tratto da Ruralpini di Michele Corti
Orsi Trentino. Ora anche Groff non può più nascondere la preoccupazione
"Non siamo preoccupati, ma se persevera in questi comportamenti certo qualche preoccupazione ce la dà», ammette Claudio Groff responsabile dell'orso per il Servizio faunistico della provincia autonoma di Trento. Queste le dichiarazioni del papà degli orsi trentini rilasciate dopo la "performance" di sabato scorso dell'orso M11. Un maschio di due anni con comportamenti anomali (orfano di DJ3 orsa pericolosa pluricatturata e poi rinchiusa). Curato da un forestale come una balia era animale da tenere in uno zoo non da lasciare libero in "natura" (ma forse la pseudo-natura è un grande zoo a questo punto). Un gruppo di gitanti veronesi lo anno ha fotografato sul Baldo da pochi metri, senza teleobiettivi per un'ora intera mentre "giocava" su un prato. Una scena da cartone animato che contribuisce a perpetuare lo scambio tra Yoghi dei cartoons e la realtà.
M11 è stato fatto tornare indietro da un fischio quando stava per andarsene, come un cagnolino e solo una motocicletta l'ha allontanato, disturbato ma non spaventato. L'orso ha due anni, oggi posa per i fotografi e non è più un animale selvaggio. Proteggendoli in modo innaturale gli orsofili e i tecnici (questi ultimi tutti immancabilmente orsofili, tutti pronti a giurare che sono vegetariani, che non sono pericolosi) stanno distruggendo l'orso come specie selvatica trasformandolo in una comparsa da fiction permanente. Agli "animalisti" (!?) e agli "ecologisti" (!?) va bene così. Non è necessario essere super-esperti dell'orso per capire che un animale della mole e della forza dell'orso che non ha paura dell'uomo è potenzialmente pericoloso. Il giorno che il giocherellone diventerà grande e che l'uomo si frapporrà tra lui e il cibo sarà l'uomo in pericolo. Questo orso è ormai "spacciato" e dovrebbe essere abbattuto. Ma l'orso, si sa, è un totem, una rappresentazione sociale, un business, uno strumento politico. E quindi non si tocca.
Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
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Orsi Trentino. Ora anche Groff non può più nascondere...
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Orsa mostra i denti e rincorre una coppia di escursionisti
Sabato 11 Agosto 2012, da Il Trentino di Silvia Siano
Orsa mostra i denti e rincorre una coppia di escursionisti

Trentino - Un incontro di quelli che non si dimenticano, destinato a popolare, anzi ad insidiare il sonno per parecchio tempo. I protagonisti sono tre (e mezzo): una coppia di coniugi di Spormaggiore, un’orsa e il suo cucciolo. Marito e moglie nel week end appena trascorso, decidono di ammazzare il tempo e il caldo con una passeggiata lungo una mulattiera, che dal paese si sviluppa verso nord, in direzione Cavedago. Ed è lì, che un cucciolo di orso balza fuori dalla fitta boscaglia e si palesa a pochi metri dalla coppia. Decisi a non lasciarsi spaventare, i coniugi iniziano ad allontanarsi lentamente, senza movimenti bruschi, in modo da non disturbare il piccolo. Ma, appena il tempo di pochi passi, che a pararsi loro davanti, è mamma orsa.
Il tempo si ferma, i minuti diventano ore. Il plantigrado corre incontro alla coppia, si ferma ad «un palmo dal naso», fa vedere i denti e bramisce come a dire «Giù le mani dal mio cucciolo». Con invidiabile sangue freddo, i due abitanti di Spormaggiore, stanno fermi impalati, poi iniziano ad indietreggiare, piano piano, fino a quando l’orsa e il suo piccolo non rientrano al sicuro all’interno della boscaglia. Dell’incontro viene informato il servizio foreste e fauna della Provincia, che sul posto manda i cani da orso. «Quando siamo arrivati per il sopralluogo - spiega il funzionario Claudio Groff - l’orsa si era già allontanata. Abbiamo monitorato la zona per qualche giorno, come è prassi in questi casi, ma l’animale non si è più fatto vedere».
Cosa ci facesse il plantigrado lungo quella mulattiera, il funzionario del servizio, se lo spiega così: «Probabilmente l’orsa - continua - si stava cibando, per terra abbiamo trovato infatti parecchie prugne selvatiche». Ed anche il fatto che abbia reagito con aggressività, non sorprende Groff: «Nel pomeriggio, in quella zona caratterizzata da un ambiente misto di boscaglia e di campi abbandonati, spira l’Ora del Garda. Probabilmente, a causa del vento, il plantigrado non si è accorto con l’olfatto della presenza dell’uomo e ha mostrato i denti per difendere il cucciolo. Che non avesse intenzione di aggredire, lo dimostra il fatto che, appena le due persone si sono allontanate, è scomparso nella boscaglia». E dopo i doverosi controlli, la Provincia corre ai ripari e chiede a Bruxelles e a Roma, che il progetto Life Ursus, venga rivisto. Lo ha detto il presidente Dellai all’assemblea della federazione allevatori trentini nei giorni scorsi: «Abbiamo chiesto ai referenti del progetto di sedersi attorno ad un tavolo per stabilire il limite massimo di esemplari che il Trentino può ospitare, per evitare che l’accettazione sociale, andando avanti così, si riduca». Dell’avventura ravvicinata con gli umani, ne siamo certi, se ne ricorderà anche mamma orsa, i cui incubi forse saranno popolati dalla paura che qualcuno le porti via i cuccioli. Così è il magico mondo degli animali: istinto allo stato puro.
Orsa mostra i denti e rincorre una coppia di escursionisti

Trentino - Un incontro di quelli che non si dimenticano, destinato a popolare, anzi ad insidiare il sonno per parecchio tempo. I protagonisti sono tre (e mezzo): una coppia di coniugi di Spormaggiore, un’orsa e il suo cucciolo. Marito e moglie nel week end appena trascorso, decidono di ammazzare il tempo e il caldo con una passeggiata lungo una mulattiera, che dal paese si sviluppa verso nord, in direzione Cavedago. Ed è lì, che un cucciolo di orso balza fuori dalla fitta boscaglia e si palesa a pochi metri dalla coppia. Decisi a non lasciarsi spaventare, i coniugi iniziano ad allontanarsi lentamente, senza movimenti bruschi, in modo da non disturbare il piccolo. Ma, appena il tempo di pochi passi, che a pararsi loro davanti, è mamma orsa.
Il tempo si ferma, i minuti diventano ore. Il plantigrado corre incontro alla coppia, si ferma ad «un palmo dal naso», fa vedere i denti e bramisce come a dire «Giù le mani dal mio cucciolo». Con invidiabile sangue freddo, i due abitanti di Spormaggiore, stanno fermi impalati, poi iniziano ad indietreggiare, piano piano, fino a quando l’orsa e il suo piccolo non rientrano al sicuro all’interno della boscaglia. Dell’incontro viene informato il servizio foreste e fauna della Provincia, che sul posto manda i cani da orso. «Quando siamo arrivati per il sopralluogo - spiega il funzionario Claudio Groff - l’orsa si era già allontanata. Abbiamo monitorato la zona per qualche giorno, come è prassi in questi casi, ma l’animale non si è più fatto vedere».
Cosa ci facesse il plantigrado lungo quella mulattiera, il funzionario del servizio, se lo spiega così: «Probabilmente l’orsa - continua - si stava cibando, per terra abbiamo trovato infatti parecchie prugne selvatiche». Ed anche il fatto che abbia reagito con aggressività, non sorprende Groff: «Nel pomeriggio, in quella zona caratterizzata da un ambiente misto di boscaglia e di campi abbandonati, spira l’Ora del Garda. Probabilmente, a causa del vento, il plantigrado non si è accorto con l’olfatto della presenza dell’uomo e ha mostrato i denti per difendere il cucciolo. Che non avesse intenzione di aggredire, lo dimostra il fatto che, appena le due persone si sono allontanate, è scomparso nella boscaglia». E dopo i doverosi controlli, la Provincia corre ai ripari e chiede a Bruxelles e a Roma, che il progetto Life Ursus, venga rivisto. Lo ha detto il presidente Dellai all’assemblea della federazione allevatori trentini nei giorni scorsi: «Abbiamo chiesto ai referenti del progetto di sedersi attorno ad un tavolo per stabilire il limite massimo di esemplari che il Trentino può ospitare, per evitare che l’accettazione sociale, andando avanti così, si riduca». Dell’avventura ravvicinata con gli umani, ne siamo certi, se ne ricorderà anche mamma orsa, i cui incubi forse saranno popolati dalla paura che qualcuno le porti via i cuccioli. Così è il magico mondo degli animali: istinto allo stato puro.
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Quattro orsi fanno baldoria in una baita, fra birre e ciocco
da Net1 News - Sabato 11 Agosto 2012
Quattro orsi fanno baldoria in una baita, fra birre e cioccolato
La scorsa settimana, un’orsa e i suoi tre cuccioli sono riusciti a forzare e saccheggiare una capanna in Norvegia. Senza fare troppi complimenti, i plantigradi hanno buttato giù un muro, mangiato tutte le provviste e bevuto più di un centinaio di birre.

Il norvegese Even Borthen Nilsen, dopo aver trovato la sua capanna completamente devastata, ha dichiarato alla stampa: “Hanno davvero fatto un party coi fiocchi, lì dentro. L’intera capanna è stata distrutta”. Nilsen non è stato in grado di vedere i ‘vandali’ in azione, ma le impronte e gli escrementi rimasti sul terreno non hanno lasciato alcun dubbio sui responsabili di questa effrazione. Come se ciò non bastasse, ad incriminare gli orsi vi è anche il fatto che i comuni criminali ‘bipedi’ non butterebbero giù un muro per entrare, quando dall’altro lato c’è una comoda porta da forzare. “Letti, elettrodomestici, forno, piano cottura ed armadietti della cucina sono stati tutti ridotti in pezzi”, prosegue Nilsen. Oltre a causare questi ingenti danni, la famiglia di orsi ha divorato tutto il cibo presente nella capanna, tra cui creme spalmabili al cioccolato, marshmallow e naturalmente dei barattoli miele. Per mandare giù il tutto, i golosi plantigradi si sono persino scolati un centinaio di birre. Non è solo il danno in sé a preoccupare Nilsen: la famiglia di orsi, infatti, potrebbe ritornare a far visita alla sua o ad altre capanne. “La madre ha portato qui i suoi tre piccoli, pertanto non ci sono garanzie che in futuro gli orsi non torneranno per fare il bis”, sostiene il norvegese.
Quattro orsi fanno baldoria in una baita, fra birre e cioccolato
La scorsa settimana, un’orsa e i suoi tre cuccioli sono riusciti a forzare e saccheggiare una capanna in Norvegia. Senza fare troppi complimenti, i plantigradi hanno buttato giù un muro, mangiato tutte le provviste e bevuto più di un centinaio di birre.

Il norvegese Even Borthen Nilsen, dopo aver trovato la sua capanna completamente devastata, ha dichiarato alla stampa: “Hanno davvero fatto un party coi fiocchi, lì dentro. L’intera capanna è stata distrutta”. Nilsen non è stato in grado di vedere i ‘vandali’ in azione, ma le impronte e gli escrementi rimasti sul terreno non hanno lasciato alcun dubbio sui responsabili di questa effrazione. Come se ciò non bastasse, ad incriminare gli orsi vi è anche il fatto che i comuni criminali ‘bipedi’ non butterebbero giù un muro per entrare, quando dall’altro lato c’è una comoda porta da forzare. “Letti, elettrodomestici, forno, piano cottura ed armadietti della cucina sono stati tutti ridotti in pezzi”, prosegue Nilsen. Oltre a causare questi ingenti danni, la famiglia di orsi ha divorato tutto il cibo presente nella capanna, tra cui creme spalmabili al cioccolato, marshmallow e naturalmente dei barattoli miele. Per mandare giù il tutto, i golosi plantigradi si sono persino scolati un centinaio di birre. Non è solo il danno in sé a preoccupare Nilsen: la famiglia di orsi, infatti, potrebbe ritornare a far visita alla sua o ad altre capanne. “La madre ha portato qui i suoi tre piccoli, pertanto non ci sono garanzie che in futuro gli orsi non torneranno per fare il bis”, sostiene il norvegese.
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Redona, avvistata un’orsa con 2 cuccioli
da il Messaggero Veneto
Redona, avvistata un’orsa con 2 cuccioli
TRAMONTI DI SOPRA. Aumenta il numero degli orsi che popolano la Val Tramontina: dopo il recente ritrovamento delle impronte lasciate da un maschio adulto in località Selis, a Tramonti di Sopra, giovedì scorso, intorno alle 7, un esemplare femmina con due cuccioli è stato avvistato nel medesimo comune, a Redona, nel rilievo denominato Col Ventous.
I tre plantigradi sono stati scorti mentre “passeggiavano” da un pescatore e cacciatore di 29 anni di Meduno, Stefano Del Bianco, che si trovava nella zona assieme a altri due amici di Toppo di Travesio. «Stavo pescando nel lago di Redona, in un punto ubicato sotto il parcheggio della locanda Al lago – racconta Del Bianco – e osservavo la montagna di fronte a me per vedere se avvistavo qualche specie animale tipica della zona, quando ho visto, a occhio nudo, senza l’ausilio del cannocchiale, un primo animale uscire da un boschetto vicino a una casa che si trova in quella zona e inizialmente ho pensato si trattasse di un muflone o cinghiale, ma quando ha alzato la testa ho capito che, invece, era un orso – afferma –. Subito dopo, dietro al primo plantigrado ne sono sopraggiunti altri due più piccoli: di fronte a questa immagine era chiaro che si trattava di una mamma orsa coi cuccioli. La femmina aveva un pelo color marrone scuro, mentre i due piccoli marrone più chiaro».
Questa spettacolare e di certo inaspettata scena sarebbe durata, però, soltanto pochi attimi: «Gli orsi si sono spostati da un boschetto all’altro, per un breve tratto – afferma –. Se avessi avuto con me la macchina fotografica non avrei nemmeno fatto in tempo a prenderla per immortalare la scena che gli animali non sarebbero stati già più visibili. Erano molto belli e fa sempre piacere a un appassionato della natura assistere a queste scene, anche se devo ammettere che da oggi, dopo aver visto dal vivo l’orso, non andrò più con la spensieratezza e tranquillità di prima a caccia o a pesca, magari in luoghi impervi, perché al minimo rumore è chiaro che le antenne saranno subito alzate». Nella stessa serata dell’avvistamento, Del Bianco aveva intenzione di recarsi nel luogo in cui avevano passeggiato i tre plantigradi per verificare se fossero rimaste alcune impronte, ma i rovesci abbattutisi nel pomeriggio l’hanno dissuaso da quest'intento. Intanto, ieri la polizia locale della Provincia (guardia caccia) ha setacciato a lungo la zona alla ricerca di reperti oggettivi, quali tracce di pelo e escrementi, e impronte, ma al momento hanno trovato soltanto qualche orma vecchia di animale, che a causa delle pioggia risultava non integra e, quindi, difficile da attribuire a un orso. La zona sarà battuta e tenuta monitorata anche nei prossimi giorni.
Redona, avvistata un’orsa con 2 cuccioli
TRAMONTI DI SOPRA. Aumenta il numero degli orsi che popolano la Val Tramontina: dopo il recente ritrovamento delle impronte lasciate da un maschio adulto in località Selis, a Tramonti di Sopra, giovedì scorso, intorno alle 7, un esemplare femmina con due cuccioli è stato avvistato nel medesimo comune, a Redona, nel rilievo denominato Col Ventous.
I tre plantigradi sono stati scorti mentre “passeggiavano” da un pescatore e cacciatore di 29 anni di Meduno, Stefano Del Bianco, che si trovava nella zona assieme a altri due amici di Toppo di Travesio. «Stavo pescando nel lago di Redona, in un punto ubicato sotto il parcheggio della locanda Al lago – racconta Del Bianco – e osservavo la montagna di fronte a me per vedere se avvistavo qualche specie animale tipica della zona, quando ho visto, a occhio nudo, senza l’ausilio del cannocchiale, un primo animale uscire da un boschetto vicino a una casa che si trova in quella zona e inizialmente ho pensato si trattasse di un muflone o cinghiale, ma quando ha alzato la testa ho capito che, invece, era un orso – afferma –. Subito dopo, dietro al primo plantigrado ne sono sopraggiunti altri due più piccoli: di fronte a questa immagine era chiaro che si trattava di una mamma orsa coi cuccioli. La femmina aveva un pelo color marrone scuro, mentre i due piccoli marrone più chiaro».
Questa spettacolare e di certo inaspettata scena sarebbe durata, però, soltanto pochi attimi: «Gli orsi si sono spostati da un boschetto all’altro, per un breve tratto – afferma –. Se avessi avuto con me la macchina fotografica non avrei nemmeno fatto in tempo a prenderla per immortalare la scena che gli animali non sarebbero stati già più visibili. Erano molto belli e fa sempre piacere a un appassionato della natura assistere a queste scene, anche se devo ammettere che da oggi, dopo aver visto dal vivo l’orso, non andrò più con la spensieratezza e tranquillità di prima a caccia o a pesca, magari in luoghi impervi, perché al minimo rumore è chiaro che le antenne saranno subito alzate». Nella stessa serata dell’avvistamento, Del Bianco aveva intenzione di recarsi nel luogo in cui avevano passeggiato i tre plantigradi per verificare se fossero rimaste alcune impronte, ma i rovesci abbattutisi nel pomeriggio l’hanno dissuaso da quest'intento. Intanto, ieri la polizia locale della Provincia (guardia caccia) ha setacciato a lungo la zona alla ricerca di reperti oggettivi, quali tracce di pelo e escrementi, e impronte, ma al momento hanno trovato soltanto qualche orma vecchia di animale, che a causa delle pioggia risultava non integra e, quindi, difficile da attribuire a un orso. La zona sarà battuta e tenuta monitorata anche nei prossimi giorni.
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Dopo l'ennesimo soggiorno in Engadina, l'orso torna a Poschi
da Tio CH - Engadina - Lunedi' 13 Agosto 2012
Dopo l'ennesimo soggiorno in Engadina, l'orso torna a Poschiavo

POSCHIAVO - L'orso M13 è tornato a Poschiavo. La foto allegata ci è stata inviata da un abitante della Valle. L'orso M13 ha fatto razzia, uccidendo diverse pecore. I contadini sono preoccupati ma i guardia caccia sostengono di non poter fare niente finché l'orso non diventa pericoloso per gli uomini. Sono situazioni difficili e se da una parte la popolazione si sta affezionando alla sua presenza, dall'altra i contadini sono in allarme per proteggere i propri animali. Sperando che l'orso non diventi un pericolo per la popolazione, auguriamoci che gli alpigiani trovino presto una soluzione...
Dopo l'ennesimo soggiorno in Engadina, l'orso torna a Poschiavo

POSCHIAVO - L'orso M13 è tornato a Poschiavo. La foto allegata ci è stata inviata da un abitante della Valle. L'orso M13 ha fatto razzia, uccidendo diverse pecore. I contadini sono preoccupati ma i guardia caccia sostengono di non poter fare niente finché l'orso non diventa pericoloso per gli uomini. Sono situazioni difficili e se da una parte la popolazione si sta affezionando alla sua presenza, dall'altra i contadini sono in allarme per proteggere i propri animali. Sperando che l'orso non diventi un pericolo per la popolazione, auguriamoci che gli alpigiani trovino presto una soluzione...
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Resia, orso attacca un gregge e uccide sei pecore
da Il Messaggero Veneto, mercoledi' 14 Agosto 2012
Resia, orso attacca un gregge e uccide sei pecore
Un orso ha scelto malga Canin, in comune di Resia, per le sue incursioni notturne.
A farne le spese è stato il gregge di Giancarlo Morandi, che nell’ultima settimana si è visto sottrarre sei pecore.
RESIA. Un orso ha scelto malga Canin, in comune di Resia, per le sue incursioni notturne. A farne le spese è stato il gregge di Giancarlo Morandi, che nell’ultima settimana si è visto sottrarre sei pecore. Le scorrerie del grosso plantigrado sono avvenute la scorsa settimana, nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì. Le pecore sono state letteralmente sbranate, mentre trascorrevano la notte nella malga Canin. Il pastore ha ritrovato le carcasse degli animali le mattine seguenti e non ha potuto fare altro che avvertire le autorità competenti. «Sarò costretto a spostare il gregge (quasi mille capi ndr) in una vallata vicina - afferma Giancarlo Morandi - visto che non posso fare altro per difendere le mie pecore. Pensare di costruire una recinzione quassù è impossibile, visto che, senza una strada, dovrei portare tutto il materiale a spalla. Ho deciso di spostarmi - aggiunge - anche se questo mi causerà dei danni, visto che in malga Canin c’è erba a disposizione almeno per altri dieci giorni».
Morandi conosce come le sue tasche queste zone. Fin dal 1996 frequenta le malghe della Val Resia con le sue greggi. Addirittura dagli anni ’80 quelle della Val Dogna. «Anche in questa zona un orso mi ha portato via una pecora - ricorda - lo scorso 27 luglio». In casi come questi, il pastore ha diritto ad un risarcimento per i capi sottratti, ma è indispensabile ritrovare i resti dell’animale sbranato dall’orso e, com’è facile intuire, non sempre è possibile. Se per un gregge l’orso è motivo di pericolo, per i turisti che numerosi frequentano queste zone, può essere un motivo di richiamo. A metterlo in evidenza è il sindaco di Resia Sergio Chinese. «Potrebbe capitare di vedere l’orso tra le malghe Coot e Canin - commenta Chinese - e questo incentiverà di certo il turismo faunistico».
Resia, orso attacca un gregge e uccide sei pecore
Un orso ha scelto malga Canin, in comune di Resia, per le sue incursioni notturne.
A farne le spese è stato il gregge di Giancarlo Morandi, che nell’ultima settimana si è visto sottrarre sei pecore.
RESIA. Un orso ha scelto malga Canin, in comune di Resia, per le sue incursioni notturne. A farne le spese è stato il gregge di Giancarlo Morandi, che nell’ultima settimana si è visto sottrarre sei pecore. Le scorrerie del grosso plantigrado sono avvenute la scorsa settimana, nelle giornate di mercoledì, giovedì e venerdì. Le pecore sono state letteralmente sbranate, mentre trascorrevano la notte nella malga Canin. Il pastore ha ritrovato le carcasse degli animali le mattine seguenti e non ha potuto fare altro che avvertire le autorità competenti. «Sarò costretto a spostare il gregge (quasi mille capi ndr) in una vallata vicina - afferma Giancarlo Morandi - visto che non posso fare altro per difendere le mie pecore. Pensare di costruire una recinzione quassù è impossibile, visto che, senza una strada, dovrei portare tutto il materiale a spalla. Ho deciso di spostarmi - aggiunge - anche se questo mi causerà dei danni, visto che in malga Canin c’è erba a disposizione almeno per altri dieci giorni».
Morandi conosce come le sue tasche queste zone. Fin dal 1996 frequenta le malghe della Val Resia con le sue greggi. Addirittura dagli anni ’80 quelle della Val Dogna. «Anche in questa zona un orso mi ha portato via una pecora - ricorda - lo scorso 27 luglio». In casi come questi, il pastore ha diritto ad un risarcimento per i capi sottratti, ma è indispensabile ritrovare i resti dell’animale sbranato dall’orso e, com’è facile intuire, non sempre è possibile. Se per un gregge l’orso è motivo di pericolo, per i turisti che numerosi frequentano queste zone, può essere un motivo di richiamo. A metterlo in evidenza è il sindaco di Resia Sergio Chinese. «Potrebbe capitare di vedere l’orso tra le malghe Coot e Canin - commenta Chinese - e questo incentiverà di certo il turismo faunistico».
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New Mexico, se l'ospite dell'hotel è un orso
da TGCOM24 - 15 Agosto 2012
New Mexico, se l'ospite dell'hotel è un orso...
I sempre più frequenti "avvicinamenti" uomo-orso, secondo gli esperti, sarebbero il risultato di alte temperature e siccità che rendono difficile per gli animali il reperimento di cibo. Fame o curiosità che sia, negli ultimi tempi sempre più orsi, in barba alla prudenza, si avvicinano all'uomo e anzi ne invadono proprio gli spazi terrorizzando le persone. Solo ultimo in ordine di tempo è l'orso che si è intrattenuto per circa dieci minuti nella hall di un hotel in New Mexico. Dopo un giro per corridoi e sale conferenze, l'animale, così come è entrato, è riuscito. Solo negli ultimi giorni un orso ha fatto "irruzione" in un negozio di caramelle sulle montagne Adirondack, un altro orso si è chiuso in un furgone e una famiglia di orsi ha deciso di trasformare una dozzina di auto ad Aspen nella loro nuova casa.. Il ripetersi di questi incontri uomo-orso, secondo gli esperti, non sarebbe frutto del caso, ma sarebbero il risultato di alte temperature e siccità che rendono difficile per gli orsi il reperimento di cibo.
New Mexico, se l'ospite dell'hotel è un orso...
I sempre più frequenti "avvicinamenti" uomo-orso, secondo gli esperti, sarebbero il risultato di alte temperature e siccità che rendono difficile per gli animali il reperimento di cibo. Fame o curiosità che sia, negli ultimi tempi sempre più orsi, in barba alla prudenza, si avvicinano all'uomo e anzi ne invadono proprio gli spazi terrorizzando le persone. Solo ultimo in ordine di tempo è l'orso che si è intrattenuto per circa dieci minuti nella hall di un hotel in New Mexico. Dopo un giro per corridoi e sale conferenze, l'animale, così come è entrato, è riuscito. Solo negli ultimi giorni un orso ha fatto "irruzione" in un negozio di caramelle sulle montagne Adirondack, un altro orso si è chiuso in un furgone e una famiglia di orsi ha deciso di trasformare una dozzina di auto ad Aspen nella loro nuova casa.. Il ripetersi di questi incontri uomo-orso, secondo gli esperti, non sarebbe frutto del caso, ma sarebbero il risultato di alte temperature e siccità che rendono difficile per gli orsi il reperimento di cibo.
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Re: Orso in Valle Brembana - Alpi e Prealpi Orobie
Local Aspen NEWS - 15 Agosto 2012
Man pulled from tree by black bear on Aspen Trail
A young man who survived a bear attack on the Aspen Trail is recovering from several injuries to his feet after being pulled from a tree by a black bear sometime early Saturday morning. Caribou-Targhee District Ranger, Jay Pence said Forest Service law enforcement officers were doing routine patrols Friday night in Teton and Darby Canyon, reminding people to make sure their camp fires were extinguished when they went to sleep for the night because of the high fire danger. Pence said an officer noticed a large fire in the Darby Canyon area. When he approached the fire, Pence said the officer reported they were minors, but had fled the scene and left the fire unattended. Pence said the Forest Service officer called the Teton County Wyoming Sheriff’s office for assistance in locating one of the minors who wasn’t accounted for. “One of the kids decided to walk home and chose to do so on the Aspen trail,” said Pence. “The kid was out there all night walking and bumped into a bear.” The name of the bear attack victim was not being released as of press time on July 3. Pence said the incident was still under investigation. Public Information Specialist Mark Gocke with the Wyoming Game and Fish Department confirmed there was a bear attack on the Aspen Trail involving a male subject early Saturday morning June 30. He said from reports and enforcement officers sent to the scene, a young male individual likely surprised a bear in an area with heavy forest cover and low visibility.
“It sounded like a surprise encounter,” said Gocke. “The bear reacted and charged.”
Gocke said from reports, it sounded like the male subject attempted to climb a tree. The bear was then able to get a hold of his foot and pull him from the tree to the ground. It was believed the bear then took off and hasn’t been seen again. Gocke said it was believed to be a black bear based on hair found at the scene and tracks. He said it looked like a bear had been digging and rolling rocks near the scene of the incident. “It was doing what bears do,” said Gocke. “He was able to spook it and the bear charged, which is a normal reaction for a bear at close range.” Gocke said they have no plans to trap the bear. Last week, two bears believed to have been habituated to human food in Teton Canyon were euthanized. Captain Tripp Wilson from the Teton County Wyoming Sheriff’s office said his officers assisted in a search for a missing minor, but said he could not make a statement on the events because it was being handled by the Caribou-Targhee National Forest Service District. Signs have been posted in the area warning visitors of bear activity, but there have been no trail closures.
Man pulled from tree by black bear on Aspen Trail
A young man who survived a bear attack on the Aspen Trail is recovering from several injuries to his feet after being pulled from a tree by a black bear sometime early Saturday morning. Caribou-Targhee District Ranger, Jay Pence said Forest Service law enforcement officers were doing routine patrols Friday night in Teton and Darby Canyon, reminding people to make sure their camp fires were extinguished when they went to sleep for the night because of the high fire danger. Pence said an officer noticed a large fire in the Darby Canyon area. When he approached the fire, Pence said the officer reported they were minors, but had fled the scene and left the fire unattended. Pence said the Forest Service officer called the Teton County Wyoming Sheriff’s office for assistance in locating one of the minors who wasn’t accounted for. “One of the kids decided to walk home and chose to do so on the Aspen trail,” said Pence. “The kid was out there all night walking and bumped into a bear.” The name of the bear attack victim was not being released as of press time on July 3. Pence said the incident was still under investigation. Public Information Specialist Mark Gocke with the Wyoming Game and Fish Department confirmed there was a bear attack on the Aspen Trail involving a male subject early Saturday morning June 30. He said from reports and enforcement officers sent to the scene, a young male individual likely surprised a bear in an area with heavy forest cover and low visibility.
“It sounded like a surprise encounter,” said Gocke. “The bear reacted and charged.”
Gocke said from reports, it sounded like the male subject attempted to climb a tree. The bear was then able to get a hold of his foot and pull him from the tree to the ground. It was believed the bear then took off and hasn’t been seen again. Gocke said it was believed to be a black bear based on hair found at the scene and tracks. He said it looked like a bear had been digging and rolling rocks near the scene of the incident. “It was doing what bears do,” said Gocke. “He was able to spook it and the bear charged, which is a normal reaction for a bear at close range.” Gocke said they have no plans to trap the bear. Last week, two bears believed to have been habituated to human food in Teton Canyon were euthanized. Captain Tripp Wilson from the Teton County Wyoming Sheriff’s office said his officers assisted in a search for a missing minor, but said he could not make a statement on the events because it was being handled by the Caribou-Targhee National Forest Service District. Signs have been posted in the area warning visitors of bear activity, but there have been no trail closures.
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Evita alce, ma "stampa" orso
Essential News - 16 Agosto 2012
Evita alce, ma "stampa" orso
L’agenzia Reuters dà notizia di un’autista norvegese che, nel tentativo di evitare un alce che gli si era parato davanti su una strada rurale di notte, ha invece preso in pieno un orso. L’incidente ha avuto luogo nei pressi di Hanestad, a circa 225 km a nord di Oslo. “L’autista ha ridotto la velocità mentre tentava di scansare l’alce”, ha detto il Sig. Svein Erik Bjorke, della Protezione Animali locale, spiegando però che l’orso, viste le tracce di sangue lasciate in loco, sarebbe stato seriamente ferito nello scontro. Si sta attivamente cercando l’animale per prestargli le cure del caso. L’autista è rimasto indenne, mentre la sua auto è stata danneggiata. La Norvegia ha una popolazione libera di alci stimata in 100mila esemplari. Gli orsi invece sarebbero solo 150.
Evita alce, ma "stampa" orso
L’agenzia Reuters dà notizia di un’autista norvegese che, nel tentativo di evitare un alce che gli si era parato davanti su una strada rurale di notte, ha invece preso in pieno un orso. L’incidente ha avuto luogo nei pressi di Hanestad, a circa 225 km a nord di Oslo. “L’autista ha ridotto la velocità mentre tentava di scansare l’alce”, ha detto il Sig. Svein Erik Bjorke, della Protezione Animali locale, spiegando però che l’orso, viste le tracce di sangue lasciate in loco, sarebbe stato seriamente ferito nello scontro. Si sta attivamente cercando l’animale per prestargli le cure del caso. L’autista è rimasto indenne, mentre la sua auto è stata danneggiata. La Norvegia ha una popolazione libera di alci stimata in 100mila esemplari. Gli orsi invece sarebbero solo 150.
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