëticus L.
Fioritura nel periodo di aprile e maggio da quota 300 a 1500 mt. s.l.m.
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Re: Narciso - Narcissus poëticus L.
Questo esemplare dal gambo molto corto è stato fotografato sul Canto Basso
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Re: Narciso - Narcissus poëticus L.
l'aggettivo più appropriato che metterei davanti al suo nome ... ELEGANTE
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Re: Narciso - Narcissus poëticus L.
Narciso è anche una figura mitologica greca, figlio di Cefiso, divinità fluviale, e della ninfa Liriope. Secondo il mito narrato da Ovidio nelle Metamorfosi Narciso era un bellissimo giovane, di cui tutti, sia donne che uomini, si innamoravano alla follia. Tuttavia Narciso preferiva passare le sue giornate cacciando, non curandosi delle sue spasimanti; tra queste era la ninfa Eco, condannata da Giunone a ripetere le ultime sillabe delle parole che le venivano rivolte, poiché le sue chiacchiere distraevano la dea, impedendole di scoprire gli amori furtivi di Giove. Rifiutata da Narciso la ninfa, consumata dall'amore, si nascose nei boschi fino a scomparire e a restare solo un'eco lontana.
Non solo Eco, ma tutte le giovani ed i giovani disprezzati da Narciso, invocarono la vendetta degli dei. Narciso venne condannato, da Nemesi, ad innamorarsi della sua immagine riflessa nell’acqua. Disperato perché non avrebbe potuto soddisfare la passione che nutriva, si struggeva in inutili lamenti, ripetuti da Eco.
Resosi conto dell'impossibilità del suo amore Narciso si lasciò morire. Quando le Naiadi e le Driadi cercarono il suo corpo per poterlo collocare sul rogo funebre, trovarono vicino allo specchio d'acqua il fiore omonimo.
Si narra che Narciso, quando attraversò lo Stige, il fiume dei morti, per entrare nell'Oltretomba, si affacciò sulle acque del fiume, sempre sperando di vedersi riflesso. Ma non riuscì a scorgere nulla a causa della natura torbida, limacciosa di quelle acque. In fin dei conti però, Narciso fu contento di non vedere la sua immagine riflessa perché questo veniva a significare che il fanciullo-sè stesso che amava, non era morto ancora.
Nella versione beotica il giovane Narciso, cittadino di Tepsi, venne condannato ad amare la sua immagine, quando Aminia, un giovane del luogo da lui rifiutato sprezzantemente, si tolse la vita davanti alla sua casa, con la stessa spada che Narciso gli aveva inviato come macabro invito a non dargli più noia.
Fonte: Wikipedia
Nicolas Poussin, Eco e Narciso (ca. 1629-1630).
Non solo Eco, ma tutte le giovani ed i giovani disprezzati da Narciso, invocarono la vendetta degli dei. Narciso venne condannato, da Nemesi, ad innamorarsi della sua immagine riflessa nell’acqua. Disperato perché non avrebbe potuto soddisfare la passione che nutriva, si struggeva in inutili lamenti, ripetuti da Eco.
Resosi conto dell'impossibilità del suo amore Narciso si lasciò morire. Quando le Naiadi e le Driadi cercarono il suo corpo per poterlo collocare sul rogo funebre, trovarono vicino allo specchio d'acqua il fiore omonimo.
Si narra che Narciso, quando attraversò lo Stige, il fiume dei morti, per entrare nell'Oltretomba, si affacciò sulle acque del fiume, sempre sperando di vedersi riflesso. Ma non riuscì a scorgere nulla a causa della natura torbida, limacciosa di quelle acque. In fin dei conti però, Narciso fu contento di non vedere la sua immagine riflessa perché questo veniva a significare che il fanciullo-sè stesso che amava, non era morto ancora.
Nella versione beotica il giovane Narciso, cittadino di Tepsi, venne condannato ad amare la sua immagine, quando Aminia, un giovane del luogo da lui rifiutato sprezzantemente, si tolse la vita davanti alla sua casa, con la stessa spada che Narciso gli aveva inviato come macabro invito a non dargli più noia.
Fonte: Wikipedia
Nicolas Poussin, Eco e Narciso (ca. 1629-1630).
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Re: Narciso - Narcissus poëticus L.
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Re: Narciso - Narcissus poëticus L.
Questo è uno scatto da artista...Rugetor ha scritto:
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Re: Narciso - Narcissus poëticus L.
piccolo contributo fotografico, anche se non all'altezza delle stupende immagini postate in precedenza:
"Il vento fa il suo giro, e tutte le cose prima o poi ritornano.."
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Re: Narciso - Narcissus poëticus L.
Narcisi in fioritura sul monte Linzone. spettacolo i prati sotto la croce ricoperti da narcisi
Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l'ha già creata.
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