dal Corriere della Sera:
Escursionista incrocia l'orso sul Baldo «Mi ha sfiorato, quanta paura»
VERONA - «L'orso mi è corso incontro, mi ha sfiorato e mi ha calpestato i piedi. Certo che ho avuto paura, non capita mica tutti i giorni un incontro del genere». Giovanni è l'escursionista mantovano che domenica scorsa ha incontrato da vicino (forse troppo vicino) l'orso immortalato nel video di Stefano Cervati, sci alpinista veronese che ha avuto la prontezza di riprendere la scena. «Pensavo fosse un cane, poi man mano che si avvicinava a me ho capito che era troppo grosso per essere un cane e ho incominciato a urlare per cercare di spaventarlo - racconta Giovanni -. Ora spero solo che non si facciano polemiche: la montagna è anche questo. Sappiamo che c'è il rischio di una valanga, di un morso di vipera. Forse anche di un incontro con un orso». E’ diventato una vera star del web. L’orsacchiotto del monte Baldo: un nuovo video postato su Facebook dell'incontro tra Giovanni e l'orso, ha superato le duemila condivisioni, anche da altri Paesi europei. Nel video girato da Stefano Cervati si vede il giovane orso mentre corre in mezzo alla poca neve rimasta sui monti. All’improvviso incrocia l'escursionista Giovanni, che cammina armato di racchette da trekking, nella direzione opposta. L’orsetto si ferma solo un attimo a guardare il suo compagno di camminata, per poi continuare la sua corsa. E Giovanni, nonostante lo spavento, si gira su se stesso per seguire con lo sguardo il cucciolo. L’orso era stato avvistato per la prima volta da un gruppo di escursionisti già qualche giorno fa nei pressi di cima Telegrafo, sempre sul Baldo, non lontano dal rifugio Gaetano Baranza a 2200 metri di altezza. Quella volta era stato ripreso mentre, spaventato per l’abbaiare di un cane, scappava a Valle, lontano dagli uomini incontrati. Si trattava del primo avvistamento nella zona di questo esemplare, forse nato proprio sulla montagna veronese.
Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Valsassina NEWS
L'Orso torna in Valsassina? ''Prudenza'' dall'Amministrazione Provinciale
Più che altro si tratta di una smentita: non esistono evidenze, secondo il Settore Ambiente di VIlla Locatelli, della rinnovata presenza di un orso in questo periodo in Alta Valsassina. Un esemplare è stato invece segnalato e "accertato" nella vicina Val Gerola. Deluse dunque (almeno per il momento) le aspettative degli appassionati dei plantigradi, soddisfatti invece gli allevatori e in generale chi non ama questo tipo di animali: la Provincia non conferma anzi respinge l'ipotesi di un "ritorno" dell'orso bruno nei territori dell'Alta Valle. E' certo - dichiarano da Lecco - che un allevatore ha trovato segni su alcune bestie e una recinzione divelta, ma gli esperti hanno escluso che l'attacco provenisse appunto da un orso. Anche una precedente segnalazione, giunta dal premanese, è stata verificata e in quel caso risalente a qualche settimana fa è stato acclarato che si trattava solo di un cane. Insomma per il momento non esiste l'evidenza accertata di una (rinnovata) presenza di orsi nei nostri boschi. Villa Locatelli precisa però che un esemplare è stato avvistato con sicurezza in questo periodo nella vicina Val Gerola. Speranze dunque per gli amanti dei "pelosoni" mentre resta elevata la preoccupazione tra chi - specialmente apicoltori e pastori - non ha una visione "disneyana" del grosso animale appena uscito dal suo letargo invernale.
L'Orso torna in Valsassina? ''Prudenza'' dall'Amministrazione Provinciale
Più che altro si tratta di una smentita: non esistono evidenze, secondo il Settore Ambiente di VIlla Locatelli, della rinnovata presenza di un orso in questo periodo in Alta Valsassina. Un esemplare è stato invece segnalato e "accertato" nella vicina Val Gerola. Deluse dunque (almeno per il momento) le aspettative degli appassionati dei plantigradi, soddisfatti invece gli allevatori e in generale chi non ama questo tipo di animali: la Provincia non conferma anzi respinge l'ipotesi di un "ritorno" dell'orso bruno nei territori dell'Alta Valle. E' certo - dichiarano da Lecco - che un allevatore ha trovato segni su alcune bestie e una recinzione divelta, ma gli esperti hanno escluso che l'attacco provenisse appunto da un orso. Anche una precedente segnalazione, giunta dal premanese, è stata verificata e in quel caso risalente a qualche settimana fa è stato acclarato che si trattava solo di un cane. Insomma per il momento non esiste l'evidenza accertata di una (rinnovata) presenza di orsi nei nostri boschi. Villa Locatelli precisa però che un esemplare è stato avvistato con sicurezza in questo periodo nella vicina Val Gerola. Speranze dunque per gli amanti dei "pelosoni" mentre resta elevata la preoccupazione tra chi - specialmente apicoltori e pastori - non ha una visione "disneyana" del grosso animale appena uscito dal suo letargo invernale.
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Gentside
Alaska attaccata da un orso, Jessica Gamboa sopravvive facendo il morto

La storia è spaventosa. Una giovane donna è stata aggredita il 18 maggio dagli orsi. Jessica Gamboa, scappato dai morti, una tecnica che aveva sentito spesso, ma lei era in grado di testare in situazioni reali. A Metà maggio, questa giovane donna si trovò faccia a faccia con un orso. La giovane donna che poi ha dimostrato coraggio indomito che ha salvato la vita. Oggi all'ospedale, essa può essere curata, ma non dovrebbe tenere postumi dell'attacco.
Storia di un attacco
La giovane donna ha rilasciato un'intervista dal suo letto d'ospedale il 27 maggio. Ha poi raccontato il suo incubo. Jessica ha visto un cucciolo, ha capito subito che la madre non dovrebbe essere lontano. Paura, Jessica Gamboa ha deciso in una frazione di secondo di fare il morto. In posizione fetale, la donna rimase in silenzio, mentre l'orso stava attaccando lei. L'orso iniziato da prendere la statunitense nel mettere per terra, poi tornò alla carica di proiettare in aria prima di farla cadere. Per qualche istante, l'animale ha continuato a prendere a pugni la sua vittima prima di partire.
Quando un orso sta per attaccare, è importante non considerare che come preda. Nella maggior parte dei casi, è per lui un meccanismo di difesa perché ci si sente in pericolo , nel caso di Jessica , la madre sopporta assolutamente voluto proteggere il suo bambino . Dimostrando che non difendersi , il giovane americano è stato in grado di calmare l'ira del dell'orso. Jessica Gamboa ha avuto dal risparmio gesto esce illeso nonostante alcune lesioni dolorose. La giovane donna poi ha cercato l'assistenza nella zona e il sollievo potrebbe prendere in carico. Oggi è considerato un miracolo. "In realtà , io non ci credo realmente accaduto . Sembra ancora irreale per me , per un semplice motivo , sono ancora vivo ", dice che ha la fotocamera. I primi pensieri della giovane donna dopo l'attacco è andato a suo figlio di 4 anni , "E ' tutto quello che voglio vivere ", dice Jessica .
video intervista: http://www.gentside.com/ours/alaska-att ... 62380.html
______________________________________________________________________________________
Alaska : attaquée par un ours, Jessica Gamboa a survécu en faisant la morte
L’histoire est effrayante. Une jeune femme a été attaquée le 18 mai par des ours. Jessica Gamboa, s’en est sortie en faisant la morte, une technique dont elle avait souvent entendu parler mais qu’elle a pu tester en situation réelle.
Avez-vous déjà partagé cet article?
Partager sur FacebookPartager sur TwitterFacebook Twitter C’est en Alaska que la vie de Jessica Gamboa a basculé. Mi-mai, cette jeune femme est tombée nez-à-nez avec une famille d’ours. La jeune femme a alors fait preuve d’un courage à toute épreuve qui lui a sauvé la vie. Aujourd'hui à l’hôpital, elle se soigne mais ne devrait garder aucune séquelle de l’attaque.
Récit d’une attaque
La jeune femme a accordé une interview depuis son lit d’hôpital le 27 mai dernier. Elle a alors raconté son cauchemar. Jessica a d’abord aperçu un ourson, très vite elle a compris que la mère ne devait pas se trouver loin. Par crainte, Jessica Gamboa a alors décidé en une fraction de seconde de jouer la morte. En position fœtale, la jeune femme est restée silencieuse pendant que l’ours s’en prenait à elle. L’ours a commencé par attraper l’américaine en la mettant au sol, puis il est revenu à la charge la projetant en l’air avant de la laisser retomber. Pendant quelques instants, l’animal à continué à rouer de coups sa victime avant de repartir. Lorsqu'un ours est sur le point d’attaquer, il ne faut surtout pas qu’il vous considère comme une proie. Dans la majorité des cas, il s’agit pour lui d’un mécanisme de défense car il se sent en danger, dans le cas de Jessica, la maman ours souhaitait absolument protéger son enfant. En montrant qu’elle ne se défendait pas, la jeune américaine a réussi à calmer la colère de l’ours.
Saine et sauve
Jessica Gamboa a eu un geste salvateur puisqu'elle s’en sort saine et sauve malgré quelques blessures douloureuses. La jeune femme a ensuite cherché de l’aide dans les alentours et les secours ont pu la prendre en charge. Elle se considère aujourd'hui comme une miraculée. "En réalité, je n’arrive pas à croire que ça s’est réellement passé. Ça me parait toujours irréel, pour une raison simple, je suis encore en vie", raconte-elle a la caméra. Les premières pensées de la jeune femme après l’attaque sont allées à son fils âgé de 4 ans, "Il est tout ce pourquoi j’ai envie de vivre", assure Jessica.
Alaska attaccata da un orso, Jessica Gamboa sopravvive facendo il morto

La storia è spaventosa. Una giovane donna è stata aggredita il 18 maggio dagli orsi. Jessica Gamboa, scappato dai morti, una tecnica che aveva sentito spesso, ma lei era in grado di testare in situazioni reali. A Metà maggio, questa giovane donna si trovò faccia a faccia con un orso. La giovane donna che poi ha dimostrato coraggio indomito che ha salvato la vita. Oggi all'ospedale, essa può essere curata, ma non dovrebbe tenere postumi dell'attacco.
Storia di un attacco
La giovane donna ha rilasciato un'intervista dal suo letto d'ospedale il 27 maggio. Ha poi raccontato il suo incubo. Jessica ha visto un cucciolo, ha capito subito che la madre non dovrebbe essere lontano. Paura, Jessica Gamboa ha deciso in una frazione di secondo di fare il morto. In posizione fetale, la donna rimase in silenzio, mentre l'orso stava attaccando lei. L'orso iniziato da prendere la statunitense nel mettere per terra, poi tornò alla carica di proiettare in aria prima di farla cadere. Per qualche istante, l'animale ha continuato a prendere a pugni la sua vittima prima di partire.
Quando un orso sta per attaccare, è importante non considerare che come preda. Nella maggior parte dei casi, è per lui un meccanismo di difesa perché ci si sente in pericolo , nel caso di Jessica , la madre sopporta assolutamente voluto proteggere il suo bambino . Dimostrando che non difendersi , il giovane americano è stato in grado di calmare l'ira del dell'orso. Jessica Gamboa ha avuto dal risparmio gesto esce illeso nonostante alcune lesioni dolorose. La giovane donna poi ha cercato l'assistenza nella zona e il sollievo potrebbe prendere in carico. Oggi è considerato un miracolo. "In realtà , io non ci credo realmente accaduto . Sembra ancora irreale per me , per un semplice motivo , sono ancora vivo ", dice che ha la fotocamera. I primi pensieri della giovane donna dopo l'attacco è andato a suo figlio di 4 anni , "E ' tutto quello che voglio vivere ", dice Jessica .
video intervista: http://www.gentside.com/ours/alaska-att ... 62380.html
______________________________________________________________________________________
Alaska : attaquée par un ours, Jessica Gamboa a survécu en faisant la morte
L’histoire est effrayante. Une jeune femme a été attaquée le 18 mai par des ours. Jessica Gamboa, s’en est sortie en faisant la morte, une technique dont elle avait souvent entendu parler mais qu’elle a pu tester en situation réelle.
Avez-vous déjà partagé cet article?
Partager sur FacebookPartager sur TwitterFacebook Twitter C’est en Alaska que la vie de Jessica Gamboa a basculé. Mi-mai, cette jeune femme est tombée nez-à-nez avec une famille d’ours. La jeune femme a alors fait preuve d’un courage à toute épreuve qui lui a sauvé la vie. Aujourd'hui à l’hôpital, elle se soigne mais ne devrait garder aucune séquelle de l’attaque.
Récit d’une attaque
La jeune femme a accordé une interview depuis son lit d’hôpital le 27 mai dernier. Elle a alors raconté son cauchemar. Jessica a d’abord aperçu un ourson, très vite elle a compris que la mère ne devait pas se trouver loin. Par crainte, Jessica Gamboa a alors décidé en une fraction de seconde de jouer la morte. En position fœtale, la jeune femme est restée silencieuse pendant que l’ours s’en prenait à elle. L’ours a commencé par attraper l’américaine en la mettant au sol, puis il est revenu à la charge la projetant en l’air avant de la laisser retomber. Pendant quelques instants, l’animal à continué à rouer de coups sa victime avant de repartir. Lorsqu'un ours est sur le point d’attaquer, il ne faut surtout pas qu’il vous considère comme une proie. Dans la majorité des cas, il s’agit pour lui d’un mécanisme de défense car il se sent en danger, dans le cas de Jessica, la maman ours souhaitait absolument protéger son enfant. En montrant qu’elle ne se défendait pas, la jeune américaine a réussi à calmer la colère de l’ours.
Saine et sauve
Jessica Gamboa a eu un geste salvateur puisqu'elle s’en sort saine et sauve malgré quelques blessures douloureuses. La jeune femme a ensuite cherché de l’aide dans les alentours et les secours ont pu la prendre en charge. Elle se considère aujourd'hui comme une miraculée. "En réalité, je n’arrive pas à croire que ça s’est réellement passé. Ça me parait toujours irréel, pour une raison simple, je suis encore en vie", raconte-elle a la caméra. Les premières pensées de la jeune femme après l’attaque sont allées à son fils âgé de 4 ans, "Il est tout ce pourquoi j’ai envie de vivre", assure Jessica.
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da La Voce di Venezia
L’Orso del Monte Baldo, i turisti sognano di vederlo
La sua corporatura e i suoi denti aguzzi fanno paura, ma tutti lo vogliono vedere, o almeno intravedere. L’oggetto di tanta curiosità è l’Orso che pare abbia trovato casa, nelle zone del Monte Baldo (tra Trento e Verona), più precisamente sulla Cima Telegrafo a 2200 metri d’altezza. Due finora i video pubblicati da alcuni escursionisti, che durante la loro scalata hanno avuto la fortuna di vedere con i propri occhi, filmare e addirittura quasi toccare il maestoso animale. Domenica 25 maggio scorso, è stato il giorno fatidico e il turista che ha avuto questo insolito incontro è anche riuscito a filmarlo. Ora però si è diffusa una vera e propria ‘’orsomania’’, i turisti infatti sono disposti a salire a piedi o fare anche diverse ore di cosa per salire con la seggiovia sul picco della Cima Telegrafo, per poter avvistare l’orso. Uno dei gestori del rifugio (Barana), che si trova sulle pendici del monte ha commentato: ‘’Le condizioni per arrivare qui da noi sono ancora piuttosto selettive, c’è ancora la neve. Direi che l’effetto orso qui non si è ancora sentito né in positivo né in negativo, ma la stagione è appena incominciata’’.
Mentre il presidente della Funivia di Malcesine ha dichiarato: ‘’La presenza dell’orso è sicuramente un fattore positivo per noi, perché testimonia la straordinaria bellezza del Baldo’’. E non solo di bellezza si parlerà, ma soprattutto di incassi, che in questa stagione estiva saranno da considerarsi elevati, proprio grazie al fenomeno animale. Per chi si dovesse avventurare e lo dovesse incontrare, gli esperti consigliano: ‘’rimanete fermi e non date segno di spavento. Gli animali temono l’uomo e fuggono se non hanno motivi di attaccare’’. Rimane però da chiedersi se l’orso lo sappia.
L’Orso del Monte Baldo, i turisti sognano di vederlo
La sua corporatura e i suoi denti aguzzi fanno paura, ma tutti lo vogliono vedere, o almeno intravedere. L’oggetto di tanta curiosità è l’Orso che pare abbia trovato casa, nelle zone del Monte Baldo (tra Trento e Verona), più precisamente sulla Cima Telegrafo a 2200 metri d’altezza. Due finora i video pubblicati da alcuni escursionisti, che durante la loro scalata hanno avuto la fortuna di vedere con i propri occhi, filmare e addirittura quasi toccare il maestoso animale. Domenica 25 maggio scorso, è stato il giorno fatidico e il turista che ha avuto questo insolito incontro è anche riuscito a filmarlo. Ora però si è diffusa una vera e propria ‘’orsomania’’, i turisti infatti sono disposti a salire a piedi o fare anche diverse ore di cosa per salire con la seggiovia sul picco della Cima Telegrafo, per poter avvistare l’orso. Uno dei gestori del rifugio (Barana), che si trova sulle pendici del monte ha commentato: ‘’Le condizioni per arrivare qui da noi sono ancora piuttosto selettive, c’è ancora la neve. Direi che l’effetto orso qui non si è ancora sentito né in positivo né in negativo, ma la stagione è appena incominciata’’.
Mentre il presidente della Funivia di Malcesine ha dichiarato: ‘’La presenza dell’orso è sicuramente un fattore positivo per noi, perché testimonia la straordinaria bellezza del Baldo’’. E non solo di bellezza si parlerà, ma soprattutto di incassi, che in questa stagione estiva saranno da considerarsi elevati, proprio grazie al fenomeno animale. Per chi si dovesse avventurare e lo dovesse incontrare, gli esperti consigliano: ‘’rimanete fermi e non date segno di spavento. Gli animali temono l’uomo e fuggono se non hanno motivi di attaccare’’. Rimane però da chiedersi se l’orso lo sappia.
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
tratto da Ruralpini di Michele Corti
Quattro sindaci trentini e 3 veronesi chiedono misure contro gli orsi
«Siamo preoccupati perché non siamo in grado di garantire sicurezza alle persone sul nostro territorio». Così dichiarano i sindaci di Ala, Avio, Brentonico e Mori hanno firmato una lettera indirizzata al presidente della Provincia di Trento per chiedere più controllo sui plantigradi e la rimozione immediata degliesemplari troppo confidenti. Accanto ai nomi di Luigino Peroni, Sandro Borghetti, Giorgio Dossi e Roberto Caliari ci sono anche quelli dei colleghi veronesi di Belluno-Brentino, Ferrara Monte Baldo e Malcesine. I primi cittadini hanno preso posizione sul progetto Life Ursus ancor prima di venire a conoscenza delle recenti scorribande alle pendici dello Stivo in val di Gresta. Tutto è partito da Avio, dove nei mesi scorsi la Lega Nord, come negli altri paesi lagarini, aveva promosso una mozione per il controllo dell’orso. A differenza degli altri Comuni però, ad Avio il documento che impegnava il sindaco a fare qualcosa sul tema del predatore, è stato votato dalla maggioranza dei consiglieri e da lì è partita l’iniziativa della lettera. «Nel 2013 il Monte Baldo ha guadagnato ripetutamente gli onori della cronaca per i danni e le razzie di bestiame causati dall’orso», è l’incipit della missiva, chiaro riferimento alle aggressioni messe in atto da M11. «A tali danni si aggiungono i timori di una negativa ripercussione sulla serenità di cittadini e turisti nell’intraprendere escursioni in montagna, attività cui sono fortemente legate le presenze sul Baldo».
L'iniziativa arriva in un momento in cui gli orsi, per la maggior parte ancora in semiletargo, hanno inziato le loro scorribande a carico di animali domestici indifesi (un altro asinello è stato sbranato proprio in questi giorni) e delle arnie. Il senso politico è quello di muoversi prima della primavera, quando gli orsi causano il maggior numero di danni. Ci sono in gioco posti di lavoro nel pastoralismo (diverse malghe sono state abbandonate e altre non sono più frequantate dai pastori "storici") ma anche nel turismo. Eviendentemente i sindaci non credono al rassicurante studio pubblicizzato qualche giorno fa dalla Provincia che, citando "4 anni di ricerche" conclude che l'orso non è pericoloso. In Trentino sanno in molti che i casi più "scabrosi" sono stati tacitati come denunciato dal Comitato anti orso della Val Rendena che ha raccolto testimoniante su episodi che le autorità hanno ignorato o censurato. Insomma uno studio "scientifico" in cui i dati che potevano inficiare la tesi politica apriori "l'orso non è pericoloso" sono stati abilmente fatti sparire.
Quattro sindaci trentini e 3 veronesi chiedono misure contro gli orsi
«Siamo preoccupati perché non siamo in grado di garantire sicurezza alle persone sul nostro territorio». Così dichiarano i sindaci di Ala, Avio, Brentonico e Mori hanno firmato una lettera indirizzata al presidente della Provincia di Trento per chiedere più controllo sui plantigradi e la rimozione immediata degliesemplari troppo confidenti. Accanto ai nomi di Luigino Peroni, Sandro Borghetti, Giorgio Dossi e Roberto Caliari ci sono anche quelli dei colleghi veronesi di Belluno-Brentino, Ferrara Monte Baldo e Malcesine. I primi cittadini hanno preso posizione sul progetto Life Ursus ancor prima di venire a conoscenza delle recenti scorribande alle pendici dello Stivo in val di Gresta. Tutto è partito da Avio, dove nei mesi scorsi la Lega Nord, come negli altri paesi lagarini, aveva promosso una mozione per il controllo dell’orso. A differenza degli altri Comuni però, ad Avio il documento che impegnava il sindaco a fare qualcosa sul tema del predatore, è stato votato dalla maggioranza dei consiglieri e da lì è partita l’iniziativa della lettera. «Nel 2013 il Monte Baldo ha guadagnato ripetutamente gli onori della cronaca per i danni e le razzie di bestiame causati dall’orso», è l’incipit della missiva, chiaro riferimento alle aggressioni messe in atto da M11. «A tali danni si aggiungono i timori di una negativa ripercussione sulla serenità di cittadini e turisti nell’intraprendere escursioni in montagna, attività cui sono fortemente legate le presenze sul Baldo».
L'iniziativa arriva in un momento in cui gli orsi, per la maggior parte ancora in semiletargo, hanno inziato le loro scorribande a carico di animali domestici indifesi (un altro asinello è stato sbranato proprio in questi giorni) e delle arnie. Il senso politico è quello di muoversi prima della primavera, quando gli orsi causano il maggior numero di danni. Ci sono in gioco posti di lavoro nel pastoralismo (diverse malghe sono state abbandonate e altre non sono più frequantate dai pastori "storici") ma anche nel turismo. Eviendentemente i sindaci non credono al rassicurante studio pubblicizzato qualche giorno fa dalla Provincia che, citando "4 anni di ricerche" conclude che l'orso non è pericoloso. In Trentino sanno in molti che i casi più "scabrosi" sono stati tacitati come denunciato dal Comitato anti orso della Val Rendena che ha raccolto testimoniante su episodi che le autorità hanno ignorato o censurato. Insomma uno studio "scientifico" in cui i dati che potevano inficiare la tesi politica apriori "l'orso non è pericoloso" sono stati abilmente fatti sparire.
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Avezzanoinforma.it 04/06/2014
“Far girare la giostra, attorno all’Orso marsicano”
La dura presa di posizione di Franco Zunino, segretario generale dell’Associazione Italiana Wilderness
AVEZZANO. «Che Paese il nostro! Autorità capaci solo di rimandare ogni decisione, e poi di prendere sempre quelle più astruse, inconcludenti quando non inutili, ma che siano molto fumose per l’opinione pubblica!». Questo l’incipit della nota scritta da Franco Zunino, segretario generale dell’Associazione Italiana Wilderness, in merito alle sorti dell’orso marsicano.
«La storia dell’orso marsicano» continua, infatti, Zunino «sta sempre più divenendo emblematica di quest’italianità priva di logica e senso pratico che ci ha resi famosi al mondo. Se un domani dovesse cadere un satellite, e se il satellite dovesse colpire un orso marsicano, ecco che tutta l’attenzione si riverserebbe su questo problema: proposte di legge per impedire il sorvolo delle zone patom, monitoraggio di tutti i satelliti a rischio caduta, magari con installazione di “patriot” che intercettino i satelliti cadenti o loro parti! Ecco, questa per metterla sul ridicolo, ma anche per evidenziare il metodo con cui in genere in Italia si affrontano i problemi (l’ultimo esempio è stata la proposta di barriere anti-orso lungo le autostrade e la diffusione dei cartelli per evitare collisioni sulle strade, anziché chiedersi perché l’orso le strade le attraversi più di quanto non facesse un tempo)».
«È morto un orso per supposta tbc bovina (anche se la scienza ci dice che la tbc è spesso effetto di altri mali, quali, ad esempio la denutrizione)» scrive ancora il segretario di Wilderness «e subito la tbc diventa un problema primario o l’unico, sebbene nessuna traccia recente sia stata individuata tra gli animali domestici supposti “portatori” della malattia. Troppo gustosa la notizia, però, per accantonarla, visto che si presta a spingere le autorità a proibire il pascolo agli odiati allevatori, ormai agli occhi dell’opinione pubblica resi colpevoli di ogni nefandezza, anziché vederne l’aspetto positivo per il mantenimento della biodiversità dei pascoli e l’apporto indiretto alle esigenze alimentari di orsi, lupi, volpi, avvoltoi ed aquile reali. Qualche tempo fa apparve un’altra malattia a rischio per l’orso marsicano, la pseudorabbia, ma questa fu subito fatta dimenticare, messa tra le notizie da non dare e tanto meno da divulgare (altro che interviste specifiche ad esperti ed autorità!)».
«Perché?» chiede retoricamente «Semplice. Questa malattia la si può solo combattere con le vaccinazioni e l’aiuto degli altrettanti odiati cacciatori (nemici dell’orso a prescindere!) affinché riducano la presenza dei cinghiali, portatori sani. E allora, meglio non parlarne e buttarsi tutti sull’ultimo caso di morte per supposta tbc bovina, cosa che permette di attaccare gli allevatori. E di mettere in campo altri apparati di ricerca e studi, quel circo che ha già fatto bruciare 15 milioni di euro senza costrutto alcuno (almeno per l’orso), perché a questo sembra volersi avviare il Ministero dell’Ambiente, che secondo le ultime notizie già parla di “gruppi di lavoro”, “strategie” e di soli immancabili “piani”».
«Ma il problema dell’orso marsicano» argomenta ancora «è vecchio di oltre mezzo secolo, ed è a quelle radici che bisogna far risalire i problemi attuali (mai risolti e sempre rinviati!). Quei problemi, sempre gli stessi, che ancora oggi si presentano, solo con diverse sfaccettature. Per tornare all’oggi, maggio-giugno 2014: il problema non sono i carotai degli allevatori, ma il perché l’orso va a cercare questi carotai, attraversando in continuazione le “pericolose” strade, ridicolmente segnalate ai turisti, che sempre più le frequentano proprio perché attratti dalla possibilità di fare facili osservazioni di orsi, ormai sempre più domestici e, quindi, “problematici” (altro bel problema che ha subito creato posti di lavoro per i “risolutori”!). Ovviamente non c’è (non ci sarebbe!) nessun bisogno di altre ricerche per capirne le ragioni; se non fosse che non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire.
«Troppo semplice, banale e non remunerativo per ricercatori e studiosi» conclude Zunino «far seminare campi di mais, far pascolare greggi di pecore, riservare oasi di quiete all’orso, ridurre la presenza competitiva di cinghiali e cervi. In America, questo farebbero. In Italia queste proposte sono ritenute poco scientifiche! E guai a metterle in pratica, caso mai dovessero veramente rivelarsi risolutive, col rischio di far fermare quella giostra che ha già divorato 15 milioni di euro in studi e ricerche!».
“Far girare la giostra, attorno all’Orso marsicano”
La dura presa di posizione di Franco Zunino, segretario generale dell’Associazione Italiana Wilderness
AVEZZANO. «Che Paese il nostro! Autorità capaci solo di rimandare ogni decisione, e poi di prendere sempre quelle più astruse, inconcludenti quando non inutili, ma che siano molto fumose per l’opinione pubblica!». Questo l’incipit della nota scritta da Franco Zunino, segretario generale dell’Associazione Italiana Wilderness, in merito alle sorti dell’orso marsicano.
«La storia dell’orso marsicano» continua, infatti, Zunino «sta sempre più divenendo emblematica di quest’italianità priva di logica e senso pratico che ci ha resi famosi al mondo. Se un domani dovesse cadere un satellite, e se il satellite dovesse colpire un orso marsicano, ecco che tutta l’attenzione si riverserebbe su questo problema: proposte di legge per impedire il sorvolo delle zone patom, monitoraggio di tutti i satelliti a rischio caduta, magari con installazione di “patriot” che intercettino i satelliti cadenti o loro parti! Ecco, questa per metterla sul ridicolo, ma anche per evidenziare il metodo con cui in genere in Italia si affrontano i problemi (l’ultimo esempio è stata la proposta di barriere anti-orso lungo le autostrade e la diffusione dei cartelli per evitare collisioni sulle strade, anziché chiedersi perché l’orso le strade le attraversi più di quanto non facesse un tempo)».
«È morto un orso per supposta tbc bovina (anche se la scienza ci dice che la tbc è spesso effetto di altri mali, quali, ad esempio la denutrizione)» scrive ancora il segretario di Wilderness «e subito la tbc diventa un problema primario o l’unico, sebbene nessuna traccia recente sia stata individuata tra gli animali domestici supposti “portatori” della malattia. Troppo gustosa la notizia, però, per accantonarla, visto che si presta a spingere le autorità a proibire il pascolo agli odiati allevatori, ormai agli occhi dell’opinione pubblica resi colpevoli di ogni nefandezza, anziché vederne l’aspetto positivo per il mantenimento della biodiversità dei pascoli e l’apporto indiretto alle esigenze alimentari di orsi, lupi, volpi, avvoltoi ed aquile reali. Qualche tempo fa apparve un’altra malattia a rischio per l’orso marsicano, la pseudorabbia, ma questa fu subito fatta dimenticare, messa tra le notizie da non dare e tanto meno da divulgare (altro che interviste specifiche ad esperti ed autorità!)».
«Perché?» chiede retoricamente «Semplice. Questa malattia la si può solo combattere con le vaccinazioni e l’aiuto degli altrettanti odiati cacciatori (nemici dell’orso a prescindere!) affinché riducano la presenza dei cinghiali, portatori sani. E allora, meglio non parlarne e buttarsi tutti sull’ultimo caso di morte per supposta tbc bovina, cosa che permette di attaccare gli allevatori. E di mettere in campo altri apparati di ricerca e studi, quel circo che ha già fatto bruciare 15 milioni di euro senza costrutto alcuno (almeno per l’orso), perché a questo sembra volersi avviare il Ministero dell’Ambiente, che secondo le ultime notizie già parla di “gruppi di lavoro”, “strategie” e di soli immancabili “piani”».
«Ma il problema dell’orso marsicano» argomenta ancora «è vecchio di oltre mezzo secolo, ed è a quelle radici che bisogna far risalire i problemi attuali (mai risolti e sempre rinviati!). Quei problemi, sempre gli stessi, che ancora oggi si presentano, solo con diverse sfaccettature. Per tornare all’oggi, maggio-giugno 2014: il problema non sono i carotai degli allevatori, ma il perché l’orso va a cercare questi carotai, attraversando in continuazione le “pericolose” strade, ridicolmente segnalate ai turisti, che sempre più le frequentano proprio perché attratti dalla possibilità di fare facili osservazioni di orsi, ormai sempre più domestici e, quindi, “problematici” (altro bel problema che ha subito creato posti di lavoro per i “risolutori”!). Ovviamente non c’è (non ci sarebbe!) nessun bisogno di altre ricerche per capirne le ragioni; se non fosse che non c’è peggior sordo di chi non vuole sentire.
«Troppo semplice, banale e non remunerativo per ricercatori e studiosi» conclude Zunino «far seminare campi di mais, far pascolare greggi di pecore, riservare oasi di quiete all’orso, ridurre la presenza competitiva di cinghiali e cervi. In America, questo farebbero. In Italia queste proposte sono ritenute poco scientifiche! E guai a metterle in pratica, caso mai dovessero veramente rivelarsi risolutive, col rischio di far fermare quella giostra che ha già divorato 15 milioni di euro in studi e ricerche!».
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
dal Corriere del Veneto
Orso sul Baldo, altri avvistamenti, ora vogliono cacciarlo dal monte
VERONA — Cacciare l’orso dal Baldo. I fan delle doppiette non si facciano trarre in inganno, perché la proposta lanciata in Trentino non prevede aperture straordinarie della stagione venatoria, ma un piano per il suo «allontanamento » (metodo non meglio specificato) dalle zone frequentate dall’uomo. Non gli è ancora stato trovato un nome, ma l’animale immortalato nei video degli escursionisti ha già sollevato i primi dubbi e le prime paure. Soprattutto tra quegli allevatori che convivono con il timore di perdere i propri capi e di dover affrontare i labirinti della burocrazia italiana (e i suoi tempi biblici) per poter ottenere i risarcimenti. Ed è proprio per tutelare gli interessi di questi ultimi che nei giorni scorsi, i consiglieri della Lega Nord della provincia di Trento, Maurizio Fugatti e Claudio Civettini hanno presentato un’interrogazione che verrà discussa la prossima settimana. «Nei mesi scorsi abbiamo ricevuto una lettera firmata dai sindaci del Baldo, sia trentini che veronesi, che chiedono misure di intervento per risolvere quello che a tutti gli effetti rappresenta un problema per gli allevatori - spiega Fugatti -. E gli ultimi casi testimoniano come l’orso si stia sempre più avvicinando all’uomo senza paura. In consiglio discuteremo sul da farsi: prima di proporre l’abbattimento, vorremo studiare la possibilità di un allontanamento dalle zone in cui può risultare pericoloso o dannoso».
Che l’orso provochi qualche grattacapo a chi ha deciso di condurre un’attività pastorizia sul Baldo, lo conferma anche Cristiano Pastorello, funzionario dell’Unione Montana del Baldo: «Qualche lamentela l’abbiamo ricevuta e venerdì prossimo abbiamo in programma una riunione con tutti i sindaci della zona per discutere e confrontarci. La presenza dell’animale è stata confermata da più avvistamenti nelle ultime settimane e gli allevatori sono preoccupati». Soprattutto quelli veronesi che, a differenza dei colleghi trentini, devono affrontare iter più lunghi prima di vedersi riconosciuti i risarcimenti. «L’anno scorso abbiamo avuto cinque casi di predazioni dovute all’orso - prosegue Pastorello -. Quest’anno non ci sono segnalazioni, ma gli avvistamenti confermano che l’animale, la cui presenza certifica la qualità ecologica della nostra montagna, tende ad avvicinarsi all’uomo». E a percorrere le stesse strade, come rivela il sindaco di Ferrara di Monte Baldo, Paolo Rossi: «L’orso rappresenta una risorsa importante per il turismo, ma può dare problemi a chi tiene in montagna le proprie bestie. Inoltre l’esemplare immortalato nei video tende a non essere così intimorito dall’uomo come dovrebbe essere. Mio figlio qualche settimana fa, se l’è trovato che trotterellava a velocità sostenuta sulla strada che sale verso Novezzina. E mia moglie, al massimo un mese fa, ha visto una madre uscire dal bosco insieme al suo cucciolo e poi correre verso le creste del Baldo».
Che quel cucciolo sia il celebre animale immortalato nei video girati sul Telegrafo? Difficile stabilirlo con certezza perché, come ricorda Filippo Zibordi, dell’ufficio faunistico del parco naturale dell’Adamello che ha attivato negli anni scorsi il progetto di ripopolamento «Ursus», «un orso è in grado di percorrere trenta chilometri in linea d’aria in una sola notte. E dei circa 40 esemplari individuati nel nostro comprensorio, solo tre sono muniti di radio- collare». Un animale solitario, ma pronto a percorrere chilometri per procacciarsi cibo e per riprodursi. E proprio in questo periodo, con la stagione degli amori, l’orso del Baldo potrebbe decidere di trasferirsi un po’ più a Nord. In quel Trentino dove è certa la presenza delle femmine. Perché sarà pur vero che lo spettacolo del lago di Garda visto dall’alto è qualcosa di unico, ma anche per gli orsi vale l’antico proverbio «al cuor non si comanda».
Orso sul Baldo, altri avvistamenti, ora vogliono cacciarlo dal monte
VERONA — Cacciare l’orso dal Baldo. I fan delle doppiette non si facciano trarre in inganno, perché la proposta lanciata in Trentino non prevede aperture straordinarie della stagione venatoria, ma un piano per il suo «allontanamento » (metodo non meglio specificato) dalle zone frequentate dall’uomo. Non gli è ancora stato trovato un nome, ma l’animale immortalato nei video degli escursionisti ha già sollevato i primi dubbi e le prime paure. Soprattutto tra quegli allevatori che convivono con il timore di perdere i propri capi e di dover affrontare i labirinti della burocrazia italiana (e i suoi tempi biblici) per poter ottenere i risarcimenti. Ed è proprio per tutelare gli interessi di questi ultimi che nei giorni scorsi, i consiglieri della Lega Nord della provincia di Trento, Maurizio Fugatti e Claudio Civettini hanno presentato un’interrogazione che verrà discussa la prossima settimana. «Nei mesi scorsi abbiamo ricevuto una lettera firmata dai sindaci del Baldo, sia trentini che veronesi, che chiedono misure di intervento per risolvere quello che a tutti gli effetti rappresenta un problema per gli allevatori - spiega Fugatti -. E gli ultimi casi testimoniano come l’orso si stia sempre più avvicinando all’uomo senza paura. In consiglio discuteremo sul da farsi: prima di proporre l’abbattimento, vorremo studiare la possibilità di un allontanamento dalle zone in cui può risultare pericoloso o dannoso».
Che l’orso provochi qualche grattacapo a chi ha deciso di condurre un’attività pastorizia sul Baldo, lo conferma anche Cristiano Pastorello, funzionario dell’Unione Montana del Baldo: «Qualche lamentela l’abbiamo ricevuta e venerdì prossimo abbiamo in programma una riunione con tutti i sindaci della zona per discutere e confrontarci. La presenza dell’animale è stata confermata da più avvistamenti nelle ultime settimane e gli allevatori sono preoccupati». Soprattutto quelli veronesi che, a differenza dei colleghi trentini, devono affrontare iter più lunghi prima di vedersi riconosciuti i risarcimenti. «L’anno scorso abbiamo avuto cinque casi di predazioni dovute all’orso - prosegue Pastorello -. Quest’anno non ci sono segnalazioni, ma gli avvistamenti confermano che l’animale, la cui presenza certifica la qualità ecologica della nostra montagna, tende ad avvicinarsi all’uomo». E a percorrere le stesse strade, come rivela il sindaco di Ferrara di Monte Baldo, Paolo Rossi: «L’orso rappresenta una risorsa importante per il turismo, ma può dare problemi a chi tiene in montagna le proprie bestie. Inoltre l’esemplare immortalato nei video tende a non essere così intimorito dall’uomo come dovrebbe essere. Mio figlio qualche settimana fa, se l’è trovato che trotterellava a velocità sostenuta sulla strada che sale verso Novezzina. E mia moglie, al massimo un mese fa, ha visto una madre uscire dal bosco insieme al suo cucciolo e poi correre verso le creste del Baldo».
Che quel cucciolo sia il celebre animale immortalato nei video girati sul Telegrafo? Difficile stabilirlo con certezza perché, come ricorda Filippo Zibordi, dell’ufficio faunistico del parco naturale dell’Adamello che ha attivato negli anni scorsi il progetto di ripopolamento «Ursus», «un orso è in grado di percorrere trenta chilometri in linea d’aria in una sola notte. E dei circa 40 esemplari individuati nel nostro comprensorio, solo tre sono muniti di radio- collare». Un animale solitario, ma pronto a percorrere chilometri per procacciarsi cibo e per riprodursi. E proprio in questo periodo, con la stagione degli amori, l’orso del Baldo potrebbe decidere di trasferirsi un po’ più a Nord. In quel Trentino dove è certa la presenza delle femmine. Perché sarà pur vero che lo spettacolo del lago di Garda visto dall’alto è qualcosa di unico, ma anche per gli orsi vale l’antico proverbio «al cuor non si comanda».
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
da Il Giorno di Sondrio
L’orso è sempre stato tra noi". Ma gli agricoltori protestano: è un problema
Mazzo (Sondrio), 8 giugno 2014 - Sino a ieri mattina M25 si trovava in Svizzera, a 2.600 metri di quota. Il giovane orso di quasi tre anni arrivato in Valle all’inizio del mese di maggio, dopo aver predato un’arnia in Valdisotto, un asino in Valdidentro e la scorsa settimana un altro asino nei boschi in quota sopra l’abitato di Vervio, è stato protagonista della serata dedicata alla presenza degli orsi organizzata a Mazzo di Valtellina. L’orso è davvero pericoloso o è possibile convivere con questo grande mammifero? Come poter gestire questa presenza e continuare a vivere in montagna? Questi i quesiti ai quali i relatori hanno cercato di dare risposta.
Tanti i cittadini, soprattutto allevatori e agricoltori, dei paesi limitrofi che hanno gremito la sala consiliare del Comune di Mazzo e ascoltato gli interventi di Elena Tironi, dirigente del settore Ambiente, energia e sviluppo sostenibile della Regione Lombardia, Maria Ferloni dell’Ufficio faunistico della Provincia di Sondrio e Carlo Frapporti del Wwf Italia. Da subito, però, è apparsa chiara la contrarietà alla presenza di M25 da parte di alcuni agricoltori. «Teneteveli in Trentino» e «bisogna imparare dalla Svizzera a gestire questa problematica», sono i commenti espressi da alcuni residenti che hanno criticato le risorse spese per il progetto legato all’orso.
«L'orso sempre stato sulle nostre montagne, se ne è persa la memoria storica perché negli ultimi anni stava scomparendo», ha detto Elena Tironi la quale ha esposto il progetto «Life+Arctos», «un progetto voluto e finanziato dall’Unione Europea per la salvaguardia delle popolazioni di orso presenti sulle Alpi e sugli Appennini, attraverso un sistema di riconoscimento e localizzazione dei plantigradi e l’azione di prevenzione come l’installazione di reti elettrificate per proteggere il bestiame». «Il nostro territorio è sempre stato soggetto al passaggio degli orsi – ha spiegato Maria Ferloni, tecnico della Provincia – almeno sette quelli rilevati dal 2007 al 2013 attraverso i radiocollare e le foto trappole. Spesso di alcuni non abbiamo mai avuto riscontro se non per qualche traccia, sono animali schivi». Carlo Frapporti ha tracciato una descrizione dell’orso bruno, un animale solitario che evita il contatto con gli uomini e che per lo più si muove nelle ore notturne. Pur essendo carnivoro, si nutre per il 70 % di vegetali.
L’orso è sempre stato tra noi". Ma gli agricoltori protestano: è un problema
Mazzo (Sondrio), 8 giugno 2014 - Sino a ieri mattina M25 si trovava in Svizzera, a 2.600 metri di quota. Il giovane orso di quasi tre anni arrivato in Valle all’inizio del mese di maggio, dopo aver predato un’arnia in Valdisotto, un asino in Valdidentro e la scorsa settimana un altro asino nei boschi in quota sopra l’abitato di Vervio, è stato protagonista della serata dedicata alla presenza degli orsi organizzata a Mazzo di Valtellina. L’orso è davvero pericoloso o è possibile convivere con questo grande mammifero? Come poter gestire questa presenza e continuare a vivere in montagna? Questi i quesiti ai quali i relatori hanno cercato di dare risposta.
Tanti i cittadini, soprattutto allevatori e agricoltori, dei paesi limitrofi che hanno gremito la sala consiliare del Comune di Mazzo e ascoltato gli interventi di Elena Tironi, dirigente del settore Ambiente, energia e sviluppo sostenibile della Regione Lombardia, Maria Ferloni dell’Ufficio faunistico della Provincia di Sondrio e Carlo Frapporti del Wwf Italia. Da subito, però, è apparsa chiara la contrarietà alla presenza di M25 da parte di alcuni agricoltori. «Teneteveli in Trentino» e «bisogna imparare dalla Svizzera a gestire questa problematica», sono i commenti espressi da alcuni residenti che hanno criticato le risorse spese per il progetto legato all’orso.
«L'orso sempre stato sulle nostre montagne, se ne è persa la memoria storica perché negli ultimi anni stava scomparendo», ha detto Elena Tironi la quale ha esposto il progetto «Life+Arctos», «un progetto voluto e finanziato dall’Unione Europea per la salvaguardia delle popolazioni di orso presenti sulle Alpi e sugli Appennini, attraverso un sistema di riconoscimento e localizzazione dei plantigradi e l’azione di prevenzione come l’installazione di reti elettrificate per proteggere il bestiame». «Il nostro territorio è sempre stato soggetto al passaggio degli orsi – ha spiegato Maria Ferloni, tecnico della Provincia – almeno sette quelli rilevati dal 2007 al 2013 attraverso i radiocollare e le foto trappole. Spesso di alcuni non abbiamo mai avuto riscontro se non per qualche traccia, sono animali schivi». Carlo Frapporti ha tracciato una descrizione dell’orso bruno, un animale solitario che evita il contatto con gli uomini e che per lo più si muove nelle ore notturne. Pur essendo carnivoro, si nutre per il 70 % di vegetali.
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
- IW2LBR
- Site Admin
- Messaggi: 77145
- Iscritto il: mercoledì 24 agosto 2005, 19:57
- Località: Media Val Brembana (600m)
- Contatta:
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
dalla Provincia di Sondrio
Subito un referendum contro l’orso M25»
Le popolazioni del Tiranese che in questi giorni hanno dovuto convivere con M25 hanno mostrato tutta la loro contrarietà alla presenza del plantigrado nell’incontro con gli esperti avvenuto venerdì sera nella sala consiliare del municipio di Mazzo e si sono alzate vivaci proteste nei confronti degli esperti che hanno relazionato sulla presenza dell’orso in Provincia.
«Tenetevi l’orso nei vostri uffici». «Voi prendete i soldi e noi dobbiamo rischiare la vita». «Vergogna». Sono le proteste levatesi da un’aula gremita. «Noi vogliamo un referendum per decidere la presenza dell’orso, ma devono far votare noi che viviamo qui a contatto con l’animale - afferma Beniamino Quadrio di Vervio. Non bisogna fare votare in città perché è ovvio che li sono favorevoli». Ha preteso spiegazioni anche il sindaco di Vervio, Enzo Quadrio: «Non è ammissibile che per tre giorni non si sapesse dove l’orso stava». Ha ragioni da vendere Diego Quadrio, che accudiva l’asino che è stato sbranato dall’orso: «Ero solito passeggiare sempre con mia moglie dopo cena, ma adesso è impossibile: come si fa ad uscire di casa sapendo che c’è l’orso?». Applausi dell’intera platea per il grosino Enzo Curti: « Noi non siamo contrari alla presenza dell’orso, ma non deve essere problematica per l’uomo. Togliamo dal territorio quelli che creano problemi. Non è vero quanto asserito dagli esperti questa sera, ovvero che l’orso attacca animali incustoditi. Delle pecore erano custodite dai miei genitori e ciò nonostante l’orso Jj8 ha agito. La Provincia ha il potere di agire, la presenza dell’orso sta limitando la fruizione del territorio nella vita quotidiana, bisogna toglierli subito. L’orso deve vivere nelle sue zone, questa è zona troppo autorizzata».
Subito un referendum contro l’orso M25»
Le popolazioni del Tiranese che in questi giorni hanno dovuto convivere con M25 hanno mostrato tutta la loro contrarietà alla presenza del plantigrado nell’incontro con gli esperti avvenuto venerdì sera nella sala consiliare del municipio di Mazzo e si sono alzate vivaci proteste nei confronti degli esperti che hanno relazionato sulla presenza dell’orso in Provincia.
«Tenetevi l’orso nei vostri uffici». «Voi prendete i soldi e noi dobbiamo rischiare la vita». «Vergogna». Sono le proteste levatesi da un’aula gremita. «Noi vogliamo un referendum per decidere la presenza dell’orso, ma devono far votare noi che viviamo qui a contatto con l’animale - afferma Beniamino Quadrio di Vervio. Non bisogna fare votare in città perché è ovvio che li sono favorevoli». Ha preteso spiegazioni anche il sindaco di Vervio, Enzo Quadrio: «Non è ammissibile che per tre giorni non si sapesse dove l’orso stava». Ha ragioni da vendere Diego Quadrio, che accudiva l’asino che è stato sbranato dall’orso: «Ero solito passeggiare sempre con mia moglie dopo cena, ma adesso è impossibile: come si fa ad uscire di casa sapendo che c’è l’orso?». Applausi dell’intera platea per il grosino Enzo Curti: « Noi non siamo contrari alla presenza dell’orso, ma non deve essere problematica per l’uomo. Togliamo dal territorio quelli che creano problemi. Non è vero quanto asserito dagli esperti questa sera, ovvero che l’orso attacca animali incustoditi. Delle pecore erano custodite dai miei genitori e ciò nonostante l’orso Jj8 ha agito. La Provincia ha il potere di agire, la presenza dell’orso sta limitando la fruizione del territorio nella vita quotidiana, bisogna toglierli subito. L’orso deve vivere nelle sue zone, questa è zona troppo autorizzata».
Valanga - VLBNET Rete Wireless - News Valle Brembana - Valle Brembana - Fotografie della Valle Brembana
Specialist SEO, search engine optimization & marketing
Specialist SEO, search engine optimization & marketing