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L’orso è tornato in Val Tramontina
Inviato: giovedì 9 agosto 2012, 12:23
da IW2LBR
da il Messaggero Veneto
L’orso è tornato in Val Tramontina
TRAMONTI DI SOPRA. Torna a farsi vivo l’orso in Val Tramontina: il plantigrado avrebbe “passeggiato” per lunghi tratti in località Selis, nei pressi del punto d’incontro del Canal piccolo e Canal grande del Meduna, nel comune di Tramonti di Sopra. A scoprirne le impronte è stato Mario Verocai, un signore di Meduno molto amante della pesca e della natura, che da 40 anni si reca in queste zone che lui stesso ha definito «un vero paradiso naturale». «Sabato scorso, dopo le 6 – racconta – stavo raggiungendo la località Selis per pescare, quando sul terreno ho notato questa “passeggiata” di impronte lunga un centinaio di metri, che ho subito capito non essere stata lasciata da un animale che fa parte della fauna tipica locale, ma da un orso. Data la grandezza delle tracce, credo si tratti di un esemplare adulto, che forse è di passaggio». Questa prima serie di impronte, però, non sarebbe la sola: «Dopo aver effettuato questa scoperta, che ho immortalato in una serie di fotografie – spiega con orgoglio e entusiasmo –, mi sono spostato in un altro punto, ossia dove il Canal grande si immette nel lago di Ca’ Zul, e ho fatto la seconda scoperta: altre tracce in cui si notava molto bene anche il segno lasciato dall'unghia che aveva solcato il terreno».
La prima serie di impronte sarebbe stata lasciata dall’animale in una parte di terreno più melmosa: il lago, infatti, al momento è in uno stato di secca e ritirandosi ha lasciato una sorta di fanghiglia dove l’orso ha camminato lasciando i «segni inconfondibili del suo passaggio». La seconda serie, invece, è stata rinvenuta in una zona dove il terreno è più secco e duro, quindi, l'impronta della pianta del piede risulta meno visibile, sebbene il graffio dell’unghia che ha scalfito il terreno sia ben riconoscibile. «Tornerò a pescare in Selis in questi giorni: voglio fotografare l’orso», anuncia Verocai che è entusiasta della scoperta e non manifesta alcun timore nella possibilità di doversi imbattere nel nuovo “ospite” della Val Tramontina. Va detto, però, che Verocai potrebbe non riuscire a “incontrare” l’orso, in quanto, il plantigrado necessita di zone molto vaste in cui muoversi liberamente e i suoi spostamenti, per lo più notturni, possono essere di decine di chilometri: l'animale potrebbe, perciò, non trovarsi nemmeno più in Val Tramontina.
Oggi, il comando della Forestale locale si recherà a casa di Verocai per prendere visione delle immagini scattate: pare, infatti, che da qualche mese la il Corpo sia sulle tracce di un esemplare di orso e stia tenendo monitorato il territorio. Non sarebbe la prima volta che un plantigrado fa visita alla Val Tramontina: nell’estate del 1998 un esemplare soprannominato “Franz" è stato segnalato più volte a Tramonti e Barcis, nell’estate del 2000 sono state trovate impronte tra i resti delle case sommerse dal lago di Redona, in Pecol.
Gli allevatori trentini contro gli orsi: Sono troppi
Inviato: giovedì 9 agosto 2012, 12:26
da IW2LBR
dal quotidiano Il Trentino - Giovedi' 9 Agosto 2012
Gli allevatori trentini contro gli orsi: "Sono troppi"
Animali sbranati e malghe costrette a rinunciare all’alpeggio a causa dei danni provocati dall’orso.
A lanciare l’allarme è la federazione provinciale degli allevatori trentini
TRENTO. Animali sbranati e malghe costrette a rinunciare all’alpeggio a causa dei danni provocati dall’orso. A lanciare l’allarme, la federazione provinciale degli allevatori trentini, che a Malga Poz in val di Sole, ha fatto il bilancio dell’attività. E ha detto basta alle scorribande del plantigrado, chiamando in causa la Provincia. «L’orso sta diventando un grosso problema - ha detto il presidente Silvano Rauzi - ci sono malghe che hanno dovuto smonticare. L’aumento è esponenziale, gli orsi hanno una vita lunga, sono prolifici, non sono soggetti a bracconaggio. Se prima erano in cinque e adesso sono in cinquanta. In breve saranno duecento». Alla richiesta di rivedere il progetto Life Ursus, il presidente della Provincia Lorenzo Dellai ha risposto così: «Bisogna stabilire qual è il limite massimo oltre il quale un certo numero di esemplari crea problemi alle popolazioni che vivono e lavorano nelle nostre montagne. Abbiamo chiesto a Bruxelles e al ministero dell’Ambiente, che sono i referenti del progetto, di sedersi attorno ad un tavolo e di rivedere le linee del progetto, perché l’accettazione sociale dell’animale, pur essendo importante dal punto di vista naturalistico, andando avanti di questo passo calerà».
Gli allevatori trentini si sono definiti preoccupati anche per il costo dei cereali, che continua a salire e che potrebbe pregiudicare l’approvvigionamento di cibo per il bestiame. Tra le esigenze manifestate, anche quella di potenziare la sinergia da con i ristoratori, gli operatori turistici, per promuovere i prodotti del territorio e i luoghi di produzione come i caseifici e le malghe. «Tanto è già stato fatto in questo ambito- ha concluso Rauzi - ma tanto ancora si deve fare».
Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Inviato: giovedì 9 agosto 2012, 13:08
da elio.biava
Orsi: Vietato avvicinarsi e lanciare cibo
Inviato: giovedì 9 agosto 2012, 13:10
da IW2LBR
dal quotidiano Arena di Verona
Orsi: Vietato avvicinarsi e lanciare cibo
Un'ora sotto gli obiettivi per un plantigrado è decisamente troppo: va bene una foto ma non esagerare
Meglio cambiare strada e non salire sugli alberi perché questi animali lo fanno meglio di noi
È normale che un orso si fermi a giocare in un prato per un'ora con una decina di persone attorno che lo fotografano? È un orso normale quello che se ne sta andando e al richiamo di un fischio torna sui suoi passi come un cagnolino addestrato? Qualcosa nel comportamento di questo fine settimana di M11 preoccupa e il Servizio foresta e fauna della Provincia autonoma di Trento sta valutando seriamente la situazione. «Non siamo preoccupati, ma se persevera in questi comportamenti certo qualche preoccupazione ce la dà», ammette Claudio Groff che segue il Progetto orso trentino. «D'altronde noi abbiamo messo in atto tutte le strategie di dissuasione con una squadra di emergenza apposita, pronta a intervenire con sistemi di dissuasione nel caso si avvicini troppo ad abitazioni o stalle. Non possiamo far nulla, e sarebbe del resto inutile intervenire quando gli incontri sono casuali nel bosco o in un prato come è stato raccontato finora», aggiunge Groff. I responsabili trentini non sembrano pessimisti sulle capacità di recupero delle proprie caratteristiche di selvatico del giovane orso M11.
È alto il rischio che un atteggiamento troppo confidente da parte di turisti ed escursionisti, e peggio ancora l'offerta di cibo, vanifichi gli sforzi messi in atto finora dagli esperti trentini: se M11 associa la presenza umana a riserve di cibo abbondanti e ottenibili con poca fatica segna già la sua condanna, come è successo per la madre, tenuta in cattività dallo scorso maggio nel centro vivaistico di Casteller. «Non è un comportamento ereditario», precisa Groff, «ma può ripetersi e bisogna evitarlo: non dare assolutamente nessun tipo di cibo ed evitare contatti prolungati: si può giustificare uno scatto fotografico per lo straordinario incontro, ma non si può tenere l'animale selvatico sotto tiro degli obiettivi per un'ora. In questi casi, se si vede che non si allontana, dobbiamo essere noi ad abbandonare la scena nel rispetto delle sue caratteristiche». Ecco allora le regole fondamentali di comportamento da tenere in presenza di un orso. Un avvicinamento a una distanza inferiore ai 10 – 20 metri potrebbe apparire all'orso come una minaccia e indurlo ad adottare un comportamento aggressivo: meglio allontanarsi, senza correre, nella direzione opposta e bisogna aver ben chiaro che non serve arrampicarsi sugli alberi perché gli orsi lo sanno fare meglio di noi. Camminare parlando normalmente è di solito sufficiente ad avvertirlo della nostra presenza e a farlo cambiare strada. Se viene sorpreso prima che se ne accorga, occorre dargli il tempo di andarsene altrove o cambiare la nostra direzione. È vietato ogni tentativo di adescarlo con il cibo né direttamente, né abbandonandolo per attirarlo, comportamenti sanzionati dalla legge e pericolosi. V.Z.
Orso secondo i cacciatori ce ne sono troppi in Slovacchia
Inviato: giovedì 9 agosto 2012, 14:58
da IW2LBR
dal quotidiano Buongiorno Slovacchia - Giovedi' 9 Agosto 2012
Orso a Ilava inquieta i locali, secondo i cacciatori ce ne sono troppi in Slovacchia
Come è abbastanza comune nelle zone di media montagna della Slovacchia, e non soltanto in questa stagione, alcuni orsi vaganti si trovano a volte ad approssimarsi agli abitati, meglio se un po’ isolati, per cibarsi o semplicemente curiosare un po’ in giro. Proprio ieri il comune di Ilava, nella regione di Trencin, ha attivato il suo sistema di segnalazione per allarmare i cittadini locali della presenza di un orso che è stato avvistato da più persone nel sobborgo di Skala. Il sindaco Stefan Dasko ha fatto apporre anche un avviso sul sito internet comunale per consigliare abitanti e visitatori ad essere cauti.
Milan Pagac, dell’Associazione cacciatori ‘Borokove-Vapec’ ritiene che l’allarme stia provocando un inutile panico. L’orso in questione, dice, è giovane ed è stato respinto dalla madre, e ora sarebbe alla ricerca del proprio territorio. Ad attirare l’orso vicino al centro urbano, ha detto, sono stati probabilmente i frutti in maturazione come le prugne presenti nei giardini privati. Ma gli orsi cercano di solito luoghi tranquilli per stazionare, «e questa parte del territorio è tutt’altro», dunque secondo lui è probabilmente solo di “passaggio”. Pagac, da cacciatore, ha anche detto a Tasr che gli orsi si stanno riproducendo anche troppo in Slovacchia, e, pur sapendo di scontrarsi con gli ambientalisti, si è detto convinto che ci sono troppi orsi in zone così limitate. «Un maschio dominante dovrebbe godere di un territorio pari a circa dieci chilometri quadrati», ha sottolineato, e in Slovacchia non c’è abbastanza posto per tutti i plantigradi presenti sul suo territorio. È anche questo, secondo lui, che porta alcuni animali ad avvicinarsi eccessivamente agli insediamenti umani.
Orsi che passeggiano in città
Inviato: giovedì 9 agosto 2012, 17:20
da IW2LBR
tratto da Ruralpini di Michele Corti
Orsi che passeggiano in città
Una polemica sorta a seguito della passeggiata in centro di Tirano dell'orso M13. (9 luglio) assume valenza politica importante. Finalmente un amministratore sfida il conformismo che saluta il ritorno dell'orso come una sorta di redenzione della natura I tecnici faunisti delle provincie sono unanimi: l'"orso non è pericoloso", "è monitorato", "non si devono creare allarmismi". Sarà l'effetto-casta a spiegare questo sospetto unanimismo? O c'è dell'altro? In ogni caso le "riassicurazioni" che la Dott.ssa Maria Ferloni, responsabile del servizio faunistico della provincia di Sondrio, ha fornito all'assessore tiranese Bruno Ciapponi Landi non solo non hanno ottenuto l'effetto desiderato ma hanno acuito le sue preoccupazioni.
Non tutti si allinaeano al pensiero unico
Bruno Ciapponi Landi non è persona da lasciarsi intimidire dal conformismo imperante che ha elevato l'orso a totem, a simbolo salvifico della rigenerazione della natura. La stragrande maggioranza degli amministratori pubblici si sono adeguati totalmente a questo atteggiamento per non apparire retrogradi, per lisciare il pelo all'opinione pubblica animal-ambientalista, sperando in "ricadute di immagine". Oggi sostenere che l'orso è una belva contraddice le convenzioni sociali dominanti e l'ipocrisia semantica coatta. Di più, Ciapponi Landi osa ricordare che l'eliminazione dell'orso fu faticosamente conseguita dai nostri antenati. A La provincia di Sondrio Ciapponi Landi aveva dichiarato (numero del 29 luglio) che: "trovo che sia una follia immettere animali in un contesto che non è più quello di una volta. La vedo come un'azione artificiale. Ma sse si vuole insistere in questa logica, allora che il controllo sia accuratissimo, che questi animali siano monitorati e si sappia dove si spostano e si trovano. Suggerisco che sia pronta una squadra di esperti pronto ad addormentare l'osso quando si avvicina troppo ad una zona urbanizzata e poi lo porti via da lì".
E ancora: "l'orso, il cui mestiere è quello di fare l'orso, è una belva. Punto e basta".
Le solite rassicurazioni con lo stampino
Sentitasi chiamare in causa la giovane responsabile del servizio faunistico provinciale ha ribattuto a stretto giro di pos6ta sulle colonne del quotidiano. Con dichiarazioni presentate in modo molto poco bipartisan con un occhiello "Il tecnico fa chiarezza". Mah? Tutta questa fiducia nei tecnici sarà ben riposta? (ogni allusione a vicende politiche più ampie è del tutto non casuale). Per prima cosa la Ferloni mette le mani avanti: "l'orso non l'abbiamo immesso noi". Poi il capolavoro: "è necessario dire che l'orso non è andato in città, a Tirano, ma l'ha attraversata dal versante orobico per andare in Val Poschiavo.È sceso dove gli faceva comodo e si è trovato la strada statale da attraversare. L'orso a una radio collare, cioè un GPS che consente di sapere dove si tratta. Dunque i controlli ci sono. Se M13 passa all'una di notte, ciò non è considerata una problematica. Se però l'animale si fa vedere ancora una seconda sera, magari attirato da cassonetti, allora scatta una maggiore sorveglianza delle forze che interverranno con la polizia provinciale. Nel qual caso si sparerebbero proiettili di gomma e lo si ' disturberebbe'. Se staziona, invece, lo si rimuove. Questo è già concordato". La dottoressa auspicava poi che i pavidi tiranesi non del tutto entusiasti del fatto che un orso passeggi - sia pure in transito - per le vie della loro città si recassero agli incontri già programmati a fine mese a Livigno e a Bormio (dove l'informazione sull'orso a un chiaro significato promozionale nei confronti dei milanesi che stravedono al solo sentir parlare di un orso Yoghi in carne ed ossa che circola per le montagne da loro scelte come meta turistica). Magnanimamente aggiungeva che forse si potrebbe organizzare un incontro anche a Tirano (dove in assenza di turisti da estasiare -ma forse in qualche caso da rassicurare- non era stato valutato valesse la pena sviluppare iniziative di "comunicazione".
Alle dichiarazioni del la Ferloni, che spiega che attraversare una città non equivale ad " andare in città" risponde Ciapponi Landi con una lettera al quotidiano che riportiamo sotto.
Ciapponi Landi replica alla Ferloni
Definire “inutile allarmismo” la doverosa preoccupazione per il fatto che una belva, della quale si dovette organizzare l’eliminazione sistematica dai nostri territori, passeggi allegramente per il centro di Tirano, mi pare proprio una battuta estrema da avvocato difensore alla canna del gas. Se non avessi altri motivi di stima per la dottoressa Ferloni non sarebbe questo caso a generarne, anche se capisco la difficoltà e persino la parzialità appassionata della sua difesa in vesti di tecnico faunistico della provincia. Passiamo alle sue dichiarazioni. Dunque:
1) non sono stati “loro” a re-immettere l’orso. Bene, ma questo dovrebbe bastare per riammetterlo? (o ci facciamo carico dei gravi problemi conseguenti?);
2) l’orso è monitorato, non intendeva prendere alloggio a Tirano, ma solo transitare. Vale a dire che si sapeva che sarebbe entrato in città, ma essendo "loro" certi che non avrebbe incontrato nessuno da terrorizzare e delle sue più che pacifiche intenzioni ... lo si è lasciato fare.
Ma vi sembra normale? A meno che, quando l’orso girava nel centro di Tirano il suo transito fosse sotto tiro di franchi e validi tiratori, pronti ad anestetizzarlo o ad abbatterlo. Se non è così, mi spiace, ma l’allarmismo non è solo più che giustificato, ma deve tramutarsi in vero allarme, reso urgente anche dalla campagna speudoscientifica in corso tendente alla “beatificazione” antistorica della belva ursina, che sarebbe solo vegetariana, insettivora, amante del miele e frequentatrice dei cassonetti, per nulla amante della carne che consuma controvoglia e solo nel Trentino e limitandosi a un certo numero di asinelli e pecore per la gioia dei contadini. Perché mai dovremmo impedire a così care bestiole di abitare i nostri boschi? E ci sono altri pericoli. Questa mattina un nonno di cui non condivido, ma capisco, la posizione, mi ha detto: “se l’orso fa del male a mio nipote, se riesco sparo a lui poi a chi non gli ha impedito di nuocere.” E’ un brav’uomo e non ha armi ma, delitto a parte, la logica del discorso non manca.
Da parte nostra osserviamo che non si può cavarsela con un: "non li abbiamo messi noi". La Regione Lombardia e le provincie confinanti hanno tutte firmato il PACOBACE, il piano di azione sull'orso bruno nelle Alpi centrali prima che gli orsi arrivassero in Valtellina. Hanno concordato la politica di diffusione dell'orso anche in Lombardia e salutato il suo arrivo come una benedizione. Se la Provincia di Sondrio non voleva gli orsi poteva dirlo al momento buono. Invece no. C'è stata. Ora che la gente ha paura ci si nasconde dietro un dito. La Regione Lombardia vuole gli orsi, tutte le provincie e i Parchi vogliono gli orsi. Li ha messi, è vero, il Parco Nazionale Adamello Brenta ma, con la fine di Life Ursus nel 2005, la responsabilità è passata alla Provincia autonoma di Trento e alle regioni limitrofe (e alle provincie che hanno le deleghe in materia). Gli orsi sono vostri a tutti gli effetti cari tecnoburocrati e cari politici, li avete voluti voi a tutti gli effetti. Avallando gli abili giochi del Parco e dei verdi.Non funziona dire "li hanno messi i trentini".
Quanto alla "passeggiata" in città vorremmo chiedere alla dott.ssa Ferloni cosa intenda per "andare in città". Forse che il signor orso M13 avrebbe dovuto nell'ora di punta "scendere" in un bar del centro e ordinare un aperitivo o entrare nei negozi per eseguire un esproprio proletario e arraffare confezioni di miele, polli e altre delizie? Forse potrebbe "farli comodo" anche questo. No?
A parte gli scherzi non pare proprio che le risposte siano rassicuranti. Esiste o non esiste una squadra speciale pronta ad intervenire nelle emergenze come in Trentino? Che tempi di reazione ha? Di quanti uomini è composta? Hanno ricevuto un addestramento specifico? Io sono molto scettico sulla capacità della polizia provinciale di intervenire. La presenza dell'orso ha preso la provincia in contropiede tanto che non è stata neppure in grado di fornire le reti elettrificate ad apicoltori e pastori che ne hanno fatto richiesta. "Ce ne hanno chieste in troppi" è stata la giustificazione. Ma se una provincia non è preparata su una banalità come le reti vuole farci credere che è può gestire le emergenze per la sicurezza pubblica? O siete oerganizzati come in Trentino o gli orsi vanno rispediti al mittente dove almeno tentano di gestirli. Chissa se rispondono.
Orsi confidenti: iniziano le azioni di dissuasione
Inviato: giovedì 9 agosto 2012, 23:13
da IW2LBR
da Gaia NEWS di Federica di Leonardo
Orsi confidenti: iniziano le azioni di dissuasione
Si è svolto questa sera a Scanno, nel Parco Nazionale d’Abruzzo, il primo incontro informativo sulle azioni di dissuasione che saranno prossimamente effettuate dal personale specializzato per scacciare gli orsi confidenti dai paesi e far perdere loro l’abitudine di cercare cibo nei centri abitati.Presenti il sindaco di Scanno, Patrizio Giammarco, e il personale del Parco e del Corpo Forestale dello Stato.
Gli orsi marsicani confidenti sono quelli che avrete sicuramente visto scorazzare nei paesi in alcuni video rintracciabili facilmente on line e che a volte vengono trasmessi in TV dai telegiornali sia locali che nazionali. Il fenomeno può apparire a un occhio inesperto bizzarro e divertente, ma il comportamento di questi orsi è una seria minaccia per la conservazione di questa sottospecie di orso bruno che è presente solo in Abruzzo e prevalentemente nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Infatti un orso che impara a cercare cibo nei paesi mette a rischio prima di tutto la propria incolumità. Naturalmente è sensato pensare anche all’incolumità degli abitanti anche se non ci sono mai stati attacchi da parte degli orsi nei confronti degli uomini. Il progetto LIFE ARCTOS, finanziato con fondi europei, ha previsto una serie di azioni mirate a disabituare gli orsi a recarsi nei paesi per riportarli sulle montagne del parco. Nei giorni scorsi due orse confidenti sono state catturate e radiocollarate. Il radiocollare non viene messo a scopi di ricerca, ma per potere meglio monitorare gli orsi confidenti nei loro spostamenti e quindi poter meglio effettuare le azioni di dissuasione. Le azioni previste, lancio di petardi e uso di fucili con proiettili di gomma, potranno essere in questo modo anche meglio valutate nella loro intensità e efficacia.
E’ per questo che il Parco in collaborazione con i paesi coinvolti ha organizzato degli incontri informativi con le popolazioni dei paesi. Stasera alle 18 un incontro si è svolto a Scanno, uno dei paesi priviligiati dall’orsa Gemma, dai suoi cuccioli e dall’altra orsa più giovane, chiamata “Ciliegino”. L’incontro, a cui hanno partecipato il direttore Dario Febbo, il capo del CTA del Corpo Forestale dello Stato Luciano Sammarone, il biologo del Parco dottor Roberta Latini e il sindaco di Scanno si è svolto alla presenza di un nutrito pubblico formato dagli abitanti di Scanno. Durante l’incontro è stato spiegato perchè le orse sono state radiocollarate e come avverranno le azioni di dissuasione. Luciano Sammarone ha spiegato che a partire probabilmente da sabato cominceranno i turni dal tramonto all’alba. Le squadre coinvolte, se necessario un paio, altrimenti una, saranno composte da due guardiaparco e due forestali che hanno frequentato un apposito corso di addestramento l’anno scorso. Una persona sarà adetta alla telemetria, cioè a seguire gli spostamenti dell’animale tramite il segnale che arriva dal collare, due persone saranno addette alle azioni di dissuasione e una farà “il palo”. Dovrà cioè fare attenzione che fra i “dissuasori” e l’orso non si interponga nessuno.
Alla popolazione è stato spiegato che ora più di prima è importante non intralciare le operazioni creando capannelli o inseguendo gli orsi in qualsiasi modo. Se si avvista un orso si deve segnalarlo al 1515, ma anche allontanarsi e non disturbarlo in nessun modo, men che meno rincorrendolo. Ogni azione che verrà ostacolata sarà un’occasione persa per la conservazione di questa sottopecie che conta ormai solo 40 individui. Per il direttore del Parco Dario Febbo questi incontri sono fondamentali perchè le persone siano informate sull’operato del Parco e per far sì che possano essere coinvolte e possano collaborare allo sforzo per la conservazione del plantigrado. Le operazioni, sia quelle che sono state necessarie per le catture, che quelle che avverranno nelle prossime settimane, hanno un congruo costo economico: i turni di notte sono infatti piuttosto costosi. “Ma sono soldi ben spesi perchè la conservazione dell’orso marsicano resta la priorità del Parco Nazionale d’Abruzzo.” ha dichiarato Febbo. Ora c’è bisongo però della collaborazione di tutti: se vediamo un orso nei paesi, facciamo la segnalazione al 1515 e poi lasciamolo in pace. Quello che stiamo rischiando è l’estinzione della specie.
Re: Orsi che passeggiano in città
Inviato: venerdì 10 agosto 2012, 8:34
da greggio
IW2LBR ha scritto:Ma se una provincia non è preparata su una banalità come le reti vuole farci credere che è può gestire le emergenze per la sicurezza pubblica? O siete oerganizzati come in Trentino o gli orsi vanno rispediti al mittente dove almeno tentano di gestirli. Chissa se rispondono.
In trentino l'orso sta creando problemi, basta leggere i molti articoli qui pubblicati e la gente si interroga sulla riduzione drastica del numero.
L'orso incappa nella trappola fotografica
Inviato: venerdì 10 agosto 2012, 15:32
da IW2LBR
da il Gazzettino
L'orso incappa nella trappola fotografica: ripreso dai forestali del Parco
[youtube]8CgkQ1JpRlU[/youtube]
BARCIS - L'orso è finito in trappola: non, per fortuna, in quelle dei bracconieri, ma in quella fotografica predisposta dalla stazione forestale di Barcis. Le immagini documentano la presenza del plantigrado all'interno del Parco Naturale Dolomiti Friulane. La ripresa (un video di 30 secondi) è stata effettuata con una foto-trappola posta su un sito di passaggio dell'orso che le guardie forestali avevano individuato qualche tempo fa. Il corpo forestale regionale del Friuli Venezia Giulia sta infatti effettuando il monitoraggio già da alcuni mesi, seguendo i protocolli del progetto Life-Arctos in collaborazione Trentino, Lombardia, Slovenia e alcune università. «Nel corso di servizi mirati - spiegano dalla stazione forestale -, avevamo trovato tracce del passaggio del plantigrado e individuato un punto di passaggio probabile, abbiamo installato le fototrappole. Dalla proporzione con le piante vicine, che sono molto grosse, stimiamo possa trattarsi di un esemplare adulto e non di un giovane erratico».
Questo grande risultato è stato ottenuto grazie a tutto il lavoro che il corpo forestale svolge senza clamore, ma che comporta un notevole impegno in termini di personale e di orari di lavoro disagiati per la vigilanza venatoria ed antibracconaggio anche in aree di difficile raggiungimento, i censimenti faunistici, l'attività di controllo in materia di agroalimentare a tutela della salute dei cittadini, antincendio, rilievi valanghe, soccorso alle popolazioni in caso di avversità.