La primula comune è una delle prime fioriture del sottobosco, spicca agli occhi immediatamente per via dei suoi colori molto chiari. Personalmente usavo il fiore come trombetta, infatti se posto correttamente tra le labbra, lo stelo può diventare una piccola ancia artigianale. Non aspettatevi chissà che melodie, è più che altro un sibilo, però da piccoli sembra tutto più magico.
Eccola:
Primula comune - Primula vulgaris
Re: Primula comune - Primula vulgaris
La Primula comune (nome scientifico Primula vulgaris) è una pianta della famiglia delle Primulaceae, che fiorisce agli inizi della Primavera.
Etimologia:
Il nome del genere (“Primula”) deriva da una antica locuzione italiana che significa fior di primavera (e prima ancora potrebbe derivare dal latino primus). All'inizio del Rinascimento questo termine indicava indifferentemente qualsiasi fiore che sbocciasse appena finito l'inverno, ad esempio così si indicavano le primaverili margheritine (Bellis perennis – Pratolina). In seguito però il significato si restrinse come nome specifico (nel parlare corrente) alla pianta di questa scheda (chiamata alla fine “Primula comune”), e come nome dell'intero genere nei trattati botanici. Nella letteratura scientifica uno dei primi botanici a usare il nome di “Primula” per questi fiori fu P.A. Matthioli (1500 – 1577), medico e botanico di Siena, famoso fra l'altro per avere fatto degli studi su Dioscoride, e per aver scritto una delle prime opere botaniche moderne. Nome confermato nel XVII secolo anche dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (5 giugno 1656 — 28 dicembre 1708) al quale normalmente si attribuisce la fondazione di questo genere[1]. Il termine specifico (vulgaris) è spiegato abbondantemente dal significato della controparte in lingua italiana (“comune”).
L'attuale binomio scientifico ("Primula vulgaris") è stato definito dal botanico inglese William Hudson (1730 ca. – 23 maggio 1793) nella sua opera ”Flora Anglica” del 1762.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Schaftlose Schlüsselblume opure Erd-Primel; in francese si chiama Primevère sans tige oppure Primevère vulgaire; in inglese si chiama Primrose.
Una seconda foto presa più da vicino:
Morfologia:
È una pianta erbacea perenne acaule (ossia i fiori e le foglie nascono direttamente dal rizoma sottostante). La fioritura è unica nel corso dell'anno (sono piante “monocarpiche” = un solo frutto nell'arco della stagione). L'altezza varia da 8 - 15 cm. La forma biologica è del tipo emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, con foglie disposte a formare una rosetta basale.
Le foglie sono spiralate in rosetta (sono presenti solo le foglie basali o radicali). Sono obovate (od obovate-bislunghe), attenuate verso il picciolo (che è breve e allargato, ossia alato), con la pagina superiore glabra di colore verde chiaro e quella inferiore villosa e di colore grigio-verde; la superficie è rugosa-reticolata (i nervi principali sono infossati nel parenchima) è inoltre irregolarmente dentata o crenulata. Il margine della foglia è revoluto, ossia ripiegato verso il basso (specialmente da giovani), mentre l'apice è arrotondato. Dimensioni delle foglie alla fioritura (s'ingrandiscono ulteriormente fino al doppio nel corso della stagione) : larghezza 1 -2 cm; lunghezza 5 – 9 cm.
L'infiorescenza è formata da diversi fiori (da 1 o 2 fino a 20 o 30), tutti capitati (posti all'apice di uno scapo afillo) e disposti ad ombrella. I fiori sono inseriti direttamente al centro della rosetta delle foglie ognuno con una suo peduncolo; a volte quest'ultimo è ridotto al minimo. Lunghezza del peduncolo : 4 – 7 cm.
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, tetraciclici (hanno i 4 verticilli fondamentali delle Angiosperme : calice – corolla – androceo – gineceo), pentameri (calice e corolla divisi in 5 parti). All'interno del fiore è presente del nettare e i fiori sono lievemente profumati. Dimensioni del fiore : larghezza 3 cm; lunghezza 2 – 3 cm.
Etimologia:
Il nome del genere (“Primula”) deriva da una antica locuzione italiana che significa fior di primavera (e prima ancora potrebbe derivare dal latino primus). All'inizio del Rinascimento questo termine indicava indifferentemente qualsiasi fiore che sbocciasse appena finito l'inverno, ad esempio così si indicavano le primaverili margheritine (Bellis perennis – Pratolina). In seguito però il significato si restrinse come nome specifico (nel parlare corrente) alla pianta di questa scheda (chiamata alla fine “Primula comune”), e come nome dell'intero genere nei trattati botanici. Nella letteratura scientifica uno dei primi botanici a usare il nome di “Primula” per questi fiori fu P.A. Matthioli (1500 – 1577), medico e botanico di Siena, famoso fra l'altro per avere fatto degli studi su Dioscoride, e per aver scritto una delle prime opere botaniche moderne. Nome confermato nel XVII secolo anche dal botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (5 giugno 1656 — 28 dicembre 1708) al quale normalmente si attribuisce la fondazione di questo genere[1]. Il termine specifico (vulgaris) è spiegato abbondantemente dal significato della controparte in lingua italiana (“comune”).
L'attuale binomio scientifico ("Primula vulgaris") è stato definito dal botanico inglese William Hudson (1730 ca. – 23 maggio 1793) nella sua opera ”Flora Anglica” del 1762.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Schaftlose Schlüsselblume opure Erd-Primel; in francese si chiama Primevère sans tige oppure Primevère vulgaire; in inglese si chiama Primrose.
Una seconda foto presa più da vicino:
Morfologia:
È una pianta erbacea perenne acaule (ossia i fiori e le foglie nascono direttamente dal rizoma sottostante). La fioritura è unica nel corso dell'anno (sono piante “monocarpiche” = un solo frutto nell'arco della stagione). L'altezza varia da 8 - 15 cm. La forma biologica è del tipo emicriptofita rosulata (H ros), ossia sono piante con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, con foglie disposte a formare una rosetta basale.
Le foglie sono spiralate in rosetta (sono presenti solo le foglie basali o radicali). Sono obovate (od obovate-bislunghe), attenuate verso il picciolo (che è breve e allargato, ossia alato), con la pagina superiore glabra di colore verde chiaro e quella inferiore villosa e di colore grigio-verde; la superficie è rugosa-reticolata (i nervi principali sono infossati nel parenchima) è inoltre irregolarmente dentata o crenulata. Il margine della foglia è revoluto, ossia ripiegato verso il basso (specialmente da giovani), mentre l'apice è arrotondato. Dimensioni delle foglie alla fioritura (s'ingrandiscono ulteriormente fino al doppio nel corso della stagione) : larghezza 1 -2 cm; lunghezza 5 – 9 cm.
L'infiorescenza è formata da diversi fiori (da 1 o 2 fino a 20 o 30), tutti capitati (posti all'apice di uno scapo afillo) e disposti ad ombrella. I fiori sono inseriti direttamente al centro della rosetta delle foglie ognuno con una suo peduncolo; a volte quest'ultimo è ridotto al minimo. Lunghezza del peduncolo : 4 – 7 cm.
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, tetraciclici (hanno i 4 verticilli fondamentali delle Angiosperme : calice – corolla – androceo – gineceo), pentameri (calice e corolla divisi in 5 parti). All'interno del fiore è presente del nettare e i fiori sono lievemente profumati. Dimensioni del fiore : larghezza 3 cm; lunghezza 2 – 3 cm.