E' ora di finirla con queste commedie, si fa un progetto che costa 60, poi arriva la ditta che fà un prezzo basso 40, alla fine la ditta dice che ha trovato imprevisti e vuole altri soldi!!! e che non si dica che gli imprevisti non sui potevano prevedere con tutta la tecnologia che oggi c'è a disposizione!!! la solita storia uno fa un prezzo ribassato per prendere l'appalto e dopo minaccia di andarsene perchè non ci sta più con i costi, allora al posto di continuare questi giochetti bisogna dire; questa opera costa 60 Ok ti affido l'appalto con obbligo di finire nei tempi stabiliti e con i costi stabilti.
Chissà perche in Svizzera le opere finiscono prima dello scadere dei tempi stabiliti e con i soldi stanziati?
Galbiati ha scritto:E' ora di finirla con queste commedie, si fa un progetto che costa 60, poi arriva la ditta che fà un prezzo basso 40, alla fine la ditta dice che ha trovato imprevisti e vuole altri soldi!!! e che non si dica che gli imprevisti non sui potevano prevedere con tutta la tecnologia che oggi c'è a disposizione!!! la solita storia uno fa un prezzo ribassato per prendere l'appalto e dopo minaccia di andarsene perchè non ci sta più con i costi, allora al posto di continuare questi giochetti bisogna dire; questa opera costa 60 Ok ti affido l'appalto con obbligo di finire nei tempi stabiliti e con i costi stabilti.
Chissà perche in Svizzera le opere finiscono prima dello scadere dei tempi stabiliti e con i soldi stanziati?
Tranquillo, anche senza ribasso avrebbero chiesto l'aumento...è ormai un modus operandi consolidato...ogni giorno segno le riserve sul registro giornaliero e poi tiro su la sommia che tanto poi la stazione appaltante piuttosto di rischiare una lunga causa che bloccherebbe tutto accetta solitamente al 50%... forse con l'utilizzo della fresa tutti questi maggiori costi non ci sarebbero stati???..ma chi ha deciso di utilizzare l'esplosivo avrà fatto le sue opportune valutazioni del caso!!! si certo dipende da cosa uno ha valutato
Risulta incredibile l'errore di pianificazione (tempi e costi) per questi pochi Km di variante.
Negli altri ambiti lavorativi i contratti di appalto sono molto più stringenti e vincolanti, cioé obbligano il fornitore a terminare l'opera secondo i criteri inizialmente stabiliti, prevedendo penali piuttosto pesanti.... il sistema pubblico, evidentemente, non è in grado di effettuare analisi preventive più precise e sembra molto tollerante per questo tipo di errori, tanto da insospettire il cittadino su possibili 'combine' tra giunte e fornitori.... perché in questo modo le gare di appalto sono completamente falsate !
mi sa che qui da noi "risultano" essere imprevisti geologici in corso d'opera che giustificano i ritardi e "causano" il DIRITTO DELL’APPALTATORE A NUOVI PREZZI O AD UN EQUO COMPENSO
... Qualora l’appaltatore introduca varianti di sua iniziativa, o qualora, pur avendone ricevuto l’ordine scritto del direttore dei lavori, non si sia accertato dell’esistenza della loro preventiva approvazione da parte dell’amministrazione ed abbia perciò attuato le varianti in assenza di tale approvazione, queste sono da considerare arbitrariamente eseguite dall’appaltatore e perciò illegittime. La finalità della prescrizione risiede nell’esigenza di evitare che l’amministrazione sia esposta all’eventualità del pagamento di maggiori corrispettivi a seguito di un’iniziativa a lei estranea od assunta unilateralmente dall’appaltatore.
La violazione del divieto, da un lato, non dà titolo al pagamento dei lavori non autorizzati e, dall’altro, comporta l’obbligo per l’appaltatore di demolire a sue spese le lavorazioni eseguite in variante (artt. 134, co. 1, reg. e 10, co. 1, CGA). La disposizione configura perciò due ipotesi: la prima è che le variazioni siano risultate peggiorative rispetto al progetto e in tal caso non è dubbio che si debba dare luogo alla demolizione o, in alternativa, qualora detta circostanza sia accertata in sede di collaudo, alle detrazioni sul credito dell’appaltatore da parte del collaudatore; la seconda è che le varianti arbitrariamente eseguite dall’appaltatore costituiscano un miglioramento dell’opera...
8.9 L’IMPREVISTO GEOLOGICO COME FATTO NON PRODUCENTE
VARIANTI MA SOLTANTO IL DIRITTO DELL’APPALTATORE A NUOVI PREZZI O AD UN EQUO COMPENSO.
...Ricorrendo questa ipotesi, l’amministrazione, se intende comunque realizzare l’opera (perché non è divenuta antieconomica), deve approvare la variante, quale che sia il suo importo, sulla base dei prezzi di contratto e con la previsione dei nuovi prezzi eventualmente necessari. L’appaltatore, dal canto suo, è obbligato ad eseguire i maggiori lavori agli stessi prezzi del contratto originario entro il 20% dell’importo di quest’ultimo, mentre oltre tale limite può chiedere all’amministrazione di ricontrattare i prezzi, con la conseguenza che se non si addiviene ad un nuovo accordo egli è libero dal vincolo contrattuale e l’amministrazione deve riappaltare il completamento dell’opera ad altro soggetto attraverso una nuova gara. Come è agevole constatare, il confine tra variante resa necessaria da un imprevisto geologico e variante determinata da un errore o da una carenza progettuale è sottilissimo. Spetterà, pertanto, al responsabile del procedimento accertare di volta in volta se l’esigenza della variante scaturisca da un imprevisto geologico oppure sia ascrivibile a responsabilità del progettista perché, ad es., questi in sede di progettazione abbia omesso di svolgere i necessari accertamenti in ordine alla natura del sottosuolo, con la conseguenza che, in questo secondo caso, dovranno applicarsi le disposizioni dell’art. 25, co. 2, 4 e 5, della legge (accollo dei danni al progettista, e se la maggiore spesa supera il 20% dell’importo originario del contratto, risoluzione del contratto, riappalto dei lavori, pagamento all’appaltatore dei lavori eseguiti, dei materiali utili e del 10% calcolato sulla differenza tra l’ammontare dei quattro quinti dell’importo del contratto e l’ammontare dei lavori eseguiti)...
buona lettura!
Moderatore Immagini Antiche "tra i monti Alben e Regaduro nel canalone i suoi compagni lo trasportarono per sentieri scoscesi tra boschi e pascoli fino a Sottochiesa, adagiato su una rozza scala a pioli ricoperta di fronde"
Zogno, stop per la variante, si calcolano i nuovi costi
Zogno - Saranno necessarie una perizia sui costi aggiuntivi e un’interruzione (pare non più di un mese, verso ottobre-novembre) dei lavori, per la variante in galleria di Zogno. Ma l’intenzione resta di arrivare a completare il cantiere, limitando il più possibile gli ormai inevitabili ritardi. È quando emerso ieri dalla riunione tra i rappresentanti della Provincia e dell’impresa Itinera di Tortona (Alessandria), che sta effettuando i lavori. Da trovare 23,8 milioni di euro Sull’opera, attesissima, è piombata nei giorni scorsi la tegola di un forte aumento dei costi: 23,8 milioni di euro in più, a fronte dei 43,6 milioni a cui era avvenuta l’aggiudicazione. Effetto, soprattutto, di «incerto geologico», ovvero di una montagna che ha richiesto lavorazioni diverse e maggiori rispetto a quelle previste.
Di qui il confronto con Itinera, con cui, afferma il presidente della Provincia uscente Ettore Pirovano, «c’è perfetta sintonia. Abbiamo concordato per prima cosa di procedere con una perizia per scendere nel dettaglio di prezzi e lavori aggiuntivi». Questo permetterà di evitare un nuovo appalto e i conseguenti ritardi. Gli esiti della perizia non dovrebbero comunque differire troppo da quanto già esaminato e inserito nella delibera approvata lunedì dal Consiglio provinciale. Si parlava di ulteriori 23,8 milioni da mettere in campo, di cui 6,1 per far fronte alle situazioni trovate in particolare all’interno delle gallerie. Altri 9,9 milioni servirebbero per rinforzare i versanti tra lo svincolo nord della variante e l’imbocco della galleria «Monte di Zogno»: i distacchi a cui sono soggetti gli ammassi richiedono un intervento più «massiccio» di quanto previsto. Infine, 7,7 milioni servono a prolungare (come a suo tempo suggerito dalla Regione Lombardia) la galleria «Monte di Zogno», per migliorare l’impatto paesistico e ridurne la pendenza. Tutte risorse da trovare. La Provincia si è impegnata nero su bianco a reperire, nei bilanci 2015-2017, i 7,8 milioni che le competono. Gli altri 16 si spera arrivino dal Pirellone. «Credo che avremo delle risposte per la fine della settimana – dice Pirovano –. Poi, certo, anche la Regione dovrà aspettare gli esiti della perizia. Si potranno fare anche tutte le valutazioni per capire se e chi avrebbe dovuto accorgersi prima della situazione, ma l’importante, intanto, è non bloccare i lavori ».
Per ora dunque l’impresa prosegue con alcuni interventi, poi scatterà, in autunno, la necessaria sospensione del cantiere per arrivare a sottoscrivere un atto aggiuntivo che definisca i nuovi prezzi. L’idea comunque è di limitare al minimo i ritardi. L’opera doveva concludersi nel febbraio prossimo, missione che ora appare decisamente impossibile. «Ma sembra che si riesca a contenere un po’ gli slittamenti (c’è chi parla di fine 2015, ndr) – spiega Pirovano –. Il cronoprogramma, comunque, andrà definito nel dettaglio». Pirovano - che rimarrà alla guida dell’ente soltanto per pochi giorni ancora - incontrerà oggi i candidati a succedergli alla guida di Via Tasso, e farà con loro il punto della situazione anche su quest’opera.